TELECOM:TELCO FA QUADRATO, NE' SVALUTAZIONE NE' VENDITA
MILANO, 31 LUG - Telecom ha "valenza strategica" e "non sussistono elementi che configurino una perdita durevole di valore" della quota nel gruppo di tlc. Telco, holding di controllo della società, nonostante una mega-minusvalenza latente di 5 miliardi di euro, difende il valore della sua partecipata e non svaluta il 24,5% nel gruppo telefonico, convinta che ne rispecchi il valore nel lungo periodo. Inoltre, sollecitata dalla Consob, "comunica di non avere ricevuto manifestazioni di interesse e di non avere avviato contatti con terzi interessati all'acquisto" della quota. La cassaforte di Telecom (di cui sono soci Telefonica, Generali, Intesa Sanpaolo, Mediobanca e i Benetton) ha fatto dunque chiarezza sulla sua partecipazione e su criteri di contabilizzazione che hanno sollevato più di un dubbio tra analisti e commentatori. Il 24,5% di Telecom è in carico alla holding a 8.836 milioni di euro contro un valore di Borsa di 3.794 milioni. Telco valuta ogni sua azione Telecom 2,695 euro, la Borsa le scambia a 1,16 euro. Il patrimonio netto pro-quota al 31 marzo era di 4.423, con una perdita di 4.413 milioni. Nonostante l'abisso che separa bilancio e Borsa, i soci forti di Telecom tirano dritto difendendo la valenza strategica della quota e la sua natura di investimento di lungo periodo. Telco "alla luce delle informazioni oggi note", cioé la situazione di Telecom al 31 marzo scorso, e "delle prospettive della stessa" sulla base del piano industriale dello scorso 7 marzo, ritiene "che non sussistono elementi che configurino una perdita durevole di valore". Opinione avvalorata dall'opinione di "una banca d'investimento internazionale di primario standing". Il valore di carico, sottolinea Telco, riflette "la componente strategica della partecipazione in coerenza con l'orizzonte di lungo periodo dell'investimento, realizzato con l'obiettivo di creare valore nel tempo per tutti gli azionisti, rafforzare e stabilizzare la struttura azionaria e assicurare una maggiore flessibilità finanziaria di Telecom". Insomma Telco non ha intenzione di cedere la quota, non ha in corso abboccamenti con potenziali acquirenti (né, dice, alcuno si è fatto vivo per rilevarla) e dimostra di credere in Franco Bernabé e nelle potenzialità dell'azienda. E continua a crederci anche Telefonica che, titolare di un 10,4% nel gruppo di Tlc attraverso Telco, si è detta, a nome dei suoi rappresentati nella holding, "molto soddisfatta dell'investimento", nonostante abbia pagato 2,82 euro azioni che oggi in Borsa scambiano appunto a 1,16 euro. Anche Julio Linares, numero due di Telefonica, ha difeso la solidità di Telco per la quale ha escluso "la necessità di aumento di capitale". La presa di posizione di Telco - che oggi ha approvato il bilancio al 30 aprile 2008, chiuso con un utile di 194,3 milioni di euro - arriva mentre Telecom si trova nell'occhio del ciclone per la caduta del suo valore di Borsa e per l'incapacità dei vertici, anche per la situazione difficile ereditata dalla precedente gestione e per un contesto economico e settoriale difficile, di risollevarne i corsi azionari. In questa situazione gli azionisti insieme ai soldi, perdono la pazienza. La Findim di Marco Fossati, socia con il 4,51% e con circa 300 milioni di minusvalenze, ha minacciato di presentare a settembre un contro-piano. Mentre Benetton, stanca delle "ingenti perdite" si è detta pronta all'addio. Una situazione infuocata che renderà incandescente l'appuntamento dell'8 agosto, quando sul tavolo del cda di Telecom arriverà la semestrale.