il PD non si smentisce mai: Tassa sulla pipì [M5S complice]

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Tassa sulla pipì, la mossa di Zingaretti nel Lazio. Codacons: ‘provvedimento folle’

14/09/2019 13:24 di Titta Ferraro

Tassa sulla pipì, la mossa di Zingaretti nel Lazio. Codacons: 'provvedimento folle' - FinanzaOnline

Balzello a carico di chi voglia utilizzare i bagni di bar e ristoranti.
E’ quanto previsto dalla Regione Lazio che, con la proposta di legge regionale numero 37 del 20 giugno 2018 approvata il 9 settembre scorso dalla Commissione Regionale, apre di fatto le porte all’istituzione di una ‘tassa sulla pipì’.

Nella Regione Lazio, governata dal leader del Pd, Nicola Zingaretti, gli esercizi commerciali sarebbero quindi autorizzati ad imporre la tassa, a patto di esporre il costo al pubblico.


La quarta commissione Bilancio, programmazione economico-finanziaria, partecipazioni regionali, federalismo fiscale, demanio e patrimonio, presieduta da Fabio Refrigeri (Pd), ha dato parere favorevole alle disposizioni della proposta di legge regionale n. 37, “Disciplina del Commercio e della somministrazione di alimenti e bevande” la quale, all’’art. 6, stabilisce testualmente che “Qualora il servizio igienico, per i soggetti diversi dalla clientela dell’esercizio, sia messo a pagamento, il prezzo dello stesso deve essere reso ben noto attraverso l’apposizione di idoneo cartello”. Di fatto la Regione Lazio autorizza gli esercizi commerciali come bar e ristoranti ad imporre una tassa agli utenti qualora vogliano utilizzare i servizi igienici dei locali, purché il costo sia esposto al pubblico. Non si capisce tuttavia a quanto dovrebbe ammontare il balzello, né sono previste sanzioni per chi non si attiene alle disposizioni di legge.

“Siamo alla follia – attacca il presidente del Codacons, Carlo Rienzi – L’uso dei bagni è compreso nel servizio reso da bar e ristoranti, e non si capisce perché debba essere messo a pagamento. Una nuova tassa a carico di cittadini e turisti che rischia di creare il caos e che potrebbe essere impugnata nelle opportune sedi: la pipì rientra tra le esigenze fisiche primarie degli essere umani, e vietare l’uso dei bagni in assenza di pagamenti potrebbe rappresentare una violenza e una lesione dei diritti fondamentali della persona, oltre ad avere effetti gravi sul fronte sanitario”, conclude Rienzi.
 
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TASSA SUI PRELIEVI BANCOMAT: dati riservati alla mano, sarebbe UN MASSACRO


Siamo riusciti ad ottenere alcuni dati riservati sui prelievi bancomat effettuati presso il gruppo Unicredit in Italia ed a livello internazionale. Con questi dati da un lato siamo in grado di demolire alcuni luoghi comuni che legano evasione all’uso del contante, dall’altro siamo in grado di quantificare l’eventuale gettito di imposta di una tassa del 2% sui prelievi, cosi come caldeggiato da alcuni. Quello che stiamo per scrivervi, vi avverto, non vi piacerà per nulla.

Unicredit è presente con sportelli automatici ATM propri in tre mercati europei:
  • Italia, con 5527 ATM, di cui 30% di solo prelievo, 46% di prelievo e versamento e 24% casse automatizzate;
  • Germania con 906 ATM, di cui 18% di solo prelievo e 82% di prelievo e versamento;
  • Austria con 484 ATM, di cui 61% di solo prelievo e 39 % di prelievo e versamento.
Il nostro paese per il gruppo è quello che presenta un profilo più completo, con la possibilità di compiere operazioni complete di cassa senza cassiere.

Quanti sono stati i prelievi da questi sportelli? Questi sono due dati generali di prelievi complessivi nell’anno 2015 e 2018

ITALIA:
PRELIEVI 2018 41.438
PRELIEVI 2015 39.833
dati in milioni di euro

AUSTRIA:
PRELIEVI 2018 4.953
PRELIEVI 2015 5.304
dati in milioni di euro

GERMANIA:
PRELIEVI 2018 6.049
PRELIEVI 2015 6.453
dati in milioni di euro

In Italia vi è stata una crescita dei prelievi, in controtendenza rispetto a Austria e Germania, ma bisognerebbe sapere quanti erano gli sportelli nel 2015, per poter dare una valutazione completa.
Quanto si preleva in media per sportello nel 2018?:
ITALIA: 7.551 euro
GERMANIA: 6.676 euro
AUSTRIA: 10.233 euro

La posizione degli ATM Unicredit rispetto a Austria e Germania è più simile a quella tedesca che a quella austriaca. A Vienna evidentemente si preleva molto di più rispetto all’Italia, e moltissimo di più rispetto alla Germania. Il nostro paese non ha una movimentazione di contate poi così particolare, e le banche sicuramente ne tengono conto nell’installare i propri macchinari. Certo un ATM in Austria rende molto di più….

Ora il Centro Studi Confindustria ha ipotizzato una tassa del 2% per scoraggiare “L’Uso del contante”, per motivi che sono nella testa del CSC.
Quanto costerebbe ai clienti di Unicredit?
Eccovi la Cifra: 834,76 milioni di euro.

Ora è difficile capire quanto siano i prelievi Bancomat Unicredit rispetto al totale dei prelievi bancomat nel sistema di bancario italiano.
Si stima, in generale, che Unicredit abbia una quota del 11% del mercato.
Utilizzando questo metro grezzo abbiamo che
Una tassa sui prelievi costerebbe 7.588,73 milioni di euro ai cittadini italiani.

Dato che le cifre devono essere sempre relativizzate, per comprenderne la dimensione, sono:
  • più di quanto previsto sia la spesa 2019 del reddito di Cittadinanza (7,1 miliardi)
  • circa 126 euro per ogni abitante in Italia, neonati e centenari compresi
  • quasi il doppio dell’ultima IMU sulla prima casa del 2014, che era ammontata a 4 miliardi
In Centro Studi Confindustria ha parlato di una tassa sui prelievi oltre i 1500 euro, ma si tratta di una tassa ingiusta anche perchè già esistono limiti all’uso del contante. Non è che Confindustria vuole rendersi amico qualche istituto di credito? Non bastano le laute commissioni sull’uso del bancomat?
 
PD+5S già cominciano a perseguitare il contribuente senza neppure rispettare la normativa - vogliono 2 miliardi in più

L’ultima versione è quella contenuta nel decreto del MEF pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 17 agosto 2019, con il quale sono state apportate modifiche rilevanti ai dati necessari per il calcolo del punteggio di affidabilità fiscale di imprese e professionisti.

Il decreto inatteso, pubblicato nel pieno del periodo feriale ed a poco più di un mese dalla scadenza per il versamento delle imposte sui redditi, prorogata al 30 settembre proprio per via degli ISA, è oggettivamente in contrasto con lo Statuto del contribuente che impedisce di apportare modifiche ai modelli e software dichiarativi senza concedere ai contribuenti un termine di almeno 60 giorni rispetto alla scadenza prevista per l’adempimento


Caos ISA: proteste e sciopero dei Commercialisti

Dopo spesometro, fatturazione elettronica forzata, esterometro e numerosi nuovi adempimenti fiscali (spesso doppi) introdotti dai vari governi negli ultimi anni, questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso!

Con un comunicato stampa del 16 settembre 2019, le Associazioni Nazionali dei Commercialisti hanno proclamato il primo sciopero generale della loro Storia.

Gli iscritti all’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili si asterranno nei giorni di sciopero dalle attività riguardanti:

  • la trasmissione telematica, quali intermediari, dei modelli di pagamento F24, nei giorni 30/09 e 01/10;
  • la partecipazione ad udienze presso le Commissioni Tributarie provinciali e regionali, nei giorni compresi dal 30/09 al 07/10.
Vediamo un pò di storia: correva l’anno 2016 quando diversi componenti dell’allora Governo in carica annunciavano con entusiasmo: abbiamo abolito gli studi di settore!!! E noi addetti ai lavori quasi non ci credevamo: uno degli adempimenti che ci aveva fatto più disperare negli ultimi anni era finalmente cancellato! Noi e i nostri clienti potevamo lavorare in pace e tranquillità da li in avanti (almeno sotto questo aspetto) , forse qualcosa stava finalmente cambiando!

Poi arrivò la proroga ! Studi di settore prorogati anche per l’anno fiscale 2017 (con applicazione dal 2018) e si è pensato resistiamo ancora un anno!

Poi ecco gli ISA!!! Annunciati ai tempi come se si trattasse solo di compilare qualche quadro aggiuntivo della dichiarazione dei redditi ai fini “statistici”.

I nuovi Indici Sintetici di Affidabilità invece stanno generando grosse difficoltà soprattutto ai Commercialisti ed altri addetti ai lavori che si trovano ad applicarli a fronte di incertezze e modelli continuamente in mutazione. L’ultima versione è quella contenuta nel decreto del MEF pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 17 agosto 2019, con il quale sono state apportate modifiche rilevanti ai dati necessari per il calcolo del punteggio di affidabilità fiscale di imprese e professionisti.

Il decreto inatteso, pubblicato nel pieno del periodo feriale ed a poco più di un mese dalla scadenza per il versamento delle imposte sui redditi, prorogata al 30 settembre proprio per via degli ISA, è “oggettivamente in contrasto con lo Statuto del contribuente che impedisce di apportare modifiche ai modelli e software dichiarativi senza concedere ai contribuenti un termine di almeno 60 giorni rispetto alla scadenza prevista per l’adempimento”

Oltre a quanto sopra descritto le criticità legate agli ISA all’avvio nel 2019 (ma relativo all’anno fiscale 2018) dello strumento che ha sostituito gli studi di settore sono e restano molte. A far compagnia agli errori contenuti nei dati precompilati che poi sono stati rivisti dal Ministero dell’Economia e delle Finanze vi sono almeno altre due problematiche: i bug del software di calcolo dell’Agenzia delle Entrate ed il ritardo ingiustificabile del software di controllo.

i commercialisti chiedono quindi con urgenza:

  • la disapplicazione degli indici ISA o, in subordine, la loro applicazione facoltativa per l’anno d’imposta 2018 , Paradosso: servono le coperture per 2 miliardi , ma non erano uno strumento più soft degli Studi di Settore? E addirittura prevedono in Finanziaria un maggiore gettito fiscale generato dagli stessi!
  • la sistematica e formale consultazione della categoria dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili e delle scriventi Sigle sindacali nella formulazione di norme e procedure nelle materie di competenza della categoria professionale;
  • una concreta semplificazione e riduzione degli adempimenti tributari;
  • la rigida osservanza delle disposizioni dello Statuto del Contribuente, la cui costante disapplicazione viola gravemente i diritti dei cittadini.
Vi terremo aggiornati!!!
Dario Polini
 
adesso il gov del PD+5S propone
Conte convoca i sindacati per non proporre nulla, se non il solito aumento delle tasse
Il premier Conte ha convocato i sindacati in settimana, ma al vertice si è discusso della solita aria fritta.
Il governo "giallorosso" non ha un programma sull'economia, così come nemmeno sul lavoro.
di Giuseppe Timpone , pubblicato il 20 Settembre 2019 alle ore 11:07
 
questi sono dei pazzi

Una tassa "di 1 euro per un volo nazionale e 1 euro e 50 per un volo internazionale", come parte di una serie di "microinterventi fiscali" su consumi "che fanno male alla salute e all'ambiente", come bevande zuccherate e merendine
Fioramonti, per scuola tassa 1 euro voli - Ultima Ora

p.s. considerando che ogni italiano piscia almeno 1 litro di pipi ogni giorno sono circa 60.000.000 di litri di pipi che tradotto possono essere tassati a 1 euro a litro ovvero 60 milioni di tasse...poi tasseremo anche la merda...
 

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