Macroeconomia Interessante articolo di Stigliz...

negusneg 4/5/08

Pure Warren sembra convinto che il peggio della crisi subprime sia ormai dietro alle spalle. Anche se su recessione sì / recessione no non si pronuncia, sostenendo giustamente che lui fa un altro mestiere.

Mi ha molto colpito un passaggio, nelle risposte che ha dato agli azionisti, che riassume molto bene il mio stato d'animo negli ultimi mesi:

In response to a similar question from an investor asking how Berkshire (BRKA, Fortune 500) would invest differently if it had only a few million dollars to put to work, Buffett advised him to think small. "That would open up thousands of opportunities," said Buffett. Earlier this year there were "very mispriced bonds" that "we could buy nowhere near enough of to make a difference to Berkshire," but a smaller investor could have exploited. "Most of the opportunities would probably be in small stocks or in specialized bond situations."

:Y
 
Ultima modifica:
negusneg 5/5/08

Economia: Becker, Usa quasi fuori dalla crisi (Milano Finanza)

MILANO (MF-DJ)--"Credo che il peggio sia passato, o meglio che gli shock
piu' violenti siano stati assorbiti. E quindi sono moderatamente
ottimista. Non credo che avremo una grossa recessione negli Usa. Forse
siamo alle prese con un fenomeno di proporzioni piu' modeste. La
sensazione e' che stiamo superando il peggio, mentre sembrerebbe che i
mercati finanziari abbiano finalmente toccato il fondo, anche se e' sempre
pericoloso fare previsioni di questo tipo".

Cosi' Gary Becker, premio Nobel per l'economia nel 1992 e professore di
economia e sociologia della Graduate School of Business dell'Universita'
di Chicago, commenta l'attuale situazione economica statunitense a Milano
Finanza, sottolineando come gli Stati Uniti si stanno "avvicinando
all'uscita" alla luce anche dei recentidati macroeconomici.

Becker precisa che l'economia americana piuttosto che in recessione si
trova in una fase di forte rallentamento e giudica "corretta" la riduzione
dei tassi d'interesse decisa dal governatore della Fed, Ben Bernanke,
mentre si dice "non del tutto convinto" dell'operazione di salvataggio
della banca Bear Sterns da parte di Jp Morgan in collaborazione con la
stessa banca centrale americana ed infine esprime scetticismo sul ruolo
dei fondi sovrani internazionali.
Red/mur
(fine)


MF-DJ NEWS
05 mag 2008 08:22
 
negusneg 5/5/08

Anche per Fugnoli il meltdown è archiviato...

L’ACCELERATO 30 aprile 2008

Niente alta velocità, ma il trenino sta provando a partire

La differenza rispetto a febbraio e marzo è che tutto il negativo che c’è oggi nel mondo e quello che si profila per il resto del 2008 e per la prima parte del 2009 lo conoscevamo già. Quello che è invece positivo, o almeno tranquillizzante, appariva allora non solo irraggiungibile, ma addirittura inconcepibile. Vediamolo.

La crisi finanziaria, ovvero il montare di ondate limacciose e minacciose di paura, la fuga dalle banche, l’allargarsi improvviso dell’area del sospetto, la possibile implosione del sistema è alle spalle. Osiamo dire che, per questo ciclo, è definitivamente alle spalle. Avremo naturalmente ancora crisi di singole istituzioni finanziarie, ma rimarranno circoscritte. Il messaggio della Fed (e quello più in ritardo e pasticciato della Bank of England) è giunto forte, chiaro e autorevole.

Il primo trimestre si è chiuso ufficialmente oggi con i dati sul Pil americano. Niente recessione, e questo si sapeva. Quello che è forse più interessante, in un periodo in cui si parla moltissimo di inflazione, è che non c’è neanche l’ombra di inflazione salariale (che, a ben guardare, sta dando qualche segno di sé solo in Germania).

I rimborsi fiscali ai contribuenti americani sono già partiti, con un mese di anticipo rispetto ai programmi. Per indurre i consumatori a spendere subito il Tesoro accredita direttamente i conti correnti, per cui non c’è nemmeno da portare l’assegno in banca. Chi vuole vedere sempre e solo il lato negativo delle cose sta già dicendo che se gli incentivi sono partiti un mese prima allora anche il loro effetto positivo terminerà un mese prima. E’ vero, ovviamente, ma è anche vero che il timing anticipato è calcolato perfettamente per coincidere con il momento più buio del ciclo economico americano, che è esattamente in questo momento.

L’effetto netto è che forse si riuscirà a evitare la recessione anche per questo secondo trimestre. Poiché per il terzo e per il quarto la crescita sarà positiva, il risultato è che è possibile che tutto il discorso sulla recessione sia da rinviare (eventualmente) al 2009. Qui parliamo della recessione mediatica, quella che fa i titoli sui giornali e che richiede il segno negativo nel Pil per almeno un trimestre. La recessione degli economisti, invece, verrà probabilmente proclamata ufficialmente da Feldstein se il dato di venerdì e quello del prossimo mese confermeranno il calo nel numero degli occupati.

In ogni caso risulta sempre più evidente la natura smussata del ciclo. Rallentamento dolce fino a giugno e poi riaccelerazione dolce. Un altro elemento di attenuazione della volatilità macro è che l’America riaccelererà nella seconda parte dell’anno proprio ementre Europa e Asia rallenteranno. Accadrà quindi il contrario di quello che abbiamo visto in questo primo semestre, ovvero America debole e resto del mondo ancora vivace.

Smussare il ciclo è in sé positivo, perché toglie combustibile all’undershooting dei mercati. Un ciclo smussato appare avere una maggiore solidità di fondo e viene prezzato con un minore premio per il rischio. A sua volta il migliore tono di fondo dei mercati viene sfuttato immediatamente dalle banche che si devono ricapitalizzare per collocare debito e soprattutto equity, come stiamo vedendo in questi giorni. Portarsi avanti nei processi di ricapitalizzazione significa d’altra parte ridurre la portata del credit crunch e anticipare la fine della crisi. E’ un circolo virtuoso.

Detto questo, non dobbiamo perdere di vista gli elementi critici. Il prezzo delle case continua a scendere negli Stati Uniti (anche più velocemente del previsto) e non arresterà la sua corsa nei prossimi mesi, allargando anzi la debolezza al resto del mondo. L’occupazione americana continuerà a scendere, sia pure lentamente, e il tasso di disoccupazione salirà per tutto il 2008 e nella prima parte del 2009. Europa e Asia, come abbiamo detto, rallenteranno.

Il fatto è però che tutto questo è già noto e metabolizzato da un mercato che (e qui sta l’elemento più importante) è diventato ottimista ma è comunque ampiamente sottopesato di rischio. Chi è sottopesato è più sensibile alle sorprese positive che a quelle negative e, quando diventa ottimista, non teme ma anzi auspica un ribasso dei corsi per potere comprare. Questo significa che i ribassi sono brevi e superficiali.

Il treno in partenza non è certo ad alta velocità. Assomiglia piuttosto ai vecchi accelerati che andavano piano e si fermavano spesso. Per qualche settimana le soste nelle stazioni saranno lunghe, perché i dati macro relativi ad aprile e maggio raffredderanno gli entusiasmi. Poi il trenino prenderà un po’ di velocità quando i dati relativi a maggio, giugno e luglio confermeranno la ripresa dei consumi.

Nel prossimo periodo il trenino avrà qualche aiuto dal ridimensionamento del petrolio e del dollaro (che per di più si alimentano tra loro).

La correzione del petrolio sarà dovuta alla ricostituzione delle scorte americane. Nei mesi scorsi i raffinatori avevano ridotto al minimo le scorte in previsione di una diminuzione della domanda che si è poi puntualmente verificata anche al di là delle previsioni. I mercati, vedendo scorte sempre più piccole, hanno fatto salire i prezzi in generale e in America in particolare. Ora inizia invece una fase in cui il prezzo alto americano attira le petroliere che stanno in mezzo all’Atlantico e decidono all’ultimo momento se scaricare in America o in Europa. Le scorte tornano a salire e il prezzo flette.

Il dollaro, dal canto suo, è entrato in una fase laterale, probabilmente compresa tra 1.50 e 1.60, che riflette l’imminente riaccelerazione americana e il rallentamento europeo già iniziato.

A medio termine il petrolio tornerà a salire, mentre il dollaro rimarrà debole almeno sino a quando il disavanzo delle partite correnti americane non si sarà riportato intorno al 3 per cento del Pil, cioè non prima del 2010.

Alessandro Fugnoli
 
negusneg ha scritto:
Economia: Becker, Usa quasi fuori dalla crisi (Milano Finanza)

MILANO (MF-DJ)--"Credo che il peggio sia passato, o meglio che gli shock
piu' violenti siano stati assorbiti. E quindi sono moderatamente
ottimista. Non credo che avremo una grossa recessione negli Usa. Forse
siamo alle prese con un fenomeno di proporzioni piu' modeste. La
sensazione e' che stiamo superando il peggio, mentre sembrerebbe che i
mercati finanziari abbiano finalmente toccato il fondo, anche se e' sempre
pericoloso fare previsioni di questo tipo".

Cosi' Gary Becker, premio Nobel per l'economia nel 1992 e professore di
economia e sociologia della Graduate School of Business dell'Universita'
di Chicago, commenta l'attuale situazione economica statunitense a Milano
Finanza, sottolineando come gli Stati Uniti si stanno "avvicinando
all'uscita" alla luce anche dei recentidati macroeconomici.

Becker precisa che l'economia americana piuttosto che in recessione si
trova in una fase di forte rallentamento e giudica "corretta" la riduzione
dei tassi d'interesse decisa dal governatore della Fed, Ben Bernanke,
mentre si dice "non del tutto convinto" dell'operazione di salvataggio
della banca Bear Sterns da parte di Jp Morgan in collaborazione con la
stessa banca centrale americana ed infine esprime scetticismo sul ruolo
dei fondi sovrani internazionali.
Red/mur
(fine)


MF-DJ NEWS
05 mag 2008 08:22


giveme5 5/5/08

Mah, nel mio piccolo ho un sentore tutto diverso; per me siamo in una fase di rimbalzo dentro un trend di crisi pesante.
Non solo finanziaria, la nube vera all'orizzonte sono i problemi economici di fondo, che parlando di USA ed Europa sono riconducibili fondamentalmente
- all'esagerato indebitamento dei privati (come di alcuni stati, Italia in testa)
- in un contesto di forte impoverimento dei poteri d'acquisto dei redditi fissi, di processi produttivi delocalizzati, di globalizzazione fortemente asimmetrica (svantaggiosa all'occidente nel medio-lungo periodo), di cambi valutari con molte valute asiatiche sbilanciatissimi, artificiali, non liberi di fluttuare secondo il mercato (a parte JPY, Dollaro di Singapore e forse valuta coreana).
Non dura un modello di sviluppo in cui in occidente pian piano si dismette la produzione e si consuma a debito.

Vedremo quest'autunno - inverno (impossibile per noi pesci piccoli sapere il timing) ...........
 
giveme5 5/5/08

Da colui cui questo thread è dedicato.
La vede fosca in USA .......


Nobel Winner Stiglitz: U.S. Facing Long Recession

| 25 Apr 2008 | 02:17 PM ET

The U.S. economy is already in recession -- and may echo the 1930s, Nobel Laureate Joseph Stiglitz said Friday.

"The big question is: how will the government respond?" said Stiglitz, in an interview with CNBC. Stiglitz, a Columbia University professor and 2001 winner of the Nobel prize, detailed his bleak outlook for the American economy.

"This is going to be one of the worst economic downturns since the Great Depression," said Stiglitz.

He explained that main cause of the current situation is historically unique—and thus is befuddling those charged with creating solutions.

Other downturns were primarily caused by excesses in inventories or inflation; but this slowdown is due to the condition of "badly impaired" banks and financial entities, which are unwilling and/or unable to lend capital -- stymieing the very borrowers who usually drive the country back to vitality, Stiglitz said. And the Federal Reserve may have used up its ammunition -- and the faith investors and planners have put in it.

"[The Fed] will be between a rock and hard place. And we're not over-worrying about credit. But [simultaneously], we need to start worrying about the real sector," he said.

And if inflation wasn't the prime recession cause, it's still a menace. The professor points to the two-pronged danger of high oil prices joined by climbing food prices, harming businesses and scaring consumers.

"Oil is particularly bad," as it means that more U.S. dollars "will be going abroad," he said.

The housing downturn is an even worse economic factor than casual observers realized, Stiglitz said. He explained that during the real estate boom, Americans were able to withdraw billions of dollars from their home equity.

"[But] with housing prices coming down, it's going to be difficult to do that anymore," he said -- drying up a spending source. And within that problem, still another complication: people typically spent the money they drew off their home equity on consumption, rather than investment -- garnering no return on the spending.

"The savings rate as we go into the recession is zero. Which means [savings] will go up, " he said—decreasing consumer spending and weakening retail further.

What about the government stimulus package?

"The Bush Administration's response is too little, too late -- and very badly designed," he declared. The amount ostensibly being infused into the economy by tax rebate checks will be a "drop in the bucket" compared to the money being held back and siphoned out by the factors he mentioned.

"If you really wanted to stimulate the economy, increase unemployment insurance," he suggested.

"The president is telling people to go out and get jobs—and there are no jobs for them," he said.

© 2008 CNBC.com
 
giveme5 5/5/08

Sempre piacevole leggere qualcosa di W. Buffet (prescindendo che dica quello che pensa veramente. :rolleyes:)

Ad es.: fu vera gloria il +0,6% del PIL USA nel 1° trim. ?
Per lui no, quel +0,6% corrisponde + o - all'incremento della popolazione USA, quindi ......

Poi dà la sua definizione di recessione ...... magari dice che c'è per giustificare gli inusuali risulati sotto le attese del suo gruppo ;)

Stoccata al managment di Citi; piani di espansione.....



Buffett Says US in Recession, Banks to Face Pain

By ReutersReuters
04 May 2008 | 06:22 PM ET

Warren Buffett, the world's richest person, said on Sunday the U.S. economy is in recession, putting him at odds with a government report that showed weak growth.

Buffett offered his assessment during a wide-ranging news conference, a day after a record 31,000 shareholders of Berkshire Hathaway attended the insurance and investment company's annual meeting in Omaha.

Last Wednesday, the Commerce Department said the economy grew at a 0.6 percent annual rate in the first quarter. But Buffett said the nation's population also grew, making the real growth rate lower. He also said that, even if the data do not show the economy retracting, people feel as though it is.

"The U.S. is in recession as I define it," Buffett said. "I would define that as a situation where people are doing less well than they were three months, six months or eight months earlier and most businesses find themselves in that position too.

"If were are in a non-recession, I don't think people want to see it going in the same direction as it is and saying it's wonderful."

Weakness at Berkshire units that sell bricks, carpets and other products dependent on a healthy housing market contributed to a 64 percent decline in overall first-quarter profit.

Housing remains a critical problem, he said, as hundreds of thousands of homeowners find their mortgage payments heading higher, or that their homes are worth less than they owe.

Buffett said he wrote U.S. Treasury Secretary Henry Paulson a letter in which he favored giving people taking out mortgages one-page statements, headlined "WARNING" in red, describing the maximum rates they could face.

While Buffett said the government could help borrowers who were misled on what they would owe, he opposed helping people simply because their home values have dropped, or investors who bought mortgage securities without understanding the risks.

Borrowers, he said, "shouldn't be penalized for being misled, but shouldn't be protected against mistakes."

He estimated that more than 80 percent of borrowers with "option" or "pick-a-payment" mortgages that let them pay less than the principal due, in fact did so, and that many now owe more than their homes' values. "Surprise, surprise," he added.

Bear Stearns A "Watershed"

Buffett said housing problems will weigh down bank results for "a couple of years" and the industry's large losses and write-downs due to bad debts are not over "by a long shot." "There's going to be more pain, sure," he said.

Yet Buffett said the U.S. Federal Reserve's brokering in March of JPMorgan's purchase of the nearly bankrupt investment bank Bear Stearns averted a "contagion," including possible runs on other investment banks.

"The idea of a financial panic ... has been pretty well taken care of," he said. "That was a watershed event."

But shareholders could still be hurt.

Alluding to a large stock offering last week by Citigroup , which lost close to $15 billion over the last two quarters, Buffett said: "Citigroup is replenishing its stock at $25 when it was buying it back not too long ago at $50. Many institutions not only grew the Kool-Aid, but drank it ... They paid a price, but the price was really paid by shareholders."

And Buffett said banks need better risk management. He said he recently considered the prospects of a large investment bank, which he did not identify, by reading its 270-page annual report. He said he highlighted 25 pages where he did not understand what he had read.

"I decided not to pick that one," Buffett added.

Heightened risk may also affect government-sponsored enterprises Fannie Mae and Freddie Mac . Buffett said the government "is asking (them) to take on more risk per mortgage and more (risk in) their portfolio. By any other standard of government operation, they wouldn't be able to borrow another dime."

Buying In Britain

Buffett, 77, said Berkshire still has three internal candidates to replace him eventually as chief executive officer, including one who would step in immediately, and four candidates to succeed him as chief investment officer. He has not publicly identified any of the candidates.

Since taking it over in 1965, Buffett has built Berkshire into a $207 billion conglomerate of about 76 operating units, and about $147 billion of stocks, bonds and cash.

On Sunday, Buffett said Berkshire may be "close" to buying a medium-sized British company and "will look" at Royal Bank of Scotland's insurance operations, including its Direct Line home and car insurance business. RBS said last month it may sell all or some insurance operations.

Buffett also said some bond insurers that rival his new Berkshire Hathaway Assurance Corp do not deserve their "triple-A" credit ratings. He said this may be one reason Berkshire, also rated triple-A, was able to capture $400 million of business in its first full quarter.

"The $400 million we wrote in the first quarter were entirely secondary market transactions," he said. "We see every day that people are coming to us and paying us more than they paid to the original bond insurer."

Investing in South Korea

Warren Buffett also added that Berkshire might invest more in South Korea, following a successful investment in the steelmaker POSCO.

"We certainly are comfortable investing in Korea, as evidenced by our Posco investment," and further investments in the country are "not inconceivable," Buffett said. "We like the ethos of Korea for shareholders and we like the performance of the businesses."

He also said "that stock market got about as cheap as any stock market I've seen in my lifetime in the period a couple of years before we bought in."

Charlie Munger, Berkshire's vice chairman, added at the news conference: "I think POSCO is the best steel company in the world and I think number two is a significant step behind."

Berkshire has said it ended 2007 with a $2.14 billion stake in POSCO, or 4.5 percent, for which it had paid $572 million.

Buffett added that Iscar Metalworking, an Israeli company that in 2006 sold an 80 percent stake to Berkshire for $4 billion, has a South Korean unit whose performance has been "just miraculous."

Copyright 2008 Reuters. Click for restrictions.
 
giveme5 ha scritto:
Da colui cui questo thread è dedicato.
La vede fosca in USA .......

Nobel Winner Stiglitz: U.S. Facing Long Recession

negusneg 5/5/08

Temo che anche Stigliz sia vittima del clima generale che ha portato persino l'FMI, di solito molto cauto nelle sue previsioni, a prospettare un andamento rovinoso del settore finanziario e un forte rallentamento dell'economia mondiale. Non a caso quell'intervista è di due settimane fa e risente ancora dei drammatici eventi di marzo, quando gli asset in mano alle banche sembravano in caduta libera e lasciavano presagire perdite stratosferiche.

Da allora però è cambiato tutto: i CDS stanno gradualmente rientrando a livelli più ragionevoli e persino gran parte degli asset più problematici in mano alle banche si stanno riprendendo, tanto da far ritenere possibile, se non probabile, che in alcuni casi le svalutazioni siano state fin troppo prudenziali.

Insomma, se non si verifica il meltdown ed il nocciolo radioattivo non si scioglie, la temperatura è destinata a ritornare pian piano a livelli normali e non ci sarà nessuna Chernobyl.

Quanto alla recesssione americana, come ho già detto sapremo il responso solo questo autunno. Che ci sia un forte rallentamento in atto è evidente, ma ancora i segnali non sono tali da indicare una recessione vera e propria in modo univoco.

Usa: indice Ism servizi aprile sale al 52%

MILANO (MF-DJ)--In rialzo l'indice Ism servizi di aprile che si attesta
al 52% (49,5% il consenso degli analisti) rispetto al 49,6% di marzo.

Lo ha reso noto l'Institute for Supply Management (Ism), aggiungendo che
l'indice sull'attivita' del settore e' sceso al 50,9% dal 52,2% del mese
precedente, il sottoindice sull'occupazione e' passato dal 46,9% al 50,8%,
quello relativo ai nuovi ordini dal 50,2% al 50,1%.

In rialzo il sottoindice dei prezzi dal 70,8% al 72,1%.

(fine)

MF-DJ NEWS
05 mag 2008 16:09


Però la querelle sulla recessione mi appassiona ben poco. Da anni si sostiene (giustamente, aggiungo) che gli americani sono vissuti ben al di sopra dei propri mezzi, grazie ai deficit gemelli dei privati e del settore pubblico.

Il riaggiustamento, comunque lo si voglia vedere, comporta una minor crescita, dovuta sia alla minor spesa per consumi dei privati (che anzi dovranno aumentare il proprio tasso di risparmio per fare fronte ai debiti cumulati) che al maggior rigore che sarà necessario per mantenere il debito pubblico entro livelli sostenibili. E come noi italiani sappiamo fin troppo bene :rolleyes:, passare da una politica allegra ad una più rigorosa porta inevitabilmente ad un periodo di stagnazione della crescita.

Naturalmente la debolezza del dollaro allevierà in parte questo duplice effetto, permettendo di compensare con le esportazioni il calo della domanda interna, e trasferendo parte del costo di questo riaggiustamento su paesi terzi, Europa in primis. Ma dubito che questo effetto possa essere tale da evitare agli Stati Uniti un paio di anni (almeno) di crescita molto fiacca.

Detto questo mi sembra che ancora i mercati debbano registrare compiutamente nei prezzi che rispetto a qualche mese fa c'è stato un radicale cambiamento di scenario. Del loro scenario (quello cosiddetto di consensus), ovviamente, visto che il mio non è molto diverso da quello dello scorso dicembre :D.

Nessun fallimento a catena delle maggiori banche (obbligazioni bancarie ancora appetibili), nessun avvitamento su se stesso del settore del credito (titoli complessi e poco liquidi come le obbl. perpetue e subordinate ancora molto appetibili), nessun credit crunch (addirittura i finanziamenti alle imprese stanno crescendo in questi mesi a due cifre, per compensare le minori richieste dei privati, e quindi titoli corporate di livello "investment grade" ancora appetibili) e soprattutto nessuna "peggior recessione degli ultimi 50 anni" (titoli azionari ancora molto appetibili, molto spesso con valutazioni al di sotto del valore patrimoniale netto). Mi spiace per chi rimarrà deluso :prr:

Ovviamente avremo ancora volatilità, anche perchè il processo sarà lento e graduale. Il prossimo trimestre avremo probabilmente dati peggiori di questo, perchè le aziende dovranno necessariamente ridurre le scorte e quindi ridurre l'attività, ma il tutto sarà mitigato dai famosi bonifici ai contribuenti. Qualche banca presenterà ancora conti problematici, ma qualcuna potrebbe anche stupire in positivo, mano mano che il valore di certi asset si rivaluta, e in ogni caso continueranno le capitalizzazioni straordinarie, per mantenere i ratios al di sopra del livello di guardia.

Personalmente credo che continuerò a fare ciò che ho fatto finora: acquisti selettivi di attività a prezzi di saldo (ormai non ci sono più "paghi 1 e prendi 2", ma solo dei normali 2x3 :rolleyes: :D) e trading tattico per sfruttare i forti movimenti al rialzo e al ribasso. Anche se penso che ribassi "anomali" come quelli di metà marzo difficilmente li vedremo ancora, almeno per un bel pezzo.
 
negusneg 6/5/08

Un importante documento di qualche giorno fa della Bank of England:

http://www.bankofengland.co.uk/publications/fsr/2008/index.htm

La tesi di fondo è che vi sia stata una sopravvalutazione dei possibili danni causati dalla crisi dei mutui subprime, che potrebbe portare ad una rivalutazione degli assets e, in definitiva, ad una minore perdita complessiva per il sistema nel suo complesso. Ne consiglio a tutti quelli interessati una attenta lettura.
 
Ultima modifica:
negusneg ha scritto:
Un importante documento di qualche giorno fa della Bank of England:

http://www.bankofengland.co.uk/publications/fsr/2008/index.htm

La tesi di fondo è che vi sia stata una sopravvalutazione dei possibili danni causati dalla crisi dei mutui subprime, che potrebbe portare ad una rivalutazione degli assets e, in definitiva, ad una minore perdita complessiva per il sistema nel suo complesso. Ne consiglio a tutti quelli interessati una attenta lettura.

magallo 6/5/08

Ciao Negus
quello che dice è ripreso anche da MF (o i lsole ? adesso nn ricordo) di oggi
E infatti si parla di forti riacquisti su ABS pe via dei loro prezzi eccessivamente bassi
 

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