I tedeschi regalano altri sommergibili a Israele

ARMI NUOVE
Maurizio Blondet
31/10/2004
Torna l’U-Boot ad idrogeno
(Due esemplari anche all’Italia)


Nelle due guerre mondiali gli U-Boot, i sottomarini tedeschi, seminarono il terrore nei mari. Un nuovo, rivoluzionario sottomarino U212 (nome completo: Deutsche Unterseeboot 212) si candida a rinnovare la leggenda.
Anzitutto, perché può restare in immersione per oltre venti giorni di seguito, come i sommergibili nucleari americani, pur avendo un motore convenzionale. Convenzionale per modo di dire: contrariamente ai propulsori a scoppio (diesel-elettrici) dei vecchi sottomarini, che necessitavano di captare aria per funzionare, obbligando il battello ad emergere a quota snorkel, l’U212 è equipaggiato da un motore AIP (“Air-Independent Propulsion”).
In pratica è alimentato da pile a combustibile ad idrogeno con membrana polimerica Siemens da 34 kilowatt, con un motore segreto della Howaldtswerke-Deutsche Werft il quale non solo non esige aria per funzionare, ma è totalmente silenzioso e non emette calore né tracce gassose. Ciò rende il nuovo U-Boot praticamente “invisibile” alla caccia nemica.
Il sottomarino, invece, ci sente benissimo. Grazie ad un complesso sonar DBQS-40 passivo e un STN Atlas ElektroniK “attivo”, può sentire le mine avversarie.
L’armamento è parimenti rivoluzionario. L’U212 è equipaggiato con siluri Atlas Elektronik DM2A4 a motore elettrico, con un raggio d’azione di 27 miglia nautiche (50 chilometri) e una velocità di 50 nodi.
Soprattutto, il lancio del siluro non avviene a mezzo di aria compressa (“rumoroso” per i sonar nemici), ma a getto d’acqua: caratteristica che non si trova nemmeno nei più avanzati sottomarini americani, come il 688 della classe “Los Angeles”.
L’equipaggio conta 27 uomini, fra cui 5 ufficiali. La marina tedesca ha ordinato per ora quattro esemplari del nuovo battello.Fatto notevole: due sommergibili U212 sono in costruzione, su licenza, presso la Fincantieri. Per la Marina italiana.


di Maurizio Blondet
 
Il caso ricorda da vicino quello degli «israeliani danzanti» dell'11 settembre 2001.
Quel tragico giorno, una cameriera messicana a New York notò un gruppetto di giovanotti che, in un parcheggio appartato, si fotografavano a vicenda avendo sullo sfondo le Twin Towers in fiamme: facevano il segno di «vittoria» con le dita, uno alzò contro le torri l'accendino, si abbracciavano, ridevano, insomma - disse la messicana - sembrava festeggiassero l'evento.
La donna prese la targa del furgone da traslochi degli strani personaggi.
Prontamente rintracciati e fermati dalla polizia di New York, cinque furono identificati come Sivan e Paul Kurzberg, Yaron Shmuel, Oded Ellner e Omer Marmari.
«Siamo israeliani», farfugliarono, «non siamo noi il vostro problema. I palestinesi sono il vostro problema. Il vostro problema è anche il nostro problema».
Insomma, già erano in grado di accusare i «palestinesi» dell'atto terroristico.
Sharon, poche ore dopo, ripeterà quasi le stesse frasi: «ora l'America capisce che il nostro problema (il terrorismo arabo) è anche il suo problema».
I cinque danzanti avevano documenti falsi e visti scaduti, uno di loro aveva 4.500 dollari in contanti nascosti nel calzino.
Secondo Forward, rispettato periodico ebraico di New York, almeno due di loro erano già noti come «agenti operativi d'intelligence israeliano».

http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=808¶metro=esteri
uhm
Attentato ad Amman: per i russi è israeliano
http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=775&parametro=esteri
 
..................David Shayler, ex agente dell'MI5 - il servizio di controspionaggio interno di sua maestà britannica - ha dichiarato: «ho lasciato i servizi segreti britannici quando l'MI6 ha deciso di finanziare degli associati a Osama Bin Laden».Il fatto risale alla fine degli anni '90, quando l'MI6 avrebbe finanziato un gruppuscolo terrorista libico per organizzare un attentato atto ad eliminare il colonnello Gheddafi.
Attentato poi fortuitamente fallito nel bersaglio, ma con tragico esito mortale per alcune vittime innocenti.
La cosa spiegherebbe anche il perché la Libia fu il primo Paese arabo ad emettere un mandato internazionale di cattura per Osama.
..........................

http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=792&parametro=esteri
 
Usa voleva mettere in Iraq gas nervini

http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=765¶metro=esteri
.......

Nell’ambito del suo lavoro investigativo la Plame, attraverso i suoi informatori turchi, scoprì e riuscì a intercettare, la spedizione di un carico di gas nervino binario, chiamato VX, dalla Turchia all’Iraq nel novembre 2002.
Ancor peggio: la Plame scoprì che a fare la spedizione erano elementi del governo USA (Pentagono? Dick Cheney?) che volevano seppellire il gas nervino da qualche parte in Iraq per poi «scoprirlo», ed esibirlo come «prova» che Saddam, dopotutto, aveva armi di distruzione di massa.
La Plame insomma era colpevole di aver mandato all’aria un trucco sporco del suo stesso governo. Il che può spiegare la rabbia di Dick Cheney e del suo entourage contro di lei, e la decisione di prenderla di mira e di metterne in pericolo la vita (pare che diversi informatori medio-orientali della «Brewster & Associates» siano stati uccisi, dopo le rivelazioni soffiate dalla Casa Bianca).
Wayne Madsen, che dice di aver avuto queste informazioni da un’anonima fonte della CIA, aggiunge un particolare assai istruttivo: Saddam aveva ricevuto carichi di gas nervino VX dagli USA in più riprese, a cominciare dal 1988 - 89, quando era in guerra con l’Iraq.
Ad occuparsi della fornitura era una ditta fondata nel 1987, il Carlyle Group: ossia la finanziaria che Bush padre, l’ex-presidente, aveva messo in piedi con vari ex ministri del suo governo presidenziale, e che investe soprattutto in industria dell’armamento.
L’anonima fonte ha dato a Madsen altre informazioni: per esempio che ufficiali israeliani operano, o hanno operato, al Comando Centrale americano di Baghdad.
La loro presenza a Baghdad veniva tenuta accuratamente segreta.
Gli israeliani erano impiegati nell’ufficio J2X, ossia nell’ufficio di Collegamento congiunto Intelligence: evidentemente a guidare gli «interrogatori» (torture) ad Abu Ghraib.
 
cavoli il medioevo è stato un periodo molto pulito

questi BUSH sono peggio dei mafiosi
sono peggio del peggio
pure della santa inquisizione
 
....................Di fatto, il regime di Pechino denuncia l’allarmismo, anzi la vera strategia della tensione in corso in questi giorni nel mondo, e implicitamente la indica come un insieme di operazioni «false flag», attribuite ai terroristi islamici, ma di matrice israelo-americana.
Ad Amman il trucco ha mostrato per un attimo la corda: il quotidiano israeliano Haaretz ha scritto che i turisti israeliani in Giordania erano stati evacuati dagli alberghi ore «prima» delle esplosioni dalle forze di sicurezza israeliane, che evidentemente avevano conoscenza anticipata di quel che si preparava.
Ripreso da tutte le agenzie, lo scoop di Haaretz è stato diffuso nel mondo verso le 7 del mattino, ora israeliana; qualche ora dopo Haaretz ha smentito la sua stessa notizia, dicendo che i turisti israeliani erano sì stati fatti evacuare dagli alberghi, ma «dopo» gli attentati.
Smentita goffa e idiota: dopo un attentato a un albergo, è ovvio che questo venga evacuato.
Non è una notizia.



Ma è accaduto lo stesso a Londra nelle esplosioni del metrò il 7 luglio: la notizia, subito diffusa, che il Mossad aveva avvertito il ministro Netaniyahu di non uscire dall’albergo poco prima degli attentati, veniva smentita: sì, l’avevano avvisato, ma «dopo» le esplosioni.
Poi la smentita della smentita: il capo del Mossad in persona aveva ammesso che sì, avevano avvertito Netaniyahu in anticipo, grazie ad informazioni che avevano ottenuto, ma solo «tre minuti prima» degli attentati, troppo tardi, anche per le altruiste spie israeliane, per salvare i passeggeri della metropolitana.

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http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=757&parametro=esteri
 

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