Il mais Ogm è veleno

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in Italia avvengono importazioni di 60 prodotti OGM, che ad oggi non sono mai stati autorizzati dagli organi preposti
Chi ha autorizzato gli OGM in Italia ?


By Edoardo Capuano - Posted on 20 ottobre 2012

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Si parla di Ogm dal termine letterale organismi geneticamente modificati. In sostanza si parla di piante, ma anche di coltivazioni non ben definite, geneticamente modificate, una tra tutte per citare un esempio, la coltivazione del mondo del mais in OGM.
Ci riferiamo a coltivazioni transgeniche e coltivazioni mutanti, ovvero resistenti ai diserbanti, allergizzanti e affini. Il Prof. Giueseppe Altieri da anni agroecologo ci spiega che in Italia avvengono importazioni di 60 prodotti OGM, che ad oggi non sono mai stati autorizzati dagli organi preposti - vale a dire dal Consiglio UE - né tanto meno dal Parlamento Europeo, visto che oggi esiste un processo di decisioni congiunto tra i due organismi. A questo punto la domanda da porsi è: chi ha autorizzato quindi gli OGM?
Nessuno quindi tra politici ed vari ministri vuole parlare ed addossarsi la responsabilità pur conoscendo i pericoli degli OGM per la salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente in cui viviamo. Ed ecco quindi entrare in campo i “cosiddetti” tecnici della Commissione Europea, sul parere scientifico dell’EFSA, l’ente preposto sul parere della nostra sicurezza alimentare, il quale prende a campione solo gli studi forniti dalle multinazionali produttrici degli OGM, i quali concedono tutte le esportazioni in UE, fatto salvo il fatto che ogni Paese è libero di vietare gli OGM se lo ritiene opportuno.
Applicando il principio di precauzione dei Diritti Costituzionali, inviolabili per la salute e per un ambiente salubre. Non sono quindi legati da trattati internazionali, e quindi in grado solo di stabilire a livello di principio, dei limiti minimi di salvaguardia del nostro ambiente e della salute, ma che ogni Paese al suo interno potrebbe sempre migliorare, rifacendosi alla propria Costituzione interna. In parole povere, liberi di produrre in OGM come è più conveniente, soprattutto ai grandi colossi multinazionali, senza preoccuparsi ancora una volta del l’ambiente in cui viviamo e della nostra salute.
I pesticidi da più di 60 anni mietono vittime nel nostro Paese, forse in numero maggiore delle guerre mondiali che nel corso della storia si sono avvicendate. I morti di cancro con l’utilizzo del DDT hanno superato nel mondo il miliardo nella meda degli ultimi 70 anni. Solo oggi quindi ci si rende effettivamente conto della pericolosità degli OGM, un pericolo che diverrà irreversibile se non saranno fermate in tempo queste produzioni anche sulle nostre tavole e sui nostri terreni agricoli.

L’Italia scopre ora il record mondiale dei tumori sui bambini, che si trasmette direttamente dalla madre o si genera nel feto per modificazioni genetiche. I bambini e le generazioni future stanno pagando un prezzo molto alto, si sta uccidendo con il potere il genere umano.
Bisogna quindi pretendere l’obbligo di etichettatura sugli OGM, delle norme che abbiamo effetto su tutto il territorio nazionale, oggi per esempio ci sono in commercio degli alimenti biologici ancora senza l’obbligo di etichettatura. Nonostante numerosi ricorsi in cui si è pronunciata la Corte di Giustizia Europea, per il quale i cittadini hanno l’obbligo di essere informati su quello che stanno per mangiare o per comprare, tutto viene lasciato al libero arbitrio di una nazione senza un controllo effettivo sui brevetti degli OGM, ossia autentici pezzi di vita che si modifica nel tempo. Il principio del brevetto, deve essere invece proprio quello di non effettuare modifiche nel tempo e produrre sempre in modo omogeneo.
L’Italia deve quindi farsi portavoce di un referendum di una carta mondiale di tutti gli OGM, per salvaguardare la memoria genetica di tutti gli esseri umani. Principio che viene stabilito e citato nella carta dei diritti dell’uomo. La terra, la natura sono state affidate da Dio all’uomo, il mondo è quindi un bene comune universale, e come tale cerchiamo di rispettarlo e non distruggerlo.
Autrice: Rita De Angelis / Fonte: agoravox.it
 
Mais OGM della Monsanto già approvato anche per il consumo umano è tossico !
La revisione dei dati della sperimentazione voluta da Greenpeace ha dimostrato effetti tossici su reni e fegato.
Uno studio ha rivelato la tossicità di un mais OGM prodotto dalla Monsanto e autorizzato per il consumo animale e umano.
Le cavie nutrite con il mais geneticamente modificato in questione (MON863) hanno mostrato segni di tossicità per reni e fegato. Ed è la prima volta che un prodotto OGM approvato per il consumo causi degli effetti tossici ad organi interni.
Lo studio ha preso in esame i risultato dei test sulla sicurezza che la Monsanto ha presentato alla Commissione europea per la richiesta di autorizzazione alla commercializzazione del mais OGM MON863 nell'Unione europea.
Questo mais quindi non può essere considerato sicuro e adatto al consumo.
Nonostante questo e nonostante la maggioranza degli stati membri fossero contrari, la Commissione europea (Ndr: evidentemente legata agli interessi della Monsanto) ne ha approvato la commercializzazione sia per consumo umano che per i mangimi animali.
Prima dell'Unione europea, il mais OGM della Monsanto era già stato autorizzato in altri Paesi: Australia, Canada, Messico, Usa, Giappone e Filippine.
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ma insomma
a noi italiani basta anche troppo la corruzione della nostra classe politica
perchè mai dovremmo importarne anche dall'Unione Europea??

vero MONTI COL CERVELLO AL MACERO!
Altro valido motivo per uscire fuori dall' Europa., e speriamo quanto prima
 
Ogm, la Monsanto rinuncia all'Europa
e dagli Usa allarme frumento contaminato


La multinazionale delle biotecnologie non farà più attività di lobbying sui Paesi Ue per le sue sementi. Allarme dagli Stati Uniti: in Oregon un agricoltore ha scoperto nei suoi campi la presenza di frumento ogm mai autorizzato. Greenpeace: "Fare più controlli"


Lo leggo dopo
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monsanto, ogm, agricoltura


È UNA VITTORIA per le associazioni ambientaliste e per chi dice no all'utilizzo degli ogm (organismi geneticamente modificati) in agricoltura. La Monsanto, la multinazionale Usa delle biotecnologie con 20mila dipendenti in tutto il mondo, rinuncia alle sue speranze di distribuire anche sul territorio dell'Unione Europea le sue sementi transgeniche. Lo ha annunciato Brandon Mitchener, capo dell'azienda in Europa, in un'intervista al giornale tedesco Tageszeitung.

"Non faremo più lobby per nuove coltivazioni in Europa", ha dichiarato Mitchener, aggiungendo che, "al momento non pensiamo di presentare nuove richieste. La ragione, tra le altre, è la scarsa domanda degli agricoltori". Del resto in Europa 8 nazioni, Austria, Bulgaria, Francia, Grecia, Ungheria, Lussemburgo, Polonia e da aprile l'Italia, vietano la coltivazione di campi con semi Ogm.

Mentre dalla Germania rimbalzava la sua intervista, l'account Twitter della filiale europea sottolineava come la Monsanto sia comunque uno dei leader europei nelle sementi 'convenzionali', non modificate. Come dire, sugli Ogm abbiamo persom, ma sul mercato ci siamo ancora.

E in questi giorni la Monsanto è al centro di nuove preoccupazioni, negli Usa ma anche in Europa. In Oregon un agricoltore ha scoperto la presenza di frumento ogm mai autorizzato nei suoi campi. Dalle informazioni parziali diffuse dal dipartimento dell'agricoltura statunitense si tratterebbe di una varietà della Monsanto, la cui sperimentazione in campo si è conclusa nel 2005 e che non aveva ottenuto autorizzazione alla coltivazione e al consumo.

Considerando che l'import di frumento statunitense in Italia ammonta a oltre 360mila tonnellate (dati 2012), Greenpeace ha lanciato l'allarme: "Vista la grave situazione e il rischio di una contaminazione diffusa e incontrollata è necessario testare ogni nuovo import dagli Stati Uniti per scongiurare la possibilità che ai cittadini italiani si somministrino prodotti (farine e derivati) con ogm non autorizzati".

"Questa contaminazione - continua Greenpeace - conferma quanto sosteniamo da tempo: gli ogm non possono essere controllati una volta immessi in ambiente. Dopo un decennio, la contaminazione è sempre li, e i consumatori rischiano di mangiare un prodotto mai autorizzato". Anche la Commissione Europea ha invitato i paesi membri ad alzare la guardia.

Solo una settimana fa, una grande marcia mondiale contro la Monsanto ha mobilitato due milioni di persone, secondo gli organizzatori, in 436 città e 52 paesi. La "March against Monsanto" è stata indetta proprio per richiamare l'attenzione sui rischi dell'utilizzo di materie prime ogm. (31 maggio 2013)
 
non c'è solo il mais ad essere velenoso

La lista nera dei produttori alimentari con cibi OGM

By admin on maggio 29, 2013







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Greenpeace Russia affonda il colpo sugli OGM e sulle aziende che ne fanno un utilizzo sistematico. Per organismo geneticamente modificato (OGM) si intende un organismo, diverso da un essere umano, in cui il materiale genetico (DNA) è stato modificato in un modo non naturale.
Un Ogm, ovvero un organismo geneticamente modificato, è un organismo la cui materia genetica è stata alterata mediante tecniche di ingegneria genetica, altrimenti note come tecniche di Dna ricombinante. Con questo metodo si intende la combinazione in vitro di diverse molecole di Dna per creare un nuovo gene, che viene successivamente inserito in un organismo che può essere vivente o meno. Erroneamente si suole indicare tutti gli organismi Ogm come transgenici, in realtà si parla di transgenesi solo quando si inseriscono geni esogeni in un altro organismo, ovvero un ente strutturato riceve dei geni non suoi; mentre si parla di organismi cisgenici quando si ricombinano geni dello stesso organismo. In entrambi i casi si tratta sempre di Ogm.
Per ciò che riguarda il mercato,già nel 2000 Greenpeace Russia affermava: “di trenta prodotti che sono stati scelti per l’analisi il 30% contiene OGM. Diversi sondaggi hanno mostrato che i consumatori russi preferiscono i prodotti alimentari esenti da OGM o loro derivati​​. Nonostante questo, sono state adottate misure in Russia per informare i clienti circa gli OGM nei prodotti. L’atto normativo russo sulla marcatura (approvato con solo il capo ispettore sanitario) ordina di segnalare solo i prodotti che contengono più del 5% di ingredienti geneticamente modificate, mentre nell’Unione europea a norma di legge i prodotti devono essere contrassegnate se hanno più di 0,9% di OGM”
“In molti paesi dell’UE e degli USA listati di aziende che utilizzano i prodotti transgenici sono pubblicati regolarmente. Nel 2000, nella lista nera americana apparve aziende come

Hersey,

Mars,

Coca-Cola,

Pepsi-Co,

Nestle,

Knorr,

Lipton,

Parmalat
Ecco ad oggi, dopo 13 anni, la situazione si è evoluta e Greenpeace.org pubblica un nuovo studio affermando che le indagini non possono uniformare i mercati, ma che segnalano la tendenza della produzione di catene e aziende. Prima della lista alcune raccomandazioni:
1. Leggere le etichette. Il produttore deve indicare che la produzione di componenti OGM che è stata aggiunta (ma, in verità, non tutti lo fanno).
2. Evitare di ristoranti fast food. Ci sono alimenti OGM più comunemente utilizzati.
3. Evitare il pane imbustato o a lunga conservazione
4. Quasi tutte le salsicce, la carne in scatola e salumi vengono prodotti con l’aggiunta di componenti geneticamente modificati. Di solito i prodotti senza componenti geneticamente modificate non possono essere così a buon mercato.
Possiamo quindi stilare una lista di operatori del mercato alimentare, che sono soliti utilizzare OGM per la realizzazione dei loro prodotti:

Società di produzione Kellog “s
Corn Flakes (cereali)
Frosted Flakes (cereali)
Rice Krispies (cereali)
Corn Pops (fiocchi)
Schiaffi (fiocchi)
Froot Loops (anelli di cereali colorati)
Di Apple Jacks (cereali-ring con il gusto di mela)
All-Bran Apple Cinnamon / Blueberry (crusca sapore di mela, cannella, mirtillo)
Gocce di cioccolato (gocce di cioccolato)
Pop Tarts (sfoglia ripiena di tutti i gusti)
Nutri-grain (brindisi pieno di tutti i tipi)
Crispix (biscotti)
Smart Start (fiocchi)
All-Bran (Flakes)
Just Right Fruit & Nut (fiocchi)
Miele Crunch Corn Flakes (cereali)
Raisin Bran Crunch (cereali)
Cracklin “crusca di avena (fiocchi)
Produzione società Hershey “s

Toblerone (cioccolata, tutti i tipi)
Mini Baci (cioccolatini)
Kit-Kat (barretta di cioccolato)
Baci (cioccolatini)
Chips di cottura semi-dolci (biscotti)
Chocolate Chips di latte (biscotti)
Reese “s Peanut Butter Cups (burro di arachidi)
Scuro speciale (cioccolato fondente)
Cioccolato al latte (cioccolato al latte)
Sciroppo di cioccolato (sciroppo di cioccolato)
Dark Chocolate Syrup speciale (sciroppo di cioccolato)
Strawberry Syrop (sciroppo di fragola)
Casa di produzione Mars

M & M “s
Snickers
Via Lattea
Twix
Nestle
Crunch (fiocchi di riso al cioccolato)
Cioccolato al latte Nestle (cioccolato)
Nesquik (bevanda al cioccolato)
Cadbury (Cadbury / Hershey “s)
Fruit & Nut
Casa di produzione Heinz

Ketchup (regolare e senza sale) (ketchup)
Chili Sauce (salsa di peperoncino rosso)
Heinz 57 Steak Sauce (con sugo di carne)
Società di produzione Hellman “s

Reale Maionese (maionese)
Maionese Light (maionese)
Maionese Low-Fat (maionese)
Società di produzione Coca-Cola

Coca-Cola
Sprite
Cherry Coca
Minute Maid Arancione
Minute Maid Uva
Casa di produzione PepsiCo

Pepsi
Pepsi Cherry
Mountain Dew
Società di produzione Frito-Lay / PepsiCo (componenti GM possono essere presenti nel petrolio e altri ingredienti)

Stabilisce Potato Chips (tutti)
Cheetos (tutti)
Società di produzione Cadbury / Schweppes

7-Up
Dr. Pepe
Produzione Pringles (Procter & Gamble)

Pringles (patatine fritte con sapori originali, Magro, Pizza-licious, Sour Cream & Onion, Salt & Vinegar, Cheezeums)
E come alimentazione OGM in Russia per prodotti:

Kellogg (Kellogg) – produce cereali per la colazione, tra fiocchi di mais
Nestlé (Nestlé) – produce cioccolato, caffè, bevande caffè, alimenti per l’infanzia
Unilever (Unilever) – produce alimenti per l’infanzia, maionese, salse, ecc
Heinz Foods (Hayents Foods) – produce ketchup, salse
Hershey (Hershis) – produce cioccolato, bibite
Coca-Cola (Coca-Cola) – Coca-Cola, Sprite, Fanta, Tonic “Denali”
McDonald (McDonald) – una rete di “ristoranti” fast food
Danon (Danone) – produce yogurt, kefir, ricotta, alimenti per l’infanzia
Similac (Similac) – produce alimenti per l’infanzia
Cadbury (Cadbury) – produce cioccolato, cacao
Marte (Mars) – produce cioccolato Mars, Snickers, Twix
PepsiCo (Pepsi-Cola) – Pepsi, Mirinda, Seven-Up
(Secondo greenpeace.org)
Tornando a noi, con l’introduzione di Ogm e avvelenando pasta e pane dal 2004 ad oggi la vita media sana è crollata in Italia di almeno 10 anni (fonte Eurostat ufficiale) proprio, guarda caso, dall’anno in cui entrarono gli OGM negli alimenti.
Tra l’altro, nel 2012 La Corte di Giustizia ha infatti condannato l’Italia per avere vietato la coltivazione di mais Mon810 alla multinazionale statunitense Pioneer Hi Bred. Che, nel 2008, aveva fatto causa al Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali per non avere permesso alla sua filiale italiana di coltivare il cereale sviluppato da Monsanto. Secondo la Corte, se la coltivazione di una pianta geneticamente modificata è già stata autorizzata dall’Unione, non c’è sovranità nazionale che tenga, e ogni Stato membro si deve adeguare. Cosa che l’Italia, in effetti, non ha mai fatto, preferendo prendere tempo ed evitando di agire. La vittoria dei produttori di Ogm, dunque, può essere vista come una conseguenza delle lacune normative italiane, e dell’assenza di leggi regionali che regolino la coesistenza di varietà tradizionali e geneticamente modificate. E’ una lotta impari per la potenza di queste multinazionali e per la pervasività dei loro prodotti sul mercato, unita alla disinformazione dei mass media. Cerchiamo tutti di dare un piccolo contributo per un nuovo consumo etico e consapevole.

fonti: http://www.greenpeace.org/russia/Global/russia/report/2006/7/32698.pdf
 
http://www.vegetariani-roma.it/scienza-marcia-2/ogm-2/379-la-nostra-salute-minacciata-dagli-ogm.html

Scarica il file a cura della dott.ssa Marina Mariani: 10 ragioni per rifiutare gli alimenti geneticamente modificati (.ppt).
Friuli, sovranità biotech

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"Mai sentito parlare di Vivaro, in provincia di Pordenone? Forse no. Eppure proprio in quella remota località del nord Italia si verifica un evento senza precedenti: c'è sovranità Monsanto. La multinazionale che spaccia sementi geneticamente modificate in tutto il mondo a caro prezzo e a carissime conseguenze, ha appena seminato seimila metri di terreno con il suo Mon810, granturco geneticamente modificato.

Ma guai a toccare Monsanto: appena qualche settimana fa persino Obama ha firmato il cosiddetto "Monsanto Protection Act", che lascia mano libera sugli OGM negli States alla potentissima azienda globale. E se obbedisce Obama, figuriamoci l'Italia.
Tutti zitti, tranne il MoVimento 5 Stelle che sta denunciando da tempo lo scempio che va avanti in Friuli, e quello che potrebbe avvenire anche nella solitamente intoccabile Toscana, dove si sta per seminare altro mais Monsanto tra vigne ed ulivi mentre la Regione guarda altrove. La Commissione Agricoltura M5S alla Camera chiede che si stoppi immediatamente l'invasione OGM attraverso la clausola di salvaguardia che già altri Paesi europei meno supini hanno attivato. Di sovranità - inclusa quella alimentare - ne è rimasta così poca che non è il caso di cederne gli sparuti rimasugli alle multinazionali biotech." M5S Camera
 
L’attuale unipolarismo di marca statunitense – ha proseguito infatti il primo ministro di Budapest – mira a stravolgere ogni aspetto dell’umana realtà favorendo la diffusione di Organismi geneticamente modificati (Ogm) attraverso le multinazionali come la Monsanto. Per questo la battaglia del governo ungherese contro gli Ogm e il divieto assoluto che vengano importati è una lotta legittima contro i danni provocati alla salute dei compatrioti da parte di tecnocrati e multinazionali d’Oltreoceano senza scrupoli.
Ma Orban non si è fermato qui e nel suo intervento ha condannato il piano del mondo unipolare tutto proteso a distruggere non solo le nazioni e le rispettive Costituzioni,

In Ungheria è sempre più rivoluzione nazionale | StampAlternativa
 
Polenta tossica, una ricerca lancia allarme sull’abuso: rischio tumori all’esofago

Ultimo aggiornamento 15 ottobre 2013 , ore 12:57
La polenta contiene fumonisine, tossine che in grande percentuale possono causare tumori all’esofago. Consumarla bollente aumenta il rischio. Ecco il risultato di una ricerca di Roberto Defez.



http://www.investireoggi.it/attuali...-allarme-sullabuso-rischio-tumori-allesofago/




se poi usano la farina OGM di sicuro è cancerogena




i miei vecchi bisnonni mangiavano tutti i giorni polente... e sono morti a 102 di estrema vecchiaia
 
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Monsanto: 50 anni di scandali
Le Monde 18 Febbraio 2012
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Lunedì 13 febbraio, la condanna del gigante agroalimentare americano Monsanto – chiamato in causa da un piccolo agricoltore della Charente intossicato da un erbicida – è, per la Francia, una prima volta. Nella storia della multinazionale – centenaria – invece, questa condanna non è che un singolo caso giudiziario in più su una fedina penale già lunga.

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PCB, Agente Arancio, diossina, OGM, aspartame, ormone della crescita, erbicidi (Lasso e Roundup)... nomi di prodotti che hanno fatto la fortuna della Monsanto
e che sono tutti collegati a scandali sanitari e a dei processi che hanno portato spesso alla loro proibizione. Ma fino ad oggi niente era riuscito a fermare l’irresistibile ascesa di questo antico gigante della chimica riconvertitosi alla biogenetica e diventato maestro nell’arte del lobbismo. Quello che segue è il quadro di una multinazionale plurirecidiva.



Un gigante della chimica
... esplosiva


A partire dalla sua fondazione a Saint-Louis nel 1901, questo piccolo produttore di saccarina diventato uno dei principali produttori di sementi del pianeta non ha mai smesso negli ultimi sessant’anni di riempire le cronache. Subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’esplosione accidentale di una fabbrica di plastica della Monsanto causata da un cargo francese carico di nitrato – e che fece 500 morti in quel 1947 a Texas City – entrò negli annali come uno dei primi disastri dell’industria chimica.

Due anni dopo, fu la volta di un secondo stabilimento dello stesso marchio – a Nitro in Virginia – ad andare in fumo. Questa volta ne fu coinvolta la direzione della fabbrica: più di 200 dipendenti svilupparono la cloracne – una malattia della pelle tanto rara quanto grave – della quale tratta Marie-Monique Robin, destinataria del premio Albert-Londres, nel suo documentario Il mondo secondo la Monsanto.

L’incidente rivelò che il prodotto capofila del marchio – l’erbicida 2,4,5-T – contiene dei livelli molto alti di diossine, sostanze molto tossiche e cancerogene la cui composizione è paragonabile a quella dei policlorobifenili (PCB). La Monsanto era informata fin dal primo primo studio del 1938, che la diossina era potenzialmente pericolosa: ma la commercializzazione dell’erbicida proseguirà per 40 anni prima che venga proibito negli anni ‘70.

La Monsanto, che dal 1934 al 2000 aveva diretto la fabbrica in quel di Nitro, è stata d’altra parte oggetto di una azione penale nel 2007 depositata da 77 abitanti della Virginia ammalati di cancro, che hanno accusato l’azienda di averlo diffuso illegalmente nell’ambiente circostante alla fabbrica.

PCB: il processo della vergogna

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(Foto La fabbrica della Monsanto ad Anniston, Alabama)


Nel 2001, 3.600 abitanti della città di Anniston – Alabama – hanno citato la Monsanto per una contaminazione di PCB. Stando ad un rapporto reso pubblico, e redatto dalla EPA (Agenzia della Protezione USA), la Monsanto aveva riversato, durante 40 anni, migliaia di tonnellate di rifiuti contaminati in un ruscello ed in una discarica a cielo aperto nel centro del quartiere negro della città.

Il modo con il quale il The Washington Post riferisce la storia, è indicativo:
«Migliaia di pagine di documenti della Monsantosu molti dei quali è stampato confidenziale: leggere e distruggeremostrano che nellarco di decenni la multinazionale ha camuffato le sue attività e soprattutto ha mentito su quanto già non sapesse. Nel 1966, alcuni responsabili dellazienda avevano scoperto che pesci immersi nelle acque di quel ruscello si ribaltavano sul dorso dopo meno di dieci secondi, pisciavano sangue e perdevano la pelle come se fossero stati bolliti vivi, ma prosegue il quotidiano americano non ne hanno fatto parola con nessuno».

Nel 1975, uno studio commissionato dalla Monsanto rivelava che il PCB provocava tumori nel ratto, La multinazionale allora decise di modificarne le conclusioni da leggermente cancerogeno a «non sembra assolutamente cancerogeno». «Non possiamo permetterci di perdere un solo dollaro», questa la conclusione di una delle note documentate dal The Washington Post.

Alla fine, nel 2002, la Monsanto è stata giudicata colpevole di aver inquinato «con il PCB sia il territorio di Anniston che il sangue dei suoi cittadini». L’azienda è stata condannata a pagare 700 milioni di dollari di danni ed interessi ed a garantire la bonifica della città, ma ai responsabili dell’azienda non è stata comminata una sola giornata di carcere.

Nel febbraio 2007, il The Guardian ha rivelato che il gigante agrochimico fra gli anni 1965 e 1972 si è comportato nello stesso modo in molti siti della Gran Bretagna. Il quotidiano ha avuto accesso ad un rapporto governativo secondo il quale 67 prodotti della Monsanto – fra i quali l’Agente Arancio, la diossina ed il PCB – erano stati riscontrati in una cava nel Galles.
In Francia, la fabbricazione ed utilizzazione dei PCB è proibita dal 1987.


LAgente Arancio: una condanna per avvelenamento


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Un vietnamita di 14 anni, presunta vittima dell’Agente Arancio

In quegli stessi anni, fra il 1961 ed il 1971, la Monsanto ha prodotto l’Agente Arancio realizzato partendo dall’erbicida 2,4,5-T la cui pericolosità è ampiamente nota a seguito dell’esplosione della fabbrica di Nitro. Durante la guerra del Vietnam, questo defoliante verrà sparso in modo massiccio dall’aviazione americana sopra le foreste vietnamite; le conseguenze si fanno sentire ancora oggi con numerosi tumori e malformazioni neonatali nella popolazione vietnamita e con diverse conseguenze fra i numerosi veterani americani.

Negli anni ‘70, veterani della guerra del Vietnam hanno agito una Class Action contro i produttori dell’Agente Arancio. La Monsanto – insieme ad altre 6 aziende – si ritrovò così ad essere la principale accusata di avvelenamento.
Nel 1987, i 7 produttori dell'Agente Arancio furono condannati a pagare 180 milioni di dollari ad un fondo di compensazione destinato ai soldati americani.

Durante il processo, la Monsanto – per respingere l’azione legale – presentò degli studi scientifici che dimostravano l’assenza di collegamento fra l’esposizione alla diossina ed i numerosi casi di tumore dei quali soffrivano i veterani. Nei primi anni ‘90, verrà dimostrato che quegli studi si basavano sulle conseguenze dell’esplosione della fabbrica nella città di Nitro nel 1949, ed erano stati manipolati.

Che ci fosse stata una frode scientifica verrà poi confermato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche che certificherà come gli studi della Monsanto «soffrono di errori nella classificazione delle persone esposte o non esposte alla diossina e che (le classificazioni delle) le persone sono state manipolate con lo scopo di ottenere i risultati voluti». Su tutta la vicenda, nel 1990, ci sarà una relazione intitolata Scienza in vendita, redatta da Greenpeace e dal ricercatore Joe Thornton.


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erbicida Roundup è tossico?


Vi ricordate di questa pubblicità e del buon cane Rex: «Roundup non inquina nè la terra nè losso di Rex»? Bene, ha garantito alla Monsanto una duplice condanna: una negli USA ed una in Francia, per affermazioni menzognere stampate sull’imballaggio di questo erbicida totale (cioè che elimina tutte le piante).

Nel 1975, la Monsanto lancia sul mercato il Roundup, un erbicida molto potente descritto come «biodegradabile» e «buono per lambiente». Nel 1960, il procuratore di New York condanna la Monsanto ad una multa di 50.000 dollari ed all’astenersi da tali false affermazioni. Nel gennaio 2007, per lo stesso motivo l’azienda è condannata in Francia (estratto della sentenza) ad una multa da 15.000 euro. Il Roundup è oggi l’erbicida più venduto al mondo.

Eppure, numerosi studi scientifici sono tutti concordi nell’affermare che il pesticida per eccellenza della Monsanto – ed il suo principio attivo, il glifosato – sia potenzialmente teratogeno, cioè responsabile di malformazioni fetali. In uno di tali studi, pubblicato alla fine del 2010 su Chemical Research in Toxicology, si dimostra che l’esposizione diretta di embrioni di girini a dosi molto deboli dell’erbicida a base di glifosato, genera delle malformazioni.

La Monsanto rifiuta tali conclusioni ed afferma sul suo sito: «Il glifosato non ha degli effetti nocivi sulla riproduzione degli animali adulti e non causa malformazioni nelle linee discendenti degli animali esposti al glifosato, anche a suoi alti dosaggi».

Lunedì 13 febbraio, il consulente del Consiglio di Stato ha però assestato un nuovo duro colpo al prodotto leader della Monsanto: ha infatti ingiunto al ministero dell’Agricoltura di analizzarne la tossicità su di un periodo di 6 mesi e di decidere nuovamente nel merito dell’autorizzazione alla commercializzazione del pesticida.

>> Reportage
: In Argentina, gli abitanti esposti all’erbicida manifestano svariati disturbi
Erbicida Lasso
: proibita la vendita

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Il 13 febbraio 2012 la Monsanto è stata colpita da una condanna ancora più importante e relativa al secondo – per importanza – dei suoi erbicidi. I giudici francesi hanno infatti stabilito che il produttore di questo fitosanitario dovrà indennizzare integralmente il ricorrente, Paul François. François, un produttore di cereali, che non riesce che a lavorare mezza giornata a causa della stanchezza cronica e di mal di testa persistenti. I medici ritengono che il suo sistema nervoso centrale sia stato colpito a seguito dell’inalazione dell’erbicida Lasso.

La Monsanto è ricorsa in appello ed ha diffuso questo comunicato: «I prodotti della Monsanto sono conformi alle esigenze di sicurezza valide al momento della loro commercializzazione. Lazienda ha una politica molto rigorosa per quello che concerne la valutazione scientifica della sicurezza dei prodotti per la protezione delle piante».

A fronte di tali dichiarazioni, l’erbicida è stato giudicato pericoloso e quindi proibito in Canada fin dal 1985, in Belgio e nel Regno Unito dal 1992 ed in Francia dal 2007 (dove era stato autorizzato nel dicembre del 1968).


Ormoni della crescita
: scandalo alla Fox News
All’inizio degli anni ‘90, la Monsanto commercializza il suo primo prodotto frutto delle biotecnologie: il Prosilac, un ormone della crescita bovina ricombinante (rBGH), un ormone transgenico destinato ad aumentare del 20% la produzione di latte delle mucche. L’ormone causa delle mastiti e delle infiammazioni alle mammelle, da ciò gli allevatori sono costretti a somministrare degli antibiotici di cui si ritrovano tracce nel latte. Questo prodotto miracoloso, oggi, è proibito in tutto il mondo tranne negli Stati Uniti.

Un documentario della canadese The Corporation, racconta come la Monsanto abbia fatto pressione sulla Fox News (gruppo Murdoch) per impedirgli di diffondere nel 1997 una inchiesta che svelava i pericoli del Prosilac. Quanto segue è indicativo dell’azione aggressiva di lobbismo esercitata dall’azienda: non solo l’inchiesta non è mai stata trasmessa, ma i suoi autori sono stati licenziati dal gruppo di Murdoch.


OGM
: una baraonda di processi


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Fra il 1995 ed il 1997, furono autorizzati alla commercializzazione tre prodotti Monsanto resistenti all’erbicida – sempre Monsanto – Roundup; si trattava della soia geneticamente modificata Roundup Ready, della colza Roundup Ready e del cotone Roundup Ready.

L’azienda, detentrice di un brevetto – quello sul glifosato, commercializzato con il nome di Roundup – che è ormai scaduto, decide (per questo motivo) di cambiare strategia ed inizia a brevettare viventi. Ed infatti, attualmente produce il 90% degli OGM del pianeta; con un quasi monopolio che l'azienda difende strenuamente. Nel corso degli anni 2000, la Monsanto porterà davanti ai tribunali centinaia di contadini accusati di aver utilizzato fraudolentemente le sue sementi transgeniche brevettate, cioè di averle piantate nuovamente.

La Monsanto rivendica sulle sementi dei diritti di proprietà intellettuale, cosa che però non la mette al riparo dall’essere accusata di atti di biopirateria. Nell’agosto del 2011 infatti, l’Autorità Nazionale per la Biodiversità dell’India ha annunciato che muoverà una denuncia contro l’azienda, accusata di aver messo a punto una melanzana geneticamente modificata (BT-Brinjal) partendo da delle varietà locali senza averne chiesto l’autorizzazione.

Nel 2010, questa volta negli Stati Unti, la Monsanto ha accettato di pagare 2,5 milioni di dollari di multa per aver venduto del cotone OGM senza autorizzazione. L’EPA accusa l’azienda di aver violato la legislazione che le proibiva di vendere cotone geneticamente modificato in alcune regioni del Texas dove queste varietà erano proibite a causa della resistenza ai pesticidi.

Aspartame: verso un nuovo scandalo sanitario?

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La Monsanto lo dichiara apertamente sul suo sito internet: dopo che fra gli anni 1980 e 1990 era stata uno dei principali produttori di Aspartame, a partire dal 2000, l’azienda non produce più Aspartame e ci tiene a sottolineare che questo dolcificante – che è il più diffuso al mondo – «non provoca nessuna malattia».

Ma degli studi recenti hanno nel frattempo messo in evidenza dei rischi accresciuti di nascite premature fra le donne che assumono Aspartame. L’Autorità europea sulla sicurezza degli alimenti è stata invitata ad anticipare al 2012 una sua nuova valutazione sulla sicurezza dell’Aspartame.

Yann Fichet, direttore degli affari istituzionali della filiale francese dell’azienda, ha deplorato sulle colonne del Monde (abbonati), che la Monsanto sia diventata «un nome che attrae quelli che vogliono fare ascolto», una reputazione immeritata che l’azienda cerca di cancellare mostrando sul proprio sito i principi della sua carta etica: «Integrità, Dialogo, Trasparenza, Condivisione, Utilità e Rispetto».

Contattata da Le Monde.fr, prima della pubblicazione del presente articolo, la Monsanto non aveva ancora risposto.

Soren Seelow

Traduzione per EFFEDIEFFE.com a cura di Massimo Frulla

Fonte >
Le Monde | 16 febbraio 2012
 

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