Ho FATTO LA PROVA COSTUME...

Buongiorno ragazzi :)

Vedo che gli ormoni sentono l'estate che avanza :-o:D:D
 

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Questo è un bel articolo .. molto sintetico ma pieno di punti di dibattito..

Non combattere la Fed, non mettersi contro la volontà delle banche centrali è una vecchia massima di borsa che funziona praticamente sempre. In questi anni, in parte ammiccando e in parte dicendolo chiaramente, le banche centrali hanno suggerito a tutti di comprare in borsa. Chi le ha ascoltate non se ne è pentito. Oggi tutte le banche centrali dicono che vogliono fortissimamente fare salire l’inflazione, come minimo al 2 per cento, ma per essere sicuri del 2 è meglio che ci sia il 3 e se poi ci sarà il 4 o il 5 stiamo pur tranquilli che nessuno si strapperà i capelli.

Chi compra decennali governativi, anche di dubbia qualità, al 2 o al 3 per cento o ha deciso di combattere la Fed, la Bce e tutte le altre banche centrali, oppure pensa che l’inflazione salirà ma non farà male ai suoi bond (che ci sarà cioè un’intensificazione della repressione finanziaria per cui i rendimenti reali saranno sempre più negativi) oppure ancora ritiene, con un ragionamento non banale, che alla prossima recessione o anche solo al prossimo rallentamento vedremo i tassi ancora più bassi di oggi. All’inizio degli anni Ottanta tutte le banche centrali hanno deciso di farla finita con l’inflazione. Non hanno avuto necessariamente successo subito, ma alla fine hanno vinto alla grande. Oggi che tutte vogliono invece l’inflazione molti dubitano, così come molti dubitavano trent’anni fa. Man mano gli indici dei prezzi saliranno molti, soriticamente, sosterranno che se l’uno non è inflazione, nemmeno lo è il due, il tre, il quattro e così via. Come nota del resto David Rosenberg, l’inflazione è un gas inodore.

Sintetizzando, abbiamo provato a dimostrare che le azioni e i bond sono cari. Attenzione, però. Caro non è un marchio di infamia, non è un semaforo rosso che prescrive di vendere e mettersi al ribasso. È un semaforo giallo che può rimanere sullo stesso colore piuttosto a lungo, anche per anni. Possiamo fare tante cose e guadagnare tanti soldi con il giallo. La differenza con il verde è che dopo il verde viene il giallo, mentre dopo il giallo, tipicamente all’improvviso, viene il crash. Oppure, come minimo, viene una spiacevole turbolenza che spinge molti a pasticciare, a vendere dopo la discesa e a ricomprare dopo la risalita. Vivere nel giallo con consapevolezza significa allora tenere posizioni non troppo aggressive e comprare ogni tanto un po’ di protezione, specialmente quando costa pochissimo come adesso.

Oggi tutto sembra calmo e perfetto e forse lo è davvero. Se però a fine anno saremo sotto il 6 per cento di disoccupazione e vicini al 2.5 di inflazione, il dibattito nella Fed (già ripreso in queste ore con un Bullard molto falco) si farà molto più animato e prima o poi innervosirà il mercato.

I prossimi due mesi, che immaginiamo solidi e tranquilli, daranno l’opportunità per alleggerire i portafogli molto esposti al rischio o di costruire comunque intorno a loro protezioni efficaci. Si può andare benissimo in alta quota, ma non in T-shirt e scarpe da ginnastica.

Suggeriamo anche di tenere d’occhio l’Iraq. Da quelle parti non si impressionano troppo se una grande città come Mosul cade in una mattina nelle mani di al-Qaeda. Il problema è che al-Qaeda sembra ora dirigersi verso una delle grandi zone di estrazione del greggio. Se pensiamo ai danni (10 dollari sul prezzo del greggio per tutti questi mesi) provocati dai conflitti intestini in Libia possiamo capire che l’Iraq, che produce a regime più del doppio della Libia, potrebbe procurarci qualche problema. Il gasometro di Vienna Simmering oggi, dopo la ristrutturazione, visto dall’interno.

E dare un contributo a quella cosa che tutti abbiamo deciso di non vedere nel nostro futuro, l’inflazione.



è di Fugnoli..

la grande domanda del secolo...

come si fa a far partire l'inflazione con una disoccupazione record e disponibilità finanziarie minime, e con un elevato livello di indebitamento?
 
Freschetto :eek::eek::eek:... qua ci sono 35 gradi :-o
Ma questa sera iniziano i temporali e domenica sono previsti 16 gradi :eek::help:

P.S. questa mattina ho già favorito e stimolato 30 km di attività fisica :-o:D:D



e infatti io domenica accendo la stufa....:D

l'attività fisica che dico io non si misura in kilometri....:no::D:D
 
Roma, 13 giu. - (Adnkronos) - "I prezzi scendono perché le famiglie non comprano più. In tal senso la frenata dell'inflazione a maggio era un risultato ampiamente prevedibile, dal momento che tutti gli indicatori attestano la crisi profondissima del commercio nell'ultimo periodo. La conferma arriva anche dai dati di Confcommercio diffusi oggi, secondo cui nel Mezzogiorno i consumi torneranno ai livelli pre-crisi non prima del 2029". Ad affermarlo in una nota è il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, commentando i dati Istat."Preoccupa in modo particolare la situazione del Sud Italia, che rappresenta sempre più il fanalino di coda d'Europa", prosegue Rienzi. "Qui il Pil -osserva- cala il doppio rispetto al resto del paese raggiungendo quota -4%, i redditi sono mediamente inferiori del 28% rispetto al resto del paese, e l'incidenza della povertà è a livelli intollerabili, con1 famiglia su 4 che vive in condizioni di gravissimo disagio economico".Il Governo, conclude Rienzi, "deve lavorare per ridare potere d'acquisto alle famiglie italiane e far ripartire i consumi con politiche ad hoc studiate per consentire una rapida ripresa del Mezzogiorno".
 
Questo è un bel articolo .. molto sintetico ma pieno di punti di dibattito..



la grande domanda del secolo...

come si fa a far partire l'inflazione con una disoccupazione record e disponibilità finanziarie minime, e con un elevato livello di indebitamento?



....forse semplicemente cominciando a misurarla con parametri corretti e non con balle colossali??? (specialmente in Usa...;))
 
I prezzi al consumo in Eurozona sono stabili e non bassi come alcuni sostengono. Aiuteranno la ripresa secondo l'ex membro del direttorio (VIDEO).
BRUXELLES (WSI) - I prezzi al consumo in Eurozona sono in realtà stabili e non troppo basi come alcuni sostengono, secondo l'ex membro del board dell'istituto, Jürgen Stark.

In un intervento mandato in onda dall'emittente CNBC, il falco Stark - che si era dimesso da economista della Bce in polemica con le politiche accomodanti di Draghi - non ritiene che i bassi livelli di inflazione rischino di deragliare la ripresa economica dell'area euro.

"La discussione sul tema è irrazionale". "L'inflazione e la stabilità dei prezzi aumenteranno i redditi reali e aiuteranno a rilanciare i consumi del settore privato. È una buona notizia", ha detto Stark. :mmmm::mmmm::mmmm::mumble::mumble::mumble:

L'indice dei prezzi al consumo è salito dello 0,5% anno su anno in maggio, stando alle statistiche ufficiali dell'Eurostat.

Il calo dal +0,7% di aprile è ben al di sotto del target del 2% prefissato dalla Bce.
 

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