Intenzioni di voto

Intenzioni di voto

  • Centro Destra

    Votes: 11 34,4%
  • Centro Sinistra

    Votes: 2 6,3%
  • Centro

    Votes: 1 3,1%
  • Altri di centro destra

    Votes: 2 6,3%
  • Altri di centro sinistra

    Votes: 2 6,3%
  • Scheda bianca

    Votes: 1 3,1%
  • Scheda nulla

    Votes: 0 0,0%
  • Non vado a votare

    Votes: 13 40,6%

  • Total voters
    32
  • Poll closed .
Ragazzi, se non giocate con i soldi del monopoli votate chi porterà avanti al posto di Draghi questa interessante riforma delle rendite finanziarie:
1. Aliquote dal 26% al 23%
2. Equiparazione tra “redditi da capitale” e “redditi diversi” con tutto ciò che comporta quando ad esempio si incassa un dividendo o si vende un etf.

 
Ragazzi, se non giocate con i soldi del monopoli votate chi porterà avanti al posto di Draghi questa interessante riforma delle rendite finanziarie:
1. Aliquote dal 26% al 23%
2. Equiparazione tra “redditi da capitale” e “redditi diversi” con tutto ciò che comporta quando ad esempio si incassa un dividendo o si vende un etf.

qui solo minus :-o
 
Ragazzi, se non giocate con i soldi del monopoli votate chi porterà avanti al posto di Draghi questa interessante riforma delle rendite finanziarie:
1. Aliquote dal 26% al 23%
2. Equiparazione tra “redditi da capitale” e “redditi diversi” con tutto ciò che comporta quando ad esempio si incassa un dividendo o si vende un etf.

qui solo minus :-o
Anch'io, per ragioni religiose, coltivo solo le minusvalenze e scaccio dal portafoglio le plusvalenze appena osano comparire.



Però non sono sicuro di aver capito la proposta.
La riduzione dell'aliquota dal 26 al 23 farebbe guadagnare i risparmiatori (quelli che producono plusvalenze o altri redditi), e fin qui è chiaro.
I redditi diversi accoglierebbero le cedole, i dividendi e le perdite, per cui se qualcuno incassasse 100 euro di cedole e perdesse 80 euro sul trading, pagherebbe le tasse (giustamente) solo su 20.
[Rimane il piccolo dettaglio della doppia imposizione sui dividendi, ma è OT].



Ma poi mi perdo pensando ai redditi diversi (che accolgono proventi da attività commerciali occasionali, plusvalenze da vendite di immobili, proventi da usufrutto... è un quadro della dichiarazione che conosco molto poco).
I redditi diversi, in dichiarazione, finiscono insieme ai redditi ordinari, oppure vengono assoggettati a tassazione separata, quindi con aliquote marginali variabili ma che tendenzialmente sono basate sul reddito complessivo.


E qui sorge il dubbio: per chi dichiara più di 15.000 euro annui, l'aliquota sarebbe più alta rispetto all'attuale 26%.

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Da un lato sarebbe una manovra eticamente giusta.
Oggi, se un pisquano, lavorando come un mulo, ha un reddito di 200.000 euro, paga un'aliquota intorno al 40% mentre chi ricava 200.000 euro dagli investimenti paga solo il 26%, cosa che stona un po' con "L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro".
Un domani, il pisquano investitore, con i "redditi diversi" compenserebbe minusvalenze e altri ricavi ma, sul netto, sarebbe tassato come il pisquano lavoratore, quindi potenzialmente con un'aliquota molto più alta.
Però mi sembra che l'obiettivo della riforma non sia questo, bensì agevolare i risparmiatori.

Quindi boh.
 
con questa campagna mediatica a favore della sinistra, potrei votare anche hitler

ma dove vuoi che vadano, hanno gia' iniziato a litigare con gli eventuali alleati.
Il primo elemento programmatico e' l'introduzione di una tassa: letta, come autogol non potevi fare di meglio, al prossimo giro prenditela con impresa e lavoratori autonomi e sei apposto :d:
 
Anch'io, per ragioni religiose, coltivo solo le minusvalenze e scaccio dal portafoglio le plusvalenze appena osano comparire.



Però non sono sicuro di aver capito la proposta.
La riduzione dell'aliquota dal 26 al 23 farebbe guadagnare i risparmiatori (quelli che producono plusvalenze o altri redditi), e fin qui è chiaro.
I redditi diversi accoglierebbero le cedole, i dividendi e le perdite, per cui se qualcuno incassasse 100 euro di cedole e perdesse 80 euro sul trading, pagherebbe le tasse (giustamente) solo su 20.
[Rimane il piccolo dettaglio della doppia imposizione sui dividendi, ma è OT].



Ma poi mi perdo pensando ai redditi diversi (che accolgono proventi da attività commerciali occasionali, plusvalenze da vendite di immobili, proventi da usufrutto... è un quadro della dichiarazione che conosco molto poco).
I redditi diversi, in dichiarazione, finiscono insieme ai redditi ordinari, oppure vengono assoggettati a tassazione separata, quindi con aliquote marginali variabili ma che tendenzialmente sono basate sul reddito complessivo.


E qui sorge il dubbio: per chi dichiara più di 15.000 euro annui, l'aliquota sarebbe più alta rispetto all'attuale 26%.

Vedi l'allegato 669199

Da un lato sarebbe una manovra eticamente giusta.
Oggi, se un pisquano, lavorando come un mulo, ha un reddito di 200.000 euro, paga un'aliquota intorno al 40% mentre chi ricava 200.000 euro dagli investimenti paga solo il 26%, cosa che stona un po' con "L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro".
Un domani, il pisquano investitore, con i "redditi diversi" compenserebbe minusvalenze e altri ricavi ma, sul netto, sarebbe tassato come il pisquano lavoratore, quindi potenzialmente con un'aliquota molto più alta.
Però mi sembra che l'obiettivo della riforma non sia questo, bensì agevolare i risparmiatori.

Quindi boh.

si tassino i redditi da immobile di balabiott :corna:
 
Da un lato sarebbe una manovra eticamente giusta.
Oggi, se un pisquano, lavorando come un mulo, ha un reddito di 200.000 euro, paga un'aliquota intorno al 40% mentre chi ricava 200.000 euro dagli investimenti paga solo il 26%, cosa che stona un po' con "L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro".

Si ma devi tenere conto anche di altri aspetti.
Il primo è che lavorando come dipendente puoi solo guadagnare, non hai rischio di impresa o rischio di investimento. Certo a meno che il tuo datore di lavoro fallisca ma è estremamente più facile perdere in borsa che non farsi pagare lo stipendio.
Il secondo è che le minusvalenze non sono eterne, ma scadono dopo 4 anni.

Il conto andrebbe fatto sulla vita della persona.
Un operaio a 1500 al mese diciamo che porta a casa 800K in una vita. Verosimilmente avrà pagato sulle 200K di tasse.
800K guadagnati in borsa non è detto che paghino 200K di tasse.
Se investendo mi imbatto in 200K di perdita e poi "lavoro" per recuperarla ma ci riesco in 8 anni, significa che non pago tasse nei primi 4 ma pago tasse nei successivi 4, il tutto per andare a guadagno zero. Le tasse sulla perdita.
Insomma, l'aliquota reale se non sei Warren Buffett, rischia di essere molto più alta del 26%.
 
io diminuirei piuttosto l'irpef.
Lavoriamo tutti.
In borsa non operano in molti. E per lo piu' non traggono dal trading la maggior quota del guadagno annuo
 
ma dove vuoi che vadano, hanno gia' iniziato a litigare con gli eventuali alleati.
Il primo elemento programmatico e' l'introduzione di una tassa: letta, come autogol non potevi fare di meglio, al prossimo giro prenditela con impresa e lavoratori autonomi e sei apposto :d:
si, ma l'italiano ha memoria breve ed è facilmente manipolabile con le tivù: ora attaccheranno con la tiritera dei fascisti che mangiano i bambini, le pressioni esterne, lo spread, la russia, le solite balle viste e straviste ed al voto sarà la solita vittoria di tutti. Chi avrà la maggioranza sarà sempre per poco e grazie alla classica alleanza per tirare a campare.
 
Francamente non si può lasciare potere decisionale a un vecchio reprobo ormai rincoglionito e due ignorantoni, di cui uno tra poco non lo votano nemmeno i parenti e l'altra con un partito dove quello più presentabile è La Russa.
Dall'ex governatore della Banca Centrale Europea alla carciofara romana e il cuocisalsicce.di Pontida: nemmeno nel terzo mondo si vedono soggetti del genere al governo.
 

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