domani prevedo un'apertura della borsa in deciso ribasso
La presidente: «Useremo il tempo che abbiamo fin al primo agosto. Poi decideremo»
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Ieri il presidente americano
Donald Trump ha inviato a Bruxelles la lettera con le nuove tariffe per gli Stati membri. «A partire dal 1° agosto 2025, a
pplicheremo all’Unione Europea una tariffa doganale del 30% sui prodotti Ue esportati negli Stati Uniti, separata da tutte le tariffe settoriali», ha scritto il tycoon pubblicando lo scritto sul suo profilo Truth.
Un annuncio che, tra le tante reazioni, non ha lasciato indifferente
la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, che in un punto stampa ha spiegato ai giornalisti che «abbiamo sempre detto che preferiamo
una soluzione negoziata». Una via diplomatica, dunque, che però non viaggia sola, perché «allo stesso tempo,
continueremo a prepararci per le contromisure. Siamo pienamente pronti».
Ed ecco che la von der Leyen ha precisato che «gli Stati Uniti ci hanno inviato una lettera con le regole che dovranno entrare in vigore a meno che non si trovi una soluzione negoziata. Questo ci porta alla
sospensione dei nostri provvedimenti fino a inizio agosto». Le contromisure europee adottate ad aprile sono state al momento sospese fino alla mezzanotte di lunedì 14, ma evidentemente la Commissione sta già pensando a una proroga.
L’Ue procede con cautela, dunque, ma ammette anche di star lavorando su eventuali modalità diverse d’azione. «Allo stesso tempo - ha spiegato ancora la von der Leyen-,
continueremo a prepararci per le contromisure. Siamo preparati a diversificare le nostre relazioni commerciali. Ma anche a lavorare sul mercato unico stesso».
Necessario ora, secondo la presidente è l’«
approccio con un doppio binario, questo è molto importante: siamo sempre stati molto chiari sul fatto che preferiamo negoziare, questo resta il caso e useremo il tempo che abbiamo fin al primo agosto. Riguardo al secondo binario, fin dall'inizio abbiamo lavorato e ora siamo pronti a rispondere».
Alla diplomazia delle trattative, si contrappone la linea dura richiesta dal presidente francese Emmanuel Macron che ha parlato dello
«strumento anti-coercizione». Ma la presidente della Commissione europea ha sottolineato che lo Strumento anti-coercizione (Aci) dell'Unione europea «è creato per situazioni straordinarie, non siamo ancora a quel punto».
Anche oggi, «il Governo italiano è in stretto contatto con la Commissione europea e con tutti gli attori impegnati nella trattativa sui dazi. Una guerra commerciale interna all'Occidente ci renderebbe tutti più deboli di fronte
alle sfide globali che insieme affrontiamo». Così la presidente del Consiglio
Giorgia Meloni, sottolineando che «l'Europa ha la forza economica e finanziaria per far valere le proprie ragioni e ottenere un accordo equo e di buon senso. L'Italia farà la sua parte. Come sempre».