Banche nuovo parametro il credito inesigibile, non solo in Italia le gole profonde
Tsunami MPS cambia il parametro di valutazione, ora si guarda al credito inesigibile, intanto nel Nord Europa c'è chi rischia davvero il default
L’aria è diventata pesante da qualche giorno, il caso MPS sta scoperchiando il vaso di Pandora e il mercato già asfittico da qualche tempo comincia a mostrare le prime crepe.
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In Italia si sono acuita inevitabilmente le tensioni sulle obbligazioni MPS, con correzioni che di qualche punto percentuale, ora vi sarà da vedere se la spinta al ribasso si fermerà qui o se procederà ancora per qualche giorno.
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Ma nel panorama domestico il segnale di cambiamento è stato dato da un report di Equita basato non più sulla capitalizzazione degli istituti bancari ma sul quantitativo di crediti inesigibili.
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Cambiamento “teleguidato” dall’operazione di Banca d’Italia e Fondo monetario internazionale, che stanno verificando le coperture dei crediti dubbi degli istituti bancari italiani.
Da Equita spiegano come : “Abbiamo ipotizzato che lo stress test dei regolatori richieda alle banche di colmare il 50% del gap di copertura dei crediti dubbi rispetto ai livelli pre-crisi e di riportare il mix di questi crediti a tali livelli”.
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Secondo Equita, le banche popolari subiranno i maggiori impatti visto che, rispetto al 2008, hanno registrato livelli più elevati di riduzione nelle coperture: meno 15% portandosi al 40% per le attività che non riescono più a ripagare il capitale e gli interessi dovuti ai creditori), oltre ad un meno 5 per cento al 15% per gli incagli.
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A livello bancario, Equita prevede rettifiche pari a 6,5 miliardi di euro, gli istituti maggiormente impattati saranno Banco Popolare, Popolare dell’Emilia Romagna e Ubi Banca.
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Fortunatamente, l’impatto negativo sarà in parte calmierato dal calo degli spread sui titoli di Stato.
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A correre rischi inferiori saranno le banche più grandi e quelle che vantano una maggiore diversificazione geografica.
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Le preoccupazioni maggiori per quel che riguarda il settore bancario non vengono comunque dall’Italia, ancora una volta è un istituto tedesco e uno olandese a togliere il sonno agli investitori.
Le protagoniste sono la tedesca Solarworld e l’olandese SNS Bank.
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Solarworld, settimana scorsa aveva cercato di vendere lucciole per lanterne pagando una cedola di un’emissione obbligazionaria con scadenza 2017 pari la 6,125% , che aveva fatto rimbalzare l’obbligazione sopra quota 30.
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Un fuoco di paglia dato che subito dopo sono circolate voci di una possibile ristrutturazione del debito dei due bond esistenti, se non addirittura di un “default” futuro, a seguito della difficile situazione finanziaria e di business della società.
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Gli analisti indicano con molta probabilità una conversione a breve periodo del capitale obbligazionario in titoli azionari, crollati nel frattempo del 30%.
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Alternativa uno “switch” su titoli a lunga scadenza e bassa cedola, di certo non sarà un bel vedere.
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Ancora peggio sulla sponda olandese, in questo caso è il quarto istituto del paese SNS, a trovarsi in brutte acque, tanto che alcuni operatori guardano alla nazionalizzazione dell’istituto messo in ginocchio dalle perdite accumulate dalla divisione immobiliare.
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Per cui occhio alle Obbligazioni SNS su cui si è già abbattuto un vero e proprio tsunami, che ha portato alcune obbligazioni perpetual a quotare in zona 45 e la subordinata 2020 con cedola 6,25%, attorno a 70.
Anche in questo caso, pur avendo le emissioni rating al di sotto dell’investiment grade, l’esplosione della crisi dell’istituto ha portato a pensare ad un parziale “default”.
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Che ha portato a notare come anche per altre emittenti vi sia in atto un allargamento degli “spread” fra richiesta ed offerta, segnale negativo, ma inevitabile in mercati che stanno cominciando a capire come certe valutazioni siano “empiriche”.
A volte, la stampa e perché no le dichiarazioni di politici esteri e addetti ai lavori, hanno marcato sin troppo i “Peccati” italiani vendendo fumo per non far vedere i disastri altrui.
Quello che succede in Italia, le gestioni alla MPS, sono da condannare e da estirpare, però qualcuno al di là dei nostri confini, a volte farebbe meglio che guardasse cosa succede in casa sua prima di parlare.