E questa? Vabbè, vado a far la cena che qui non ci capisco un kaiser...
CAMBI: EURO SOPRA 1,28; DOLLARO PAGA ATTESA DEFICIT USA/ANSA
(ANSA) - ROMA, 9 FEB - Ancora una giornata in altalena per
l'euro che riaggancia quota 1,28 dollari sull'onda del rialzo
dei prezzi petroliferi e dell'attesa per il dato di domani sul
deficit commerciale Usa.
La moneta europea si è spinta fino a un massimo di seduta di
1,2815 dollari, dopo uno scivolone sui minimi da tre mesi sul
biglietto verde (1,2740).
Movimenti che rispecchiano l'incertezza del mercato che,
ancora in cerca di linee guida, sembra adottare un mix di
criteri e strategie puntando di volta in volta sul capitolo dei
tassi di interesse, piuttosto che sugli squilibri finanziari
americani o sul caro-petrolio.
Nella prima parte della seduta, la moneta europea aveva
segnato una fugace rimonta fino a riagganciare quota 1,28
dollari. A spingere la moneta europea, sarebbe stato lo
scetticismo degli operatori sull'effettiva capacità degli Usa
di contenere la voragine del doppio deficit statunitense alla
vigilia del dato sull'andamento del deficit commerciale a
dicembre. Stando alle previsioni si dovrebbe registrare il primo
stop dallo scorso mese di settembre all'incessante crescita del
disavanzo segnalando una riduzione a 57 miliardi di dollari
dalla quota record di 60,3 miliardi del mese precedente. Ma
resta il fatto che il disavanzo rimarrebbe comunque su livelli
di guardia, mentre crescono i dubbi sul varo del programma di
tagli alla spesa promosso dal presidente Bush per ridurre il
rosso del bilancio federale. Il piano è al vaglio del Congresso
e la stessa amministrazione Bush prevede negoziati lunghi e
difficili.
Ma la giornata ha visto il biglietto verde tornare a correre
spingendo l'euro sui minimi di seduta a 1,2740 dollari (da
1,2762 dollari degli ultimi scambi di ieri).
Dietro al rafforzamento del biglietto verde questa volta ci
sarebbe stata la prospettiva di una accelerazione della stretta
monetaria da parte della Federal Reserve. In questa direzione
vanno infatti le dichiarazioni del presidente della Fed di
Atlanta, Jack Guynn, il quale in una intervista pubblicata dal
Wall Street Journal ha affermato che la banca centrale americana
potrebbe presto cancellare le parole "accomodante" e
"misurato" con cui finora ha definito il suo orientamento a
procedere con gradualità al rialzo del costo del denaro. La
scorsa settimana, la Fed ha per l'appunto messo mano al sesto
aumento consecutivo di un quarto di punto portando i tassi sui
Fed Funds al 2,50%. E ora gli addetti ai lavori iniziano ad
assaporare la possibilità di una stretta più consistente di 50
punti base che porterebbe il costo del denaro al 3%.
Ma alla fine, il riaccendersi delle quotazioni del petrolio,
risalito sopra i 46 dollari al barile, e l'attesa per il deficit
commerciale statunitense hanno messo di nuovo la moneta Usa
sotto pressione. E l'euro ha preso il volo spingendosi oltre la
soglia di 1,2815 dollari.(ANSA).