Io dico, si poteva pensare ad uno...due coglionazzi....ma qui stiamo assistendo alla caduta, ad un tonfo verticale della comunità europea e degli stati uniti.......a tutto vantaggio di un putin che sta abilmente e rapidamente sfruttando l'occasione datagli dalla siria.
.......È proprio in questa “sorpresa” dell’Occidente, in queste reazioni scoordinate e scomposte possiamo riconoscere i segni di una sconfitta. La sconfitta di chi, in questi anni, non ha saputo e/o voluto affrontare il problema rappresentato dallo Stato Islamico, pensando, erroneamente, che fosse un fenomeno limitato e destinato a sgonfiarsi nel breve termine. Di chi, soprattutto, ha pensato che i jihadisti del Califfo rappresentassero comunque un potenziale strumento da sfruttare per contenere in Iraq e in tutto il Medio Oriente, le ambizioni di Teheran; di chi, in buona sostanza, a Washington come a Parigi e Londra, non ha ascoltato coloro che, quasi due anni fa, invitavano ad un intervento rapido e deciso, destinato a debellare l’Is “finché sono ancora poche migliaia, in un territorio limitato” come ci disse, in un’intervista al
Nodo di Gordio Michael Ledeen, già consigliere di Reagan e Bush padre.
E invece si è preferita una strategia “attendista”: ovvero nessuna strategia, un lasciar fare, un disinteresse di fondo. Lasciando incancrenire il problema, anzi aggravando la malattia con dissennati ed improvvidi interventi come quello in Libia che ha defenestrato Gheddafi. E il problema è esploso, e da questione regionale, limitata (si fa per dire) al Medio Oriente, è divenuta globale. Iraq, Siria, Libia... e segnali pericolosi vengono dalla Tunisia, dal Libano, per tacere del Mali e dell’Africa sub-sahariana. Mentre ad Oriente l’Afghanistan vede prossimo il trionfo dei Talebani, il Pakistan e il Bangladesh appaiono sempre più minacciati dall’azione di gruppi jihadisti legati al Califfo o ai sui fratelli/coltelli di Al Qaeda... E così in Caucaso e in Asia Centrale. Ma soprattutto stiamo vivendo il contraccolpo rappresentato dalla marea montante di migranti che, da Siria, Oriente, Africa stanno dirigendosi verso l’Europa; e che, senza più un sistema di equilibri geopolitici capaci di contenerla, rischia di finire con il travolgere le nostre, esauste e neghittose, società.