Idee e grafici. - Cap. 2

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25/03/2014 16:17
Borse Ue e Usa in rialzo, ma in frenata dai massimi intraday
Davide Pantaleo
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Le Borse europee conservano un'intonazione positiva, pur avendo ritracciato dai massimi intraday, sulla scia del movimento a passo di gambero di Wall Street. I tre indici principali a stelle e strisce infatti hanno avviato gli scambi in salita, ma in linea con quanto accaduto anche ieri, hanno ridotto progressivamente i guadagni, pur mantenendosi ancora in rialzo. Dal fronte macro sono arrivate indicazioni contrastanti visto che la fiducia dei consumatori a marzo è salito oltre le attese, mentre hanno deluso le vendite di case nuove che sono scese a 440mila unità, sui minimi di settembre scorso, rispetto alle 445mila mess in conto dalla comunità finanziaria. Intanto in Europa il Ftse100 sale dell'1,09%, preceduto dal Dax30 e dal Cac40 che avanzano rispettivamente dell'1,53% e dell'1,43%. Resta più indietro Piazza Affari dove il Ftse Mib si riporta al di sotto dei 20.800 punti, dopo aver toccato un massimo oltre quota 20.900, con un vantaggio ora dello 0,74%. A due velocità i bancari che vedono Banco Popolare e Banca Popolare di Milano sotto pressione, con un ribasso del 4,3% e del 3,06%, seguiti da Banca Popolare dell'Emilia Romagna e da Monte Paschi che perdono l'1,33% e lo 0,84%, mentre si difende meglio Ubi Banca con un calo più contenuto dello 0,15%. In positivo Intesa Sanpaolo e Unicredit che avanzano dello 0,45% e dello 0,39%, ma riesce a fare meglio Mediobanca con un rialzo dell'1,4%. Nel settore lusso stona solo Ferragamo che cala dello 0,15%, mentre si rafforza il rally di Luxottica che sale di oltre il 4% dopo l'annuncio dell'accordo con Google sugli occhiali Glass. Frena dai massimi Yoox che ora si apprezza dell'1,3%, seguito da Tod's che cresce di quasi un punto percentuale. Bene UnipolSai che guadagna il 2,46% e tra gli assicurativi gli acquisti premiano anche Generali che progredisce dell'1,73%. Tra le migliori blue chips segnaliamo anche Exor e A2A, in ascesa entrambe di oltre due punti percentuali. Fonte: News Trend Online
 
Ignazio Visco afferma che per ridurre il debito non servono manovre da 40-50 miliardi, ma puntare sulla crescita

Carlo Renda, L'Huffington Post | Pubblicato: 25/03/2014 16:13 CET | Aggiornato: 25/03/2014 16:18 CET




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“La realizzazione di riforme strutturali" per "un recupero di competitività" è un "passaggio essenziale per il rilancio del Paese". Lo afferma il Governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, nel corso di una lectio magistralis al collegio Borromeo a Pavia, spiegando che anche se la regola sul debito pubblico concordata in sede europea "prevede alcuni margini di flessibilità", è comunque "sulla crescita reale dell'economia, quindi sulla ripresa degli investimenti - al tempo stesso fattore di offerta e componente fondamentale della domanda - che bisogna puntare".
La politica di bilancio, prosegue Visco, "deve garantire la sostenibilità del debito, il pieno accesso al mercato" e in questo frangente "le regole concordate in sede europea sono il mezzo, non il fine". Per l'Italia "il vero vincolo di bilancio è dato dalla necessità di garantire la sostenibilità del debito pubblico e di mantenere il pieno accesso al mercato finanziario", aggiunge. "Ho sottolineato più volte come il ricorso annuo del Tesoro ai mercati sia dell'ordine di 400 miliardi" e in un contesto ancora "carico di tensioni", basta "poco a incrinare la fiducia degli Investitori".
La regola sul debito pubblico, che sarà applicata all'Italia per la prima volta nel 2016, richiede una riduzione media annua del suo rapporto rispetto al Pil pari a circa un ventesimo della parte che eccede il limite del 60%. Per rispettarla "non è necessario ridurre il valore nominale del debito. In condizioni di crescita "normale", vicina al 3% nominale, sarebbe infatti sufficiente mantenere il pareggio strutturale del bilancio". In altre parole, raggiunte queste condizioni particolarmente sfidanti, "non sarebbero necessarie manovre correttive da 40-50 miliardi all'anno, non sarebbe richiesto mantenere un orientamento permanentemente restrittivo alla politica di bilancio".
Visco sottolinea due elementi positivi: In primo luogo "non siamo in una situazione di generalizzata riduzione dei prezzi, di deflazione". Visco segnala tuttavia che "anche un lungo periodo di variazioni dei prezzi troppo contenute può comportare conseguenze indesiderabili: ostacolando la correzione degli squilibri macroeconomici attraverso l'aggiustamento dei prezzi relativi; spingendo i consumatori a rimandare gli acquisti, soprattutto di beni durevoli; riflettendosi sul costo d'uso del capitale e scoraggiandone quindi l'accumulazione; rendendo più oneroso il servizio del debito. Esso, inoltre, se eccessivamente prolungato può indurre un pericoloso distacco delle aspettative di inflazione dall'obiettivo delle autorità di politica monetaria". In secondo luogo il governatore osserva che “emergono rinnovati segnali di interesse per i mercati italiani, incluso quello dei titoli di Stato”. Le nostre stime “indicano che il miglioramento" dello spread "riflette soprattutto l'abbattimento del rischio di disgregazione dell'area euro". Tuttavia lo spread va ridotto ancora visto che prima dell'inizio della crisi nel 2008 era inferiore ai 50 punti.
 
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25/03/2014 17:00
Banche italiane in salita nonostante gli aumenti di capitale
JCI Capital Ltd
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Una classe di investimento da monitorare attentamente nel 2014 sono a le banche italiane. Nonostante il 2014 sarà contraddistinto da una lunga serie di aumenti di capitale, dopo una reazione negativa legata ai primi annunci di operazioni straordinarie gli investitori sembrano reagire molto di più alle notizie positive di quanto facciano con quelle negative. Analizziamo i CONTRO delle banche italiane * I Non Performing Loans (NPL's) continuano ad aumentare. Dopo la ispezione di fine 2012 di Banca Italia in oltre 20 istituti di credito, molti investitori hanno pensato che i trimestri successivi sarebbero stati caratterizzati da accantonamenti in calo. Al contrario, il settore ha continuato ad accantonare su livelli storicamente molto elevati. Nell'ultimo trimestre si sta verificando in alcuni casi anche un preoccupante passaggio di crediti da ristrutturati a non performing. * Diversi gruppi bancari hanno effettuato ulteriori svalutazioni straordinarie anche nel 2013: particolarmente rilevanti nel caso di Banco Popolare, Popolare dell'Etruria, Carige. * Gli aumenti di capitale che inizialmente sembravano confinati alle banche più problematiche (Paschi, Carige), sono poi diventati la prassi e hanno coinvolto praticamente tutti quelli con Tier1 Ratio inferiore al 9%. A parte la Popolare Milano che ha restituito i Tremonti Bonds e il Banco Popolare che aveva un tasso di copertura dei non performing inferiore alla media di mercato, sorprende una banca come la Popolare Sondrio (EUR350 milioni di aumento di capitale) che sembrava in grado di evitare operazioni straordinarie. * Il capitale richiesto al mercato è molto elevato. Ai EUR3000 milioni del Paschi si devono aggiungere EUR1500 milioni del Banco Popolare, EUR500 milioni della Popolare Milano, EUR800 milioni di Carige (che potrebbero essere meno a seguito della possibile vendita delle due compagnie assicurative), EUR350 della Popolare di Sondrio, EUR400 del Credito Valtellinese. Apparentemente solo Banca Intesa, Unicredito e Ubi sembrerebbero esenti dal rischio aumento di capitale legato alla Asset Review della EBA. Analizziamo i PRO delle banche italiane * Le valutazioni (indipendentemente che si calcolino sul book value o sul tangible book value che include il goodwill di eventuali acquisizioni) sono sensibilmente inferiori a quelle delle banche europee. Tanto per fare un paragone, le banche italiane in alcuni casi prezzano quasi la metà di quelle spagnole. * Il restringimento dello spread sul BTP non può non impattare positivamente sulle banche italiane. Soprattutto perché da almeno tre anni la correlazione è molto elevata. * L'andamento degli NPL's non può non essere legato a quello dell'economia del paese. L'Italia è più indietro alla maggiore parte degli altri paesi europei, per cui ha senso che il bottom degli NPL's non sia ancora stato raggiunto * E' probabile che il bottom degli NPL's non sia lontano * I fondi di private equity, mediamente molto liquidi, si stanno concentrando sugli NPL's delle banche. Ulteriori cessioni di portafogli di NPL's, libererebbero capitale aumentando ulteriormente i ratio patrimoniali. * La rivalutazione delle quote di Banca Italia (a seconda di come sarà contabilizzata) dal 2015 dovrebbe aumentare i ratio patrimoniali delle banche azioniste. Concludendo, nonostante ci siano ancora ottime ragioni fondamentali per avere un atteggiamento prudente sulle azioni delle banche italiane, non possiamo non notare una price action molto bullish sul settore. Soprattutto perché focalizzata su banche come il Banco Popolare e la Banca Popolare di Milano che entro pochi mesi dovrebbero fare partire un aumento di capitale rilevante rispetto alla capitalizzazione. Cosa c'è dietro tanto interesse degli investitori? Le valutazioni delle banche italiane sono sensibilmente inferiori alla media europea, per cui il mercato scommette che con un maggiore avvicinamento delle dinamiche economiche tra i vari paesi, anche i multipli delle banche dovranno essere più coerenti. Autore: JCI Capital Ltd Fonte: News Trend Online
 
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25/03/2014 16:51
Andamento negativo per l'indice VIX
Pierpaolo Molinengo
Andamento negativo per l'indice VIX, che perde un 1,99%, attestandosi a quota 14,79 punti. I prezzi stazionano nel mezzo delle medie mobili a 50 e 200 giorni, passanti rispettivamente a 15,10 e 14,68 punti. Autore: Pierpaolo Molinengo Fonte: News Trend Online
 
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25/03/2014 17:15
Analisi sul forex: 25 marzo
Swissquote
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EURUSD L'EUR/USD è in robusta ascesa, in un movimento oltre la resistenza a 1,3845. Tuttavia, l'incapacità di resistere oltre tale livello suggerisce una potenziale falsa rottura. Una resistenza si trova attualmente a 1,3876. Un supporto iniziale si attesta a 1,3825 (massimo infragiornaliero). Altri supporti si attestano a 1,3749 e a 1,3643. Un'altra resistenza si attesta a 1,3948 (massimo 17/03/2014). Nel medio termine la rottura del supporto a 1,3834 (minimo 11/03/2014, vedasi anche il canale rialzista), unita a condizioni generali di ipercomprato, favoriscono un movimento inferiore verso il supporto a 1,3643. Il recente massimo a 1,3967 potrebbe fungere da robusta resistenza. GBPUSD La coppia GBP/USD sta sfidando il sostegno implicato dal suo canale crescente. Resistenze orarie sono date da 1,6568 e dal canale discendente (attorno a 1,6591). Ulteriori supporti può ubicarsi a 1,6252 (minimo 05/02/2014). In un'ottica di lungo periodo una rottura sul lato del canale ascendente cancellerebbe l'attuale inclinazione rialzista implicata dalla violazione della resistenza a 1,6668 (massimo 24/01/2014). Un forte supporto orizzontale si trova a 1,6220 (minimo 17/12/2013). USDJPY L'USD/JPY si muove lateralmente dopo aver rimbalzato bruscamente in prossimità del supporto chiave a 101,20. Monitorate la resistenza oraria a 102,68, con una rottura che favorirebbe un secondo rialzo verso 103,42. Un'altra resistenza si attesta a 103,43. Supporti orari si attestano a 102,02 (minimo 21/03/2014) e a 101,94 (resistenza precedente). Viene favorita una propensione rialzista di lungo periodo finché reggerà l'area di supporto chiave della media mobile a 200 giorni (attorno a 100,48) e a 99,57 (vedasi anche la linea di tendenza rialzista dal minimo a 93,79 (13/06/2013 ). Un'importante resistenza si attesta a 110,66 (massimo 15/08/2008). USDCHF Finora l'USD/CHF non è riuscito a rompere decisivamente la resistenza implicata dalla linea di tendenza in calo. Inoltre, i prezzi hanno registrato uno stop vicino alla resistenza implicata dal ritracciamento a 38,2%. Di conseguenza una resistenza si attesta attualmente a 0,8869 (massimo 20/03/2014). Un supporto oraria può essere trovato a 0,8765 (massimo 13/03/2014 alto, vedasi anche la linea di tendenza in ascesa). Un'altra resistenza chiave si attesta a 0,8930 (massimo 26/02/2014). In un'ottica di più lungo periodo, la struttura in atto da 0,9972 (24/07/2012) è vista come una grande fase correttiva. Sarà necessaria una rottura della resistenza a 0,8869 per un miglioramento della struttura tecnica di medio periodo. Autore: Swissquote Fonte: News Trend Online
 
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25/03/2014 17:32
Possibile una ripresa del mercato toro molto presto
Davide Pantaleo
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Di seguito riportiamo l'intervista realizzata a Monica Zerbinati, analista finanziario presso l'ufficio studi di Fida. L'indice Ftse Mib è stato respinto in due occasioni dall'area dei 21.200, avviando in seguito un movimento correttivo. La discesa è destinata a durare nel breve o si può confidare in un recupero dei corsi nelle prossime sedute? Analisi e prospettive del Ftse Mib nel breve È necessario premettere che l'indice italiano mostra un chiaro trend positivo sia nel breve che nel medio periodo. In particolare, in un trimestre la performance della Borsa di Milano ha sfiorato il 20%, risultato di molto superiore a quello di Dax e Cac. Il movimento è supportato per il Ftse Mib da una trendline passante ora in area 20000 punti, valida dai minimi di metà dicembre, anche se il primo rilevante livello di supporto si colloca sui 20500. Il ritracciamento delle ultime sedute non ha quindi ancora compromesso alcun livello significativo e, considerata la portata e la persistenza della tendenza rialzista in atto, potrebbe essere considerato una fisiologica correzione tecnica, potenzialmente legata al fatto che la soglia dei 21200 punti potrebbe essere considerata un'area target per gli operatori dell'ultimo bimestre. L'apertura positiva della seduta odierna rappresenta un ulteriore elemento che fa ben sperare in un nuovo allungo: il terzo test dei 21200 punti potrebbe essere vicino, ma è consigliabile, per gli interessati ad aprire posizioni long, attendere una decisa violazione dell'area resistenziale, poiché il doppio massimo in area 21200 potrebbe anticipare un'inversione di tendenza, ipotesi che peraltro diventerebbe ancora più plausibile nel caso si generasse anche un triplo massimo. L'eventuale perdita dei 20000 punti comprometterebbe il quadro, che non potrebbe più dirsi positivo. Al momento, preso atto anche dell'assenza di segnali particolari da parte del RSI e di altri principali oscillatori, l'impostazione dell'indice rimane long, rendendo possibile la ripresa del mercato toro nel brevissimo termine, inteso come un paio di sedute. Qual è il suo giudizio su due temi bancari come Banca Popolare di Milano e Banco Popolare? Consiglierebbe di acquistare questi due titoli sui livelli attuali? Strategie su due bancari Banca Popolare di Milano mostra una tendenza al rialzo valida dal minimo di inizio febbraio e guidata da una trendline passante per i 0.62. L'allungo ha rivestito particolare importanza in quanto, raggiungendo area 0.70 euro, ha permesso al titolo di violare in modo rilevante l'importante resistenza statica di lungo periodo a quota 0.62. La correzione delle ultime sedute ha riportato i corsi in area 0.65 ma non è riuscita a negare l'impostazione long del titolo che resterebbe valida fino alla perdita dei 0.62, livello cruciale in quanto area di transito sia della trendline di breve che del primo supporto statico. Dal punto di vista tecnico, per investire sul titolo bancario sarebbe appropriato attendere un eventuale rimbalzo su tale livello, eventualità resa probabile dagli oscillatori in persistente ipercomprato che suggerirebbe il proseguimento della correzione almeno fino al primo significativo supporto. Per quanto riguarda Banco Popolare, la straordinaria performance dell'ultimo mese e mezzo pare essersi esaurita: recuperati i livelli di metà gennaio (antecedenti alle vicende di cronaca legate ai prestiti deteriorati che avevano provocato un crollo verticale attorno al 50% dei corsi) il titolo ha congestionando poco sopra i 17 euro, testando ripetutamente la resistenza a quota 18 euro, per poi scivolare in area 16 euro. Vista la prossimità con la resistenza di lungo periodo a quota 17 euro, che non può dirsi negata in modo significativo, per impostare operazioni di acquisto attenderei la decisa violazione dei 18 euro. Alla luce delle attuali quotazioni del petrolio, consiglierebbe di puntare su due titoli del settore oil quali ENI e Saipem? Quali sono i livelli da seguire ora per questi due temi? Due petroliferi sotto la lente Sia Eni che Saipem presentano un andamento neutrale nel medio periodo, ed è evidente un'elevata correlazione tra i due titoli. Per quanto riguarda Eni, il primo livello d'ingresso significativo per strategie di acquisto si colloca poco sopra i 18 euro mentre il secondo in area 18.50 euro, ma ritengo possibili correzioni prima sui 17 euro e successivamente in area 16.20. Saipem sta mostrando, nell'ultimo trimestre, una riduzione della volatilità e pare tenda a convergere verso i valori centrali del trading range 15-19 euro: da diverse settimane congestiona in area 17 euro. Con gli oscillatori che non vengono in nostro aiuto, per impostare strategie sul titolo attenderei il crossing dei citati livelli di supporto e resistenza. Come valuta l'attuale impostazione di Fiat? Ritiene che il titolo possa riportarsi nel breve al di sopra di quota 8 euro? Focus su Fiat Per la casa automobilistica "torinese" l'outlook è senz'altro positivo. Il trend fortemente rialzista che accompagna la multinazionale da inizio anno ha portato le quotazioni a violare debolmente gli 8 euro, livello di importanza fondamentale: rappresenta infatti una resistenza valida da circa sei anni, che già nel 2011 aveva respinto efficacemente i prezzi. Un rallentamento in corrispondenza di tale livello è da considerarsi naturale, e per il momento non è riuscito ad inficiare il trend in atto. La tenuta del supporto dinamico ora a 7.75 potrebbe dare lo slancio sufficiente a superare gli 8 euro nelle prossime sedute ed avrebbe spazio fino a i massimi di periodo in area 8.25 euro. Fonte: News Trend Online
 
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25/03/2014 17:44
Quando si investe è tutta una questione di prezzo. Siamo sicuri?
Rossana Prezioso
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La prima cosa che un investitore a lungo termine dovrebbe cercare non è un affare, ma una grande azienda, quelle che hanno pubblico, che hanno un nome, che hanno flussi di cassa stabili, che hanno i famosi fossati che tanto ama Buffett, ovvero quelle caratteristiche particolari che solo loro possono offrire e che solo loro possono vantare come punto di forza che li distingue dai competitor. Dal punto di vista quantitativo , queste aziende hanno elevati rendimenti e basso indebitamento. Solo una volta trovate queste caratteristiche nel titolo allora è il caso di puntare al prezzo. E mercanteggiare se è il caso. Anche perchè il prezzo è quello che si paga, il valore è quello che si ottiene e perciò non esistono parametri fissi per regolare la questione. In primo luogo , il prezzo da "affare" che si crede di aver "estorto"potrebbe presto non rivelarsi poi così conveniente perchè, parlando sempre per proverbi, chi più spende meno spende e non è detto che il valore che torna indietro equivalga a un affare. Infatti qualsiasi vantaggio iniziale potrà essere eroso da un elemento negativo come il basso rendimento della società, oppure, nel caso dei dividendi, l'investimento in una società che ne offre di allettanti (troppo) e che sono arrivati improvvisamente dal nulla potrebbe svanire facilmente. Chi investe sul lungo termine deve vedere il fattore tempo come un suo amico e non come una zavorra, cosa che invece costituirebbe un intralcio, rendendo tutta l'operazione una semplice mediocrità di chi non ha fiducia in ciò che fa o, peggio ancora, non ha le idee chiare e la sicurezza necessaria. Il nostro obiettivo è quello di trovare un business eccezionale ad un prezzo ragionevole, non un business mediocre ad un prezzo speciale. Vi ricorda qualcuno? ( Va notato che il presidente, sempre uno studio rapido , necessari solo 20 anni per riconoscere quanto fosse importante per acquistare buoni imprese . Nel frattempo , ho cercato per " affari " - e ha avuto la sfortuna di trovare un po ' . ) Nel momento in cui si compra a basso prezzo (intendendo con questo un prezzo stranamente basso rispetto a competitor, valore effettivo e potenzialità) c'è sempre un rischio dietro l'angolo e quando si parla di rischio si parla di monitorare, controllare e sorvegliare, tutte cose che un investitore a lungo termine non fa e non deve fare. Fonte: News Trend Online
Fonte: News Trend-online
 
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25/03/2014 17:58
Weidmann si trasforma in colomba, euro debole
IG
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Nelle ultime sessioni il cambio euro/dollaro sembra muoversi di più sulle parole dei governatori delle banche centrali che sull'annuncio delle cifre macroeconomiche. L'euro non aveva particolarmente perso terreno, infatti, sull'annuncio dei dati PMI della Germania di ieri e sull'indice IFO odierno. L'indice IFO sul clima di fiducia delle imprese si è attestato a marzo a 110,7, lievemente inferiore alle attese del consensus (110,9). Contrastati i sotto-indici. Bene l'indice sulle condizioni attuali (115,2 vs aspettative a 114,5), deludente invece quello sulle prospettive future (106,4 vs stime a 107,7). Come dicevamo in precedenza sono state le dichiarazioni dei governatori delle banche centrali a muovere il cambio. Settimana scorsa il governatore della FED, Janet Yellen, ha deciso di togliersi il travestimento da "colomba" e diventare "falco" aumentando le attese su un possibile rialzo dei tassi d'intesse negli Stati Uniti nel secondo trimestre 2015 (ben prima del previsto). Oggi è stato il turno del conservatore Jens Weidmann, numero uno della Buba (Bundesbank) che ha dichiarato che l'apprezzamento del cambio euro/dollaro potrebbe avere un impatto importante sull'andamento dei prezzi al consumo (rischio deflazione). Weidmann ha inoltre aggiunto che un possibile intervento di QE non sia del tutto da escludere. Abbastanza sorprendente che il membro più rigoroso del Consiglio Direttivo della BCE possa aprire le porte a strategie monetarie accomodanti. Anche il governatore della Banca Centrale della Slovenia, Jozef Makuch, ha espresso i propri timori su un aumento dei rischi di deflazione. Oggi c'e' stato un dato che fa capire come l'andamento dei prezzi al consumo deve essere tenuto sotto controllo molto attentamente. In Spagna i prezzi alla produzione sono scesi del 2,9% su base annuale a febbraio, peggior calo da ottobre 2009. E spesso il PPI anticipa l'andamento del CPI. Restano quindi molto elevati i rischi di deflazione soprattutto per i paesi dell'Europa periferica. Riteniamo tuttavia che le parole e le dichiarazioni delle autorità finanziarie possano avere solo effetti temporanei se non accompagnate da misure. Nel prossimo meeting della BCE del 3 aprile i membri del Governing Council dovranno intervenire per ridurre i rischi di deflazione. In giornata ha parlato anche Draghi anche se le sue parole non hanno portato particolari novità. Il numero uno dell'istituto di Francoforte ha ricordato come la BCE sia pronta a utilizzare tutte le proprie armi a disposizione in caso di cambiamento delle aspettative di medio/lungo termine sull'inflazione. Sui mercati emergenti si è apprezzato molto il rublo russo nonostante le tensioni sulla crisi Ucraina/Crimea rimangono ancora elevate. Stesso discorso anche per la lira turca che ha mostrato un rialzo sia contro dollaro che contro euro. Anche per la valuta di Istanbul manteniamo la nostra visione ribassista sul medio periodo. EUR/USD Dal punto di vista tecnico il cedimento del sostegno a 1,3825 ha gettato le basi per una possibile flessione fino a 1,3750, fondamentale supporto di breve periodo. L'eventuale rottura anche del suddetto livello darebbe, infatti, forza alle pressioni ribassiste per spingere il cross verso 1,3720 e 1,3665, rispettivamente 50% e 61,8% del ritracciamento di Fibonacci del rialzo dai minimi di inizio febbraio. Segnali postivi giungeranno, invece, solamente con una vittoria al di sopra di 1,3850 preludio a una probabile ascesa in direzione di 1,39 e 1,3965. STRATEGIA OPERATIVA LONG sopra 1,3850 con primo target a 1,3875, 1,39 e 1,3965. SHORT sotto 1,3750 con obiettivi a 1,3720 e 1,3665. Sotto 1,3665 target a 1,3475. FILIPPO A. DIODOVICH Market Strategist Autore: IG Fonte: News Trend Online
 

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