HO MESSO LA TESTA A POSTO... MA NON Mi RICORDO DOVE

TRAPANI – Da almeno due Estati, sulla spiaggia di San Vito Lo Capo, in provincia di Trapani, regnava incontrastata la famiglia Di Liberti. Avevano allestito uno stabilimento balneare con 2100 ombrelloni e 4200 lettini. Ovviamente senza alcuna licenza. Fino a ieri mattina, 6 agosto, quando la Capitaneria di Porto è intervenuta e ha sequestrato l’immensa distesa abusiva che copriva l’80% di quel chilometro di sabbia dorata e mare cristallino che era meta di tantissimi turisti.
Scrive il quotidiano la Stampa che almeno 11 delle 13 organizzazioni abusive colpite dal sequestro sono riconducibili alla nota famiglia. A gestire il ricco affare era Andrea Di Liberti, già pizzicato quest’inverno a spianare con la gru gli scogli sul litorale Bue Marino, a Macari, non molto distante da San Vito: un altro pezzetto di costa libera che aveva messo in conto di occupare.


Solo che non è finita lì: dopo il sequestro, racconta la Stampa, è scoppiata la rivolta.
Gli abusivi hanno assediato il Comune per protestare contro il ricco bottino che gli era stato tolto.

Roba di circa 200 mila euro per persona, ovviamente esentasse, mai pagate.

Alla fine se la caveranno con una multa per occupazione abusiva di area demaniale.
 
ma è un caso oppure i dementi si trovano solo in Italia........perchè se approvato è demenziale. Qui invece che prevenire e punire i "furbi" li si sollecita .......

Al ritorno dalle vacanze i cittadini potrebbero trovare una brutta sorpresa sull'uscio di casa: un aumento delle tariffe Rc Auto.
1414425769-290bd1df46021ae207dcbf103c17a94a-440234.jpg





Colpa del ddl Concorrenza che, a dispetto del nome, contiene una serie di norme penalizzanti per le imprese assicurative che, se rimanessero le attuali premesse, ovviamente si rivarrebbero sulla clientela. Ai componenti delle commissioni Finanze e Attività produttive della Camera e poi agli onorevoli tutti quando arriverà in Aula, il compito di fermare l'ennesima stangata dell'era Renzi.
 
Certo, non è tutta quanta farina del Pd.

La mazzata peggiore arriva dal grillino Di Maio, che è anche relatore del ddl.



Le compagnie saranno obbligate a praticare sconti agli assicurati che non abbiano denunciato sinistri negli ultimi 5 anni.

Una norma pensata per tutelare i cittadini di Napoli, di Roma e di Bari tra le città più «incidentate» d'Italia.

Al di là della facile opponibilità in sede europea di una norma che obbliga le aziende a diminuire i prezzi, resta il fatto che poiché i sinistri si liquidano con i premi Rc Auto raccolti, un minore introito laddove c'è maggiore incidentalità comporterebbe un rincaro a Milano, Pordenone, Rovigo e anche Potenza.


Il Masaniello dell'M5S non è stato lasciato solo.

I colleghi del Pd hanno contribuito molto a stravolgere un provvedimento totalmente sbilanciato a favore di una parte sola.



Come riferimento per le lesioni riportate in un incidente è stata scelta la tabella del Tribunale di Milano che è la più cara di tutta Italia.

I giudici (un sinistro ha quasi sempre un esito legale ndr ) potranno inoltre maggiorarle fino al 30% se riconosceranno anche un «danno morale».



Previsione giusta soprattutto per i giovani, resi invalidi da un incidente per cui non hanno colpe, ma potenzialmente pericolosa per gli altri assicurati, considerato che è già previsto un risarcimento per tutti i danni di natura non patrimoniale.
 
Ecco perché l'Ania, la Confindustria delle assicurazioni, è fortemente preoccupata dagli esiti di questo provvedimento.

Infatti non è stata ascoltata nessuna sollecitazione, nemmeno in tema di «testimoni professionisti».

Come detto, poiché spesso si finisce davanti al magistrato, è prassi soprattutto meridionale avvalersi di testimonianze fidate rese da «passanti di professione».

Un maggiore controllo sulla loro identità e sul numero di cause in cui sono accorsi in «salvataggio» di qualcuno avrebbe potuto essere proficuo. Invece ci saranno fino a tre mesi di tempo per trovare qualcuno che passava di lì per caso e magari al momento del sinistro non è citato nel modulo blu.

E meno male che è saltata la proposta di eliminare gli accertamenti strumentali (cioè le radiografie) per il famigerato «colpo di frusta», vera dannazione delle compagnie fino a qualche anno fa.

Da quando è stata introdotta l'innovazione i risarcimenti per questa fattispecie di lesione sono diminuiti del 50% facendo scendere le tariffe del 15% in tre anni.


Prezzi che, invece, sono destinati inesorabilmente ad aumentare poiché è stata eliminata, causa forte pressing dei carrozzieri, la possibilità di scegliere un'officina convenzionata con le compagnie per avere uno sconto sulle riparazioni.

Ora tutti potranno scegliere il meccanico di fiducia. Pagando di più.

La raffica di emendamenti della maggioranza ha fatto saltare anche la portabilità della previdenza integrativa, cioè la possibilità di spostare il proprio montante dal fondo della categoria cui si appartiene (tipo Cometa per i metalmeccanici) a quello di un'altra se offre un rendimento maggiore. Pare che stavolta sia stato il sindacato a dire di no.
 
VENEZIA “Un motel di Segrate”: per i veneziani non c’è dubbio, il nuovo edificio dell’Hotel Santa Chiara sul Canal Grande sembra un volgare “motel di Segrate”. Una sorta di “Grande Bruttezza”, parafrasando “La Grande Bellezza”. Semplicemente una schifezza per Vittorio Sgarbi: “È una vergogna. Dovrebbe essere abbattuto e la soprintendente che ha dato l’ok essere dimissionata all’istante. Era il mio albergo, una volta. Non ci andrò mai più. Mai più. E spero che non ci vada mai più nessuno. Che quelle stanze in più restino vuote”. Sulla stessa linea d’onda Salvatores Settis: “È una schifezza che offende Venezia, offende i veneziani, offende tutti coloro che nel mondo amano la città. Non hanno neppure cercato di render meno invasiva questa intrusione. Vergogna, vergogna, vergogna!”.
Lo stesso proprietario dell’edificio Elio Dazzo, che per anni ha cocciutamente dato battaglia in tribunale per poter costruire l’obbrobrio, fatica a difendere la costruzione: “Mi sembra un’opera semplice, pulita, che non disturba…”. E al Gazzettino che lo definiva un immenso scatolone di cemento sul Canal Grande, Dazzo risponde così: “Chi è lei per dare giudizi? È forse un architetto? Non faccia l’architetto!”.
venezia-corriere-della-sera.jpg
L’articolo di Gian Antonio Stella
 
Dall'altro lato. Prima e dopo ......
 

Allegati

  • images1.jpg
    images1.jpg
    10,2 KB · Visite: 105
  • index.jpg
    index.jpg
    11 KB · Visite: 108
Non solo pensioni: in Italia due milioni (due milioni!) di persone si vedono pagare dallo Stato (dalle tasse) l’indennità di accompagnamento per gli invalidi totali non autosufficienti.

Ammesso e per nulla concesso che siano davvero due milioni i totalmente non autosufficienti, l’indennità viene versata senza limiti di reddito.

Quindi una famiglia povera, una benestante e una ricca vengono tutte egualmente finanziate dal welfare.


Ancora pensioni: il 22 per cento della spesa per pensioni sociali finisce nelle tasche di anziani che hanno reddito lordo intorno ai 55 mila euro l’anno.

Solo il due per cento va a chi ha redditi di 5.000 euro l’anno o meno. (Maurizio Ferrera sempre sul Corriere della Sera).

Il Corriere della Sera chiama il tutto il “Welfare al contrario”.

Al contrario nel senso che il più della spesa sociale non va ai poveri.

Ma tutt’altro che al contrario, anzi coerente con il concetto e la pratica di spesa pubblica che hanno i partiti, i Parlamenti e la pubblica opinione e la gente comune italiani: per me che c’è? Qualcosa ci deve essere per forza!
 
GENOVA – Era una cena di beneficenza, peccato che nessuno ha pagato il conto. Genova, 24 ottobre 2014. La “Superba” si sta ancora leccando le ferite per l’ultimo alluvione, l’ultimo di una lunga serie. La sezione italiana della Fondation Prince Albert II de Monaco organizza un grande ricevimento al Palazzo San Giorgio. Invitati 160, con gran parterre di vip e notabili, a cominciare dal principe di Monaco in persona.
Per il catering gli organizzatori si affidano alla Manuelina di Recco, famosa in tutto il mondo per la focaccia di Recco. Il ricavato della cena sarà devoluto alla città di Genova. Menu: prescinsêua, dadolata di zucca al rosmarino con gambero al vapore, fiore ripieno di crostacei, pansoti al sugo di noci, sella di vitello all’Orloff. Si conclude con lo stokke.
Ma dopo 10 mesi ancora nessuno ha pagato la fattura di quindicimila euro che Cristina Carbone, proprietaria della Manuelina, ha mandato un po’ a tutti, compreso il Principato. Scatta la denuncia per truffa e insolvenza fraudolenta
 
Carbone ha fatto scrivere dal suo avvocato Fausto Maggi una denuncia per truffa e insolvenza fraudolenta, ingrassata da una cronologia e una scansione di nomi che rischiano di trasformare il registro degli indagati in un parterre de rois. Ce l’ha in primis con la Fondazione e il suo presidente Maurizio Codurri, ma non risparmia neppure il console onorario del Principato a Genova, Domenico Pallavicino, o colui che fu indicato come capocordata degli sponsor, l’editore Massimiliano Monti.
E poi il principe, certo, al quale ha spedito una lettera rimasta, dice, senza risposta. Una replica arriva invece da Claudio Sezioni, cancelliere generale del consolato monegasco a Genova. «Le cose vanno messe in chiaro subito. Quella serata fu organizzata dall’emanazione italiana della Fondation Prince Albert II, con la quale stiamo cercando di metterci in contatto senza successo. Comprendo lo scoramento dei ristoratori, anzi: siamo stati proprio noi, alla fine, a consigliare di andare per vie legali».
 
L’ex capo di La7, osannato per le invenzioni editoriali e liquidato da Telecom per le voragini in bilancio (oltre 100 milioni di perdite l’anno), deve subito costruire un’affinità con la Maggioni, in teoria indicata dal fiorentino, in pratica promossa dopo i colloqui tra Maria Elena Boschi e sua eminenza Gianni Letta.
Campo Dall’Orto ha un desiderio: che la riforma di Viale Mazzini, approvata a palazzo Madama e adesso trasmessa a Montecitorio, entri presto in vigore.

Perché ha bisogno dei più comodi poteri di amministratore delegato, per sfuggire a qualsiasi intromissione del presidente Maggioni in un Cda di modesta caratura televisiva e con i numeri renziani non proprio stabili.
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto