Incisioni antiche e moderne: Galleria di immagini

L'unica cosa che posso aggiungere che dalla foto non si vede timbro a secco (penso) Torcular Milano, ho visto che a questo artista piacevano i cavalli :)
 
Potrebbe essere un'acquatinta, ma meglio aspettare Baleng.

Nel frattempo riprendo il discorso sulla Xilografia italiana del primo Novecento.

Negli ultimi decenni dell’800 si ebbe in Europa un vasto movimento di rinascita delle arti applicate e delle arti grafiche, movimento che raggiunse anche l’Italia nei primissimi anni del ‘900. La rinascita della xilografia si inserisce in questo contesto, e risponde all’esigenza degli artisti di rompere con il passato e di rivalutare gli aspetti artigianali della produzione artistica, rispetto alla meccanizzazione e alla produzione in serie che si erano diffuse nel corso dell’800 a seguito del processo di industrializzazione. Il teorico riconosciuto di tutto questo movimento fu William Morris con il suo Arts & Crafts Movement. In Inghilterra, questo è il periodo in cui si affermano le raffinatissime immagini di Aubrey Beardsley, che furono una delle fonti principali di ispirazione per le xilografie del nostro Francesco Nonni, come vedremo; in Francia si dedicarono alla xilografia artisti come Gauguin e Munch. Numerose furono poi le riviste sorte in questo periodo che si dedicarono alla diffusione delle novità nel campo dell’illustrazione: “The Studio” in Inghilterra, “L’Image” e “Revue Blanche” (1891-1906) in Francia (quest’ultima ebbe tra i suoi collaboratori anche Felix Vallotton), “Jugend” (1896) e “Der Sturm” (1910-132) in Germania, fino a “Ver Sacrum” (1898-1903) la rivista della Secessione viennese.
In Italia, la prima rivista modellata sugli esempi inglesi e americani fu “Emporium”, fondata nel 1895. Presto se ne aggiunsero altre, e nei primi anni del ‘900 cominciarono ad uscire anche da noi riviste illustrate esclusivamente con xilografie, la più nota delle quali fu “Il Leonardo” (1903) attorno alla quale ruotarono artisti come Adolfo De Carolis e scrittori come Gabriele D’Annunzio.
Adolfo De Carolis (1874-1928) fu il principale artefice della rinascita della xilografia in Italia nei primi anni del ‘900. Dopo aver collaborato a ”Il Leonardo”, il cui primo numero uscì a Firenze nel 1903 (De Carolis disegnò il frontespizio della copertina) e a “Il Regno” che uscì sempre a Firenze più avanti lo stesso anno, De Carolis disegna la copertina di “Hermes” (vedi immagine qui sotto), altra rivista fiorentina il cui primo numero esce nel gennaio 1904. De Carolis ebbe numerosi allievi, tra i quali G. Costetti, A. Spadini, P. Mussini, C. Doudelet, E. Zorn.

Vedi l'allegato 526302
Un De Carolis ce l'ho

img_20190203_095606.jpg
 
A me il color pare proprio dato a mano, acquarello o tempera che sia, e non saprei da chi. Che cosa vi sia sotto il colore non appare chiaro.
A dirla tutta, Sassu, pur oggi caduto come considerazione, non era un dilettante, mentre qui vi sono varie cose che non apprezzo molto.
Nel caso migliore, una prova di stampa di primo stato acquatinta in grigio, colorata a mano per provare gli effetti. Ma colorata da chi?
Se si tratta di colui che firma, avrebbe dovuto indicarlo con sua scritta.
Difficile giudicare da una foto, ma il primo cavallo è sicuramente di Sassu; il secondo, sia chiaro, non dico che non lo sia. Ognuno si faccia la sua idea.

a.sassu.JPG
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Mi è appena arrivato in omaggio per posta il nuovo quaderno dell'ALI-Associazione Liberi Incisori (ringrazio il presidente Marco Fiori se ci legge) dedicato a Luciano De Vita. Una volta esaurito l'argomento che sto trattando in questi giorni vedrò di pubblicare qui qualcosa. Per intanto:

Luciano De Vita - Wikipedia
 
Certo, ognuno si faccia la sua idea. Non è lo stesso esemplare (v. firma)

Asta 1 / Lotto n° 108 - Sassu Aligi| Aste Brina

Qui speriamo sempre che tutte le richieste siano in buona fede e in questo senso cerchiamo di aiutare attraverso le spesso insormontabili difficoltà della traduzione in pixels.
Ciò detto, saremo, credo, sempre più prudenti, soprattutto verso chi non conosciamo.
Qui la ricerca fu effettuata con <aligi sassu torcular>, la più semplice possibile.
Quanto alle case d'asta, credo sia chiaro che ormai nella grafica sono mediamente poco affidabili. Ebbi a segnalare che una "serigrafia" era in resltà litografia. Dalla stessa casa fu ripresentata in asta successiva come serigrafia :wall:

Battaglia persa :specchio:
 
Ultima modifica:
Riprendiamo il discorso sulla xilografia italiana del primo ‘900 avendo sempre come base il volume “Xilografia – L’utopia grafica (1924-1926)”, edizioni NFC, catalogo della mostra tenutasi a Rimini nel 2017.

Dopo quelle menzionate nel mio post precedente, un’altra rivista importante fu “Ebe”, fondata a Chiavari nel 1905 da Luigi Romolo Sanguineti. Ebbe vita breve ma fu fonte di ispirazione per “L’Eroica”, fondata a La Spezia nel 1911 da Ettore Cozzani e Franco Oliva, che divenne ben presto il punto di riferimento per gli xilografi italiani. Vi collaborò fin dall’inizio anche De Carolis coi suoi allievi più dotati: F. Nonni, G. Barbieri, A. Moroni e altri. A “L’Eroica” collaborarono poi fin da subito artisti già autonomi come Lorenzo Viani, Gino Sensani, Benvenuto Disertori, e più tardi Emilio Mantelli, Gino Marussig, Arturo Martini, Felice Casorati, Moses Levy e numerosi altri. La coesistenza di diverse scuole all’interno dell’Eroica diede luogo ad attriti che sfociarono, nel 1914, nell’allontanamento di De Carolis e del suo gruppo, giudicati incapaci di rinnovare i loro strumenti espressivi adeguandoli ai tempi, da parte di Cozzani.

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Felice Casorati: Il sonno, in L'Eroica n.34-35-36, 1915


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Emilio Mantelli: Testa di donna, copertina de L'Eroica n.66-67, 1920
 

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