Idee e grafici. - Cap. 2

ok
a questo punto credo manchi ancora una randellata short
sia per SP500 che avendo forato 819 , credo non potrà farne a meno di forare
anche 800 e inoltre il sentiment degli yankee è arrivato al livello
base, cioè 20.
Potrebbe scendere ancora, ma ormai è stretto .
 
La soluzione ideale per gestire il rischio e salvare il capitale

Continua il crollo sui mercati e a quanto pare sembra proprio che continuerà per qualche tempo. Intanto meglio premunirsi di elasticità mentale e iniziare a capire che il portafoglio dev'essere riadattato a nuove esigenze. Quali? Ce lo spiega Stefano Masa Responsabile editoriale Centro Studi e Ricerche Varini Publishing

Rossana Prezioso 7 ore fa

Continua il crollo sui mercati e a quanto pare sembra proprio che continuerà per qualche tempo. Intanto meglio premunirsi di elasticità mentale e iniziare a capire che il portafoglio dev'essere riadattato a nuove esigenze. Quali? Ce lo spiega Stefano Masa Responsabile editoriale Centro Studi e Ricerche Varini Publishing

1) Il piccolo investitore spesso deve subire il mercato perchè non può gestirlo. Ma in caso di acque agitate qual'è la migliore strategia da adottare per ridurre il rischio?

Fondamentale per l’investitore un continuo aggiornamento dei suoi investimenti: suggerisco almeno un monitoraggio settimanale. Questo presidio, che per alcuni può apparire come troppo impegnativo, lo ritengo indispensabile a causa dell’elevata volatilità e correlazione tra le varie asset class. In precedenza non era così ma i tempi sono cambiati. Pertanto la prima strategia da adottare a tutela del proprio patrimonio è quella di carattere informativo e la parola d’ordine è: aggiornarsi. Avendo ben chiaro il focus sulle dinamiche che governano i mercati, l’investitore a questo punto potrà favorire anche scelte di natura tattica attraverso disinvestimenti e/o parziali alleggerimenti a favore di componenti prive di rischio quali la liquidità o strumenti finanziari ad essa riconducibili. È consigliabile comunque utilizzare strumenti finanziari che garantiscono liquidabilità dell’investimento senza alcun vincolo di durata anche se attualmente i rendimenti sono poco significativi. Scontato ricordare che è meglio avere un magro rendimento piuttosto che una perdita.

2) Proteggere il capitale: la composizione del portafoglio ideale
Da analisi effettuate nel corso degli ultimi anni sui principali benchmark internazionali (sia equity che bond) e tenuto conto di varie combinazioni di orizzonti temporali, è consigliabile una composizione di portafoglio che non eccede il 25% in componente azionaria. Oltre questa soglia, l’eventuale peso superiore dell’asset class azionaria contribuirebbe ad avere – in caso di andamento negativo dei mercati azionari – una performance attribution negativa difficilmente recuperabile nel corso degli anni successivi (2/3 anni). È bene pertanto rimanere entro la percentuale indicata. Consigliabile inoltre immunizzare il proprio portafoglio attraverso un’adeguata copertura valutaria.

3) In un suo intervento Lei ha dichiarato "Ma perché nel nostro Paese non si può parlare del presente anziché ancorarci all’ormai trascorso passato o addirittura all’utopico futuro?". Una dichiarazione forte: l'Italia ha ancora speranze?

Il nostro Paese ha sempre dimostrato orgoglio ed un orientamento al risultato nelle situazioni più complesse e drammatiche della sua storia. L’attuale scenario politico e le novità che ad esso sono e saranno riconducibili potrebbero far ben sperare. Ma mi permetta di sostenere la tesi secondo la quale “di politica e politichese nè si vive né si mangia” e quindi solo i numeri possono e potranno confermare un futuro stato di reale ottimismo. Da inizio anno e rispetto al “lontano” 2011 abbiamo assistito a primi importanti segnali di crescita solo dal punto di vista economico. Resta ancora un’incognita – la più importante – sul fronte occupazionale; storicamente l’evoluzione di quest’ultima si muove più lentamente ed in ritardo rispetto ai principali market movers di ogni singolo paese ma da alcune evidenze statistiche ed elaborati previsionali in nostro possesso posso già espormi anticipando che ci potrebbero essere alcune positive sorprese sul fronte del tasso di disoccupazione. Detto questo, personalmente ritengo che il futuro del nostro Paese Italia non mi ispira speranze ma solo certezze di miglioramento.
 
Toro seduto
Giovanni Lapidari

venerdì 11 aprile 2014
I verbali accomodanti del Fomc avevano lasciato ben sperare sui destini dei principali mercati azionari, alle prese con l’inizio di una stagionalità di norma mai positiva e un po’ “appesi” vicino ai recenti massimi, sia pure con andamenti non analoghi (il Nasdaq aveva già corretto sensibilmente) e con alcuni segnali di stanchezza e divergenza di prezzi/indicatori.

La seduta da incubo di ieri sera, con un Nasdaq in performance negativa per oltre il 3% e forti volumi di vendite, non lascia ben sperare per la stagione delle trimestrali appena iniziata. Non escludendo la possibilità di un rimbalzo, alcuni segnali tecnici (e non solo) ci fanno pensare che la fase correttiva possa non avere esaurito la sua spinta.

Cosa non va

Fed : riteniamo che ai mercati questa nuova Fed by Yellen non piaccia. Non piace questo oscillare fra allarmi sul rialzo dei tassi e verbali poi accomodanti. Si ha la sensazione che non abbiano le idee chiare.
Bce: qui continua la commedia dei dico non dico. Stretta fra le regole del suo mandato e il bisogno di rassicurare le economie europee, la Bce non prende posizione sul troppo chiacchierato QE. Pare una misura un po’ troppo all’amatriciana ed è possibile che ieri le borse abbiano recepito con molta perplessità gli allarmi lanciati dal membro portoghese Constancio sulla necessità di fare presto per il rilancio dell’economia del nostro continente, strangolata da tutti questi vincoli sui parteggi di bilancio che non hanno sortito altro effetto che far risalire il cambio euro dollaro a livelli non più sostenibili
Cina: non tira più, e di certo l’euro forte non aiuta.
Trimestrali : i Ceo delle principali aziende, anche per fattori stagionali, faranno uscire probabilmente molti profit warning. Quali migliori occasioni per far calare i prezzi, ricomprare successivamente azioni proprie a condizioni più favorevoli, rimandando ai prossimi trimestri la sfida di conseguire buoni utili, salvando così poltrone, dividendi e stock option.
Volatilità: il Vix sta risalendo. Non siamo ancora a livelli preoccupanti. Però non scende più sotto 14, e questo è un segnale. Vedi grafico.




Oro: è di nuovo in riaccumulo, e se conserverà - in chiusura di settimana/inizio della prossima – il supporto di 1310, pare destinato a un allungo che in parte può essere finanziato da cash in uscita dai listini.
Settori: il listino italiano è stanco, ieri abbiamo visto prese di profitto sui temi più speculativi (banche). I prossimi aumenti di capitale, e l’esame europeo sui ratios, potrebbero farsi sentire.
Divergenze prezzi indicatori: il nostro strumento di Sentiment segnala da qualche settimana una fatica sui massimi realizzati da metà gennaio in poi. Potremmo scendere ancora di qualche punto percentuale. Non sarà inversione (al momento non pare) ma i grafici si potrebbero ancora imbruttire di più.
Pertanto, la correzione può ancora proseguire, non escludendo che si possa anche nel suo cammino assistere a dei rimbalzi, che però devono essere gestiti per alleggerirsi sull’azionario, almeno nel breve. L’obbligazionario peraltro è caro, e quindi meglio stare più liquidi.

Livelli di supporto da seguire

Sp500 : 1800 – 1780 sono supporti significativi

Dax 9310-9250

FtseMib 20900 – 20650 -20500

Suggerimenti: diminuire la leva, dimezzando le size per ogni punto di Vix sopra il livello di 16.

Un famoso detto di borsa dice che “le probabilità che il titolo crolli sono direttamente proporzionali ai soldi investiti”.
 
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Toro seduto
Giovanni Lapidari

venerdì 11 aprile 2014
I verbali accomodanti del Fomc avevano lasciato ben sperare sui destini dei principali mercati azionari, alle prese con l’inizio di una stagionalità di norma mai positiva e un po’ “appesi” vicino ai recenti massimi, sia pure con andamenti non analoghi (il Nasdaq aveva già corretto sensibilmente) e con alcuni segnali di stanchezza e divergenza di prezzi/indicatori.

La seduta da incubo di ieri sera, con un Nasdaq in performance negativa per oltre il 3% e forti volumi di vendite, non lascia ben sperare per la stagione delle trimestrali appena iniziata. Non escludendo la possibilità di un rimbalzo, alcuni segnali tecnici (e non solo) ci fanno pensare che la fase correttiva possa non avere esaurito la sua spinta.

Cosa non va

Fed : riteniamo che ai mercati questa nuova Fed by Yellen non piaccia. Non piace questo oscillare fra allarmi sul rialzo dei tassi e verbali poi accomodanti. Si ha la sensazione che non abbiano le idee chiare.
Bce: qui continua la commedia dei dico non dico. Stretta fra le regole del suo mandato e il bisogno di rassicurare le economie europee, la Bce non prende posizione sul troppo chiacchierato QE. Pare una misura un po’ troppo all’amatriciana ed è possibile che ieri le borse abbiano recepito con molta perplessità gli allarmi lanciati dal membro portoghese Constancio sulla necessità di fare presto per il rilancio dell’economia del nostro continente, strangolata da tutti questi vincoli sui parteggi di bilancio che non hanno sortito altro effetto che far risalire il cambio euro dollaro a livelli non più sostenibili
Cina: non tira più, e di certo l’euro forte non aiuta.
Trimestrali : i Ceo delle principali aziende, anche per fattori stagionali, faranno uscire probabilmente molti profit warning. Quali migliori occasioni per far calare i prezzi, ricomprare successivamente azioni proprie a condizioni più favorevoli, rimandando ai prossimi trimestri la sfida di conseguire buoni utili, salvando così poltrone, dividendi e stock option.
Volatilità: il Vix sta risalendo. Non siamo ancora a livelli preoccupanti. Però non scende più sotto 14, e questo è un segnale. Vedi grafico.




Oro: è di nuovo in riaccumulo, e se conserverà - in chiusura di settimana/inizio della prossima – il supporto di 1310, pare destinato a un allungo che in parte può essere finanziato da cash in uscita dai listini.
Settori: il listino italiano è stanco, ieri abbiamo visto prese di profitto sui temi più speculativi (banche). I prossimi aumenti di capitale, e l’esame europeo sui ratios, potrebbero farsi sentire.
Divergenze prezzi indicatori: il nostro strumento di Sentiment segnala da qualche settimana una fatica sui massimi realizzati da metà gennaio in poi. Potremmo scendere ancora di qualche punto percentuale. Non sarà inversione (al momento non pare) ma i grafici si potrebbero ancora imbruttire di più.
Pertanto, la correzione può ancora proseguire, non escludendo che si possa anche nel suo cammino assistere a dei rimbalzi, che però devono essere gestiti per alleggerirsi sull’azionario, almeno nel breve. L’obbligazionario peraltro è caro, e quindi meglio stare più liquidi.

Livelli di supporto da seguire

Sp500 : 1800 – 1780 sono supporti significativi

Dax 9310-9250

FtseMib 20900 – 20650 -20500

Suggerimenti: diminuire la leva, dimezzando le size per ogni punto di Vix sopra il livello di 16.

Un famoso detto di borsa dice che “le probabilità che il titolo crolli sono direttamente proporzionali ai soldi investiti”.


Molto interessante ..semplice ma conciso :bow::bow::bow::clap::clap::clap:
 
Guardavo il DAX
ha lasciato un bel gap aperto.
Una sua abitudine far gap.
Spesso li chiude, ma sotto ne ha pure lasciati aperti
e più di uno, anche più bassi fuori del grafico.
Quello di ieri è bello grosso.
 
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