IL SISTEMA BANCARIO ITALIANO !!!!!!!!!!!!! (1 Viewer)

SINIBALDO

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IN FUTURO SARA' CRISI DEL SISTEMA BANCARIO ??????
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Il sistema bancario italiano rischia di diventare una semplice ‘rete di vendita’ di prodotti e servizi confezionati all’estero.

A lanciare il monito ieri il presidente della Consob, Lamberto Cardia, nel corso di un convegno all’Università Bocconi sul tema "Tutela del risparmio e competitività della piazza finanziaria".

Secondo Cardia, le banche italiane “sono ancora troppo piccole, poco proiettate verso il mercato dei capitali europeo e dedicano poche risorse ai servizi finanziari e all’investment banking.

Sembrano in difficoltà a competere sul mercato dei servizi di investimento anche in ambito domestico, - ha continuato il presidente della Consob - con una quota di mercato nei collocamenti commissionati dal ministero dell’Economia pari a circa il 20%”.


Cardia, sostenitore della necessità di una regolamentazione del settore che non impedisca “il libero dispiegarsi delle forze di mercato nella definizione degli assetti proprietari più efficienti, fermi restando i divieti agli incroci proprietari fra banche e imprese”,

ha avvertito però che proprio questo processo “comporta il rischio che il nostro sistema bancario venga "‘disintermediato’", trasformandosi in una rete di vendita o canale di distribuzione di strumenti finanziari, prodotti e servizi confezionati e strutturati all’estero”.

“Banche e intermediari esteri” - ha detto Cardia - “si approprierebbero in questo modo delle attività a maggior valore aggiunto, che richiedono una più profonda conoscenza dei mercati e dei modelli di gestione dei rischi”.

Ma l’allarme lanciato dal capo della Consob non si ferma qui.

E’ possibile infatti, avverte il presidente dell’organo di vigilanza, che l’avverarsi di un tale scenario penalizzerebbe fortemente le imprese medio-piccole, struttura portante del settore produttivo italiano e già messa in crisi dalla concorrenza cinese, nel campo del corporate finance.

“Le grandi banche di investimento estere - ha continuato Cardia - non hanno interesse o incentivi a offrire i propri servizi a una moltitudine di piccole imprese, preferendo concentrarsi sui clienti più grandi.

Il tessuto delle medie e piccole imprese italiane - ha concluso - ha bisogno di un sistema bancario geograficamente e culturalmente vicino”.

Dopo la già evidente ‘francesizzazione’ dell’industria italiana, quindi, anche il settore bancario rischierebbe di passare in mani straniere, relegando il nostro Paese a fanalino di coda dell’Europa e dei paesi avanzati.

La crisi di numerose aziende della grande industria (basti pensare al caso Fiat), in effetti, si aggraverebbe notevolmente se le banche creditrici avessero la loro sede principale all’estero perché l’unico interesse perseguito da quest’ultime - nella migliore delle ipotesi - sarebbe quello del profitto e del proprio utile.


Nonostante l’Italia, all’interno dell’Unione europea, non sia il solo Paese che difende la ‘nazionalità’ del sistema bancario, l’Ue continua a premere perché vengano rimossi tutti i vincoli attualmente esistenti.

Nessun richiamo invece viene fatto, ad esempio alla Francia che tutela fermamente non solo la ‘francesità’ del sistema bancario ma anche di tutto l’apparato finanziario e industriale.

Al cugino d’Oltralpe però non arriva nessun ‘richiamo’ da Bruxelles, probabilmente per la maggiore influenza che essa ha in sede comunitaria.

Alle difficoltà delle Pmi, si potrebbe inoltre aggiungerebbe l’accelerazione del processo di ‘esterizzazione’ dell’industria italiana e, probabilmente, anche di buona parte di parte del settore terziario, come la grande distribuzione organizzata.

A tale riguardo, basti pensare alla grande capacità di penetrazione proprio del gruppo francese Auchan, che rappresenta la seconda catena anche in Cina.

Il numero uno della Consob ha anche sottolineato che le forti pressioni dall’estero riguardano anche la Borsa.

Per Cardia è quindi necessario che sia le banche italiane che le imprese e la politica facciano la loro parte nella strategia di sviluppo della piazza finanziaria italiana.

I soggetti pubblici devono definire “norme che garantiscano maggiore protezione agli azionisti, ai creditori e ai consumatori di servizi finanziari, e assicurarne l’effettiva applicazione”.

Cosa che, stando agli scandali finanziari che hanno colpito il mercato negli ultimi anni, non è accaduta.


Nel corso del suo intervento, Cardia ha ancora sottolineato che la Consob, “nell’espletamento della proprie funzioni istituzionali”, non può ignorare il problema della competitività e dello sviluppo del mercato

finanziario italiano né ignorare “l’impatto che il perseguimento dell’obiettivo esplicito della ‘protezione dei risparmiatori’ può avere sullo sviluppo dei mercati”.

"In passato - ha proseguito Cardia - vi era una certa tendenza a vedere una contrapposizione fra l’obiettivo dello sviluppo dei mercati finanziari e quello della protezione dei risparmiatori:

minori regole, meno ‘lacci e lacciuoli’, un maggiore spazio alla libera iniziativa, anche a scapito della protezione dei risparmiatori, si riteneva potessero favorire lo sviluppo dei mercati”.

Il presidente ha sottolineato che si è raggiunta la consapevolezza che questa convinzione fosse sbagliata, “almeno per quanto riguarda i mercati finanziari” che hanno “bisogno di regole, di istituzioni, di politiche pubbliche attente e lungimiranti”.


Il dubbio, dati i discutibili risultati raggiunti in Parlamento sul ddl, è che la Consob sia l’unica ad aver raggiunto tale convinzione.

Chissà se il Parlamento, o almeno la sua maggioranza, darà ascolto alle parole di Cardia. (da Rinascita)
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SINIBALDO
 

remitur

Nuovo forumer
finche esistono questi privilegi...

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Ugo

Nuovo forumer
Ho detto la mia in un thread di pochi giorni fa,
ma in sintesi, il sistema é massonico e fino a quando gli stranieri non aprono in Italia, nulla si muoverà.
E quando apriranno, sarà cmq dura per loro.
Potrei fare degli esempi di "piccole banche" che continuano ad espandersi sul territorio italiano, alla faccia delle piccole dimensioni... :rolleyes:
 

Ugo

Nuovo forumer
In effetti il significato che intendo col termine massoneria/massonico, non è proprio.
Attribuisco al sistema bancario alcuni aspetti peculiari della massoneria quali l'obbedienza a regole interne "segrete" in contrapposizione a quelle esistenti che nel sistema economico capitalistico dovrebbero basarsi sul libero marcato e sulla trasparenza.
Insomma sono gli aspetti "negativi" della massoneria che attribuisco al sistema bancario nazionale.

ciao[/quote]
 

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