Nell'ultimo tratto di viaggio percorso da questo rally che pare non conoscere soste nemmeno di fronte ai pericoli, puntualmente ignorati, di un'economia a dir poco traballante anche a livello internazionale, tra i protagonisti ci sono anche i cosiddetti titoli junk quelli particolarmente odiati dagli investitori e dagli operatori, ma che nell'euforia di questo periodo hanno preso consistenza permettendo all'indice S&P 500di arrivare in territorio di un nuovo record. I migliori risultati, secondo un'analisi di Bespoke Investment Group, sono stati raggiunti dalle azioni oggetto di vendite allo scoperto, quelle con un valore di mercato più piccolo e - udite udite - con le peggiori valutazioni da parte degli analisti. Come riporta la Cnbc, le 50 aziende con la più piccola capitalizzazione di mercato nell'indice S&P 500, per esempio, hanno sovraperformato il resto del mercato a partire dall'inizio del mese di aprile, con un incremento di quasi l'11%. "Se nel primo trimestre a dare forza al rialzo è stata la sicurezza dei titoli a grande capitalizzazione, adesso a fare da apripista, sono i junk.", ha detto Justin Walters, co-fondatore di Bespoke Investment Group. Quindi un segno inequivocabile che l'andamento del mercato è ormai definitivamente tagliato fuori da quello economico. E una conferma arriva anche dagli addetti ai lavori, secondo cui questo azzardo è stato permesso dalla presenza delle banche centrali e dalla loro accondiscendenza nel portare avanti la politica di allargamento della base monetaria e tagli al costo del denaro. Se ieri la Bank of Japan ha deciso di lasciare invariata la politica monetaria, oggi si attende il discorso di Bernanke sullo stato dell'economia Usa e sulle decisioni riguardanti un'eventuale exit strategy che arriverebbe, secondo molti, già da giugno. Intanto, in attesa, i rendimenti a tasso fisso e anche i titoli con un alto ritorno stanno diventando troppo stretti, cosa che ha permesso un cambio di rotta. Non solo, ma al di là di tutto, un'altra piccola rotazione, in questa infinita serie di ingranaggi finanziari, sta avvenendo in questo ultimo scorcio di rally: dalla Grande rotazione (dai bond alle azioni) alla Graduale rotazione (rallentata nei tempi come Goldman ieri ha sottolineato) adesso si passa ala tipologia. Oltre al cambio dai difensivi ai ciclici (trend che si registra però estremamente lento vista la situazione internazionale che in questo caso pesa molto di più nelle scelte degli investitori), adesso la scelta mira non più verso il classico stock solido nelle fondamenta, ma al puro azzardo finanziario che, a quanto pare, paga. E anche bene. E sempre a proposito di grande rotazione, la preferenza nei confronti dell'azionario è ancora in aumento (+4,3%) con un +10% sul fronte del primo trimestre dell'indice S&P500 rispetto al 2012. La rotazione ha accelerato questo mese, con le scorte in aumento del 4,3 per cento per sollevare il punto di riferimento degli Stati Uniti ben al di sopra della soglia di 1.600. L'S & P 500 ha già aggiunto 6,2 per cento a poco più di metà del secondo trimestre, a fronte di un aumento del 10 per cento nei primi tre mesi dell'anno. Fonte: News
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