Titoli di Stato area Euro GRECIA Operativo titoli di stato - Cap. 3 (1 Viewer)

ferdo

Utente Senior
Nel 2014 credo che dobbiamo ricordarci di compensare le minusvalenze accumulate con lo swap; mi pare che ci siano tre anni a disposizione per beneficiare delle minus.
Se guardo il portafoglio, vedo che ho in carico i GGB a prezzi che vanno da 0,15 a 0,26 per cui se non utilizziamo le minus e andiamo avanti ad aspettare le scadenze, ci ritroveremo a pagare delle percentuali astronomiche, sui guadagni che i titoli hanno fatto in questi due anni.
Al limite, vale la pena vendere, utilizzando le minus e ricomprare ai valori attuali, prendendo in carico il prezzo corrente.
Vi sembra giusto il ragionamento?

hai tempo fino al 2016 per quel che ne so
cmq dal tol lo vedi quando scadono
 

tommy271

Forumer storico
Zona euro, intesa su finanziamento per chiusura banche in dissesto

mercoledì 18 dicembre 2013 10:12



(Aggiunge dettagli)
di Jan Strupczewski





BRUXELLES, 18 dicembre (Reuters) - I ministri delle Finanze della zona euro hanno raggiunto un'intesa su alcuni dettagli del piano per la gestione finanziaria degli istituti bancari in dissesto, aprendo la strada al completamento dell'unione bancaria della zona euro.

Dopo cinque anni di crisi finanziaria, l'Europa vuole dare vita al più importante progetto dall'introduzione dell'euro, una cornice nell'ambito della quale monitorare gli istituti di credito e gestirne i problemi in modo concertato.

La cancelliera tedesca Angela Merkel, che ha sottolineato l'importanza delle trattative per ultimare l'unione bancaria, ha detto di sperare che i ministri finanziari possano raggiungere un accordo oggi in sede Ecofin prima dell'incontro di domani e dopodomani dei leader europei.

A questo punto i ministri delle Finanze hanno a disposizione 36 ore per raggiungere un accordo generale su un'agenzia e su un fondo per chiudere le banche in difficoltà che facciano da complemento alla vigilanza affidata alla Banca centrale europea.

L'intesa dell'Eurogruppo su una parte fondamentale del progetto - su come garantire i finanziamenti per la chiusura delle banche - è stata raggiunta nella notte al termine di sette ore di colloqui.

In base all'accordo, le banche forniranno i fondi per pagare la chiusura degli istituti di credito falliti, erogando circa 55 miliardi di euro in 10 anni accumulati nel 'Fondo unico di risoluzione'.

Nel periodo transitorio, se il denaro accumulato non fosse sufficiente, i governi potrebbero imporre maggiori prelievi sulle banche. Se anche questo si rilevasse insufficiente si ricorrerebbe ad aiuti pubblici.

Se il governo interessato non disponesse della liquidità necessaria, potrebbe chiedere un prestito al fondo di salvataggio degli Stati della zona euro, l'Esm, come fatto da Madrid nel 2012 per ricapitalizzare le banche nazionali.

"Nel periodo transitorio, saranno messi a disposizione prestiti ponte sia da fonti nazionali, alimentate dai prelievi sugli istituti di credito, sia dall'Esm, in linea con le procedure concordate", si legge nella bozza di accordo.

Questa è una vittoria della Germania, che ha cercato fin dall'inizio dei negoziati di rimandare il più possibile la mutualizzazione dei costi dei dissesti bancari.

Dopo la fase transitoria nel 2025, quando il fondo unico di risoluzione Single Resolution Fund (SRF) sarà a regime, risorse aggiuntive per finanziamenti di emergenza potranno essere raccolte dallo stesso SRF.


I DUBBI DI SACCOMANNI


In una lettera inviata il 13 dicembre al presidente lituano dell'Ecofin, Rimantas Sadzius, il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni aveva ricordato la necessità di avere "grande chiarezza sui contenuti dell'accordo intergovernativo, compreso l'ammontare delle risorse messe in comune e delle procedere per il loro utilizzo".

Nella missiva Saccomanni consigliava anche di non affrettare un accordo verso una Unione bancaria traballante ma di prendersi il tempo necessario per costruirne una solida.

Restano ancora aperti i contorni dell'agenzia che si dovrebbe occupare della chiusura degli istituti di credito.

"La proposta sulla governance è molto complicata", ha detto Michael Noonan, ministro delle Finanze per l'Irlanda, che ha assistito al semi collasso dell'economia del suo paese dopo la crisi che ha colpito il sistema bancario nazionale.

"La decisione di chiudere una banca deve essere presa al massimo in un fine settimana. Una procedura complicata non sarebbe efficace".

Oggi i ministri europei decideranno chi ha il potere di chiudere una banca in dissesto della zona euro.

Nella notte, i rappresesentanti dell'Ue e del parlamento europeo hanno anche raggiunto una intesa per standardizzaere le regole sulla protezione dei depositi nell'area. Non ci sarà tuttavia un fondo unico di garanzia dei depositi come previsto originariamente.
 
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ficodindia

Forumer storico
Zona euro, intesa su finanziamento per chiusura banche in dissesto

mercoledì 18 dicembre 2013 10:12



(Aggiunge dettagli)
di Jan Strupczewski





BRUXELLES, 18 dicembre (Reuters) - I ministri delle Finanze della zona euro hanno raggiunto un'intesa su alcuni dettagli del piano per la gestione finanziaria degli istituti bancari in dissesto, aprendo la strada al completamento dell'unione bancaria della zona euro.

Dopo cinque anni di crisi finanziaria, l'Europa vuole dare vita al più importante progetto dall'introduzione dell'euro, una cornice nell'ambito della quale monitorare gli istituti di credito e gestirne i problemi in modo concertato.

La cancelliera tedesca Angela Merkel, che ha sottolineato l'importanza delle trattative per ultimare l'unione bancaria, ha detto di sperare che i ministri finanziari possano raggiungere un accordo oggi in sede Ecofin prima dell'incontro di domani e dopodomani dei leader europei.

A questo punto i ministri delle Finanze hanno a disposizione 36 ore per raggiungere un accordo generale su un'agenzia e su un fondo per chiudere le banche in difficoltà che facciano da complemento alla vigilanza affidata alla Banca centrale europea.

L'intesa dell'Eurogruppo su una parte fondamentale del progetto - su come garantire i finanziamenti per la chiusura delle banche - è stata raggiunta nella notte al termine di sette ore di colloqui.

In base all'accordo, le banche forniranno i fondi per pagare la chiusura degli istituti di credito falliti, erogando circa 55 miliardi di euro in 10 anni accumulati nel 'Fondo unico di risoluzione'.

Nel periodo transitorio, se il denaro accumulato non fosse sufficiente, i governi potrebbero imporre maggiori prelievi sulle banche. Se anche questo si rilevasse insufficiente si ricorrerebbe ad aiuti pubblici.

Se il governo interessato non disponesse della liquidità necessaria, potrebbe chiedere un prestito al fondo di salvataggio degli Stati della zona euro, l'Esm, come fatto da Madrid nel 2012 per ricapitalizzare le banche nazionali.

"Nel periodo transitorio, saranno messi a disposizione prestiti ponte sia da fonti nazionali, alimentate dai prelievi sugli istituti di credito, sia dall'Esm, in linea con le procedure concordate", si legge nella bozza di accordo.

Questa è una vittoria della Germania, che ha cercato fin dall'inizio dei negoziati di rimandare il più possibile la mutualizzazione dei costi dei dissesti bancari.

Dopo la fase transitoria nel 2025, quando il fondo unico di risoluzione Single Resolution Fund (SRF) sarà a regime, risorse aggiuntive per finanziamenti di emergenza potranno essere raccolte dallo stesso SRF.


I DUBBI DI SACCOMANNI


In una lettera inviata il 13 dicembre al presidente lituano dell'Ecofin, Rimantas Sadzius, il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni aveva ricordato la necessità di avere "grande chiarezza sui contenuti dell'accordo intergovernativo, compreso l'ammontare delle risorse messe in comune e delle procedere per il loro utilizzo".

Nella missiva Saccomanni consigliava anche di non affrettare un accordo verso una Unione bancaria traballante ma di prendersi il tempo necessario per costruirne una solida.

Restano ancora aperti i contorni dell'agenzia che si dovrebbe occupare della chiusura degli istituti di credito.

"La proposta sulla governance è molto complicata", ha detto Michael Noonan, ministro delle Finanze per l'Irlanda, che ha assistito al semi collasso dell'economia del suo paese dopo la crisi che ha colpito il sistema bancario nazionale.

"La decisione di chiudere una banca deve essere presa al massimo in un fine settimana. Una procedura complicata non sarebbe efficace".

Oggi i ministri europei decideranno chi ha il potere di chiudere una banca in dissesto della zona euro.

Nella notte, i rappresesentanti dell'Ue e del parlamento europeo hanno anche raggiunto una intesa per standardizzaere le regole sulla protezione dei depositi nell'area. Non ci sarà tuttavia un fondo unico di garanzia dei depositi come previsto originariamente.


Tale accordo è semplicemente una bufala in quanto sostanzialmente non cambia nulla. Tale accordo è la solita concessione allo sciovinismo teutonico in quanto non spezza la spirale perversa tra debito pubblico e dissesto bancario. Il coinvolgimento in ultima istanza dell'ESM è una presa in giro in quanto lo Stato interessato al fallimento di una sua banca, dopo aver azzerato gli asset dei privati, può ricorrere all'indebitamento presso l'ESM alimentando il suo debito pubblico. Saccomanni invece di belare inviando una lettera sulle sue considerazioni deve semplicemente non ratificare tale accordo.
 

frmaoro

il Fankazzista
cari amici domani parto per l'ucraina e mi faccio un giro per 20gg
vi faccio in anticipo tanti auguri di buone feste il regalo c'è la fatto la grecia :)
 

tommy271

Forumer storico
Gli hedge fund Paulson e il terzo punto sono interessati alla privatizzazione di HRADF che gli obiettivi di 11 miliardi entro il 2016

2013/12/18 - 17:01

Taprantzis - L'obiettivo è quello di raccogliere 3,6 miliardi nel 2014





Gli hedge fund Paulson e il terzo punto sono tra le parti interessate sulla HRADF prevista privatizzazione (Fondo di Privatizzazione).
La somministrazione di HRADF trovato di recente negli Stati Uniti e ha avuto una serie di incontri con i rappresentanti di fondi hedge, tra cui la Paulson.

Per Fondo ha fissato un obiettivo di disegnare qualsiasi tipo di privatizzazioni 11 miliardi

L'amministrazione del Fondo Andreas Taprantzis trova a New York, ha detto a Bloomberg che la vista degli investitori internazionali ad investire in Grecia è migliorata.

Il fondo di privatizzazione non può essere realizzato per assicurare una buona alimentazione per l'azienda nazionale del gas DEPA nel mese di giugno, ma è alla ricerca di 3,6 miliardi nel 2014.

La Grecia prevede di vendere partecipazioni in due parti a metà febbraio e cercherà di completare la vendita direttamente in greco, che è di 6,2 milioni di metri quadrati ed è tre volte più grande di Monaco.Gli hedge fund Paulson ha acquistato azioni della banca Alpha della Grecia e Banca del Pireo.
Daniel Loeb del Terzo punto ha dichiarato che si concentrerà per l'acquisto di asset greci.

I ricavi dalla vendita di programmi di beni dello Stato in Grecia a coprire la quota del paese del finanziamento nei prossimi anni.
La Grecia è nel sesto anno della recessione che ha distrutto circa un quarto della produzione economica e il tasso di disoccupazione è salito al 27%.

Il Fondo privatizzazione ha chiuso offerte di 4000 milioni ed ha ricevuto finora 2,6 miliardi


www.bankingnews.gr
 

tommy271

Forumer storico
PUNTO 3-Zona euro, intesa su liquidazione banche in dissesto

mercoledì 18 dicembre 2013 14:27





* Germania riesce a ritardare di 10 anni mutualizzazione rischio
* Saccomanni inizia Ecofin di oggi senza rilasciare dichiarazioni
* In una lettera del 13 aveva chiesto chiarezza su risorse


di Jan Strupczewski


BRUXELLES, 18 dicembre (Reuters) - I ministri delle Finanze della zona euro hanno raggiunto un'intesa su alcuni dettagli del piano per la gestione finanziaria degli istituti bancari in dissesto, aprendo la strada al completamento dell'unione bancaria della zona euro.

Dopo cinque anni di crisi finanziaria, l'Europa vuole dare vita al più importante progetto dall'introduzione dell'euro, una cornice nell'ambito della quale monitorare gli istituti di credito e gestirne i problemi in modo concertato.

La cancelliera tedesca Angela Merkel, che ha sottolineato l'importanza delle trattative per ultimare l'unione bancaria, ha detto di sperare che i ministri finanziari possano raggiungere un accordo oggi in sede Ecofin prima dell'incontro di domani e dopodomani dei leader europei.

A questo punto i ministri delle Finanze hanno a disposizione 36 ore per raggiungere un accordo generale su un'agenzia e su un fondo per chiudere le banche in difficoltà che facciano da complemento alla vigilanza affidata alla Banca centrale europea.

L'intesa dell'Eurogruppo su una parte fondamentale del progetto - su come garantire i finanziamenti per la chiusura delle banche - è stata raggiunta nella notte al termine di sette ore di colloqui.

In base all'accordo, le banche forniranno i fondi per pagare la chiusura degli istituti di credito falliti, erogando circa 55 miliardi di euro in 10 anni accumulati nel 'Fondo unico di risoluzione'.

Nel periodo transitorio, se il denaro raccolto non fosse sufficiente, i governi potrebbero imporre maggiori prelievi sulle banche. Se anche questo si rilevasse insufficiente si ricorrerebbe ad aiuti pubblici.

Se il governo interessato non disponesse della liquidità necessaria, potrebbe chiedere un prestito al fondo di salvataggio degli Stati della zona euro, l'Esm, come fatto da Madrid nel 2012 per ricapitalizzare le banche nazionali.

"Nel periodo transitorio, saranno messi a disposizione prestiti ponte sia da fonti nazionali, alimentate dai prelievi sugli istituti di credito, sia dall'Esm, in linea con le procedure concordate", si legge nella bozza di accordo.

Dopo la fase transitoria nel 2025, quando il fondo unico di risoluzione Single Resolution Fund (SRF) sarà a regime, risorse aggiuntive per finanziamenti di emergenza potranno essere raccolte dallo stesso SRF.


I DUBBI DI SACCOMANNI


Si tratta di una vittoria della Germania, che ha cercato fin dall'inizio dei negoziati di rimandare il più possibile la mutualizzazione dei costi dei dissesti bancari.

In una lettera inviata il 13 dicembre al presidente lituano dell'Ecofin, Rimantas Sadzius, il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni aveva ricordato la necessità di avere "grande chiarezza sui contenuti dell'accordo intergovernativo, compreso l'ammontare delle risorse messe in comune e delle procedure per il loro utilizzo".

L'obiettivo deve essere, secondo l'ex direttore generale della Banca d'Italia, "interrompere il nesso tra le banche e il rischio sovrano" con "un sistema credibile di mutualizzazione delle risorse".

Nella missiva Saccomanni consigliava anche di non affrettare un accordo verso una Unione bancaria traballante ma di prendersi il tempo necessario per costruirne una solida.

Come dire meglio andare oltre il termine del 31 dicembre se non si trova una soluzione convincente.

Stamattina il ministro non rilasciato dichiarazioni prima di entrare alla riunione dell'Ecofin.

Quello che traspare, però, è che dal punto di vista italiano sarebbe più efficace un sistema comune di backstop rappresentato dall'Esm e che l'Esm non dovrebbe prestare aiuti direttamente agli Stati ma al Srf. In alternativa, Saccomanni vedrebbe di buon occhio anche un sistema di prestiti diretti tra Stati.

Restano ancora aperti i contorni dell'agenzia che si dovrebbe occupare della chiusura degli istituti di credito.

"La proposta sulla governance è molto complicata", ha detto Michael Noonan, ministro delle Finanze per l'Irlanda, che ha assistito al semi collasso dell'economia del suo paese dopo la crisi che ha colpito il sistema bancario nazionale.

"La decisione di chiudere una banca deve essere presa al massimo in un fine settimana. Una procedura complicata non sarebbe efficace".

Oggi i ministri europei decideranno chi ha il potere di chiudere una banca in dissesto della zona euro.

Nella notte, i rappresesentanti dell'Ue e del parlamento europeo hanno anche raggiunto una intesa per standardizzaere le regole sulla protezione dei depositi nell'area. Non ci sarà tuttavia un fondo unico di garanzia dei depositi come previsto originariamente.
 

tommy271

Forumer storico
Mercato greco sempre piuttosto stabile, i movimenti rimangono all'interno del solito trading-range.

La Borsa di Atene chiude con l'ASE a 1146 punti - 0,04%.

Lo spread oscilla stabile/positivo a 701 pb.

Prezzi stabili intorno ai max dell'ultimo mese. Il 2023 a Francoforte bid/ask 65,25 - 66,10 mentre sul MOT 65,52 - 66,00. Il 2041 a Francoforte bid/ask 49,65 - 50,15 sul MOT 49,80 - 50,00.

Per il Club Med tira sempre bonaccia sull'Italia a 225 pb., stabile/debole il Portogallo a 425 pb.
Le banche, invece, fanno allargare la Spagna a 232 pb. e restringere la Slovenia a 317 pb.
 

tommy271

Forumer storico
Unione bancaria, Saccomanni: passi avanti in direzione auspicata

mercoledì 18 dicembre 2013 16:27





BRUXELLES, 18 dicembre (Reuters) - Il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni mostra ottimismo su come stanno procedendo in sede Ecofin i lavori sull'unione bancaria.

"La mia impressione è positiva. Credo che sono stati fatti dei passi avanti nella direzione che avevamo auspicato. Adesso siamo nella fase di scrittura dei documenti finali dove bisogna stare molto attenti ai dettagli," ha detto il ministro parlando alla stampa durante una pausa dei lavori a Bruxelles.

Durante la notte i ministri dell'Eurogruppo hanno raggiunto un accordo sul finanziamento dei dissesti bancari che è stato considerato una vittoria della linea tedesca contraria a una piena mutualizzazione dei costi.
 

ficodindia

Forumer storico
La contraddizione intrinseca del sistema dell'euro.

Un sistema monetario con una moneta unica implica necessariamente, in ultima istanza, la mutualizzazione del debito sovrano. Viceversa un sistema monetario in cui la responsabilità del debito è in capo ai singoli paesi implica l'esistenza di singole monete nazionali. Le proposizioni precedenti sono i corollari del semplice principio economico per cui una politica monetaria efficace implica la necessità che la banca centrale disponga degli strumenti necessari per il governo dei prezzi e del tasso d'interesse per governare l'andamento del PIL e dell'occupazione. Ne discende che il sistema attuale dell'euro è scientificamente un non senso. Tra l'altro la lotta è impari rispetto ad altri sistemi monetari, quali quelli del dollaro, dello yen e del Renminb (yuan), dietro i quali v'è una banca centrale in possesso di tutti gli strumenti necessari per governare l'economia e praticare la c.d. svalutazione competitiva deprimendo le esportazioni in euro.
 
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