Il "tappo" che Impedisce alla Diga di Crollare

JOACKIN

joakin
In Italia la Banca d'Italia stampava moneta per comprare Bot e CCT negli anni '70 e in questo modo creò l'inflazione famosa che arrivò al 15% se uno ricorda o lo ha sentito dire dal papà. Poi Andreatta e Carli credo fecero passare una legge che vietava alla Banca d'Italia di comprare debito pubblico e da allora l'inflazione è rimasta sotto il 5%

La FED e la Banca di Inghilterra ora hanno stampato moneta per 1.100 miliardi di dollari la prima e 400 miliardi la seconda e hanno comprato con questa moneta stampata elettronicamente debito come l'Italia di una volta. La Bank of England ha comprato più che altro debito pubblico, esattamente come l'Italia del 1975, per circa 300 miliardi e gli americani più che altro obbligazioni cartolarizzate immobiliari e commercial paper (che è una specie di debito a breve per aziende) per circa 1.100 miliardi ($).

La BCE poi è ancora più interessante perchè ovviamente quando l'hanno creata è stato messo un divieto istituzionale di comprare debito pubblico altrimenti i tedeschi, olanedesi e francesi si sarebbero ritrovati priam o poi a finanziare i bot italiani, spagnoli, greci e portoghesi (nonchè quelli dei prossimi paesi dell'est che entrano nella UE)

Ma cosa è successo ora ? Se leggi questo bellissimo blog europeo nel caso della Spagna ad esempio che è il caso disperato oggi la BCE ha comprato debito legato a costruzioni e mutui dalle banche spagnole e queste in cambio hanno comprato titoli di stato spagnoli finanziando il governo. Anche in Italia e nel resto d'europa è stato lo stesso, sono passati tramite le banche invece che farlo direttamente e questo spiega perchè i BOT rendono -0.1% e i Bund salgano. Cioè Intesa o Unicredit o BNP Paribas o Commerzbank o Santander hanno piazzato presso la BCE qualcosa come 1.200 miliardi di euro di crediti cartolarizzati e derivati vari e in cambio hanno avuto cash con cui hanno comprato BTP, BOT, Schatz, Bund, Oats...

Solo ieri la Banca centrale irlandese e il suo Tesoro hanno annunciato che compreranno circa 130 miliardi di crediti e cartolarizzazioni immobiliari per salvare le banche irlandesi. Non sembra ma per l'Irlanda equivale al 50% del PIL!, ma ovviamente sulla notizia le banche irlandesi sono esplose e la notizia ha fatto salire le borse. Ma cosa succede poi ? le banche irlandesi riceveranno dal governo in cambio dei loro crediti marci immobiliari dei titoli di stato, che porteranno a depositare alla BCE per cui alla fine è lei che garantisce anche se nessuno lo nota

In parole povere sia la BCE che la FED che la banca d'Inghilterra con sistemi diversi hanno stampato moneta e comprato debito e per un totale intorno ai 3.000 miliardi. Questi 3mila miliardi sono il "tappo" che impedisce alla diga di crollare per ora. Dal punto di vista del Dollaro versu Euro però non è vero che la FED stampa moneta e la BCE no, cioè non ha molto senso che il dollaro scenda sempre verso euro perchè la BCE ha problemi simili o maggiori
 

  • Prendendo l'S&P (ma su altri indici la situazione è più estrema, l'unica differenza è che non hai grafici che durano da un secolo) siamo ora a +21% rispetto alla media a 200 giorni dopo che in marzo si sera scesi a -40% rispetto alla media medesima

    Non sembra ma era dal 1983 che non si aveva questa percentuale di ipercomprato e l'S&P non è MAI andato oltre un +20% sopra la media a 200 giorni nemmeno nel 1999 o 1987. Dal punto di vista borsistico è l'equivalente di una specie di legge fisica

    Oltre a questo notano a Bespoke, in 100 anni è successo solo 3 volte che il mercato sia passato da un ipervenduto del -20% ad un ipercomprato del +20% direttamente, solo nel 1932, 1937 e 1975 e appunto ora

    Nel resto del loro report premium mostrano che in tutti e tre questi casi dopo 1 un mese, 2 mesi, 3 mesi e 6 mesi il mercato è sempre finito più basso





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  • I dati economici sono migliorati da gennaio o marzo, ci sono ora dei +2% ogni mese, ogni dato spinge su le borse del 1% o 2% e dato che ne escono almeno un paio alla settimana ecco che siamo risaliti del +65% dal mimimo di marzo come indice delle borse globali

    Il fatto che in borsa si ragioni per percentuali però crea un effetto di illusione ottica e fa sì che si perdano di vista i livelli assoluti, i numeri che stanno sotto le percentuali. I dati di Agosto, usciti oggi, quindi dati che riflettono la "ripresa" economica sono (in dollari):

    importazioni nella zona euro in agosto : 102 miliardi di euro, mentre nel 2008 erano a 146 miliardi al mese, -35% (idem per l'export, leggermente meglio di un 2%)

    importazioni USA in agosto: 152 miliardi, nel 2007 erano arrivate a 234 miliardi mensili per cui sono un -32% rispetto al picco del 2007, quando l'S&P era a 1.550

    importazioni del Giappone sono (dato sempre di agosto appena uscito, di quelli "positivi") a -41% (!!!) rispetto ad un anno fa, 47 miliardi di dollari invece che 87 miliardi

    importazioni della Cina sono tuttora a -18% rispetto ad un anno fa e -20% e rotti rispetto al 2007, 88 miliardi quindi invece di 116 e sono calate in agosto

    importazioni inglesi sono -17% rispetto ad un anno fa, agosto 2008 e un -20% rispetto al massimo del 2007 e l'export numeri simili, altri paesi come Canada o Australia sono su numeri simili

    Sommando per 12 mesi uno hai
    500 miliardi all'anno di importazioni che mancano da parte della zona euro (146-102)x 12 mesi,
    960 miliardi che mancano da parte degli USA, (232-102)x 12 mesi
    400 miliardi che mancano da parte del Giappone (87-47)x 12 mesi
    280 miliardi che mancano da parte del Cina , (116-88)x 12 mesi
    300 miliardi circa che mancano da parte di UK, Canada e Australia

    Totale: mancano tuttora, dato di Agosto appena uscito, uno dei dati "buoni", 2.500 miliardi di importazioni delle maggiori economie industriali e siamo in media a -30% rispetto ad un anno fa

    Poi ci sono i paesi asiatici, Est Europa, arabi, Russia che pure hanno ridotto le importazioni, probabilmente di altri 400 miliardi sommandoli tutti. Un esempio a caso: la thailandia è oggi, agosto, un -36% rispetto ad un anno fa

    Morale siamo oggi, dati di agosto 2009, nel mezzo di un boom storico di borsa, ad un livello di domanda di beni e servizi nel mondo inferiore di circa 3.000 miliardi a quello del 2007 quando le borse erano sui massimi e questi 3mila miliardi sono un -30% che riporta al livello del 2003 l'export-import globale.

    E come si vede dal grafico delle importazioni USA (che sono tuttora un 30% delle importazioni mondiali) siamo risaliti appena appena sopra il minimo. Il grafico mostra anche chiaramente che il boom di importazioni USA dal 2003 al 2007 era artificioso e non si tornerà probabilmente più a quei livelli per molti anni

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Meno credito: ciò che le banche centrali NON riescono a impedire, e perché




Oscar Giannino
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Negli Stati Uniti, dove a differenza che da noi non comanda l’ABI, da un paio di giorni media e bloggers si interrogano a centinaia su questa chart. Si riferiva a questo, Pietro Monsurrò nel suo post di questa mattina. A produla e commentarla, sono stati economisti come Tim Congdon del FMI e David Rosenberg di Gluksin Shelf. La massa degli impieghi cponti nua a diminuire negliUSA a un tasso dell’1% al mese, per ogni mese da 11 mesi a questa parte. La deflazione del credito si aggiunge a quella dei prezzi, dei salari, degli asset immobiliari. Non male, se si pensa che tutti intonano la canzone “siamo fuori dalla crisi”. Tra i tanti commenti, mi limito a segnalarne alcuni, come quello di Ambrose Evans-Pritchard sul Telegraph, quello di Tyler Durden su Zerohedge, quello di Mr Practical su Minyanville. Si potrebbe pensare che questi daoi interessano solo gli americani. E’ sbagliato: perché la restrizione di credito, con molta più opacità sui dati, è in corso anche da noi. Di conseguenza, ne de derivano tre importanti constatazioni. La prima è: la liquidità oceanica pompata sui mercati dalle banche centrali non è in grado di evitare sinora la deflazione del credito.
La seconda: ciò avviene perché, sino a ora, gli operatori del mercato – le banche, essenzialmente – scontano a maggior velocità la svalutazione di collaterali e garanzie degli impieghi, di quanto invece le banche centrali tentino di monetizzare i debiti attraverso le nuove iniezioni di liquidità, pur attraverso tutta la nuova panoplia di strumenti a tal fine posti in essere dall’autunno 2008 a oggi.
La terza: se come sempra le banche centrali non sono ancora affatto in c0ntrollo del moltiplicatore monetario, delle due l’una. Potete pensare che, per quanto modesti e poco energiche siano state le spinte coattive riservate dai regolatori alle banche, comunque la crescente pressione nei loro confronti a ricapitalizzarsi e ad attuare il deleveraging abbia sortito un effetto esattamente opposto a quello di ricreare fiducia. Non è la mia opinione. Oppure penserete, se avete abbastanza coraggio, che è il sistema attuale come lo conosciamo delle banche centrali a fare inesorabilmente acqua, e che occorre cambiarlo dalle fondamenta. Abolirle, direbbe Ron Paul, pensando a Thomas Jefferson e Andrew Jackson contro Alexander Hamilton. Oppure – come pensa John Taylor – adottare un nuovo sistema monetario e obiettivi di inflation targeting ormai planetari, in grado di commisurarsi al mercato aperto mondiale della moneta, per contenere l’effetto erosivo sempre più potente che carry trading e impieghi di liquidità massicci su asset mobiliari prevalgano rispetto alla trasmissione degli impulsi all’economia reale.

http://www.chicago-blog.it/2009/09/...he-centrali-non-riescono-a-impedire-e-perche/



inoltre
da http://www.cobraf.com/forum/topic.php?topic_id=3842&reply_id=186289#186289

Innanzi tutto FED e Tesoro sono due entità ben distinte( e finora la Fed si è sempre smarcata dalla politica)
Prima della crisi il bilancio Fed era molto semplice. Nell'attivo principalmente titolo del tesoro,nel passivo la base monetaria ( quindi circa 800/900 miliardi $). Con la base monetaria che da anni aumentava pochissimo ( si dimentichi tutte le "stron...e" che ha letto in proposito).

Con la crisi il bilancio Fed è lievitato paurosamente perchè nel passivo si sono aggiunte due voce " instabili".
Il Finanziamento del Tesoro Americano che emetteva Bonds e depositava il ricavato alla FED ( fino a 500 miliardi di $ al culmine,ora ridotti a 200 e nei prossimi due mesi da ridursi a 15 ).
I depositi delle banche del sistema Federale che si sono fatti prima "liquidizzare " i loro assets, più o meno tossici ma sicuramente illiquidi, per poi depositare gran parte del ricavato alla Fed non reimmettondoli nell'economia reale. Come scritto questa voce ammonta a circa 900 miliardi di $ ed è la bomba a tempo ( considerando anche il moltiplicatore dei depositi )che la Fed dovrà in qualche modo disinnescare.

Hobi
 
Ultima modifica:
Ci sono gli orsi. A 666 di SP 500 dicono che il mercato è ancora caro. A utili riportati vicini a zero applicano il multiplo più basso che riescono afarsi venire in mente e ne ricavano obiettivi da brivido. A 750 gli orsi parlano di rimbalzo del gatto morto. A 850 concedono al recupero la dignità di rimbalzo tecnico. A 900 è un rally del babbeo (sucker’s rally). A 1000 è un grande bear market rally, come se ne videro durante la Grande Depressione, il cui copione viene dunque seguito fedelmente. A 1100 si intona il tristo coro del double dip prossimo venturo. A 1200, siamo già con l’orecchio teso, gli orsi proclameranno ufficialmente, orrore, orrore, la Terza Grande Bolla Mondiale (dopoInternet e le case).
Come perdersi un rialzo di quelli che si vedono una volta ogni mezzo secolo.
Ci sono i tori. Dopo l’esperienza di quasi morte in febbraio si aggrappano con tutte le loro forze alla derivata seconda, piccolo legno che galleggia nell’oceano nero. L’economia sta ancora contraendosi (prima derivata), ma sempre più lentamente. Stremati e disorientati riescono a stare a galla e a recuperare qualche forza quando a un certo punto, in giugno (con l’SP a quota 900), appare ai naufraghi all’orizzonte il maestoso transatlantico della derivata prima. L’economia sta ricominciando a crescere.
Il transatlantico, in realtà, non è proprio maestoso, ma così appare, comprensibilmente, a chi ha passato sei mesi nell’acqua gelida. L’economia cresce a V, ma si sono viste V più grandi in passato. Raccolti a bordo e rifocillati, i naufraghi vedono la nave che li ospita correre sempre più veloce. Derivata prima e derivata seconda sono entrambe positive. I tori si sentono come in paradiso, ma la selezione naturale ha insegnato loro a conservare Sta per ritornare la derivata seconda una certa prudenza. Sanno, i tori, che derivata prima e derivata
 
seconda non possono avere lo stesso segno troppo a lungo. Si può andare piano, si può andare veloce, si può andare sempre più veloce per qualche tempo ma nemmeno i cinesi riescono ad andare sempre più veloce in eterno.
Ci sono i maiali. Sì, lo so, dice Barton Biggs, sono un maiale, ma io non vendo prima di 1200. Biggs, come tutti i grandi vecchi, è insofferente per i dettagli, gli svolazzi, i plis e i replis dei tendaggi che per Deleuze sono la metafora del pensiero del Barocco. Goloso, ruvido e grossier, il maiale si ingoia il bull market in un boccone solo, non tritura, non separa, non scarta correzioni e consolidamenti come cerca di fare il toro.
Benché combattuti tra l’iscrizione al partito dei tori e quella al partito dei maiali, pensiamo che ci sia anche per gli orsi la possibilità di una vita degna. Non pensiamo naturalmente alle versioni rancorose, a quelli che
ammoniscono sul double dip cinque minuti dopo che è iniziata la risalita o a quanti esauriscono le loro intelligenze anche brillanti sfinendosi nella ricerca della banca che offre 10 punti base di tasso in più sui pronti termine.
Un orso al passo con i tempi e in pace con il mondo è chi serenamente si ripromette di evitare
in futuro ogni forma di equity (e dunque non si lascerà tentare a livelli più alti degli attuali) ma considera ad esempio di comprare per trading Treasuries lunghi quando correggono. Quanto al nucleo duro del portafoglio, l’orso avvertito lo tiene in corporate di buona (non necessariamente ottima) qualità, molto frazionati e con scadenze non superiori ai quattro anni. Una certa quantità di oro o di titoli auriferi può poi aggiungere splendore e sapore.
Con un portafoglio così strutturato l’orso può sentirsi al riparo da eventi geopolitici negativi, da exit strategy iperinflazionistiche e da double dip non terminali senza
 
er questo pagare lo scotto di molti trimestri a tasso zero. Quanto ai tori e ai maiali, il punto di separazione, come abbiamo accennato, è quello della seconda derivata. E’ possibile e perfino probabile che la fase di accelerazione, con il suo piacevole strascico di dati macro e societari non solo positivi, ma sorprendentemente positivi, stia terminando. Anche gli ottimisti più focosi ipotizzano una crescita meno brillante nel quarto trimestre.
Attenzione, non si parla di grandi cose. Una velocità di crescita annualizzata del tre per cento tra ottobre e dicembre è quasi indistinguibile da quella del quattro per cento che abbiamo visto da giugno in qua. Il problema è che dopo dicembre verrà gennaio, cioè il primo trimestre, che per una parte qualificata degli osservatori sarà ancora (un poco) più lento, per effetto dello smorzarsi graduale degli incentivi fiscali e della ricostituzione delle scorte.
Insomma, con la fine degli incentivi sulla rottamazione delle auto in America e in Germania e con una Cina che già da qualche settimana sta alzando (molto, molto leggermente) il piede dall’acceleratore la derivata seconda si sta stabilizzando e diventerà moderatamente negativa nei prossimi mesi. In questi giorni, quindi, e ancora per un paio di settimane continueremo a vivere di rendita sul Cash for Clunkers e sui suoi riverberi statistici. Il Cash for Clunkers, però, non c’è più.
Quando si cresce più lentamente alcuni dati macro continuano a essere positivi. Altri, in particolare gli indici di diffusione come i vari Zew, Isi, Filadelfia, possono mostrare un modesto arretramento. Ora, per dirla tutta, la storia che i mercati devono consolidare per il solo fatto che sono saliti del 60 per cento dai minimi non ci ha mai scaldato molto. Che cos’è, un obbligo morale? Una questione di buon gusto? Un omaggio agli orsi
 

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