previsioni fino al dicembre 2013.
1) L’indice S&P 500 in calo a 1.400. Gli utili delle aziende Usa, secondo le proiezioni degli esperti della banca elvetica, si manterranno stabili, ma Wall Street dopo i massimi recentemente toccati non è a buon mercato. Il p/e (prezzi/utili previsti a 12 mesi) è attualmente 15,3, contro 13 dei listini di Eurolandia. E visto che la maggior parte delle buone notizie sono già scontate nelle quotazioni l’indice S&P 500, dopo aver toccato quota 1.550 nel giugno prossimo, un livello che è leggermente inferiore ai valori attuali, dovrebbe ripiegare fino a 1.400 nel mese di dicembre, portando a una flessione del p/e da 15 a 13,5. Il consiglio per gli investitori che hanno una strategia di lungo termine è di approfittare delle fasi di debolezza per puntare sui titoli che presentano un tasso di crescita dei ricavi e della redditività superiore alla media del mercato.
2) Eurolandia a quota 280. In Eurolandia i listini dei Paesi core, come la Germania, sono meglio posizionati rispetto ai mercati periferici, ma destinati comunque a soffrire nella seconda metà dell’anno. I prossimi mesi, da qui a giugno, vedranno l’indice DJ E Stoxx salire da quota 274 a 280 (+2%) per poi correggere nel secondo semestre e concludere il 2013 intorno a 250. I livelli di valutazione sono interessanti, visto che il p/e è intorno a 13, ma gli utili aziendali rischiano di essere rivisti nuovamente al ribasso. Un comportamento simile interesserà la borsa di Francoforte, che dopo essersi stabilizzata a giugno intorno a quota 8000 del Dax chiuderà il 2013 intorno a 7300.
3) Il rialzo del Nikkei non è sostenibile. Il listino nipponico sta beneficiando della debolezza dello yen, che aiuta le aziende esportatrici, ma secondo gli analisti non ci sono i presupposti per supportare nel medio termine il trend rialzista del Nikkei 225, che da quota 12.349 dovrebbe scendere a 11mila a giugno e 9.500 a dicembre. Il p/e passerà di conseguenza da 19 a 12 entro fine anno. Se si considerano le molte incertezze dello scenario economico, il risk premium delle azioni è elevato.
4) Zurigo perde quota. Il listino di Zurigo, misurato dall’indice SMI, scenderà da quota 7.500 (giugno) a 6.800 (dicembre) a fronte di un calo del p/e da 15 a 13 a causa del rallentamento della crescita economica nel secondo semestre, che trascinerà al ribasso anche le altre borse europee. Una decisa flessione del franco svizzero potrebbe contribuire all’aumento degli utili delle aziende elvetiche nei prossimi esercizi grazie alla migliorata competitività, ma nel breve periodo lo scenario resta debole.
5) Si salvano gli emergenti. Le borse dei Paesi emergenti, nello scenario degli esperti di Bank S. condiviso su questo punto dalla maggior parte degli analisti, non perderanno quota come i listini occidentali ma potranno esprimere un buon potenziale (+13%) da qui a giugno, passando da quota 1.064 a 1.200 dell’indice Msci Em (in dollari) per poi ripiegare a 1.100. In particolare la Cina, nonostante i dati recenti che indicano un leggero rallentamento della produzione industriale, potrà fare da traino alla crescita delle altre borse asiatiche.