HO SORVOLATO SU COSI' TANTE COSE CHE ORMAI HO IL BREVETTO

L'algoritmo ? Le segnalazioni ?
Tornerei al tempo delle streghe e brucerei facebook.

La Fontana delle Tette è al suo posto da 458 anni, ma per Faceook è indecente e scandalosa.

Uno dei monumenti simbolo della città di Treviso, che raffigura una donna dai seni prosperosi,
da secoli assicura fiotti di vino bianco e di vino rosso ai trevigiani in occasione di importanti ricorrenze.

Una vera e propria bandiera della Marca, costruita nel lontano 1559 su ordine del podestà delle Repubblica di Venezia Alvise da Ponte,
in occasione di una crisi di siccità che colpì la città di Treviso e tutta la regione.

Ora però, scrive la Tribuna di Treviso, quei capezzoli scoperti hanno scatenato la reazione censoria dell'algoritmo di Facebook,
oscurando alcuni contenuti dedicati alla Fontana delle Tette.
 
Milionario, ma nelle case popolari.
Il caso è stato raccontato da Gabriele Rabaiotti, assessore comunale alla Casa, durante un incontro organizzato dall'associazione Tra il Dire e il Fare.

L'uomo approfittava del sistema da anni, ma è stato beccato e cacciato:
gli inquilini degli alloggi Erp infatti sono costretti a autocertificare la propria condizione economica e quando ricevono l'assegnazione vengono sottoposti a verifica.

Ma non è l'unico che ci prova: secondo Rabaiotti il mondo che gira intorno alle case popolari è formato da «chi ha bisogno» e «chi ci prova».
Nel suo intervento l'assessore ha insistito sul tema:
«Sui ventimila circa in lista per una casa la divisione è più o meno questa:
dopo la verifica, un terzo esce dalla graduatoria perché ha raccontato cose non vere, non palle galattiche però non rispondenti al vero;
il secondo terzo scende di posizione perché ha detto la verità, ma non tutta;
l'ultimo terzo invece ha i requisiti».

E per rimarcare il concetto Rabaiotti ha sottoposto un altro esempio:
«Assegniamo a gennaio in via Pennini al Gallaratese delle case nuove, in prima assegnazione:
trenta famiglie, di queste tre ci dicono grazie no, perché era un po' scomodo per il posto in cui lavoravano.
C'è un mondo di bisogno e uno che ci prova perché se gli va bene hanno anche la casa popolare».

«La permanenza media in questo settore è di 37 anni: è come se uno facesse un giro sulla linea 91
e se la portasse a casa perché si è trovato bene, dopo i primi dodici non ci sono più autobus per nessuno».
 
Ed a quelli del terremoto non consegnano le prefabbricate da paura. Dopo un anno.
Calcolate cosa ci costano le migliaia di persone ancora alloggiate negli alberghi.

Possibile che nessuno muove un dito ?
Capo Supremo, indignati per questo
 
Ignobile. Fossi un parente della ragazzina ......

Al Liceo Augusto di Roma per protestare contro quanto accaduto sabato 28 ottobre nell’istituto Capitale,
«quando un delegato dell’Anpi invitato a parlare dal collettivo del liceo ha apostrofato come feccia
i ragazzi e le ragazze che militano nelle file di movimenti come il Blocco Studentesco
e ha oltraggiato la memoria di Giuseppina Ghersi, 13enne stuprata e uccisa da una banda partigiana».

In particolare l’esponente dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia,
incalzato da alcuni studenti con domande sui crimini partigiani
e messo di fronte al caso della Ghersi, di recente tornato alla ribalta della cronaca
proprio per la feroce opposizione dell’Anpi a che venisse apposta una targa in sua memoria nella città di Noli,
ha avuto la sfrontatezza di affermare che

“l’unico errore dei partigiani fu quello di non ucciderla prima poiché era una spia fascista”.

Incommentabile.
 
A volte mi chiedo. Ma se un alieno leggesse le notizie di quanto o cosa avviene in Italia.
Di cosa avviene in Europa. Cosa ne penserebbe ? Popolo di coglioni ? Boh.

Ce li dobbiamo tenere anche se sono pericolosi.
Un nigeriano detenuto per spaccio di stupefacenti è riuscito a spuntarla:
la Cassazione ha accolto il suo ricorso contro il rimpatrio che era stato disposto dal tribunale di Sorveglianza di Venezia.

Quando il ventinovenne condannato a sei anni e otto mesi di reclusione il 21 gennaio prossimo uscirà dalla cella,
non verrà condotto in un Centro di identificazione ed espulsione per essere rimpatriato in Nigeria perché in quel Paese,
per i crimini da lui commessi, è prevista la pena di morte.

La sentenza della Cassazione
La Cassazione ha ribadito la priorità dei principi fissati dalla Corte europea per i diritti dell’uomo rispetto alla pericolosità sociale,
stabilendo che l’espulsione «non è applicabile alle ipotesi in cui il soggetto, se ricondotto nel Paese di origine,
corra serio rischio di essere sottoposto a trattamenti inumani o degradanti».

L’ex spacciatore inoltre una volta fuori dal carcere potrebbe vedersi riconosciuta la protezione sussidiaria
prevista per quei migranti che non sono rifugiati ma che rischierebbero la vita se facessero ritorno nel loro Paese,
il nigeriano otterrebbe un permesso di soggiorno di due anni sul territorio italiano.
 
Che desolazione. Sono solo dei morti. I morti sono tutti uguali. Sono morti.

Le rose rosse lasciate in memoria dei caduti della Rsi sono state portate via dai vigili urbani, come fossero state la refurtiva di un delitto.
È accaduto in provincia di Torino, a Venaria reale, la mattina del primo novembre.
Il vergognoso episodio è accaduto nel comune amministrato da una giunta pentastellata,
che (nei fatti) non ha mai fatto mistero di essere orgogliosamente di sinistra.

L’Anpi ha segnalato l’iniziativa di un militante di CasaPound, che alla vigilia delle celebrazioni dei defunti,
ha deposto rose rosse davanti all’Ossario, in memoria dei morti della Repubblica sociale.
Per ogni caduto, un foglietto con il nome e cognome e una rosa rossa.

«Non si possono esporre i simboli della Rsi perché è apologia di reato. E poi un mazzo di fiori proprio vicino al mausoleo che ricorda i caduti partigiani, è davvero brutto».

Così sentenziò Fabio Scibetta dell’Associazione nazionale partigiani che ha segnalato il “delitto” alla polizia municipale.

Due rappresentanti della Polizia municipale hanno quindi rimosso e sequestrato le rose rosse.
 
Da alcune recenti statistiche che ci giungono dagli USA apprendiamo che il costo medio di un addetto esperto del comparto automotive è di 30$/ora,
mentre quello di un operaio cinese viene stimato sui 3$/ora.
Il costo medio di un’attività robotizzata è di 0,30 centesimi, pari a 1/5 di rispetto all’operaio cinese.

Sulla base delle valutazioni appena esposte e su molte altre ancora, l’industria europea riscopre la produzione in loco.
La Germania ci dà l’esempio e riporta la produzione in casa propria abbandonando l’estremo oriente.

Ecco che scaturisce l’effetto occupazionale nazionale (al netto della devastante riforma Hartz sia ben chiaro)
ma d’altro canto preoccupa India, Cina ed altri Paesi emergenti che rischiano di perdere notevoli fette di produzione.

Insomma il panorama globale, che va rapidamente delineandosi, appare in grado di stravolgere ancora una volta il mondo senza che i cittadini,
i lavoratori e le imprese siano in grado di rimanere agganciate al cambiamento da tanto la quarta rivoluzione industriale rapidamente sta avanzando.

Possiamo permetterci una nuova crisi mentre stiamo ancora scontando il crollo della new economy e del sistema creditizio sovrapposti alla crisi dei debiti sovrani?

Secondo recenti studi il parco mondiale dei robot istallati nel 2013 è di circa 1.300.000 unità e si avrà una media di crescita del 12% annuo.
I quattro settori attualmente più interessati sono: l’automotive, l’elettronica, clean room (cioè gli ambienti a contaminazione controllata) e l’industria delle materie plastiche.

I posti di lavoro creati dall’avvento dei robot non vengono generati soltanto nel settore della produzione stessa dei robot,
ma anche da quei settori che grazie a gli automi sono stati resi nuovamente competitivi e sono stati rilanciati occupando personale insostituibile dalle macchine.

Ciò che ci appare evidente è che, come con la nascita del modello industriale trascinò nel panico milioni di persone nate con il modello agricolo,
oggi miliardi di individui vedono con altrettanta diffidenza ciò che si dipana agli occhi di tutti; una vera e propria rivoluzione.

Sappiamo tutti quanto il cambiamento spaventi piuttosto che stimolare la crescita personale e collettiva.

Perderanno il posto anche avvocati, commercialisti, magazzinieri, callcenteristi e cassieri, ma ne troveranno ingegneri informatici e creativi.
 
Questa è la situazione.
Si prenda ad esempio la parabola di un istituto nazionale di Credito per la Cooperazione: da BNL a BNP Paribas.

Da Istituto nazionale di Credito per la Cooperazione, nel 1913.

A Banca Nazionale del Lavoro e della Cooperazione nel 1926.

Da Banca Nazionale del Lavoro nel 1929 come istituto di credito di diritto pubblico,
Banca di Stato, caratteristica che manterrà anche nel dopoguerra, creando l’ENI di Enrico Mattei nel 1953,
alla rottura dello Stato banchiere nel 1981, con Andreatta, ministro del Tesoro, principale azionista della banca,
e gli aumenti di capitale fino alla BNL Holding Italia incaricata di gestire una settantina di partecipazioni nel settore parabancario,
nel 1984, con creazione di Nomisma diretta da Romano Prodi poi diventato l’affossatore dell’IRI nel 1982.

Per finire nel 1992 privatizzata per colpa dell’ODIATO AMATO e poi nelle grinfie di BNP PARIBAS,
colosso bancario franco-privato, banca d’affari facente parte delle banche strozzine specialiste in titoli di Stato dell’Italia,
comproprietaria attraverso BNL di Bankitalia, incrociata con Axa (MPS)
quindi con interessi in imprese e risorse strategiche del paese attraverso anche la sua cooperazione con Pargesa
(Suez-Gaz de France quindi Acea, Publiacqua, Fiora, e metà degli acquedotti d’Italia, TotalFinaElfErg quindi Agip,
Telecom Italia quindi le comunicazioni strategiche per la nazione, Transcor Astra quindi le trivelle nel sottosuolo,
Pernod Ricard, quindi le bevande alcoliche ex italiane, e così via dicendo).

Non c’è che dire, una bella parabola, dallo Stato banchiere, all’imperialismo franco-rotto!!
COMPLIMENTI!!!
 
Per chi si chiedesse chi è Fabio Scibetta .........che ha combattuto nelle file dei partigiani,
che ha affrontato il nemico in epiche imboscate .............che è una memoria storica del passato.......

Beh, ha 40 anni. Neppure suo padre poteva raccontargli qualche aneddoto sui partigiani.........
 

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