Beppe Grillo proposta shock: nazionalizzare le banche
Beppe Grillo fa una proposta che se, utopicamente, attuata farebbe tremare il mondo finanziario.
Beppe Grillo avanza una nuova proposta shockante sul suo blog, dopo quella di uscire dall’euro, ovvero quella di nazionalizzare le banche italiane.
Sul Blog di Beppe Grillo questo scritto è accompagnato dall’immagine della locandina del film “Torna a casa Lessie” in cui sono state inserite le foto di Monti, Draghi e della Merkel.
Sotto attacco i miliardi di euro erogati dalla Bce alle banche, ad un tasso d’interesse irrisorio del 1% per far si che attraverso di esse ci sia un rilancio dell’economia tramite i finanziamenti alle imprese.
Ma questi soldi, che la Bce ha tanto generosamente elargito alle banche, ci fa sapere Grillo, sono nostri, prodotti dall’aumento dell’inflazione e dai tagli alle agevolazioni che gli Stati hanno attuato; e sottolinea il fatto che il sistema bancario non è affatto un sistema produttivo ma solo un sistema parassitario che senza coloro che lo usano non esisterebbe proprio.
Riportiamo per intero lo scritto di Grillo tratto direttamente dal suo Forum
“I 1000 miliardi di euro prestati dalla BCE alle banche sono serviti per accelerare il rientro dei titoli pubblici nelle nazioni di emissione. Le banche nazionali li hanno usati per rastrellare i titoli dall’estero invece di finanziare le imprese e rilanciare l’economia. I Btp tornano in Italia, i Bonos in Spagna, i titoli portoghesi in Portogallo, eccetera. In pratica ognuno si riprende i suoi titoli. Torna a casa Lassie. Ogni titolo è bello a mamma sua. Una tendenza iniziata già dopo la crisi finanziaria del 2008 con la fuga dai titoli PIGS. Allora i nostri Btp detenuti all’estero erano il 54% del totale, nel 2012 sono scesi al 32%. I Bonos spagnoli all’estero si sono quasi dimezzati in quattro anni, dal 60% al 34%.
Se una nazione detiene la quasi totalità dei suoi titoli di debito si scongiura sulla carta ogni possibile contagio europeo. Il crollo di un castello di carte. Il Giappone è un esempio. Ha un rapporto debito pubblico-PIL superiore al 200%. Il debito è però posseduto dai giapponesi, quindi nessun pericolo di default, né di destabilizzazione di altri Stati. Avviene invece l’aumento dell’inflazione unito alla diminuzione dei salari. Che è quello che sta succedendo in Italia. Gli stipendi sono i più bassi d’Europa con tendenza al peggioramento, dovuto al carico fiscale che li divora e che cresce insieme all’inflazione.
L’aumento della forbice tra bassi redditi e caro vita sta diventando la norma con milioni di nuovi poveri. Il tutto per tenere in piedi un Sistema che, presto o tardi, comunque collasserà. In questo rientro in Patria dei capitali, chi recita il ruolo dello spallone di fontiera di una volta, le banche, si fa pure pagare l’aggio dallo Stato. Lo Stato italiano presta soldi nostri, attraverso la BCE, alle proprie banche all’uno per cento di interesse. Le banche che comprano i Btp incassano il 5/6 % di interesse dallo Stato. Un euro su quattro delle nostre tasse serve a pagare gli interessi sul debito. Si può quindi affermare che questo giro del fumo serve a finanziare le banche attraverso il Fisco. Forse è il caso di nazionalizzarle.”