Pirelli & C Real Est (PRS) Il Ballo del Matto.o.oneeeeeeeeeee

borsa italia

tontolina ha scritto:
ti segnalo questo articolo
http://www.effedieffe.com/content/view/2163/179/

magari è un eccesso di pessimismo

però se gli USA vanno in recessione e hanno delocalizzato tutte le industrie produttive in CINA
che speranze abbiamo soprattutto noi italiani?

ECONOMIA: MORGAN STANLEY, ITALIA A RISCHIO RECESSIONE

i grafici non mentono mai:

il graf mensile dell'indice Comit ha disegnato un doppio max, fino a prova contraria, e ragionando sul ciclo di KONDRATIEFF, la ns borsa sara' una delusione nei prox 20 anni.

ciao

marc61
1204044214comitmensile.jpg
 
DI FRANCESCO PICCIONI
Il Manifesto

Giù all'inferno in 12 tappe.


L'implacabile analisi di Nouriel Roubini, illustrata da Martin Wolf Il pessimismo sul futuro dell'economia Usa ha raggiunto i piani alti dei media specializzati.
Sul Financial Times di ieri Martin Wof - uno degli editorialisti di punta - sintetizzava l'analisi di Nouriel Roubini, economista tra i più ascoltati della nuova generazione. In sintesi, la strada verso «la madre di tutte le catastrofi» viene spiegata in dodici tappe. Una vera via crucis di inizio millennio.

1- Il primo passo dovrebbe essere un ulteriore calo del valore delle case Usa, tra il 20 e il 30%. Una svalutazione del patrimonio immobiliare tra i 4mila e i 6mila miliardi di dollari, che lascerebbe molti consumatori senza nulla in tasca.

2- Ne discende una svalutazione nell'ordine del 60% di tutti i mutui concessi negli ultimi due anni, lasciando le banche a loro volta senza fiato.

3- Il terzo passo falso coinvolgerebbe il credito al consumo «non assicurato» (carte di credito, prestiti a breve, ecc), provocando un innalzamento insostenibile dei tassi praticati alla clientela ordinaria.

4- La serie delle svalutazioni si scaricherebbe a quel punto sulle «assicurazioni monoline» (società specializzate nella ri-assicurazione delle obbligazioni municipali e corporate), già in difficoltà in questo momento.

5- Nemmeno il tempo di tirare il fiato, ed ecco che il quinto step annuncia il tracollo dei valori degli immobili commerciali, che si trascina quello di numerose banche di livello regionale e anche nazionale.

A un profano può sembrare che la lista delle catastrofi potrebbe anche fermarsi qui, ma siamo solo a metà del guado, per Wolf e Roubini.

6- I prestiti concessi dalle banche ed altre istituzioni finanziarie per i leverage buyouts (fusioni societarie fatte a credito, stile l'acquisto della Telecom italiana ai tempi di Colaninno e poi di Tronchetti Provera) diventerebbero fonte di perdite molto consistenti, compromettendone i bilanci.

7-A catena, andrebbe registrata un'ondata di fallimenti societari (di preferenza tra chi ha bassa profittabilità e alto indebitamento), 8-provocando un credit default swap da almeno 250 miliardi di dollari.

9-Il castello di scartoffie che viene anche chiamato «sistema finanziario ombra» (cdo, hedge funds, «veicoli speciali», ecc) ne uscirebbe minato dall'interno; e non potrebbe neppure ricevere un aiuto dall'intervento delle banche centrali.

Passo 10: collassano più velocemente i mercati azionari, prosciugando (11) la liquidità nei mercati finanziari (compreso il prestito interbancario).

Tappa finale, il «circolo vizioso» di perdite, riduzioni di capitale, contrazione del credito, liquidazioni forzate, vendita isterica di asset a qualsiasi prezzo ribassato.
Non si tratta, spiega Wolf, di una forzatura polemica; ma dello «scenario da incubo» che ha spinto Bernanke a tagliare i tassi di interesse di 200 punti base in pochi mesi.

E ancora non basta.

L'implacabile Roubini risponde anche alla domanda: «questa azione della Fed, alla fine fine, ci tirerà fuori dai guai?». La spiegazione è altrettanto articolata, ma la risposta è semplice: «no».

Francesco PiccioniFonte: www.ilmanifesto.itLink:
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/21-Febbraio-2008/art51.html21.02.08
 
Qual è la reale situazione del settore immobiliare?
di Charlie Minter - 29/08/2008

http://www.smarttrading.it/default.asp?idlingua=1&idContenuto=4223



Come molti sanno, siamo estremamente preoccupati per il mercato immobiliare e per le ripercussioni della crisi sul mercato azionario. I dati rilasciati questa settimana possono essere letti positivamente o negativamente a seconda della credibilità attribuita alla fonte.
Ci sono tre differenti indici che calcolano l’andamento delle quotazioni immobiliari: quello dell’OFHEO, quello della NAR e il Case-Shiller.

Dal momento che l’OFHEO supervisiona Fannie Mae e Freddie Mac, per cui non tiene conto dei dati relativi ai mutui subprime e a quelli di rilevanti dimensioni, ci soffermeremo sui dati della National Association of Realtors e sull’indice Case-Shiller.


Ad inizio settimana la NAR ha diffuso una serie di dati.
Siamo sorpresi nel constatare come un certo numero di esperti hanno giudicato il dato sulle vendite (+4.6%) come positivo per il mercato e come sinonimo di un minimo per il settore edile.
Il fatto che i pignoramenti e le vendite forzate hanno rappresentato circa il 40% delle transazioni, e che l’invenduto è salito a 4.67 milioni di unità – pari a 11.2 mesi di vendite – è stato trascurato dai più.
Ma a nostro avviso, il dato più importante reso noto dalla NAR riguarda il prezzo mediano di un’abitazione: 212.400 dollari, in calo del 7.1% rispetto ad un anno fa.



Il giorno successivo è stato pubblicato l’indice Case-Shiller, secondo il quale gli immobili sono calati del 15.4% nello stesso arco di tempo.
Comunque ci sorprende che nessuno menzioni quanto i prezzi siano calati rispetto al picco di metà 2006: non è importante misurare quanta ricchezza è stata dissipata dal picco del mercato immobiliare?

Ad ogni modo, se si osservano i dati da vicino, si noterà un’impostazione benigna da parte della NAR, e sfavorevole da parte del dato di Case-Shiller:
il primo indice riporta una contrazione di appena il 6.4% dal picco di 227.000 dollari di metà 2006, e risulta in rialzo rispetto al minimo di 196.000 dollari di febbraio scorso. Ma bisogna considerare che la NAR è in qualche modo di parte, dal momento che vorrebbero vedere un minimo del mercato prima possibile.
Un altro problema è che i loro dati riflettono un mix di case vendute in un certo mese così come di variazioni di prezzo, per cui quando le case vendute vantano quotazioni elevate, questo sposta la mediana verso l’alto.

Per quanto riguarda l’indice Case-Shiller, dovremmo essere in presenza di un dato obiettivo, dal momento che a quanto pare Case è meno bearish sul mercato rispetto a Shiller. I due indici relativi alle prime 10 e 20 aree metropolitane hanno visto un picco da giugno 2006 e un calo da allora; il calo nelle prime dieci aree metropolitane supera ora il 20%.

Ma il motivo per cui siamo preoccupati è dovuto al tremendo effetto ricchezza negativo che la crisi genererà. In media un’abitazione rappresenta il 43% della ricchezza netta dei cittadini americani.
Bisogna ricordare che il valore complessivo degli immobili era di circa 21 mila miliardi sui massimi del 2006 mentre ora, in base alle metriche impiegate, è calato di una misura variabile fra 1300 miliardi (dati NAR) e circa 4 mila miliardi (Case-Shiller).
E non finisce qui: il settore immobiliare rappresenta l’asset dietro i 5000 miliardi di dollari che le GSE controllano e i 12000 miliardi di mutui detenuti da molte istituzioni finanziarie, sia in Italia che all’estero. Alla fine, l’ammontare di denaro che sarà perso prima che il settore raggiunga un minimo raddoppierà rispetto ai 4 mila miliardi già bruciati!
 
da http://*****************.blogspot.com/2008/09/merrill-lynch-gli-stati-uniti.html
Le sorti del Paese dipendono dalla decisione degli investitori asiatici, russi e del Medio Oriente di finanziare buona parte del disavanzo di 700 miliardi di dollari (350 miliardi di sterline) sul conto delle partite correnti, mettendo il Paese in una situazione di rischio peggiore di quella giapponese dei primi anni Novanta dopo lo scoppio della bolla speculativa dell'indice Nikkei [segmento della Borsa di Tokyo, paniere dei 225 titoli principali, ndt]. La Gran Bretagna e gli altri paesi anglosassoni in deficit potrebbero dover fare fronte a una simile ritirata degli investitori stranieri.
......







Hiroshi Watanabe, numero due della banca centrale giapponese, ieri ha scosso i mercati quando ha raccomandato alle banche e alle compagnie assicuratrici giapponesi di trattare il debito delle agenzie statunitensi con cautela. I due gruppi di istituzioni sono in possesso di circa 56 miliardi di questi bond. La Mitsubishi UFJ possiede 3 miliardi di dollari. La Nippon Life 2,5.

Ma la parte del leone la fanno le banche centrali della Cina, della Russia e delle potenze petrolifere. Tutti questi paesi potrebbero fin troppo facilmente innescare una corsa al dollaro e mettere gli Stati Uniti in ginocchio, se dovessero decidere che è nel loro interesse strategico farlo.



e gli Usa mandano le truppe contro la Russia? UHM
 
Ultima modifica:
da
http://mercatoliberonews.blogspot.com/2008/09/si-pregano-i-signori-viaggiatori-di_15.html
Come ho detto ad Andrea:
siccome io credo che la maggior parte dei titoli subprime "venduti"
(pare 20.000 miliardi di dollari)
siano stati piazzati in obbligazioni "linked" dagli emittenti americani,

quale miglior modo per insabbiare il tutto se non quello di far fallire gli emittenti stessi??

Falliti gli emittenti le loro obbligazioni varranno 0!!!!

e nessuno si chiederà cosa c'era dentro!!!

Ahahahah il giusto epilogo della finanza creativa....

Il problema è che una massa gigantesca di risparmiatori perderà improvvisamente il risparmio di una vita passano in una notte sotto la soglia della povertà...
Ironia del destino se succede quello che ho appena detto si avvera quanto ho previsto
più di un anno fà....
 
da http://www.norisk.it/index.php/article/articleview/244/1/24/

Fondi immobiliari vs REITs (17/11/2008)

I Real Estate Investment Trusts (REITs) sono fondi di investimento focalizzati sull’immobiliare molto diffusi ed apprezzati negli USA.
Anche in Europa sono stati progressivamente introdotte forme giuridiche simili al veicolo americano e da qualche tempo STOXX ha iniziato a calcolare l’indice DJ Eurostoxx REITs composto da REITs all’Europea.
Probabilmente anche le nostre SIIQ entreranno a far parte della famiglia, ma per adesso la sola IGD ha optato per il cambio di statuto.
I REITs della zona euro hanno subito il momento negativo di mercato (-47.4% da inizio anno), ma hanno contenuto le perdite rispetto alle società immobiliari italiane, comunque diverse per quanto riguarda l’articolazione del business.
Anche le valutazioni sono precipitate e complessivamente scambiano ad un valore di mercato inferiore a quello patrimoniale (22% di sconto).
I nostri fondi immobiliari hanno ottenuto perdite più contenute in borsa (-26.4% nel 2008) ma presentano uno sconto medio ponderato ben superiore e pari al 40.7%.
Le maggiori capacità gestionali dei peers europei e una inferiore liquidità dei fondi immobiliari nostrani possano motivare una parte di questa differenza.
Forse questa discrepanza appare eccessiva soprattutto se si considera come la scadenza, presente solo nei fondi, possa determinare un allineamento tra il valore patrimoniale e quello di mercato.
Inoltre i prezzi di mercato dei nostri fondi incorporano complessivamente un calo del patrimonio immobiliare prossimo al 32%, elevato se si valuta come vi siano strumenti in fase di liquidazione e altri in scadenza tra 9 anni.
In ogni caso siamo trattando di un’asset class che in Italia ha appena intrapreso una dolorosa fase di bear market che dovrebbe caratterizzare i prossimi anni. Ma indubbiamente la penalizzazione già subita potrebbe già aver incorporato buona parte della debolezza ciclica.
Il vero test ci sarà durante il 2009 quando la disoccupazione riprenderà a salire in modo marcato e la domanda di spazi per uffici, centri commerciali e logistica scenderà. La voglia per i locatari di rinegoziare i canoni correnti inizierà a salire e probabilmente gli investimenti “deboli” subiranno i contraccolpi peggiori.

Nell’ultima settimana i fondi immobiliari hanno subito un calo del 2.6%, ma con scambi molto bassi, ad esempio tipici del mese di agosto. Forse i “forzati” della vendita hanno esaurito le scorte, ma al momento anche gli acquirenti scarseggiano…
I volumi sono apparsi vivaci per Securfondo (+11.4%) che ha ottenuto un importante rimbalzo dopo aver raggiunto i minimi storici.
Gli scambi sono risultati superiori alla norma anche per un altro fondo di Beni Stabili, Immobilium (+4.5%), e per Portfolio Immobiliare Crescita (-3.3%) che subisce il nervosismo del mercato che sta contando i giorni che rimangono per conoscere le sorti del patrimonio immobiliare da giugno in vendita.
Teoricamente per fine mese BNL dovrebbe comunicare qualcosa al mercato. Speriamo finalmente in qualcosa di positivo.
Tra i fondi in evidenza anche Tecla (+9%) che ha recuperato quasi 100 euro dai minimi toccati durante il mese di ottobre. Molto deludente la settimana di Olinda (-8.3%), di Polis (-8%) e Portfolio Immobiliare (-7.5%) che, considerata la scadenza non lontana, sconta una scenario molto negativo.

Per informazioni teoriche, clicca qui

Scarica sotto il REPORT...
 
Stati Uniti: per l’immobiliare un tracollo da record - 26/11/2008
http://www.valori.it/italian/mondo.php?idnews=641


I prezzi delle case negli Stati Uniti hanno subito un’ulteriore spinta al ribasso nel mese di settembre toccando il livello minimo dal primo trimestre del 2004...

I prezzi delle case negli Stati Uniti hanno subito un'ulteriore spinta al ribasso nel mese di settembre toccando il livello minimo dal primo trimestre del 2004. Lo rende noto l'agenzia Apcom citando i dati dell'indice di riferimento S&P/Case-Shiller. Il calo dei prezzi misurato nelle 20 principali aree metropolitane è stato misurato nell'1,8% su base mensile sottolineando così una tendenza al ribasso tuttora inarrestabile: rispetto al settembre dell'anno precedente i prezzi sono scesi del 17,4%.
Qualsiasi sia la prospettiva di osservazione scelta il fenomeno appare evidente e i dati confermano un quadro inquietante. Nel terzo trimestre l'indice ha perso 16,6 punti percentuali, un risultato ancora peggiore di quello realizzato nel secondo trimestre (-15,1%). Limitando la misurazione alle prime 10 aree metropolitane la situazione peggiora ancora: -1,9% da settembre ad agosto, -18,6% su base annuale.
Il fenomeno non sembra conoscere eccezioni. Per il sesto mese consecutivo l'abbassamento dei prezzi rispetto all'anno passato ha caratterizzato tutte le zone degli Stati Uniti. I tracolli più clamorosi sono stati registrati nelle aree di Phoenix (-31,9%) e Las Vegas (-31,3%). Molto male anche Miami (-28,4%) e, manco a dirlo, le città californiane. A Los Angeles e a San Diego i ribassi sono stati rispettivamente del 27,6% e del 26,3%.


.
 
o è un cretino oppure è in malafede in quanto questo piano non aiuta il popolo ma ancora una volta i soliti amici


Usa: Paulson lancia il piano di sostegno all’immobiliare - 04/12/2008

Il Tesoro americano mira ad abbassare i tassi per i nuovi mutui portandoli dal 5,5 al 4,5% su base trentennale

Frenare la caduta dei prezzi delle case e rilanciare così il mercato degli immobili. E' questo l'obiettivo primario identificato da Henry Paulson (nella foto) per dare un sostegno decisivo al mercato del real estate. Lo riferisce oggi il Wall Street Journal. Secondo l'autorevole quotidiano statunitense, il Tesoro americano mira ad abbassare i tassi per i nuovi mutui portandoli dal 5,5 al 4,5% su base trentennale. Attraverso questa mossa, che coinvolgerebbe direttamente le società ormai pubbliche Fannie Mae e Freddie Mac nonché la Federal Housing Administration, il numero dei contraenti dei mutui dovrebbe aumentare producendo un rialzo della domanda capace, a sua volta, di far incrementare i prezzi degli immobili.
Questi tassi agevolati, precisa l'agenzia Ansa riprendendo la notizia, sarebbero disponibili però solo ai nuovi acquirenti. L'operazione riguarderebbe infatti solo chi acquista una nuova casa escludendo coloro che intendessero rifinanziare il proprio mutuo. Il costo del piano è pari a circa 600 miliardi di dollari, ovvero al capitale necessario per l'acquisizione di una quota critica del debito di Fannie e Freddie.
 
Il settore edile USA ha smesso di soffrire...
di Gaetano Evangelista - 16/12/2008

TheImg.asp
...per ora. La vendita mensile di case già esistenti (non di nuova costruzione) si è stabilizzata sui cinque milioni di unità. Il dato relativo ad ottobre è identico a quello di ottobre 2007. In attesa del rilascio - prima di Natale - del dato relativo al difficile mese di novembre, vediamo come si sta evolvendo la situazione.
Il grafico in basso riporta il dato mensile delle vendite di case esistenti, assieme al tasso di variazione annuale.

TheImg.asp

Come si può notare il picco è stato raggiunto a settembre del 2005, mentre risale a dicembre dello scorso anno il momento in cui la variazione annuale delle EHS (exiting home sales) è diventata negativa. Questa circostanza ha anticipato la crisi vera e propria del settore immobiliare, e a ruota dei mutui di bassa qualità (subprime) e quindi del credito, con tutte le successive ripercussioni sull'economia americana e globale.
Sicché c'è da osservare con interesse e speranza la stabilizzazione delle vendite degli ultimi mesi, che ha portato il tasso di variazione annuale sopra la linea dello zero. Come si diceva poc'anzi, il dato più recente è identico a quello di un anno fa; a settembre, invece, il confronto risultava positivo.
In attesa del fondamentale dato di novembre, che sarà reso noto fra una settimana, si guarda con sollievo al miglioramento relativo degli ultimi mesi di questo fondamentale dato. Il mercato immobiliare americano conoscerà ancora diversi mesi di ridimensionamento in termini di quotazioni, vista anche la "scorta" di immobili disponibili per la vendita; ma dal punto di vista della costruzione, i tagli dei tassi ufficiali evidentemente stanno rivitalizzando l'attività, e ciò in prospettiva non potrà non avere positive ripercussioni per tutta l'economia.
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto