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Forumer storico
Sempre per Aino, ci sarà pure un motivo se cinquanta parlamentari che vanno da Alleanza Nazionale a Rifondazione Comunista presentano una nuova mozione al governo perchè si attivi nelle sedi internazionali per una nuova BRETTON WOODS che dovrebbe riorganizzare il sistema finanziario internazionale.
Mozione per la Nuova Bretton Woods al parlamento italiano
Il 13 febbraio 2004 una nuova mozione per la riorganizzazione del sistema finanziario internazionale è stata presentata alla Camera dei Deputati. La mozione ha raccolto il sostegno di 50 parlamentari dell'intero arco parlamentare, soprattutto quelli della Margherita, ma anche di alcuni partiti di governo. La mozione è stata presentata dall'on. Mario Lettieri, segretario della Commissione Finanze. Tra i firmatari l'on. Giovanni Bianchi, che promosse nel 2001 a Roma una conferenza con LaRouche affinché esponesse la sua proposta di riorganizzazione, la Nuova Bretton Woods, gli on. Antonio Maccanico, Nerio Nesi e l'ex sottosegretario agli Esteri Ugo Intini. Nella mozione, alla cui stesura ha contribuito il presidente del Movimento Solidarietà Paolo Raimondi, si legge:
La Camera,
premesso che:
il recente crac della Parmalat, con un buco di 14,3 miliardi di euro ancora tutto da definire, rivela certamente una mancanza di strumenti efficaci e controlli su operazioni finanziarie e sui comportamenti dei vari attori della vita economica come possono essere, le agenzie di certificazioni di bilancio, di rating, di consulenza, di collocamento di azioni e obbligazioni eccetera;
dopo il crollo del fondo Ltcm della Enron e poi dei bond argentini, della Cirio, della Parmalat, Finmatica, solo per menzionare i casi più eclatanti, dovrebbe essere chiaro a tutti che siamo di fronte ad una vera e propria crisi sistemica;
la Commissione d'Indagine conoscitiva sul caso Parmalat potrà senz'altro dare molti importanti frutti e idee per approntare tutta una sede di interventi atti a garantire un miglior funzionamento dei meccanismi economici con maggiori controlli e maggiori garanzie di correttezza e di salvaguardia degli interessi di tutti coloro che partecipano nei processi economici in modo produttivo e onesto e al contempo con una loro maggiore responsabilità;
data l'internazionalizzazione dei mercati finanziari una nazione da sola o anche l'Europa da sola non può garantire un controllo e l'applicazione di regole più forti in modo risolutivo;
le crisi finanziarie e bancarie suscitano diffuse preoccupazioni non solo tra i risparmiatori e le imprese serie, ma anche tra le classi dirigenti dei vari Paesi interessati. C'è una crisi dell'intero sistema finanziario sempre più finalizzato alla pura speculazione. Si stima infatti che l'ammontare dell'intera bolla finanziaria, sommando titoli derivati e tutte le altre forme di debito esistente, sia intorno a 400.000 miliardi di dollari a fronte di un PIL mondiale di poco più di 40.000 miliardi di dollari;
nel frattempo i dati più recenti riportati ufficialmente dalla Banca per i Regolamenti Internazionali di Basilea indicano non solo un aggravarsi del divario tra l'economia reale e quella puramente finanziaria, ma rivelano una vera e propria esplosione della bolla degli strumenti derivati. Infatti nel rapporto della BRI «Il mercato dei derivati OTC (Over The Counter) nella prima metà del 2003», pubblicato il 12 novembre 2003 si ammettono i seguenti valori nozionali dei derivati OTC in miliardi di dollari:
giugno 2002: 127.500 dicembre 2002: 141.700 giugno 2003: 169.700;
cioè un aumento di 42.000 miliardi di dollari in 12 mesi!;
oltre alle principali banche italiane coinvolte nel caso Cirio e Parmalat, le tre banche americane interessate nella vicenda Parmalat la JP Morgan Chase, Bank of America e Citigroup sono da sole i massimi responsabi1i di questa crescita vertiginosa, come si evince anche dai report dell'istituto governativo americano Comptroller of the Currency: sempre a giugno 2003 la JP Morgan ha raggiunto il livello di 33.300 miliardi di dollari in derivati con un aumento di 4.500 miliardi in soli 6 mesi, la Bank of America ha raggiunto i 14.300 miliardi di dollari e la Citgroup 13.000 miliardi. Il che è una vera distorsione se si considera che PIL degli USA si aggira intorno agli 11.000 miliardi di dollari:
impegna il Governo
ad attivarsi nelle competenti sedi internazionali per costruire una nuova architettura finanziaria finalizzata ad evitare futuri crac finanziari ed il ripetersi di bolle speculative e quindi orientata al precipuo obiettivo di sostenere l'economia reale e a intraprendere tutte le iniziative necessarie per arrivare al più presto, insieme alle altre nazioni, alla convocazione di una conferenza internazionale a livello di capi di stato e di governo simile a quella tenutasi a Bretton Woods nel 1944 per definire globalmente un nuovo e più giusto sistema monetario e finanziano.
«Lettieri, Soro, Delbono, Tolotti, Widmann, Villani Miglietta, Rosato, Albertini, Morgando, Diana, Luigi Pepe, Damiani, Ostillio, De Brasi, Maccanico, Carbonella, Paola Mariani, Grandi, Pistone, Giovanni Bianchi, Giacco, Benvenuto, Piscitello, Camo, Realacci, Squeglia, Rocchi, Iannuzzi, Intini, Meduri, Santino Adamo Loddo, Boccia, Villari, Chianale, Siniscalchi, Sandi, Cusumano, Cennamo, Annunziata, Rotundo, Bonito, Buemi, Pennacchi, Fanfani, Tarantino, Rodeghiero, Angioni, Detomas, Nesi».
Il dibattito si estende al Senato ed alla Commissione Europea
La mozione presentata alla Camera dei deputati, di cui sopra, è stata presentata il 12 febbraio anche al Senato dal sen. Oskar Peterlini e da 17 co-firmatari appartenenti a partiti diversi. Alla stesura della mozione ha contribuito il presidente del Movimento Solidarietà Paolo Raimondi.
Intervenendo in aula, Peterlini ha ricordato al governo di aver anticipato i pericoli derivanti dalla crisi finanziaria, come la crisi Parmalat che stiamo vivendo e le sue conseguenze per il sistema finanziario, in una precedente mozione da lui presentata nel marzo 2002.
Peterlini ha detto: "Con quella mozione firmata da quasi tutte le parti politiche, con una terza versione che ho ripresentato adesso dopo i fatti dell'Argentina ed il crollo dei mercati finanziari e di queste due ultime aziende (Cirio e Parmalat, ndr.), chiediamo che il Governo italiano non si limiti a fare dichiarazioni in quest'Aula adottando solo misure di salvataggio, ma si attivi su base internazionale - perché il mondo finanziario è internazionale - per ristabilire finalmente con i Paesi industrializzati in primo luogo ma anche con gli altri Paesi del mondo un nuovo riassetto finanziario.
"L'ultimo è stato fatto nel 1944 con gli Accordi di Bretton Woods dai Paesi che dopo la crisi mondiale del 1929 finalmente avevano deciso di ritrovarsi per avviare un riassetto finanziario, che si basava su due pilastri: il primo era la convertibilità del dollaro con l'oro, il secondo era la convertibilità del dollaro con altre monete.
"Quei pilastri sono entrambi crollati e rivolgo questo appello conoscendo un po' il settore e tutte le preoccupazioni che ci sono tra i piccoli risparmiatori e i lavoratori ma anche nel mondo economico, che richiedono uno sforzo del nostro Governo per una nuova Bretton Woods o comunque per un incontro mondiale per un riassetto dei mercati finanziari."
Inoltre, l'11 febbraio la parlamentare europea Cristiana Muscardini ha preso parte al dibattito sul caso Parmalat ed ha chiesto alla Commissione Europea di prendere iniziative capaci di contenere la bolla finanziaria. Dopo aver citato i casi Cirio e Parmalat, i casi Enron in USA e casi simili in altri paesi, l'on. Muscardini ha rivolto un appello all'Unione Europea "affinché affronti seriamente tutte le conseguenze disastrose che potrebbero derivare dall'enorme divario tra economia reale ed economia finanziaria. Finché non prenderemo queste misure, il rischio sarà sempre una minaccia presente". In passato l'on. Muscardini e altri parlamentari europei hanno presentato risoluzioni e interrogazioni per promuovere iniziative a favore della Nuova Bretton Woods, che però sono state fin ora respinte da elementi forse tanto arroganti quanto incompetenti della Commissione Europea.
Sempre con simpatia Mauro.
Mozione per la Nuova Bretton Woods al parlamento italiano
Il 13 febbraio 2004 una nuova mozione per la riorganizzazione del sistema finanziario internazionale è stata presentata alla Camera dei Deputati. La mozione ha raccolto il sostegno di 50 parlamentari dell'intero arco parlamentare, soprattutto quelli della Margherita, ma anche di alcuni partiti di governo. La mozione è stata presentata dall'on. Mario Lettieri, segretario della Commissione Finanze. Tra i firmatari l'on. Giovanni Bianchi, che promosse nel 2001 a Roma una conferenza con LaRouche affinché esponesse la sua proposta di riorganizzazione, la Nuova Bretton Woods, gli on. Antonio Maccanico, Nerio Nesi e l'ex sottosegretario agli Esteri Ugo Intini. Nella mozione, alla cui stesura ha contribuito il presidente del Movimento Solidarietà Paolo Raimondi, si legge:
La Camera,
premesso che:
il recente crac della Parmalat, con un buco di 14,3 miliardi di euro ancora tutto da definire, rivela certamente una mancanza di strumenti efficaci e controlli su operazioni finanziarie e sui comportamenti dei vari attori della vita economica come possono essere, le agenzie di certificazioni di bilancio, di rating, di consulenza, di collocamento di azioni e obbligazioni eccetera;
dopo il crollo del fondo Ltcm della Enron e poi dei bond argentini, della Cirio, della Parmalat, Finmatica, solo per menzionare i casi più eclatanti, dovrebbe essere chiaro a tutti che siamo di fronte ad una vera e propria crisi sistemica;
la Commissione d'Indagine conoscitiva sul caso Parmalat potrà senz'altro dare molti importanti frutti e idee per approntare tutta una sede di interventi atti a garantire un miglior funzionamento dei meccanismi economici con maggiori controlli e maggiori garanzie di correttezza e di salvaguardia degli interessi di tutti coloro che partecipano nei processi economici in modo produttivo e onesto e al contempo con una loro maggiore responsabilità;
data l'internazionalizzazione dei mercati finanziari una nazione da sola o anche l'Europa da sola non può garantire un controllo e l'applicazione di regole più forti in modo risolutivo;
le crisi finanziarie e bancarie suscitano diffuse preoccupazioni non solo tra i risparmiatori e le imprese serie, ma anche tra le classi dirigenti dei vari Paesi interessati. C'è una crisi dell'intero sistema finanziario sempre più finalizzato alla pura speculazione. Si stima infatti che l'ammontare dell'intera bolla finanziaria, sommando titoli derivati e tutte le altre forme di debito esistente, sia intorno a 400.000 miliardi di dollari a fronte di un PIL mondiale di poco più di 40.000 miliardi di dollari;
nel frattempo i dati più recenti riportati ufficialmente dalla Banca per i Regolamenti Internazionali di Basilea indicano non solo un aggravarsi del divario tra l'economia reale e quella puramente finanziaria, ma rivelano una vera e propria esplosione della bolla degli strumenti derivati. Infatti nel rapporto della BRI «Il mercato dei derivati OTC (Over The Counter) nella prima metà del 2003», pubblicato il 12 novembre 2003 si ammettono i seguenti valori nozionali dei derivati OTC in miliardi di dollari:
giugno 2002: 127.500 dicembre 2002: 141.700 giugno 2003: 169.700;
cioè un aumento di 42.000 miliardi di dollari in 12 mesi!;
oltre alle principali banche italiane coinvolte nel caso Cirio e Parmalat, le tre banche americane interessate nella vicenda Parmalat la JP Morgan Chase, Bank of America e Citigroup sono da sole i massimi responsabi1i di questa crescita vertiginosa, come si evince anche dai report dell'istituto governativo americano Comptroller of the Currency: sempre a giugno 2003 la JP Morgan ha raggiunto il livello di 33.300 miliardi di dollari in derivati con un aumento di 4.500 miliardi in soli 6 mesi, la Bank of America ha raggiunto i 14.300 miliardi di dollari e la Citgroup 13.000 miliardi. Il che è una vera distorsione se si considera che PIL degli USA si aggira intorno agli 11.000 miliardi di dollari:
impegna il Governo
ad attivarsi nelle competenti sedi internazionali per costruire una nuova architettura finanziaria finalizzata ad evitare futuri crac finanziari ed il ripetersi di bolle speculative e quindi orientata al precipuo obiettivo di sostenere l'economia reale e a intraprendere tutte le iniziative necessarie per arrivare al più presto, insieme alle altre nazioni, alla convocazione di una conferenza internazionale a livello di capi di stato e di governo simile a quella tenutasi a Bretton Woods nel 1944 per definire globalmente un nuovo e più giusto sistema monetario e finanziano.
«Lettieri, Soro, Delbono, Tolotti, Widmann, Villani Miglietta, Rosato, Albertini, Morgando, Diana, Luigi Pepe, Damiani, Ostillio, De Brasi, Maccanico, Carbonella, Paola Mariani, Grandi, Pistone, Giovanni Bianchi, Giacco, Benvenuto, Piscitello, Camo, Realacci, Squeglia, Rocchi, Iannuzzi, Intini, Meduri, Santino Adamo Loddo, Boccia, Villari, Chianale, Siniscalchi, Sandi, Cusumano, Cennamo, Annunziata, Rotundo, Bonito, Buemi, Pennacchi, Fanfani, Tarantino, Rodeghiero, Angioni, Detomas, Nesi».
Il dibattito si estende al Senato ed alla Commissione Europea
La mozione presentata alla Camera dei deputati, di cui sopra, è stata presentata il 12 febbraio anche al Senato dal sen. Oskar Peterlini e da 17 co-firmatari appartenenti a partiti diversi. Alla stesura della mozione ha contribuito il presidente del Movimento Solidarietà Paolo Raimondi.
Intervenendo in aula, Peterlini ha ricordato al governo di aver anticipato i pericoli derivanti dalla crisi finanziaria, come la crisi Parmalat che stiamo vivendo e le sue conseguenze per il sistema finanziario, in una precedente mozione da lui presentata nel marzo 2002.
Peterlini ha detto: "Con quella mozione firmata da quasi tutte le parti politiche, con una terza versione che ho ripresentato adesso dopo i fatti dell'Argentina ed il crollo dei mercati finanziari e di queste due ultime aziende (Cirio e Parmalat, ndr.), chiediamo che il Governo italiano non si limiti a fare dichiarazioni in quest'Aula adottando solo misure di salvataggio, ma si attivi su base internazionale - perché il mondo finanziario è internazionale - per ristabilire finalmente con i Paesi industrializzati in primo luogo ma anche con gli altri Paesi del mondo un nuovo riassetto finanziario.
"L'ultimo è stato fatto nel 1944 con gli Accordi di Bretton Woods dai Paesi che dopo la crisi mondiale del 1929 finalmente avevano deciso di ritrovarsi per avviare un riassetto finanziario, che si basava su due pilastri: il primo era la convertibilità del dollaro con l'oro, il secondo era la convertibilità del dollaro con altre monete.
"Quei pilastri sono entrambi crollati e rivolgo questo appello conoscendo un po' il settore e tutte le preoccupazioni che ci sono tra i piccoli risparmiatori e i lavoratori ma anche nel mondo economico, che richiedono uno sforzo del nostro Governo per una nuova Bretton Woods o comunque per un incontro mondiale per un riassetto dei mercati finanziari."
Inoltre, l'11 febbraio la parlamentare europea Cristiana Muscardini ha preso parte al dibattito sul caso Parmalat ed ha chiesto alla Commissione Europea di prendere iniziative capaci di contenere la bolla finanziaria. Dopo aver citato i casi Cirio e Parmalat, i casi Enron in USA e casi simili in altri paesi, l'on. Muscardini ha rivolto un appello all'Unione Europea "affinché affronti seriamente tutte le conseguenze disastrose che potrebbero derivare dall'enorme divario tra economia reale ed economia finanziaria. Finché non prenderemo queste misure, il rischio sarà sempre una minaccia presente". In passato l'on. Muscardini e altri parlamentari europei hanno presentato risoluzioni e interrogazioni per promuovere iniziative a favore della Nuova Bretton Woods, che però sono state fin ora respinte da elementi forse tanto arroganti quanto incompetenti della Commissione Europea.
Sempre con simpatia Mauro.