Arrivati a questo punto, una soluzione l'avrei. Diano a me il mandato
E la richiesta di impeachment. E le minacce di morte. E lo spread schizzato oltre quota 300. E il caso Savona.
E la contromanifestazione grillina del due giugno. E il fallimento del governo politico Jamaica. E ora pure le difficoltà di mettere in piedi un banale esecutivo balneare.
Ieri il capo dello Stato si è girato e ha scoperto che dietro a lui non c'era nessuno.
Nessuna maggioranza, niente appoggio del Pd, zero speranze di costruire un accordo parlamentare per arrivare almeno in autunno.
E nel frattempo era sparito persino Carlo Cottarelli, convocato al Colle per ufficializzare e la sua squadra tecnica e uscito di soppiatto mezz'oretta dopo «per approfondire la lista».
In realtà forse quello che vuole approfondire è proprio il presidente.
Pare, dicono, sembra, che Mattarella starebbe meditando di cambiare cavallo e di dare un mandato politico, forse proprio a Matteo Salvini, o a Giancarlo Giorgetti.
Un ritorno di fiamma improvviso, una seconda chance.
Un colpo di scena, ma del resto perché meravigliarsi, in tre mesi ne abbiamo viste di tutte.
Pure stasera se ne vedono parecchie.
Luigi Di Maio che in due ore passa dall'impeachment all'offerta di «collaborare con il presidente per risolvere la crisi».
I due leader di Lega e M5s che riaccendono il forno e si incontrano.
Giuseppe Conte, premier in pectore per cinque giorni, a dispetto del curriculum, in preda a una crisi di astinenza da riflettori,
passeggia sorridente con una misteriosa cartellina in mano davanti alla gelateria Giolitti inseguito dai cronisti.
Chissà, il prof aveva nostalgia. Oppure sa che sta per essere richiamato in campo.
E siccome non vogliamo farci mancare nulla, qualcun altro parla di un Silvio Berlusconi garante di un esecutivo Jamaica in formato ridotto, cioè senza Paolo Savona.
Ma nella giornata delle voci e delle stranezze, prende quota anche un'ipotesi B, e cioè un mandato sì a Salvini però nel quadro di un'alleanza di centrodestra.