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MILANO (MF-DJ)--Le banche aprono all'ingresso temporaneo dello Stato nel loro capitale e il presidente del Consiglio promette che in quel caso i manager non verranno rimossi. Questo e' il compromesso raggiunto tra mondo del credito e governo.
E' stato Berlusconi a confermare, si legge su MF, quanto anticipato dal giornale finaziario e a mettere a punto il piano.
"Lo Stato -ha spiegato il premier- puo' sottoscrivere obbligazioni, azioni di risparmio e obbligazioni convertibili a richiesta delle banche". L'ipotesi di lavoro sarebbe quindi un fondo alla francese, un fondo statale finalizzato alla sottoscrizione di obbligazioni subordinate convertibili in azioni ordinarie di banche, su richiesta degli stessi istituti di credito. La finalita' sarebbe quella di rappresentare un plafond di garanzia per quelle banche, le sette principali in Italia, che necessitano di ricapitalizzarsi, portando il proprio Core Tier 1 all'8%, come il resto d'Europa.
Il fondo, prosegue il quotidiano, dotato inizialmente di circa 15-20 miliardi di euro (ma se si escludono le attivita' estere delle grandi banche che il governo non intende assolutamente sostenere, l'importo utile potrebbe ridursi a meno di 10 mld) sarebbe votato a sottoscrivere emissioni riservate delle banche; tali emissioni risulterebbero convertibili a richiesta dell'istituto, che potra' pero' optare tra restituire allo Stato quanto ricevuto in prestito ovvero rimborsarlo con l'emissione di nuove azioni. Le emissioni avrebbero durata 3 anni per le banche ordinarie e 5 per le cooperative o popolari; infine garantirebbero una cedola con robusto spread sull'euribor a 3 mesi.
Il governo non ha ancora deciso chi dovra' garantire questo fondo. L'opzione Cassa Depositi e Prestiti, consentirebbe di tenere fuori dall'alveo della Pa tutta l'operazione ma solo previa modifica dello statuto. Non e' stato pero' escluso l'utilizzo di un altro veicolo, magari con la partecipazione diretta di Mediobanca.