Idee e grafici. - Cap. 2

Un errore di PayPal accredita 92 quadrilioni di dollari a un account

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Scritto da: Rosario - mercoledì 17 luglio 2013









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Un bilancio di 92.233.720.368.547.800$ su PayPal. A chi non piacerebbe?

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Aprire il proprio account PayPal e ritrovarsi come per magia a essere l’uomo più ricco del mondo. È quanto successo a tale Chris Reynolds della Contea di Delaware, che dopo aver effettuato il login sulla piattaforma di pagamento si è ritrovato 92 quadrilioni di dollari sul proprio conto, saltando immediatamente in testa a Carlos Slim e a tutto il resto della classifica di Forbes. Naturalmente, i 92.233.720.368.547.800$ riportati sull’account di Reynolds sono stati causati da un errore nel sistema, immediatamente rientrato. Incredulo dell’accaduto, il buon Chris ha infatti effettuato il logout dalla piattaforma per poi entrare nuovamente, ritrovandosi davanti al reale quantitativo di soldi presenti sul suo account PayPal: 0$.
L’episodio è comunque servito al cinquantaseienne Reynolds per donare 30$ in beneficenza, evidentemente ancora sotto lo shockante effetto dell’incredulità di avere appena accumulato una fortuna imprevista. Del resto, ritrovarsi di fronte a una schermata del genere avrebbe probabilmente fatto quantomeno venire un po’ di sudorazione eccessiva a chiunque.
Rientrando in termini più seri, PayPal nel frattempo non ha ancora chiarito la causa dell’incredibile errore, trincerandosi almeno per ora dietro le parole di una portavoce, secondo cui la società non fornisce informazioni legate ai singoli account per ragioni di privacy, aggiungendo che è attualmente in corso una verifica sull’accaduto.
 
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18/07/2013 11:56
Acquisti su Fonsai
Financial Trend Analysis
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Tonica Fonsai, che al momento guadagna il 2,51% a 1,468 euro. Il titolo beneficia delle indiscrezioni in merito ad una possibile Opa obbligatoria a cascata di Unipol e Mediobanca, in conseguenza dell'arresto della famiglia Ligresti. Una decisione dovuta soprattutto all'andamento dell'inchiesta portata avanti dalla Procura di Milano sull'ormai famoso "papello", il documento siglato dall'AD di Piazzetta Cuccia Alberto Nagel, nel quale erano evidenti le concessioni fatte alla famiglia Ligresti in cambio dell'appoggio al passaggio di controllo a Unipol. Un documento a cui il manager aveva sempre sostenuto di aver solo firmato per presa visione. (EP) Autore: Financial Trend Analysis Fonte: News Trend Online
 
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18/07/2013 12:11
Fed, Europa e Italia: commenti, previsioni e strategie di IG
Rossana Prezioso


Bernanke ha specificato, nella sua ultima audizione alla Camera, che il tapering annunciato non avrà scadenze fisse ma arriverà solo dopo monitoraggio dei dati macro. E il Beige Book, pubblicato ieri sera, è uno di questi. I mercati, e con loro gli operatori, dovranno allora restare con il fiato sospeso di volta in volta? E soprattutto quali conseguenze tutto ciò avrà, oltre quelle che sta già avendo, sul resto d'Europa e in primis, sull'Italia? Lo abbiamo chiesto a Vincenzo Longo market strategist di IG. 1) Audizione di Bernanke alla Camera, pubblicazione del Beige Book. Ma i mercati sono rimasti tiepidi. Come mai? La reazione dei mercati è stata più contenuta rispetto alla volta scorsa in quanto gran parte di ciò che è stato detto era una conferma di cose già presenti nelle sue dichiarazioni delle settimane scorse o nelle minute della Fomc. Sostanzialmente il percorso del tapering sarà monitorato dai dati macro provenienti dall'economia, aspetto che incrementerà l'attenzione degli operatori sui report che verranno rilasciati di volta in volta. Operatori che interpreteranno questi dati come un potenziale ritiro anticipato della Fed, in caso di dati positivi, e di continuazione delle operazioni di stimolo economico, in caso di dati negativi. E tra i dati macro troviamo anche il Beige Book, pubblicato ieri sera (il report che illustra lo stato dell'economia statunitense N.d.R) che non è stato particolarmente ottimista dato che il mercato aveva aspettative diverse, più ottimiste. Un Beige Book che ha richiamato alla cautela in tutti i distretti sul mercato del lavoro, mentre solo in 1 o 2 c'è addirittura riluttanza ad assumere. Un dato che è stato evidenziato le prospettive rassicuranti di una Fed ultra espansiva ancora a lungo. Nell'economia Usa dipinta dal report, infatti, i settori trainanti restano auto e manifatturiero con consumi rafforzati solo in alcuni distretti, ulteriore conferma di un allontanamento del tapering. La nostra view è che un eventuale tapering che passerà come confermato da Bernanke attraverso i T-bond, potrebbe partire già da settembre-ottobre. Gli appuntamenti cruciali, perciò, restano i prossimi meeting del FOMC del 17-18 settembre e del 29-30 ottobre, durante i quali potrebbe arrivare il tanto atteso annuncio visto che molti esponenti come Dudley e Esther George (rispettivamente presidente Fed Bank of New York e Fed Bank of Kansas City N.d.R) sono convinti del recupero costante dell'economia. All'interno dello stesso Corpo Direttivo si sta verificando un mutamento: attualmente il FOMC è sbilanciato verso le colombe ma a fine gennaio, quando si avrà la rotazione dei membri votanti, si potrebbe vedere un capovolgimento dei fronti con la "vittoria" di quello di Richard Fisher (presidente Fed Bank of Dallas), più restrittivo sulle politiche di stimolo. 2) Molti dati provenienti dall'economia sono positivi, ma non abbastanza da far agire la Fed. Un mix ideale a quanto pare L'economia statunitense di oggi, rispetto a quella di 3 anni fa, è senza dubbio migliorata con alcuni settori tornati a livelli pre-crisi quindi non avrebbe senso portare avanti una politica del genere, caratterizzata da un'enorme investimento economico. Fino ad ora l'unico motivo per cui la Federal Reserve non ha ancora agito sono le contenute aspettative inflattive, spesse ignorate dagli operatori, ma che a differenza del tasso di disoccupazione, potrebbe essere quello che nel breve sarà decisivo. Infatti lo switch arriverà proprio sul tasso di inflazione e sarà quello il vero driver, perciò anche se il tasso di disoccupazione dovesse bloccarsi o comunque non scendere in maniera così forte come previsto dalla Fed stessa, qualora l'inflazione mostrerà segni di accelerazione, la Fed non ci penserà due volte a procedere ugualmente al tapering. Infatti, come detto, molti indicatori del lavoro e dell'immobiliare sono a livelli pre-crisi e avviati verso percorsi di crescita (i prezzi dell'immobiliare sono in rialzo e non solo sul commerciale ma anche sul real estate, gli indici di fiducia in crescita). 3) Spostando l'obiettivo verso l'Europa? Fino ad oggi l'Europa è rimasta in secondo piano, con una crisi solo apparentemente sopita, anche se non risolta. Sulla scia della Fed, il Dax e che il Ftse 100 hanno iniziato a correre e perciò adesso si vorrebbe cercare una sorta di capro espiatorio per giustificare la correzione. Capro espiatorio che è stato identificato nel Portogallo la cui crisi politica, inizialmente giudicata risolvibile entro pochi giorni, si sta prolungando. Il Portogallo, infatti, con i suoi titoli dal rendimento che hanno sfiorato l'8% la scorsa settimana, è l'esempio della sofferenza ancora presente nelle zone periferiche del Vecchio Continente. Si cercherà una soluzione entro il 21 luglio, domenica, data considerata una sorta di deadline. Le prospettive vedono due strade: o un rimpasto di governo per trovare una nuova unità politica per superare il contrasto tra il Partito Socialista contrario alle misure imposte dalla Troika in cambio del prestito da 78 miliardi del maggio 2011, oppure elezioni anticipate, opzione che i mercati preferirebbero evitare proprio perchè oltre a mettere a repentaglio la crescita stessa di Lisbona riaccenderebbe il fronte caldo dei rendimenti e della loro tenuta. Infatti il Portogallo, pur essendo una politica molto piccola è in grado di rinfocolare le tensioni presenti e solo sopite in Europa. La rinegoziazione degli accordi, in stile Grecia (anche lei con nuovi problemi di bilancio e un altro "buco" nei conti da circa dieci miliardi) potrebbe essere una delle tante ipotesi che si prospettano per Lisbona 4) E l'Italia? Anch'essa coinvolta nel pericolo? Purtroppo l'Italia potrebbe andare incontro anche lei ad un ritorno delle tensioni, anche a causa di quelle decisioni cruciali su Imu e Iva che continuano a essere rimandate nonostante gli organismi internazionali ci abbiano più volte consigliato di mantenere tali iniziative per salvaguardare la tenuta dei conti. Infatti in questo caso si rischia di cancellare in breve tempo tutti gli sforzi fatti in passato, compresi anche quelli del governo tecnico di Monti. Infatti, il rischio di fiammate sui titoli di Stato, i primi a pagare le incertezze politiche, rischia di bruciare di fatto in poche settimane, se non giorni, tutto ciò che è stato fatto fino ad ora. Perciò a fronte di un'estate potenzialmente calma, ci aspetta un settembre molto delicato con la necessità, da arte del governo, di discutere (e decidere) sui nodi della discordia tra cui l'Imu, quello che sembra essere il più difficile da risolvere. Infatti si tratta di una battaglia politica con il Pdl intenzionato ad abolirla, mentre la sinistra sarebbe maggiormente orientata a una sua riformulazione, magari inquadrata più verso una patrimoniale. 5) E come reagirà Piazza Affari di fronte a un settembre di questo tipo? Prima di tutto c'è da premettere che a settembre, ampliando la prospettiva, ci saranno fattori come il tapering (probabilmente annunciato) e le elezioni tedesche che saranno elementi che impatteranno sui mercati. Per quanto riguarda l'indice milanese, invece, dovrà subire, oltre a queste pressioni, anche quelle derivanti dalle tensioni politiche che si potrebbero verificare proprio in seguito alle decisioni cardine che si presenteranno a settembre e che potrebbero portare a una crisi di governo in caso di forti disaccordi. E qui a pagare pegno saranno sicuramente i titoli bancari, con i rialzi dei rendimenti e non è da escludere un ritorno ai livelli di luglio 2011, anche perchè, a differenza del Portogallo, il peso dell'economia italiana su base europea è ben più forte. Fonte: News Trend Online
Fonte: News Trend-online
 
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18/07/2013 12:05
Mps e il 4%: gli azionisti protestano. La rabbia e l'orgoglio
Rossana Prezioso


L'iniziativa di cancellare il limite del 4% per i possessori di azioni da parte di soggetti estranei alla Fondazione era stata presa con l'intento di aprire la banca a nuovi nomi e a una pluralità di soci. Ma non è piaciuta ai piccoli azionisti che considerano la Banca svenduta agli stranieri (il riferimento è a quel miliardo di euro riservato a nuovi soci che potranno così sperare nella scalata) e "vittima" della speculazione in Borsa. A rimetterci, nella decisione avanzata in assemblea straordinaria, sarà la stessa Fondazione che prima di arrivare a questo aveva tentato di tutto per salvaguardare la sua quota di rappresentanza in seno all'istituto e che adesso potrebbe facilmente venir meno. Il "groviglio armonico", come lo chiamano i senesi, ha subito negli ultimi anni varie scosse che ne hanno decimato sia la credibilità che le finanze, portandolo nel tempo a due ricapitalizzazioni (da d e e cinque miliardi) e a diversi scandali finanziari. Intanto, gusto per restare in tema, all'ordine del giorno dell'assemblea della Banca, anche la posizione di Michele Briamonte, consigliere sospeso dal Cda per insider trading a seguito di pubblicazione di notizie riservate. Anche per motivi come questi il riassetto del quadro azionario dovrà essere sottoposto a un ulteriore controllo da parte dei vertici, stando alle dichiarazioni del sindaco di Siena che vedrebbe di buon occhio una sorta di alleanza tra due o più soci stabili in modo da garantire un muro di protezione contro le scalate delle grandi holding straniere, ormai non più confinate nel 4% del limite appena abolito, limite che denotava anche una visione per Bruxelles molto campanilistica ed estremamente limitativa. Purtroppo le varie figure politiche e amministrative coinvolte nella gestione della Banca, anomalia creata a suo tempo proprio per evitare il predominio di una sola voce, si sta rivelando una realtà difficile da gestire. Ancora di più ora che i piccoli azionisti, e molti sospettano la popolazione della cittadina famosa anche (purtroppo) per il Palio, potrebbero scendere in piazza per manifestare contro l'iniziativa. Infatti nelle strade già troneggiano manifesti contrari alla cancellazione del blocco, che si uniscono ad altre manifestazioni anche di stampo sindacale. Intanto, però, al mercato piace la prospettiva e già alle prime voci di una potenziale cambiamento dello statuto, girate nei giorni scorsi, il titolo aveva fatto registrare rialzi importanti. Da Mediobanca hanno già commentato come positiva l'ipotesi vista la potenziale e rinnovata contendibilità del titolo e uno stimolo ulteriore per la ricapitalizzazione. Fonte: News Trend Online
Fonte: News Trend-online
 
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18/07/2013 12:12
Spread BTP/Bund a 298 punti base
Financial Trend Analysis


Spread BTP/Bund a 298 punti base in tarda mattinata. Il differenziale sconta un rendimento del BTP decennale italiano di riferimento in crescita di un punto base al 4,50 per cento. Il corrispondente Bund tedesco cede invece 2 punti base nel rendimento che si porta all'1,52 per cento. Il bond spagnolo segna un calo del rendimento di un punto base al 4,72% con uno spread sul Bund di 320 bps. La Spagna ha collocato stamane titoli di Stato per oltre 3 miliardi con scadenze al 2016 , al 2018 e al 2023 e rendimenti in calo. Buona anche la domanda. Da segnalare anche il collocamento francese di titoli da 7,98 miliardi di euro con rendimento in calo sulle scadenze al 2015 e al 2018 e rendimento in crescita sulla scadenza al 2017. Il rendimento del decennale francese è in calo di un punto base al 2,19 per cento. (GD) Autore: Financial Trend Analysis Fonte: News Trend Online
 
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Non credo riesca ad arrivare su la freccia in alto ma si vedrà con Usa ,poi lo STOK inizia a essere carico anche se ancora ce posto
 

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18/07/2013 12:40
Enel Green Power: due accordi di lungo termine in Messico per fornitura energia eolica

Enel Green Power, tramite le società controllate Impulsora Nacional de Electricidad e Dominica Energia Limpia, ha raggiunto due accordi di fornitura di energia con Delphi Automotive, azienda leader nella fornitura del settore auto, e con la banca messicana Banamex. I contratti di fornitura a lungo termine, si legge in una nota, hanno un valore complessivo di circa 485 milioni di dollari. L’energia venduta proverrà dal nuovo impianto eolico di Dominica che Enel Green Power, tramite la società Dominica Energia Limpia, inizierà a costruire nei prossimi mesi nello Stato messicano di San Luis Potosí con un investimento previsto di 196 milioni di dollari. "Il nuovo parco eolico avrà una capacità installata di 100 mw e un fattore di producibilità superiore al 30%, evitando l’emissione in atmosfera di 157 mila tonnellate di CO2" precisa la società delle energie rinnovabili. In Messico, Enel Green Power conta attualmente su circa 197 mw di capacità installata, dei quali 144 mw eolici e 53 mw idroelettrici.
Fonte: News Finanza.com
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18/07/2013 13:00
Trimestrali con la bussola
Morningstar



Nella stagione di trimestrali appena iniziata, la geografia sarà un elemento determinante. "Siamo più preoccupati per i risultati che arriveranno dalle aziende che hanno la maggior parte del loro giro d'affari in Europa e in Cina rispetto a quelle che lavorano principalmente con gli Stati Uniti", spiega Heather Brilliant, responsabile della ricerca azionaria globale di Morningstar. "In generale, comunque, rispetto ai trimestri precedenti caratterizzati da alti margini di profitto, ci aspettiamo di vedere una crescita più contenuta dei guadagni". Gli Usa partono bene In attesa che entri nel vivo la stagione delle trimestrali europee, gli operatori si stanno concentrando sui risultati in arrivo dagli Stati Uniti. Un'attenzione imposta anche dal calibro dei nomi. Alcoa, la società considerata uno dei barometri dell'economia mondiale, ha saputo battere le attese del mercato nonostante una perdita in aumento nel secondo trimestre. Nel periodo, il rosso è stato di 119 milioni di dollari contro la perdita di due milioni nello stesso arco temporale l'anno prima. Hanno pesato voci straordinarie da 195 milioni di dollari legate a costi di ristrutturazione, chiusure di fonderie e a patteggiamenti dovuti a indagini governative su contratti per la vendita di allumina ad Alba, società manifatturiera controllata dallo stato del Bahrain. Al netto di voci straordinarie, Alcoa ha messo a segno utili di sette centesimi per azione dai sei dell'anno prima. Gli analisti avevano previsto utili per sei centesimi. Coca Cola, invece, ha deluso sulla scia del deterioramento dei mercati europeo e cinese. Il gruppo di Atlanta ha chiuso il secondo trimestre con un utile di 2,68 miliardi di dollari, in calo del 4% rispetto allo stesso periodo di un anno prima. In calo anche il giro d'affari a 12,75 miliardi (-3%). Qualche soddisfazione la stanno regalando le grandi banche. Goldman Sachs, per esempio, ha chiuso il secondo trimestre con un utile netto di 1,93 miliardi, il doppio rispetto a quanto registrato nello stesso periodo del 2012 grazie ai robusti introiti provenienti dall'attività di investment banking. In particolare, l'utile per azione si è attestato a 3,7 dollari contro i 2,82 dollari previsti dagli analisti. I ricavi si sono invece posizionati a 8,61 miliardi (+13%). Secondo trimestre in crescita anche per Citigroup con l'utile netto che è balzato di quasi il 45% a 4,2 miliardi di dollari mentre i ricavi sono lievitati dell'11% a 20,5 miliardi. Le perdite sui crediti, inoltre, sono calate del 25% a 2,6 miliardi. La combinazione di questi fattori ha così portato a un netto miglioramento rispetto all'anno scorso, anche se ha pesato positivamente la posta straordinaria legata alla vendita del 10% in Akbank, senza cui i profitti netti sarebbero saliti del 26% a 3,9 miliardi. Bank of America ha riportato per il secondo trimestre dell'anno utili netti per 4,01 miliardi di dollari nel secondo trimestre, o 32 centesimi ad azione, su ricavi per 22,73 miliardi. I risultati sono migliori delle attese degli analisti che in media si attendevano profitti per 25 centesimi ad azione. Prudenza e occhio alle opportunità Da punto di vista operativo il consiglio dell'analista è quello di procedere con cautela. "In questo momento sembrano interessanti le valutazioni delle aziende che lavorano nel comparto delle risorse naturali", dice Brilliant. "Tuttavia, secondo noi alcune società minerarie annunceranno di dover procedere a un taglio delle spese e alla cancellazione di alcuni progetti di sviluppo. Qualche sorpresa potrebbe arrivare dal settore auto e dal real estate". Un elemento a cui bisogna fare attenzione è la volatilità. "Non mi stupirei di vederne parecchia durante questa stagione delle trimestrali", dice l'analista. "Le aspettative degli investitori sono molto alte, soprattutto per quanto riguarda le aziende di maggiore qualità che nel primo semestre hanno corso molto in Borsa. Se i risultati non saranno all'altezza delle attese del mercato, allora potrebbero essere punite severamente". Un'eventualità che potrebbe creare comunque delle ottime opportunità di acquisto. "Se società come Microsoft e Intel dovessero comunicare bilanci al di sotto delle stime ci potrebbe essere la possibilità di mettersi in portafoglio a prezzi di saldo nomi con un grande vantaggio competitivo". In quest'ottica, i gruppi europei che l'analista sta tenendo d'occhio sono i colossi farmaceutici Novo Nordisk e Sanofi, che lavorano in segmenti della salute, come ad esempio la cura del diabete, che sono molto interessanti sotto il profilo commerciale. Autore: Morningstar Fonte: News Trend Online
Fonte: News Trend-online
 
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18/07/2013 13:00
Riforma Fornero, dopo un anno nessun beneficio
Professione Finanza
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"Il campione di aziende che siamo tornati a sentire, a sei mesi da una prima indagine, conferma un atteggiamento abbastanza particolare: le aziende tutto sommato si sono adeguate alla riforma Fornero, e tornano a dei comportamenti molto simili a prima della riforma, mentre invece, appena approvata la riforma c'era stato qualche timido cambiamento". Stefano Colli-Lanzi, CEO dell'agenzia per il lavoro Gi Group, ha commentato così i risultati della ricerca condotta dalla società nell'ambito del suo Osservatorio Permanente sulla Riforma del Lavoro. "Il tema che emerge da questa survey su un po' tutte le questioni principali che la riforma Fornero ha toccato - la flessibilità in entrata, la flessibilità in uscita, i contratti per i giovani, l'outplacement e il supporto alla ricollocazione - la percezione delle imprese è che non sia cambiato di fondo nulla, e che nella maggior parte dei casi i comportamenti siano tornati quelli precedenti alla riforma Fornero", ha proseguito Colli-Lanzi su Radio24 "Forse quest'ultimo decreto ha aiutato anche questa percezione, perché in realtà la maggior parte degli interventi fanno, di fatto, marcia indietro rispetto agli interventi della riforma Fornero", ha concluso. Trovo che sia abbastanza negativo il fatto che le imprese trovino sconveniente l'intervento del legislatore, e di scarso impatto rispetto al contesto. Penso che non abbiamo raggiunto, attraverso questi interventi, nessun tipo di obiettivo. A me non pare che siamo in una situazione in cui possiamo permetterci di tenere le cose così come sono: abbiamo un livello di produttività del lavoro, al di là della crisi, che è inferiore in termini di crescita del 30% rispetto a quello della Germania. Questo a partire dal 1990 in poi, quando negli anni precedenti c'era stato un sostanziale allineamento. E se andiamo a vedere ci sono delle differenze marcate nel mercato del lavoro tedesco rispetto a quello italiano, e si nota che in Italia manca una visione, manca una direzione. Si fanno degli interventi sull'onda del breve termine e poi si fanno degli interventi qualche mese dopo per tornare indietro su quegli interventi del breve termine. Autore: Professione Finanza Fonte: News Trend Online
Fonte: News Trend-online
 

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