Macroeconomia Interessante articolo di Stigliz... (1 Viewer)

negusneg

New Member
trovatore 7/5/08

non so se può essere utile ...
trovato sul sito La mia finanza


il focus di Fidelity 05/05/2008
Mercati obbligazionari: quali mosse fare, aspettando che torni la fiducia
di Fidelity


Rallentamento dell’economia, soprattutto negli Usa e in Gran Bretagna. Tassi di interesse tutt’ora al ribasso. Rischio inflazione in Europa. Ecco, secondo il team Reddito fisso di Fidelity, le strategie per i prossimi mesi


La crisi delle cartolarizzazioni, l’indebolimento del mercato immobiliare e il rallentamento della crescita economica (in particolare negli Usa e nel Regno Unito) continueranno probabilmente a complicare il lavoro della banche centrali. Quindi manteniamo una certa prudenza sulle prospettive per l’economia globale, dato che non prevediamo un rilancio della fiducia dei consumatori fino alla ripresa del settore finanziario dall’attuale turbolenza. Riteniamo inoltre che i tassi di interesse manterranno la tendenza ribassista.

Negli Stati uniti, i dati economici confermano il sensibile rallentamento dell’economia e il suo possibile ingresso in una fase di recessione. I prezzi degli immobili, l’attività del mercato del lavoro e la fiducia delle imprese hanno mantenuto un trend in calo nel corso del trimestre. Tuttavia, la Federal Reserve si è mostrata risoluta nel suo obiettivo di stabilizzare il sistema finanziario, in particolare i mercati del credito strutturato, e di ristabilire la fiducia sui mercati.

Benché le azioni della Fed abbiano stabilizzato i rendimenti dei titoli di Stato Usa e abbiano riportato una certa speranza sui mercati azionari mondiali verso la fine del trimestre, riteniamo ancora che, a lungo termine, la crisi finanziaria continuerà ad avere conseguenze negative sull’economia reale di quest’anno e che saranno necessari ulteriori tagli dei tassi. Quindi sugli Usa manteniamo una duration lunga.

Nel Regno unito, la tenuta dei prezzi degli immobili, la debolezza delle vendite al dettaglio, il declino della sterlina e un tasso d’inflazione superiore a quello prefissato hanno rappresentato i temi predominanti del trimestre. Prevediamo un ulteriore rallentamento dell’economia britannica nel corso dell’anno, che tuttavia non raggiungerà i livelli critici di quella statunitense. I mercati a termine stanno già scontando una diminuzione dei tassi al 4,5% entro la fine dell’anno, in linea con il nostro scenario di base. A fronte di ciò, manteniamo, anche se marginalmente, una duration lunga su tutti i portafogli britannici.

Per quanto riguarda l’economia europea, prevediamo un trend in calo nel settore dei consumi e dei prodotti industriali. Tuttavia, confidiamo ancora in uno scenario di “atterraggio morbido” per l’Europa, anche se l’indebolimento dell’economia Usa avrà conseguenze negative sulla regione.

Nonostante la Bce stia apparentemente proseguendo la propria lotta contro un’inflazione record, indipendentemente dal peggioramento della situazione del sistema finanziario, il tono dei membri del Consiglio suggerisce che nulla è escluso in maniera definitiva. Gli sconvolgimenti in atto sui mercati finanziari aggiunti alla debolezza del dollaro supportano il nostro sentiment secondo cui le attuali condizioni dei tassi di interesse dell’Eurozona sono troppo restrittive, per cui manteniamo una duration lunga sull’Eurozona, in previsione dei tagli dei tassi che si dovrebbero realizzare nella seconda metà del 2008.

In Giappone, i forti timori rispetto alla concorrenza sul mercato del lavoro delle controparti asiatiche e l’incremento dei prezzi delle materie prime hanno ridotto i margini reddituali aziendali. Il declino degli utili e l’indebolimento della fiducia delle imprese indicano che con tutta probabilità il recente incremento del Pil (in gran parte determinato dalla spesa per gli investimenti) non è destinato a continuare. Riteniamo che la Banca del Giappone manterrà i tassi invariati per un periodo prolungato, dato che il flusso dei dati economici resta positivo.

Manteniamo un atteggiamento neutrale rispetto a una duration moderatamente lunga sul Giappone all’interno dei portafogli globali. La Banca centrale giapponese probabilmente non incrementerà i tassi ai livelli della controparti occidentali nel prossimo futuro. Nonostante le positive notizie economiche dello scorso trimestre (soprattutto rispetto alla produzione nazionale), l’inflazione è ancora troppo ridotta per giustificare un rapido incremento dei tassi a breve termine.

Asset allocation
La crisi dei mercati avviata soprattutto dalla questione dei sub-prime Usa si è trasformata in una crisi sistemica del credito, che ha provocato conseguenze sui valori degli asset, ha messo in luce gli ammanchi di capitale e preannuncia un’ulteriore diminuzione dei valori degli asset. In questo contesto, abbiamo preservato la liquidità dei nostri portafogli complessivi mantenendo l’esposizione ai titoli di Stato. Siamo ancora prudenti rispetto ai fondamentali del credito a breve termine, ma le valutazioni creditizie indicano che a lungo termine si profilano ancora buone opportunità.

Gli spread sulle obbligazioni high yield si sono ampliati sensibilmente negli ultimi mesi, e ora si collocano ben al di sopra delle medie di lungo termine. Il rendimento sul lato dell’offerta si attesta su livelli a doppia cifra. Con le società europee in genere ben finanziate e con poche novità in materia di esigenze di finanziamento, i nostri analisti creditizi non ritengono che si assisterà a un sensibile aumento delle insolvenze delle obbligazioni high yield nei prossimi 12 mesi. In conseguenza del miglioramento delle valutazioni e di rendimenti su livelli elevati, in un orizzonte di un anno ci aspettiamo positivi rendimenti assoluti da questa asset class. Tuttavia, è probabile che la volatilità resti elevata a breve termine e continuiamo perciò a concentraci su investimenti a elevata affidabilità.

Nei mercati emergenti, continuiamo ad assistere al decoupling degli asset obbligazionari dei paesi emergenti dalla crisi creditizia. I prezzi sostenuti delle materie prime e il miglioramento delle posizioni finanziarie dei titoli di Stato hanno aiutato gli investitori a infondere fiducia a questa asset class, indipendentemente dalla perdurante turbolenza dei settori finanziari nei mercati sviluppati.

Tuttavia, l’aumento del rischio di una recessione degli Usa e la diffusione della stretta creditizia mettono fortemente a rischio la tesi del decoupling. Quindi continuiamo a prediligere un approccio concentrato su specifici titoli per gli investimenti nei mercati emergenti e, mentre l’asset class in generale è molto rischiosa, specifici paesi e società possono fornirci idee interessanti e non correlate.

Allocazione settoriale
Nonostante le prospettive dei fondamentali relativi ai titoli di debito bancari abbiano subito un peggioramento nel corso del trimestre, stiamo iniziando a individuare una maggiore differenziazione tra gli emittenti. In queste condizioni, una delle nostre strategie preferite è di sovrappesare i Lower Tier 2 e sottopesare le emissioni senior, dato che gli spread tra le due tranche sono valutati in maniera più ampia rispetto a quanto indicato dai relativi fondamentali.

Benché continuino a emergere selezionate opportunità, riteniamo che sia ancora troppo presto per sovrappesare in maniera significativa il settore bancario.

Per i non finanziari, il rischio di default è ancora contenuto e i bilanci restano relativamente robusti. Nonostante ciò la crescita degli utili sta rallentando e vengono privilegiati settori relativamente sicuri come il tabacco, i servizi di pubblica utilità, le telecomunicazioni e le auto.

Adottando una prospettiva di medio termine, il punteggio interno che abbiamo assegnato ai fondamentali creditizi ha continuato a peggiorare nei vari settori del credito nel corso del trimestre. Più in dettaglio, i fondamentali delle banche statunitensi ed europee, degli intermediari e del settore retail ne hanno risentito in misura maggiore.


salute
 

negusneg

New Member
.
 

Allegati

  • Lavori_in_Corso.gif
    Lavori_in_Corso.gif
    4,3 KB · Visite: 7.804

lollofanki

fumorer
a rileggerli mi ritorna l'angoscia
che si provava allora a cercare di capirci qualcosa con tutti i disturbatori che erono presenti
veramente complimenti per l'impegno
riesumare questi post aiuta a capire cosa abbiamo passato e
anche quanti errori si sono commessi.
 

negusneg

New Member
a rileggerli mi ritorna l'angoscia
che si provava allora a cercare di capirci qualcosa con tutti i disturbatori che erono presenti
veramente complimenti per l'impegno
riesumare questi post aiuta a capire cosa abbiamo passato e
anche quanti errori si sono commessi.

Se la settimana continua come è iniziata, temo che questi lavori in corso permarranno almeno fino al week end :lol:

D'altronde qui eravamo già nella fase in cui la discussione era parzialmente deragliata e non c'è più molto da riportare. Per esempio ho eliminato una lunghissima digressione sulla inflazione "reale" :rolleyes:, completamente off topic.

Quel che mi preme, appena conclusi i lavori, è entrare nel vivo analizzando proprio gli errori di valutazione commessi, i motivi che hanno portato a commettere quegli errori ed il clima che si respirava in quei giorni. Parlo ovviamente del post-Lehman, visto che ormai come tanti altri avevo smesso di intervenire sul forum.
 

Users who are viewing this thread

Alto