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05/06/2013 16:27 Borse europee e Usa tutte in rosso. In serata il Beige Book Davide Pantaleo
Le vendite continuano a dominare la scena sulle Borse che si muovono tutte in territorio negativo, appesantite dai segnali ribassisti che arrivano da Wall Street dove i tre indici principali viaggiano tutti in rosso, con una flessione di circa mezzo punti percentuale. Le indicazioni dal fronte macro non aiutano i mercati dopo che gli ordini alle imprese sono saliti meno del previsto, mentre l'indice ISm servizi ha evidenziato un rialzo maggiore delle attese. A deludere è stato l'aggiornamento relativo alla creazione di nuovi posti di lavoro nel settore privato, pari a 135mila unità rispetto alle 170mila previste, mentre il costo unitario del lavoro è sceso ben oltre le previsioni e la produttività non agricola è salita meno delle aspettative. Si attende ora il Beige Book che sarà diffuso due ore prima della chiusura di Wall Street. Intanto in Europa il Ftse100 lascia sul parterre l'1,85%, seguito dal Cac40 e dal dax30 che scendono rispettivamente dell'1% e dell'1,5%. Decisametne migliore la situazione di Piazza Affari dove il Ftse Mib si muove poco al di sopra dei 17.050 punti, con un calo più contenuto dello 0,35%. Tra le blue chips in controtendenza troviamo Ansaldo STS che sale del 2,17% e riesce a fare bene anche Finmeccanica che guadagna l'1,14%. Tra gli industriali in luce verde troviamo anche Fiat Auto e Fiat industrial che salgono entrambi di quasi l'1%. Nel settore bancario si salvano dalle vendite Monte Paschi con un progresso dell'1,65% e Unicredit che sale dello 0,56%, mentre Ubi banca e Mediobanca si presentano appena sotto i valori del close di ieri, lasciando più indietro Intesa Sanpaolo e Banco Popolare che perdono poco più dell'1%, ma la peggiore performance è quella di Banca Popolare dell'Emilia Romagna e di Banca Popolare di Milano che viaggiano in rosso di circa due punti percentuali. A due velocità i titoli del risparmio gestito con Azimut in rialzo dell'1%, diversamente da Mediolanum che accusa un ribasso dell'1,8%. Sopra la parità STM con un frazionale rialzo dello 0,2% e riesce a fare ancora meglio Telecom Italia che rimbalza dello 0,78% dopo gli ultimi scossoni al ribasso. Fonte: News Trend Online
05/06/2013 17:00 Crolla il credito bancario alle imprese: persi 44 miliardi mercati24.com
Per capire a che punto è la crisi dobbiamo partire dal dato che Standard & Poor's ha pubblicato oggi: nel 2012 le banche italiane hanno erogato 44 miliardi di euro in meno di prestiti alle imprese. Una situazione drammatica che ha avuto effetti devastanti e che si va ancor più intensificando nel 2013. Una situazione a cui le grandi e medie imprese hanno risposto facendo ricorso all'emissione di bond. Ma le piccole e micro imprese hanno potuto fare solo una cosa: chiudere. Ecco perché la disoccupazione è ai massimi storici. Ci sono micro imprese che hanno sempre rispettato le scadenze di pagamento che si vedono arrivare la telefonata del direttore di banca che, senza un particolare motivo, chiede di rientrare dal fido, entro un mese. Qualche volta l'imprenditore riesce, grazie a sacrifici personali, a tenere aperta l'azienda. Altre volte è costretto a chiudere e così il numero di disoccupati italiani sale ancora. Le banche si giustificano con la crisi, con il fatto che le aziende non hanno prospettive. Il fatto è che stanno togliendo l'aria anche ad aziende sane, non in perdita. Perché è giusto che le aziende decotte chiudano, l'effetto positivo delle crisi sta nella pulizia del panorama economico. Ma che a chiudere siano anche le aziende sane non è accettabile. La realtà è che le banche italiane stanno viaggiando sul filo del rasoio: i bilanci sono apparentemente accettabili, ma se si andasse a scavare si troverebbero molte cose interessanti. Il management lo sa e cerca di correre ai ripari, con una forte politica di deleveraging. E' una corsa contro il tempo: i crediti in sofferenza mascherati, le partecipazioni valutate 3 o 4 volte il valore corrente in borsa, i derivati esotici sottoscritti dietro il pagamento di tangenti, sono più o meno distribuite tra tutti gli istituti bancari. Insomma, quello che è successo al Monte dei Paschi potrebbe succedere anche a più di un'altra banca italiana. Le banche forse stanno facendo qualcosa per salvarsi, stanno aprofittando della politica conciliante della BCE ma sanno bene che si profila una nuvola nerissima all'orizzonte: lo scoppio della bolla immobiliare. Perché tutte le bolle scoppiano, prima o poi. Fino ad oggi l'immobiliare in Italia ha avuto un calo limitato e controllato, normale amministrazione. Ma cosa succederà quando ci saranno i crolli nei prezzi? Sarà il disastro. E alle imprese arriveranno ancora meno soldi, avvitando l'economia su se stessa in un circolo vizioso. Una possibile soluzione potrebbe essere l'equity crowdfunding, cioè la possibilità per le imprese di rivolgersi direttamente al pubblico per ottenere capitale. In questo modo si potrebbero risolvere i problemi delle aziende sane e si potrebbe rimettere in moto l'economia. Peccato che sia le normative sia il regolamento attuativo della CONSOB siano demenziali. Di fatto, per come è stato strutturato, l'equity crowfunding sarà utilizzato da 3 o 4 ragazzini che proveranno per gioco a fare gli imprenditori e da una pletora di truffatori italici. La gente seria non sarà messa in condizione di utilizzare lo strumento. Non dobbiamo meravigliarci in fondo che la crisi durerà ancora tanti, tanti anni. Autore: mercati24.com Fonte: News Trend Online