I vostri film preferiti

accuso il colpo, nella fretta un po' di superficialità mi è scappata............

ste tiscali che non salgono, sta trevi che scende.....

quello che volevo dire è che in genere la vendetta è inserita in una storia che psicologicamente sta in piedi..... (non moralmente, perche là vendetta è condannata già da mosè)

Billy the kid, ad esempio diventa fuorilegge per vendicare l'amico ucciso per interesse.

In kill bill mi sembra tutto in eccesso, stragi per dispetto, assassini davanti a bambini, mi sembra di percepire la voglia di rottura di qualsiasi resistenza morale in nome di una estetica assoluta della violenza.

P.S.

questi giudizi sono condizionati dalla mia storia, dal mio superiIO, ecc...ecc...

P.S.
(se hai un trading sistem adatto a uno che esce ed entra di casa tre volte al giorno fammelo sapere......sti titoli che vanno su quando sono fuori e poi ridiscendono quando rientro....... :-?
 
boni , boniii :ordine:

su gibson mi son già espresso , egli appare quasi come un feticista , andatevi a riguardare certe scene di braveheart e lo squartamento finale

tarantino inserisce tutto in un impianto teatrale ( nelle iene più evidente), la violenza è la cifra stessa della società americana dalla quale proviene

e il riccardo III di pacino? io lo ricordo per winona riders al culmine del suo splendore :D :p
 
Fleursdumal ha scritto:
boni , boniii :ordine:

su gibson mi son già espresso , egli appare quasi come un feticista , andatevi a riguardare certe scene di braveheart e lo squartamento finale

tarantino inserisce tutto in un impianto teatrale ( nelle iene più evidente), la violenza è la cifra stessa della società americana dalla quale proviene

e il riccardo III di pacino? io lo ricordo per winona riders al culmine del suo splendore :D :p

bavbavo

Shakespeare è oltre gli attori ... hattori? :lol:
 
carrodano ha scritto:
In kill bill mi sembra tutto in eccesso,

Questo è l'unico punto su cui siamo d'accordo. Sul perché, direi che Fleurs ti ha dato un ottimo spunto di riflessione, ora sta a te coglierlo.

Fleursdumal ha scritto:
su gibson mi son già espresso , egli appare quasi come un feticista , andatevi a riguardare certe scene di braveheart e lo squartamento finale

Mi dai qualche riferimento per approfondire la tua esimia opinione? :)

Cmq riguardo la passione, mi è restata l'impressione di un film pretenzioso, che ricostruisce arbitrariamente una realtà e la spaccia per vera. Per certi versi lo accosterei a Salvate il Soldato Ryan, dove il piano preciso è: sbattere in faccia allo spettatore scene cruentissime e poi sbrodolare due o tre vaghi concetti per tutto il resto del film. Una struttura narrativa del genere non si può non definire sbilanciata e carente (e probabilmente anche un po' disonesta)

Di solito cerco di non passare dal film all'autore (e viceversa), ma per Gibson non posso non azzardare un giudizio di fine carriera: di solito questi film cupi, vacui, preludono al Sunset Boulevard. Sempre che non stesse strizzando l'occhio ai teo-con, cosa che non è da escludere.
 
Run è quello che mi viene da pensare dopo aver visto i film di gibson, c'è un'attenzione morbosa sui dettagli più macabri . Sulla critica riporto questo articolo uscito ai tempi sulla repubblica che condivido , anche se a me tuttosommato mel gibson come regista non dispiace, non pensavo potesse maneggiare il mezzo filmico con quell'abilità, certo poi non mi sorprendo se ci sono gravi mancanze a livello sceneggiatura

La discussa "Passione" di Mel Gibson: più che i dipinti di Bosch
ricorsa la "trilogia del dollaro" del grande regista italiano
Questa storia di Cristo
è un western alla Leone
di ROBERTO NEPOTI

Un film integralista, controriformista, "pulp", sadico, ignaro d'ogni spiritualità. Un'opera profondamente religiosa, intensa, pura, un veicolo di apostolato tra gli spettatori. E' mai possibile che, in un solo film, ci stia tutto e il contrario di tutto? A parte il fenomeno mediatico, (abbastanza repellente), la sola cosa notevole della "Passione di Cristo" è la capacità di far sì che ciascuno vi proietti i propri fantasmi personali: più che una seduta di cinema, una seduta di psicanalisi.
Se andiamo a guardare da vicino l'oggetto filmico, però, nel suo linguaggio specifico e nelle scelte di regia, troviamo ben poco. Le idee di regia, anzi, latitano del tutto: a meno di voler considerare tale quella lacrimona (di Dio?) che piove dal cielo durante la Crocifissione.

Il resto è soltanto un rozzo mischione di western all'italiana del tempo che fu - quello sadico di Giulio Questi, in particolare - e inserti orrorifici, corredato di scene al rallentatore per le parti più truculente e di flashback dove si contrappone l'ora del martirio alla serenità del tempo passato. "Figure" cinematografiche abusate dallo spaghetti-western ma oggi in disuso, e di cui non si sentiva proprio la mancanza. Non può essere un caso se le fisionomie bestiali, teratologiche di Barabba o dei torturatori del Cristo evocano, assai più che i dipinti di Hieronymus Bosch, le facce dei messicani cattivi nella "Trilogia del dollaro" di Sergio Leone; o se Belzebù e i mostriciattoli del film rimandano, anziché all'arte sacra, agli horror dello stesso periodo.

O ancora se l'ultima scena, con musiche Morricone-style, sembra l'inizio di "Gesù 2 - La vendetta". Il Vangelo secondo Mel Gibson è una via Crucis anche per il povero spettatore: e meno per la truculenza morbosa delle torture - focalizzate non dalla parte della vittima sacrificale, ma da quella di chi le infligge - che per la straziante mediocrità di un film pretenzioso e corrivo, che non trova un solo momento d'ispirazione né (vedi la Maddalena di Monica Bellucci) di disperazione.

Troppo facile evocare, a contrario, la misura e l'intensità del "Vangelo secondo Matteo" di Pasolini, la sobrietà didascalica del "Messia" di Rossellini o immaginare cosa avrebbe potuto fare il grande Dreyer del suo irrealizzato "Jesus". Ma ora viviamo in tempi di cinema pulp: che in Tarantino è puro gioco formalista, inoffensivo; in Gibson si fa carne, sangue e brandelli di pelle mirando dritto allo scandalo. E se è vero che gli scandali devono avvenire, non crediamo proprio che i Vageli intendessero questo.
 
Run the Park ha scritto:
Sono d'accordo anche io che le "radici cristiane dell'Europa" sono una gran balla, ciò non toglie che il film si va a vedere in primis per quello che è, se tu ci metti dei valori aggiunti che sono tuoi propri potrai dire al più che a te è piaciuto, ma non che è un gran film.

Sulla techno ti dirò solamente che non vedo l'attinenza del parallelo. Anche il discorso sulle etichette musicali mi sembra fuori luogo, dove sta il nesso con Tarantino?

Invece di risentirti, perché non dai un po' di sostanza alla tua diplomatica equazione "KB1 = cagata" e ci proponi un film d'azione migliore?

KB1 è una gran cagata è un reverente omaggio al Fantozzi. Tutti a dire KB di quà e di là come fosse una icona.
Non so risponderti su un film alternativo. Non saprei, in tutta onestà, definire il film d'azione.
Io mi risento se qualcuno che tratto con rispetto non ricambia la cortesia.

L'attinenza tra la techno e Tarantino è nel desiderio della nostra società di uno stordimento, che prenda poi il senso estetico o acustico è solo un dettaglio.

Comunque capisci cose che uno proprio non dice.
Interpretando, o filtrando secondo le tue idee, finisci per ascoltare quel che vuoi sentire. Io ad es credo molto alle radici cristiane dell'europa.
Solo che la fede cristiana non è un qualcosa che parta o arrivi alla testa ma alle mani e al cuore. E' una fede .. come dire .. operaia e proletaria :lol:
 
Fleursdumal ha scritto:
Run è quello che mi viene da pensare dopo aver visto i film di gibson, c'è un'attenzione morbosa sui dettagli più macabri.

Il problema per me più grosso è che certi dettagli mi sono sembrati funzionali a un bel nulla. In braveheart ci potevano anche stare, pur se con una certa autoindulgenza.

La discussa "Passione" di Mel Gibson: più che i dipinti di Bosch
ricorsa la "trilogia del dollaro" del grande regista italiano
Questa storia di Cristo
è un western alla Leone

A me questo sembra un grosso complimento, per altro fuori luogo :)

"Figure" cinematografiche abusate dallo spaghetti-western ma oggi in disuso,

In disuso... parliamone :)

le facce dei messicani cattivi nella "Trilogia del dollaro" di Sergio Leone;

grazie tante, parte della produzione è stata fatta in Italia :D

Il Vangelo secondo Mel Gibson è una via Crucis anche per il povero spettatore: e meno per la truculenza morbosa delle torture - focalizzate non dalla parte della vittima sacrificale, ma da quella di chi le infligge - che per la straziante mediocrità di un film pretenzioso e corrivo, che non trova un solo momento d'ispirazione né (vedi la Maddalena di Monica Bellucci) di disperazione.

Condivisibile, ma sparare sulla Bellucci, pur se necessario, è troppo facile :)

Ma ora viviamo in tempi di cinema pulp: che in Tarantino è puro gioco formalista, inoffensivo; in Gibson si fa carne, sangue e brandelli di pelle mirando dritto allo scandalo. E se è vero che gli scandali devono avvenire, non crediamo proprio che i Vageli intendessero questo.

Nel finale recupera, certo che con un titolo come quello forse non avrei iniziato nemmeno a leggere... ;)
 
Sul film di Gibson.
Comunque ci tengo a dire che a me Gibson fa cag .. vabbè :) non mi piace proprio.
Braveheart l'ho retto solo fino al primo tempo per dire.
Però va detto circa La Passione che come in tutte le cose che un artista, bravo o meno, realizza ci si mette una propria visione delle cose.
Una perfetta ricostruzione non è possibile.
Ed allora si individua una linea e si cerca di parlare di quella linea.
E' l'essenza stessa dell'arte, o almeno una delle essenze.

Passion parla esattamente di una cosa poco sentita persino dai cristiani stessi: la carne ed il sangue di Cristo, il vero senso della Passione.
Il cristianesimo è fatto di carne e sangue. Non è banale, non è pretenzioso e non è scontato porre l'accento su questo preciso aspetto.
Ripeto, è un aspetto non perfettamente identificato e capito. Lo si capisce a parole, nella testa, ma non sempre nei sentimenti o nell'animo.
 

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