IN DEMOCRAZIA, LA POLITICA E' L'ARTE DI FAR CREDERE AL POPOLO CHE ESSO GOVERNI (1 Viewer)

Val

Torniamo alla LIRA
Questo potrebbe accadere anche in Italia, nel prossimo inverno.
Prepatevi per tempo.
Una bella stufa a legna.


L’impennata dei prezzi del gas naturale liquefatto (LNG) e del carbone sui mercati internazionali

ha costretto il Pakistan, la quinta nazione più popolosa del mondo,

a dover tagliare la fornitura di elettricità alle famiglie e all’industria

poiché il paese non può permettersi di acquistare i combustibili fossili sui mercati internazionali ai prezzi elevati attuali,

il tutto in mezzo a una crisi economica e politica.



Il Pakistan, la cui popolazione è la quinta più grande al mondo dopo Cina, India, Stati Uniti e Indonesia,
ha iniziato a sentire l’effetto dei prezzi elevati dell’energia già lo scorso autunno,
quando stava lottando per procurarsi il gas naturale liquefatto importato per le sue centrali elettriche .

Il Paese si è trovato ad essere il vado di terracotta in mezzo ai vasi di ferro che si contendevano il gas liquido a prezzi sempre più alti.

Quindi i prezzi sono rimasti elevati anche in virtù della guerra in ucraina e ora il Pakistan inizia ad essere a corto di soldi per il gas.


La crisi energetica e la crisi politica con la destituzione la scorsa settimana di Imran Khan dalla carica di primo ministro del paese,
che dispone di armi nucleari, si sono combinate per gettare nel caos il bilancio e le finanze dello stato pachistano.

Ora il Pakistan non può permettersi di acquistare più LNG e carbone,
su cui fanno affidamento le sue centrali elettriche per generare elettricità,
il tutto proprio nel mezzo di una crisi politica che ha visto la sfiducia al rpecedente premier Khan.


A metà della scorsa settimana, il 13 aprile, un totale di 7.140 megawatt (MW) di impianti di capacità
sono stati chiusi per mancanza di carburante o guasti tecnici, ha twittato Miftah Ismail.

Ismail è stato scelto per servire come ministro delle finanze dal nuovo primo ministro designato Shehbaz Sharif.



On April 13, 7140 MW capacity plants were shut either due to fuel shortage or technical faults. Is it due to PTI’s incompetence or corruption or both? pic.twitter.com/XUoj7b9laV
— Miftah Ismail (@MiftahIsmail) April 14, 2022




Secondo Bilal Kayani, vicesegretario generale del partito pakistano PMLN,
le riserve valutarie presso la State Bank of Pakistan (SBP) ammontavano a soli 10,8 miliardi di dollari l’8 aprile,
un giorno prima che Imran Khan fosse estromesso a causa del voto di sfiducia.

Sono meno di 2 mesi di copertura all’importazione.


Le riserve sono diminuite rapidamente di $ 5,4 miliardi in sole 5 settimane, ha affermato Kayani.


Contrary to lies propagated by PTI regarding FX reserves, SBP reserves were only $10.8 bn on 8 April, a day before IK was ousted through the vote of no confidence. That’s less than 2 months of import cover. Reserves declined rapidly by $5.4 bn in just 5 weeks.
This is SBP data. https://t.co/cXk2YPRlgO pic.twitter.com/IoOXgFZN3l
— Bilal Kayani (@BilalAKayani) April 14, 2022




Evidentemente vi è stata una fuga dalla valuta del Pakistan,
il che ha lasciato il paese con le riserve necessarie per andare avanti però solo un mese!


Ecco la necessità di tagliare le forniture energetiche a famiglie e imprese.


Tutto queste però manderà ancora più in crisi il paese.


Un altro stato che si prepara a saltare, e neanche ancora ha sentito a pieno il boom dei prezzi alimentari.
 

Val

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Misure per il contenimento degli aumenti dei prezzi dell'energia

Azzeramento oneri generali bollette 2° trimestre 2022

Per ridurre gli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico, si prevede, per il secondo trimestre 2022, l'annullamento:

  • delle aliquote relative agli oneri generali di sistema applicate alle utenze domestiche
  • ed alle utenze non domestiche in bassa tensione, per altri usi, con potenza disponibile fino a 16,5 kW;

  • delle aliquote relative agli oneri generali di sistema applicate alle utenze con potenza disponibile pari o superiore a 16,5 kW,
  • anche connesse in media e alta/altissima tensione o per usi di illuminazione pubblica o di ricarica di veicoli elettrici in luoghi accessibili al pubblico.
 

Val

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La Fiaba del Filosofo Somaro, scritta apposta per noi



«Filosofo somaro? Qualcuno si potrebbe offendere. E io infatti chiedo scusa: a tutti i somari».

Sound: romanesco (Trilussa style).
Come dire: abbassiamo i toni, siamo tra amici.
Ambientazione: un vecchio telefono obsoleto.

Nostalgia d’altri tempi, sottolineata dalla tappezzeria musicale del violino Klezmer.
In un angolo spunta una bacchetta, come quella di Mandrake.
Sul tavolino, un cappello adagiato sopra tre volumi (date retta, gente: leggete, per il vostro bene).

Accanto, un bicchiere: quello della pozione di Apuleio.
E sulla parete, una specchiera.

Cosa riflette, lo specchio? Lui.

Protagonista delle pitture: l’asino filosofo.

In altre parole, noi. O meglio, lui. L’asino parlante. Il somaro volante.
L’anima cui tocca prima cadere, se vuole ascendere al cielo della piena consapevolezza di se stesso.


A parte l’ovvio rimando dantesco, ci ricorda qualcosa? Eccome.

Nel senso: vuoi vedere che ci toccava proprio cadere così in basso, per sperare un giorno di tornare a volare?

«Visto così, non si direbbe certo che avessi un nobile passato, che fossi di bell’aspetto».


E’ senza tempo la lezione de “L’asino d’oro”: storia esemplare di chi, per diventare “aureo”
(per accedere alchemicamente al proprio “oro” interiore, estraendolo dal “piombo”)
deve per forza cambiare stato.

Già, perché ci sono modi diversi, di essere uomini.

Gli anglosassoni lo sanno dire in due parole: “mankind” e “humanity”.

La prima designa semplicemente l’Homo Sapiens,
l’altra la sua dote precipua: saper amare, trattando gli altri con umanità.

Anche nel caso di Apuleio, come sappiamo, il percorso è complicato.

E nasce da un imprevisto accidentale:

«Ai tempi in cui ero d’oro, curioso di capire dove sia l’Altrove, sbagliai l’unguento, sì: e fu un errore.
Ma grazie a quello scoprii l’amore, l’essere umano, le sue bassezze (e il suo livore)».



Facile: basta inserire il vernacolo, e al posto di Apuleio compare l'asino.

Siamo in piena Era Pandemica: è il posto giusto, da cui scrutare tutto.


«Sedetti alla destra di quell’ometto, che nacque nella paglia senza il tetto, e cambiò il mondo
– non a tutto tondo, solo in quel distretto; ma gli bastò, per diventar l’eletto».

E’ un attimo, con la magia: sbagli pozione, e ti ritrovi trasformato in somaro (sia pure veggente).

«Sono griglio come un topo, e sulla schiena da sempre porto una croce».

Da Betlemme al Golgota, il passo è breve: su quella croce
«un uomo ci legò un bastone, mi mise un cappio al collo e si proclamò padrone».

Raglia soavemente, il divino Somaro Filosofo.


L’alfa e l’omega: «Io sono il niente e il tutto, sono l’inizio e la fine, come il Matto dei Tarocchi al dritto.

E tiro quel carretto, zitto zitto, curvato su quell’ombra sovrastante: fino a quando non ci ho scoperto il trucco».


Come? Cambiando posizione.


Ricordate Robin Williams, nei panni del professor Keating?
Salite sul banco, mettetevi in piedi. E tutto, all’improvviso, vi apparirà diverso.


«La volta che mi voltai per un istante, vidi che chi c’era a cassetta non era quel grand’uomo, dalla statura così imponente,
ma un pupazzetto (che il sole radente rendeva gigante)».(Draghi)


Questo ha scoperto, Apuleio trasformato magicamente in ciuchino, come Pinocchio.

«E quando mi sono impuntato (perché è accaduto) m’è apparsa questa carota davanti al muso: bella, arancione lunga.

Pareva buona, e ci ho creduto! Sì, però una volta sola»
.

Avvertimento:

«A te, di carote legate a quel bastone che ti fa correre senza pigliare niente, ne hanno messe tante: la libertà, la gioia, l’avventura».

Ma anche

« l'emergenza,

la dittatura,

la paura ;

l’antidoto salvifico (e quasi mai la cura)».



Sorride, l’attore. Sornione.

«Io sono ignorante, sei tu l’erudito: e infatti accusi e punti sempre il dito su un povero somaro come me».

Lockdown,

distanziamento,

il dilagare televisivo dei contagi.


«Ma che, non l’hai capito, che quello che ci appare innanzi agli occhi è un’illusione, come la caverna di Platone?

Qualcosa che ti arriva da dietro (come dentro a un film: la proiezione)».



Con il suo periodare affabile, sul palco o davanti alla telecamera,
si offre di prenderci per mano, in questa palude stigia nella quale siamo sprofondati a partire dalla primavera 2020.

“Vojò vive come er bombo”, dall’inizio della tragica farsa italiana – era solo un lusinghiero preludio.

Quella voce non si fermerà, continuerà a sciorinare l’arguzia poetica dei suoi apologhi.


Missione invariata: superare la Mankind e approdare all’Humaniy.

Anche, eventualmente, passando per la trasmutazione – inevitabile –
che prevede il calvario transitorio della vita quadrupede.


«Con le quattro zampe ben piantate al suolo, nessuno m’ha aiutato a capire chi ero. Ci arrivai da solo».


Capito, il Somaro Filosofo?

Alfa e omega, appunto:

non aspettarti aiuti prodigiosi, dal cielo.


Semmai, smetti di dormire.


Scendi in cantina, a esplorare i tesori sepolti nella tua interiorità.



«Ma per quelli ingenui e distratti come te, tranquillo: resto sempre l’asino che è in volo».
 

Val

Torniamo alla LIRA
Qualcosa sta cambiando nell’economia mondiale, e di molto grande,
che dovrebbe far pensare i nostri governanti e soprattutto la BCE,
ma non lo farà.


La Banca Centrale israeliana cambia il mix delle proprie riserve.

A partire da quest’anno, il mix di valute si espanderà
dal trio del dollaro USA, l’euro e la sterlina britannica
per includere i dollari canadesi e australiani, nonché lo yen e lo yuan renminbi.


L’aggiunta segno un cambiamento nelle “linee guida e nella filosofia di investimento complete” della Banca d’Israele,
ha affermato in un’intervista il vice governatore Andrew Abir.


A seguito delle discussioni tenute dal comitato monetario lo scorso anno,
la sterlina e lo yen rappresenteranno il 5% e le valute di Canada e Australia avranno il 3,5% ciascuna.

Secondo il nuovo approccio, la proporzione dello yuan è fissata al 2% per il 2022,
secondo il rapporto annuale della banca centrale israeliana pubblicato alla fine del mese scorso.


Per accogliere i cambiamenti, la quota dell’euro scenderà al 20% – la più bassa in almeno un decennio – da poco più del 30%,
mentre il dollaro rappresenterà il 61%, in calo dal 66,5%.

Il peso della sterlina, al contrario, raddoppierà quasi al 5%, tornando a un livello visto l’ultima volta nel 2011.


L’aumento “drammatico” delle riserve valutarie israeliane
ha portato la banca centrale ad allungare il proprio orizzonte di investimento, ha affermato Abir.

“Guardiamo alla necessità di guadagnare un ritorno sulle riserve che coprirà i costi della responsabilità”.


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In altre parole, Israele sta riducendo la sua esposizione al dollaro e all’euro per aumentare l’esposizione al renminbi.

Perché questo accade?

Perché nel mondo che si sta profilando ora
la finanza passa in secondo piano,
mentre le risorse reali, industriali o materie prime, diventano essenziali.


Non è più importante il debito o il mercato finanziario,
ma lo diventa quanto grano, gas, petrolio, energia, o produzione industriale si ha a disposizione.

Quindi la Banca centrale israeliana lascia Dollaro e Euro,
nonostante Gerusalemme sia alleata di Washington, anche se freddina dopo Trump.


Questo cosa significa,

che o l’Euro, o meglio i paesi che lo usano, cambiano strada a 180 gradi,

oppure l’Euro è destinato a decadere.


Il cambiamento dovrebbe essere una nuova “Politica dell’offerta”,
cioè un ritorno alla crescita delle produzione agricola e industriale,
cosa che non è possibile con il mostro burocratico e alienante della UE.


I politici lo capiranno?

No, quindi l’euro è destinato a decadere.
 

Val

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Le aziende dell’UE potrebbero aver scoperto un modo per pagare il gas russo in rubli senza violare le sanzioni,
ha affermato venerdì la Commissione europea, o meglio, il modo è sempre esistito.



Le società dovrebbero pagare in euro o dollari, che verrebbero poi convertiti in rubli,
anche se le transazioni dovrebbero anche essere accompagnate da una dichiarazione
che spieghi come le società considerano completati i loro obblighi contrattuali una volta inviati gli euro o dollari.

Cioè esattamente quello che Lavrov ha spiegato solo qualche giorno fa.


La Russia aveva fissato una scadenza per il 31 marzo affinché le nazioni “ostili” iniziassero a pagare in rubli per il gas naturale,
sebbene l’UE inizialmente si fosse opposta a tale richiesta, sostenendo che tale richiesta sarebbe stata una violazione del contratto per conto della Russia,
e che pagare in rubli violerebbe le sanzioni.

La Russia ha anche confuso le acque nei giorni successivi alla richiesta iniziale di rubli,
iniettando una buona dose di confusione su come avrebbe funzionato il programma.


Ma all’inizio di questa settimana la Russia ha chiarito il complicato schema dei rubli per il gas per quelle nazioni ostili,
che includono i membri dell’UE e gli Stati Uniti, tra gli altri.

Secondo il programma, queste nazioni non sarebbero in grado di pagare il gas utilizzando i conti bancari di Gazprom all’estero
perché i fondi sarebbero suscettibili di congelamento a causa delle sanzioni.

Invece, queste nazioni dovrebbero pagare in euro o dollari utilizzando un conto speciale
che dovrebbero aprire presso Gazprombank, che converte il pagamento in rubli.


Gazprom avrebbe quindi accesso ai fondi protetti dalle sanzioni in rubli.


La notizia che l’UE ha trovato un modo per pagare senza violare le sanzioni
arriva quando la Casa Bianca venerdì ha affermato
che l’UE era determinata a vietare le importazioni di petrolio e gas russi,
sebbene la Germania si sia opposta a un divieto totale e immediato
a causa del suo notevole dipendenza dalle importazioni di energia russe.


Alla fine la soluzione fornita da Gazprombank per pagare “in Rubli” è legittima e realizzabile,

e la Commissione ha solo fatto “Molto rumore per nulla”.


Oppure, semplicemente, Berlino ha ordinato a Bruxelles di “Non disturbare il conduttore”.


Tanto sappiamo benissimo che nella UE comanda solo uno.
 

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