HO IMPARATO CHE UN UOMO HA IL DiRITTO DI GUARDARE DALL'ALTO AL BASSO....

non sai quanto lo spero....:rolleyes:.....cmq ciò nonostante le banche non si ripigliano dalla giornata...


che siano artisti della truffa non ci piove ..ma qs volta solo se cambiano tutta la giurisprudenza possono salvarsi .. oppure se diventano komunisti :D:lol:

altrimenti la fine è segnata ... non puoi falsificare di tutto e di più e chiudere tutti e due gli occhi .. qs chiamasi anarchia..


per unlui ...

A scopo didattico abbiamo analizzato la serie storica su base giornaliera dell'indice Dax dal 1959 fino ad oggi, individuando le giornate con una variazione percentuale (calcolata rispetto alla chiusura precedente) superiore al -7%:

19/05/1962
-7.22
19/10/1987
-9.39
26/10/1987
-7.69
16/10/1989
-12.81
19/08/1991
-9.4
28/10/1997
-8.04
11/09/2001
-8.49
21/01/2008
-7.16
Queste giornate sono improvvise ed impossibili da prevedere, l'unica cosa che si può dire osservare la tabella sopra è che nel passato sull'indice Dax questi shock si sono sempre verificati nella parte finale dell'anno, soprattutto nel mese di ottobre.
 
che siano artisti della truffa non ci piove ..ma qs volta solo se cambiano tutta la giurisprudenza possono salvarsi .. oppure se diventano komunisti :D:lol:

altrimenti la fine è segnata ... non puoi falsificare di tutto e di più e chiudere tutti e due gli occhi .. qs chiamasi anarchia..


per unlui ...

A scopo didattico abbiamo analizzato la serie storica su base giornaliera dell'indice Dax dal 1959 fino ad oggi, individuando le giornate con una variazione percentuale (calcolata rispetto alla chiusura precedente) superiore al -7%:

19/05/1962
-7.22
19/10/1987
-9.39
26/10/1987
-7.69
16/10/1989
-12.81
19/08/1991
-9.4
28/10/1997
-8.04
11/09/2001
-8.49
21/01/2008
-7.16
Queste giornate sono improvvise ed impossibili da prevedere, l'unica cosa che si può dire osservare la tabella sopra è che nel passato sull'indice Dax questi shock si sono sempre verificati nella parte finale dell'anno, soprattutto nel mese di ottobre.

ah ok alludi a una giornatina nera nera improvvisa :d:


ci sta' ma dopo le votazioni pero' ;)
 
guarda non ho posizioni aperte perche' sono preso da altre cose ma se dovessi avere una posizione sarebbe sciot. fossi in te tromberei sereno :D


infatti vedo che ora sieti occupati in altri lidi...sbul gaz bund......

ma il fatto è che mi scogliona il tutto...non ci sono più segnali da seguire che comportavano un minimo anche di soddisfazione personale...oramai..qualsiasi segnale viene stravolto da una pompata e via....caxxo tradi...devi entrare long a occhi chiusi e sperare che la mamma continui a pompare...e che il giorno che smette tu per puro c.ulo sei fuori......voglio essere antipatico....a parte Buck (ziga) che sono 2 mesi che dice long (a ragion veduta poi)...negli ultimi gg arrivano a frotte con analisi a dire saliamo saliamo.....beh senza analisi lo vedo pure io che il mkt è forte....si tratta di capire quando finisce la salita....

se poi siamo a 40000 a dicembre...mi adeguo....
 
ah ok alludi a una giornatina nera nera improvvisa :d:


ci sta' ma dopo le votazioni pero' ;)

coincidenze ?

Uno dei fattori economici più frequentemente oggetto di discussione nel mese di ottobre fu il deficit della Bilancia Commerciale statinitense. Questo potrebbe aver spinto gli investitori a pensare che il permanere di una tale situazione avrebbe diminuito il valore delle azioni rispetto rispetto alle attività finanziarie straniere.

La figura mostra le variazioni trimestrali del defict commerciale degli USA dal 1960 al 1990. L’aumento del deficit commerciale (il più elevato dal 1960) si verificò nel terzo trimestre del 1987, alla fine di settembre, mentre l’informazione fu annunciata il 14 ottobre.

Se da un lato le coincidenze temporali sono piuttosto interessanti, è difficile capire perché un deficit della bilancia commerciale potesse causare una crisi di quelle dimensioni nel mercato azionario americano. Come si nota dalla figura, il deficit della Bilancia era aumentato vertiginosamente dal 1982 contemporaneamente all’inizo della fase rialzista di mercato. Si potrebbe essere tentati di concludere che il crash di ottobre si verificò in risposta ad un dato macroeconomico inatteso. Tuttavia, questo non spiegherebbe perché il prezzo delle azioni diminuì in tutto il mondo più o meno dello stesso ammontare. Presumibilmente se una variazione inattesa nel deficit commerciale rappresenta una cattiva notizia per un paese, essa dovrebbe rappresentare una buona notizia per i suoi partner commerciali.


L’altro dato macroeconomico concerne il deficit pubblico; all’inizio degli anni ’80 l’aumento delle spese militari e i tagli fiscali avevano causato un aumento vertiginoso del debito pubblico, ad una velocità superiore al tasso di crescita dell’attività economica fino a raggiungere il valore massimo nella seconda metà del 1986. Da quel momento in poi, in base ad una politica di tagli di bilancio, non molto credibile, che avrebbero dovuto portare al pareggio di bilancio nel 1990, il debito pubblico cominciò a diminuire tant’è che nella seconda metà del 1987 era in fase di miglioramento.

Nel frattempo, l’incertezza sull’inflazione e la pressione a cui era sottoposto il dollaro nei mercati valutari nei confronti dello Yen e del Marco, stavavo spingendo verso l’alto i tassi di interesse delle titoli a reddito fisso in Giappone, Germania Ovest e Usa.

La notizia riguardante un deficit americano maggiore del previsto, probabilmente, venne interpretata come una possibile ulteriore discesa del dollaro, già in calo del 35% dal febbraio 1985.

Comunque, come per il deficit della bilancia commerciale si potrebbero ritrovare in questo dato le ragioni del crollo azionario dell’87, ma in ogni caso sarebbe veramente difficile immaginare quale nuova informazione divenne disponibile agli investitore che prima non lo fosse tanto da indurli a ridurre il proprio portafoglio azionario del 20%.

ma se proprio dobbiamo aspettare le elezioni ...:D:D

6 November 1929

- 9.92

ti va bene ?:lol:;)
 
coincidenze ?

Uno dei fattori economici più frequentemente oggetto di discussione nel mese di ottobre fu il deficit della Bilancia Commerciale statinitense. Questo potrebbe aver spinto gli investitori a pensare che il permanere di una tale situazione avrebbe diminuito il valore delle azioni rispetto rispetto alle attività finanziarie straniere.

La figura mostra le variazioni trimestrali del defict commerciale degli USA dal 1960 al 1990. L’aumento del deficit commerciale (il più elevato dal 1960) si verificò nel terzo trimestre del 1987, alla fine di settembre, mentre l’informazione fu annunciata il 14 ottobre.

Se da un lato le coincidenze temporali sono piuttosto interessanti, è difficile capire perché un deficit della bilancia commerciale potesse causare una crisi di quelle dimensioni nel mercato azionario americano. Come si nota dalla figura, il deficit della Bilancia era aumentato vertiginosamente dal 1982 contemporaneamente all’inizo della fase rialzista di mercato. Si potrebbe essere tentati di concludere che il crash di ottobre si verificò in risposta ad un dato macroeconomico inatteso. Tuttavia, questo non spiegherebbe perché il prezzo delle azioni diminuì in tutto il mondo più o meno dello stesso ammontare. Presumibilmente se una variazione inattesa nel deficit commerciale rappresenta una cattiva notizia per un paese, essa dovrebbe rappresentare una buona notizia per i suoi partner commerciali.


L’altro dato macroeconomico concerne il deficit pubblico; all’inizio degli anni ’80 l’aumento delle spese militari e i tagli fiscali avevano causato un aumento vertiginoso del debito pubblico, ad una velocità superiore al tasso di crescita dell’attività economica fino a raggiungere il valore massimo nella seconda metà del 1986. Da quel momento in poi, in base ad una politica di tagli di bilancio, non molto credibile, che avrebbero dovuto portare al pareggio di bilancio nel 1990, il debito pubblico cominciò a diminuire tant’è che nella seconda metà del 1987 era in fase di miglioramento.

Nel frattempo, l’incertezza sull’inflazione e la pressione a cui era sottoposto il dollaro nei mercati valutari nei confronti dello Yen e del Marco, stavavo spingendo verso l’alto i tassi di interesse delle titoli a reddito fisso in Giappone, Germania Ovest e Usa.

La notizia riguardante un deficit americano maggiore del previsto, probabilmente, venne interpretata come una possibile ulteriore discesa del dollaro, già in calo del 35% dal febbraio 1985.

Comunque, come per il deficit della bilancia commerciale si potrebbero ritrovare in questo dato le ragioni del crollo azionario dell’87, ma in ogni caso sarebbe veramente difficile immaginare quale nuova informazione divenne disponibile agli investitore che prima non lo fosse tanto da indurli a ridurre il proprio portafoglio azionario del 20%.

ma se proprio dobbiamo aspettare le elezioni ...:D:D

6 November 1929

- 9.92

ti va bene ?:lol:;)
pilu so' nulla so che c'e' n'aria puzzolente puzzolente questo so'
 

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