Idee e grafici. - Cap. 2 (9 lettori)

dondiego49

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ora anche la Kairi su valore negativo oltre le paline :cussing2:
 

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ciao Don
non funziona in automatico per ogni messaggio, ma a tempo.
Credo si aggiorni da solo ogni 3 minuti, se poi nella casella
ti da nuovi messaggi lo aggiorni manualmente.
Saluti
 

gio.bar

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Scheda Italia
L’Italia si conferma fanalino di coda in Europa per carico fiscale (Total Tax Rate) secondo il rapporto Paying Taxes 2014 di Banca Mondiale, IFC e PwC:
• Al 138° posto su 189 Paesi interessati dall’indagine nel mondo;
• Ultima in classifica in Europa per indice di carico fiscale complessivo (Total Tax Rate);
• Il tempo dedicato al fisco è in media 269 ore all’anno per azienda, stabile sul 2012;
• Un’azienda europea impiega in media 179 ore l’anno per gli adempimenti fiscali.
Il Rapporto Paying Taxes 2014, diffuso oggi a Mosca dalla Banca Mondiale, IFC e PwC, esamina i costi per imposte e tasse in capo a un’impresa e il connesso carico amministrativo per versamenti d’imposta e adempimenti vari.
Entrambi i fattori sono importanti per le aziende e vengono misurati di anno in anno sulla base di tre indicatori: il Total Tax Rate (carico fiscale complessivo), il tempo necessario per gli adempimenti relativi alle principali tipologie d’imposta e di contributi (imposte sui redditi, imposte sul lavoro e contributi obbligatori, imposte sui consumi) e il numero di versamenti effettuati.
L’Italia si posiziona al 138° posto nella classifica generale che combina i tre indicatori, stilata su base mondiale prendendo in esame 189 economie, e perde alcune posizioni rispetto al 131° posto dello scorso anno.
Per gli adempimenti fiscali in Italia le società impiegano 269 ore all’anno contro le 179 ore impiegate in media da un’impresa europea e le 268 ore l’anno della media mondiale.
In Italia le imprese effettuano 15 pagamenti contro i 13,1 europei e i 26,7 richiesti mediamente a livello globale.
Il carico fiscale complessivo nel nostro Paese si conferma il più alto d’Europa, pari al 65,8% dei profitti commerciali, in miglioramento rispetto al 2012 (68,3%) contro una media EU&EFTA scesa a 41,1% dal 42,6% del 2012 e una media mondiale del 43,1%, in miglioramento rispetto al 44,7% dello scorso anno.
A breve distanza dall’Italia si posiziona la Francia con un indice di Total Tax rate di 64,7%, seguita dalla Spagna (58,6%). Tra i primi 10 Paesi al di sopra della media europea per TTR troviamo anche il Belgio (57,5%), l’Austria (52,4%), la Svezia (52%), l’Ungheria (49,7%), la Germania (49,4%), l’Estonia (49.4%) e la Repubblica Ceca (48,1%).

:mmmm::mumble::mumble:
 

dondiego49

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questo e sempre in laterale se non cambia non si muove niente ,facile che scarica e continua UP :sbonk:
 

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dondiego49

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Diego Della Valle contro Sergio Marchionne: "Furbetto cosmopolita, dove le paghi le tasse?"
08 settembre 2014
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Diego Della Valle e Sergio Marchionne
Un po' di Fiat, parecchio Luca Cordero di Montezemolo, molta Ferrari e molto, moltissimo Sergio Marchionne. Un mix perfetto di "italianità", un mix esplosivo che innesca il detonatore di Diego Della Valle, che quando ci sono questi ingredienti in ballo - e soprattutto l'"ingrediente" Marchionne - non riesce a sottrarsi alla polemica. Ed esplode.

"Solo annunci" - Il patron di Tod's, nel merito, replica alle affermazioni rilasciate dall'ad di Fiat-Chrysler Automobiles (Fca) al forum di Cernobbio, quelle frasi che nei fatti, tra l'altro, hanno sancito la fine dell'era-Montezemolo in Ferrari. "Sono dieci anni che Marchionne fa annunci e promesse a vuoto agli italiani e ai suoi dipendenti - attacca Della Valle -, facendo invece sempre e solo i fatti suoi e dei suoi compari". E ancora: "Di persone come Marchionne, gli italiani che vivono una crisi tremenda, ne fanno volentieri a meno. Speriamo che lo capisca anche lui e non salga più in cattedra per dare insegnamenti non richiesti".

Delocalizzazioni - Ripetendo un copione già recitato in passato, Della Valle insiste affermando che l'Italia "è piena di imprenditori seri, grandi e piccoli, che amano i loro prodotti e che sono veramente orgogliosi di essere italiani e lo dimostrano tutti i giorni con i fatti. Occupiamoci di loro che se lo meritano veramente". Parole, quelle di Della Valle, che strizzano inequivocabilmente l'occhio a quelle attribuite dal Corriere della Sera a Montezmolo (e non smentite), in cui il presidente Ferrari afferma che il Cavallino "è ormai americano", accusando neppur troppo velatamente la gestione dell'alto imposta da Marchionne. Così il patron di Tod's rincara: "Marchionne che vuole dare lezioni a noi italiani su cosa e come dobbiamo fare per sottolineare il suo orgoglio italiano. E' una cosa vergognosa ed offensiva". Così in una nota, in cui si fa chiaro riferimento - anche - alle passate polemiche per la delocalizzazione de facto della nuova Fiat, passata in parte negli States e in parte ad Amsterdam.

Cosa c'è dietro - Dopo le accuse, Della Valle sfida direttamente il numero uno di Fca: "Se si sente orgoglioso di essere italiano, cominci a pagare le sue tasse personali in Italia dove le pagano i lavoratori Fiat. Noi italiani non dobbiamo permettere a questi furbetti cosmopoliti di prenderci in giro in questo modo, sicuri di farla sempre franca". Parole di fuoco, insomma, e quella definizione - "furbetto cosmopolita" - destinata a riempire pagine e pagine della personalissima storia (tutt'altro che d'amore) tra Della Valle e Marchionne. Una storia di rancori, accuse reciproche, sfottò e potere, dove sullo sfondo resta sempre il controllo di Rcs e quell'eterna guerra tra Fiat e Della Valle per il Corriere della Sera (ai tempi della tecnocrazia montiana, per intendersi, Della Valle si spinse ad invocare l'intervento del Professore e di Napolitano per "regolare" le vicende relative al quotidiano di via Solferino).

di Andrea Tempestini
@anTempestini
 

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