Grexit e la paura dell'Europa

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IL CASO

Il voltafaccia dell’Fmi sconcerta Berlino era stata la Germania a volerlo a bordo

Il voltafaccia dell’Fmi sconcerta Berlino era stata la Germania a volerlo a bordo - Repubblica.it



Ma il Fondo Monetario gioca a fianco di Schaeuble o contro di lui? Era stato lui, insieme alla Merkel, a volerlo coinvolgere nel salvataggio della Grecia nel 2010, in quanto gestore attento di prestiti condizionati (ne ha fatti a mezzo mondo, Italia compresa negli anni ‘70) e soprattutto custode del rigore. Invece all’improvviso la settimana scorsa, la doccia fredda: il Fmi non parteciperà al terzo bailout se questo non prevederà la ristrutturazione del debito, esattamente la misura che Schaeuble avversa in modo ultradeciso. Gli europei, compreso Schaeuble, contavano su almeno 16,4 miliardi, che si dovevano aggiungere a quelli già corrisposti. L’Fmi ha finora partecipato al rifinanziamento di Atene per 26,7 miliardi, e di questi deve riaverne 21, dei quali 2 già scaduti. Qui la situazione si fa ingarbugliata: anche volendo, l’Fmi non può prestare fondi a chi è in arretrato, e quindi appena partirà il bridge loan d’emergenza, la prima cosa che la Grecia dovrà fare sarà saldare quest’arretrato nonché i 3,5 miliardi che scadono oggi per la Bce. Dopodiché, nelle intenzioni, si dovrebbe avviare il grosso dei finanziamenti: l’Europa contava sul contributo del Fondo ma ora tutto torna in discussione. C’è il rischio di dover reimpostare il bailout su una base inferiore o rialzare la quota a carico dell’Europa, tutte ipotesi assai difficili politicamente. Sulle genesi di questo volte-face si discute animosamente
nelle cancellerie, a partire da quella tedesca. La Lagarde non ha partecipato ai summit finali ma era perfettamente informata del corso delle discussioni, compresi i riferimenti alla Troika. Insomma, sapeva dove si sarebbe andati a parare. Ma nelle stesse ore all’interno del Fondo sono riaffiorate le polemiche sull’intervento in Grecia, il più massiccio mai intrapreso in 70 anni di storia, e i timori dei membri deboli, in molti casi più deboli della Grecia, di essere danneggiati dall’eccessiva esposizione su Atene. (20 luglio 2015)
 

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