Idee e grafici. - Cap. 2

come dicevano ieri sera questi si berranno un altro Litro ...
siccome quello precedente ha funzionato ... riregalano un'altra volta soldi alle banche ... se lo fanno sono veramente da ghigliottinare ... roba da matti

MARKET TALK: Borsa, si allontana idea QE Abs e si scommette su Ltro

MILANO (MF-DJ)--Il Ftse Mib guadagna lo 0,5% a 21.618 euro. "Il comunicato congiunto tra Bce e BoE mostra il grande interesse da parte delle banche centrali nei confronti degli Abs. Comunque, non e'' una cosa semplice e quindi non credo che gia'' dalla prossima riunione della Bce verra'' annunciato un acquisto di questi strumenti. Per il 5 giugno mi aspetto oltre che un taglio dei tassi anche una Ltro", commenta un gestore interpellato da MF-Dowjones sul sentiment di mercato.
 
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27522
 
Ancora qui ???? :eek:
A 700 ci è arrivato, ma rimane in zona. :mmmm:
Se non chiude il gap
entro la prossima settimana, qui si rischia di lasciarlo aperto per anni
questo gap , come quello del 2008 :eek::eek:
 
noi, record su record

In recessioni precedenti. In 2011-13 redditi -2,7%, consumi -3,2%


Roma, 30 mag. (TMNews) - La crisi e la mancanza di fiducia nel futuro hanno cambiato profondamente le scelte degli italiani, tanto che negli ultimi due anni di recessione, per la prima volta, i consumi sono diminuiti più dei redditi. Secondo la relazione annuale della Banca d'Italia, "una contrazione dei consumi superiore a quella del reddito disponibile delle famiglie non si era registrata nemmeno in occasione di recessioni particolarmente pronunciate, come quelle dei primi anni novanta e del 2008-09". "Nel periodo - sottolinea Via Nazionale - tra il terzo trimestre del 2011 e il terzo del 2013, il calo medio del reddito disponibile, valutato in ragione d'anno, è stato pari al 2,7%; la diminuzione dei consumi è risultata del 3,2%. Nelle due recessioni precedenti il tenore di vita delle famiglie era stato invece parzialmente salvaguardato grazie a una compressione del saggio di risparmio; la riduzione media dei consumi era stata rispettivamente del 2,1% e dello 0,9%, la flessione del reddito disponibile pari al 2,7% e al 2%".
 
dovete avere pazienza
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Attenzione il palloncino dell'azionario si sgonfierà in autunno

Dati che suggerirebbero come l’ingombrante presenza della Federal Reserve abbia portato a una crescita esponenziale dei mercati in generale e delle azioni in particolare. Ma prima del crollo ci aspetta anche un'altra sorpresa.




Tutto dipende dalla Federal Reserve (come sempre d’altra parte ultimamente) e più che un’ipotesi ciò che avverrà sembra essere sempre più una certezza. Infatti la variabile che secondo gli analisti di Lindsey Group causerà un crollo quantificabile tra il 15 e il 20% sarà l’uscita di scena della Fed e il fermo all’acquisto di obbligazioni, strategia perpetrata fino ad ora e che ha permesso il rally storico degli indici Usa in primis e mondiali in seconda istanza.

E anche i dati storici sembrano suffragare questa tesi. il primo blocco degli acquisti, risalente al 2010 ha portato un crollo del 16% dai picchi massimi raggiunti dall'S&P. Lo stesso dicasi per il secondo stop, quello del 2011 che ha registrato un calo del 19% tra il 7 luglio e il 3 ottobre dello stesso anno.

Dati che suggerirebbero come l’ingombrante presenza della Federal Reserve abbia portato a una crescita esponenziale dei mercati in generale e delle azioni in generale. Azioni che hanno creato un gap con quell’economia la quale, invece, proprio ieri ha dovuto prendere atto di un Pil Usa che per il primo trimestre del 2014 ha visto un -1%.

Analisi che è parzialmente condivisa anche da Bank of America, la quale, però, pensa che l’andamento sarà meno lineare. Nello specifico si portrà contare ancora su un’estate di plusvalenze addirittura con tendenze al "esuberanza irrazionale” in pratica le premesse sulle quali si basa il melt up ovvero l’esplosione improvvisa al rialzo, uno di quei mercato dove prima si compra e poi ci si chiede perchè. In effetti gli indici continuano a salire (meno dell’anno scorso) ma con un progresso continuato che vede l’S&P a +3,6%, il Nasdaq a +1,4% e solo il Russell a -2,1%, sulla base di un livello di disponibilità sul cash ancora alto.
 

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