La banca monte paschi di siena ha........

Dalle casse del Monte dei Paschi di Siena sono usciti, in 11 mesi, otto bonifici per un totale di oltre 17 miliardi con destinazione Amsterdam, Madrid e Londra. L'elenco è agli atti dell'inchiesta della procura di Siena che indaga sull'acquisizione di Antonveneta da parte di Mps ed è uno degli elementi su cui si sta concentrando l'attenzione degli inquirenti.


BONIFICI - Dal documento emerge che il primo bonifico, da 9 miliardi e 267 milioni (dunque più del prezzo pattuito di 9 miliardi e 230 milioni), venne effettuato il 30 maggio 2008 a favore di Abn Amro Bank con sede ad Amsterdam, nominata - si legge nel documento informativo relativo all' acquisizione di Antonveneta inviato da Mps alla Consob - dal Banco Santander «soggetto venditore titolare di diritti e obblighi derivanti dall' accordo». Il secondo bonifico parte lo stesso giorno ed è destinato al Banco Santander di Madrid, per un importo complessivo di 2,5 miliardi. Il 31 marzo 2009 partono altri due bonifici, uno da un miliardo e mezzo e l'altro da 67 milioni, entrambi a favore del Banco Santander di Madrid. I restanti quattro bonifici vengono disposti da Mps il mese successivo, il 30 aprile. I primi due, ancora una volta, sono a favore del Banco Santander e riportano uno l'importo di un miliardo e l'altro di 49 milioni. Gli ultimi due, da 2,5 miliardi e da 123,3 milioni, sono a favore di Abbey National Treasury Service Plc di Londra. (Fonte Ansa)
 
Dalle casse del Monte dei Paschi di Siena sono usciti, in 11 mesi, otto bonifici per un totale di oltre 17 miliardi con destinazione Amsterdam, Madrid e Londra. L'elenco è agli atti dell'inchiesta della procura di Siena che indaga sull'acquisizione di Antonveneta da parte di Mps ed è uno degli elementi su cui si sta concentrando l'attenzione degli inquirenti.


BONIFICI - Dal documento emerge che il primo bonifico, da 9 miliardi e 267 milioni (dunque più del prezzo pattuito di 9 miliardi e 230 milioni), venne effettuato il 30 maggio 2008 a favore di Abn Amro Bank con sede ad Amsterdam, nominata - si legge nel documento informativo relativo all' acquisizione di Antonveneta inviato da Mps alla Consob - dal Banco Santander «soggetto venditore titolare di diritti e obblighi derivanti dall' accordo». Il secondo bonifico parte lo stesso giorno ed è destinato al Banco Santander di Madrid, per un importo complessivo di 2,5 miliardi. Il 31 marzo 2009 partono altri due bonifici, uno da un miliardo e mezzo e l'altro da 67 milioni, entrambi a favore del Banco Santander di Madrid. I restanti quattro bonifici vengono disposti da Mps il mese successivo, il 30 aprile. I primi due, ancora una volta, sono a favore del Banco Santander e riportano uno l'importo di un miliardo e l'altro di 49 milioni. Gli ultimi due, da 2,5 miliardi e da 123,3 milioni, sono a favore di Abbey National Treasury Service Plc di Londra. (Fonte Ansa)

Azz ... mi son dimenticato di dargli anche il mio ISIN ... :D
 
Azz ... mi son dimenticato di dargli anche il mio ISIN ... :D


sì, ma oltre al tuo nome ne mancano altri due :eek:

'Is there any point to which you would wish to draw my attention?'
'To the curious incident of the dog in the night-time.'

'The dog did nothing in the night-time.'

'That was the curious incident.'
 
L'inchiesta Mps si allarga, la pista Verdini



http://www.corriere.it/economia/13_febbraio_09/inchiesta-mps-pista-verdini-sarzanini_6a3dbbf6-7281-11e2-bdf7-bdbb424637ab.shtml
 
Che cosa ne scriveva Repubblica ... UN CAPOLAVORO

Mi ricordo di aver letto una cosa di Turani SU La Repubblica ... eh la mia memoria ... :D


il capolavoro del monte paschi

Proprio quando sembrava che tutti i giochi del risiko bancario fossero finiti, ecco che è andata a segno un' altra operazione. Più che altro quello del Monte Paschi di Siena su Antonveneta è stato un vero e proprio blitz. L' intero affare pare che sia stato combinato nel giro di due-tre giorni. Naturalmente, come accade ogni volta che c' è di mezzo un' operazione di queste dimensioni e di questa natura non sono mancate le polemiche e le critiche. In questo caso i bersagli sono stati soprattutto due: valore politico dell' affare (si rafforza la "finanza rossa") e i soldi messi in campo (l' Antonveneta sarebbe stata pagata troppo). Ma si tratta di osservazioni e di critiche probabilmente ingiuste e ingiustificate. L' operazione infatti è interessante (e affascinante) proprio per i suoi aspetti industriali. Vediamo perché. I soliti dietrologi si sono subito affrettati a bollare come politica l' operazione di acquisto della Banca Antonveneta da parte del Monte dei Paschi di Siena. Il mondo della Borsa ha invece apparentemente bocciato l' operazione facendo scendere le azioni del Monte di oltre il 10 per cento. Tutti sembrano dire che la banca veneta sia stata strapagata, però a ben guardare l' operazione è figlia di alcune ragioni molto precise. Anche se forse sfuggono a molti. La prima ragione dell' operazione va infatti vista nell' assetto azionario del Monte, cioè nel fortissimo controllo esercitato dalla Fondazione senese sulla banca. Un controllo che si fonda sul numero di azioni ancora detenuto dalla Fondazione, un controllo assolutamente unico tra le grandi banche italiane. E fortissimo. Negli anni scorsi in molti avevano proposto alla Fondazione di sposare il Monte con altre banche. Ci ha provato il professor Bazoli (Banca Intesa), ma anche il dottor Geronzi (Capitalia). E questo matrimonio era uno dei sogni del San Paolo prima di convolare con Banca Intesa. Non si contano poi le proposte di banche straniere, di consulenti, di advisor di ogni tipo ed anche la Banca d' Italia sembra abbia cercato di dare qualche spintarella. Tutti, insomma, hanno cercato di trovare un marito (o una moglie) al Monte Paschi. Ma Rocca Salimbeni (sede della banca) ha resistito. Imperterrita. Forte dei suoi cinquecento anni di storia, cosa anch' essa unica. In tanti hanno anche pensato che Mussari, il nuovo presidente del Monte, non senese, sarebbe stato licenziato in tronco se solo avesse osato pensare a cedere il controllo della banca. Il matrimonio, insomma, era desiderabile, forse, ma impossibile. Per cui di fatto Mussari e i suoi due delfini, Vigni e Morelli, non avevano alternative: non un matrimonio con un' altra banca (impossibile a farsi per le ragioni appena dette), ma l' acquisto di un' altra banca. Ed allora eccoli che si buttano a capofitto nell' unica grande opportunità di un' operazione in cui loro possono comandare, orientare, e soprattutto evitare compromessi sulla gestione, doppi consigli di amministrazione, sistemi non cristallini. Vanno a comprare, pagando, un' altra banca. In questo modo Siena rimane padrona a casa sua e non ci sono proteste. E dove la trovano? Nella parte più ricca e più dinamica del paese, in quel triveneto in cui tutti vorrebbero contare e che finora era monopolizzato dalle potentissime Banche Popolari locali. Era un' occasione unica dal punto di vista strategico: una grande banca del centro che acquista una grande banca del Nord Est per fare il terzo gruppo italiano, ma un gruppo concentrato dove la ricchezza è maggiore e soprattutto dove il dinamismo è migliore. Ma anche unica per compiacere la città di Siena e gli azionisti. Un piccolo capolavoro. Ecco però che i detrattori subito accusano di aver pagato troppo: nove miliardi di euro per poco più di mille sportelli, per il tre per cento del mercato italiano. In realtà il costo per sportello è di circa nove milioni, meno di quanto sono stati pagati da Banca Intesa - dopo un' aspra lotta con concorrenti italiani ed esteri - quelli di Carifirenze. Ma anche meno di quanto ha pagato il Credit Agricole per le filiali messe in vendite da Intesa Sanpaolo a seguito della fusione ed anche meno di quello che ha pagato Bnp-Paribas la Banca Nazionale del Lavoro. E tutti sanno che gli sportelli di Antonveneta sono mediamente molto più ricchi. Rispetto agli utili poi il Monte ha pagato circa 20 volte il risultato 2006, che è sempre meno di quello di Carifirenze e della Popolare Italiana (la ex Lodi), ma prevede di arrivare a 900 milioni tra il 2009 e il 2010, comprese le sinergie. Se cosi fosse il piccolo diventerebbe un grande capolavoro perché il Monte avrebbe pagato circa 10 volte gli utili, un moltiplicatore tra i più bassi mai pagati in Italia. Alla faccia di chi parla di operazione politica o di prezzo folle. In realtà, il vertice del Monte Paschi ha fatto l' unica cosa che poteva fare (era condannato a comprare, non potendosi sposare) e fra le prede possibili ha scelto certamente la migliore. E, se avrà solo un po' di fortuna, potrà anche dire di aver pagato poco.

il capolavoro del monte paschi - La Repubblica

Sembra tratto da Zelig ...
Meeeeeennnnquiah!!! :lol::lol::lol::lol:
 
Ultima modifica:
sì, ma oltre al tuo nome ne mancano altri due :eek:

'Is there any point to which you would wish to draw my attention?'
'To the curious incident of the dog in the night-time.'

'The dog did nothing in the night-time.'

'That was the curious incident.'

in tutto il bailamme, si notano i curiosi incidenti
si vede che occorre un udito fine per sentire il silenzio :D
 
MPS, pagheranno i piccoli investitori o i dipendenti?

Dunque ricapiolando:

Le nomine delladirigenza sono avvenute dal pd - che però poi nn si interessava di ciòche facevano i nominati, ergo nn sapevano.


Il risultato?


C'è un bell' articolo nel plus di sabato 3 ago che riguarda proprio questa vicenda di cui nn c'è traccia n rete (invece dei pittori si :D :lol: :lol:) ... ma cercando cercando si trova:

(chissà come mai si fa fatica a trovarla?!?!)

1,6 miliardi di euro ... na scemenzuola.

Monte Paschi, ora rischiano i piccoli risparmiatori

La nazionalizzazione del Monte dei Paschi è sempre più probabile. La Commissione europea scrive al ministero del Tesoro per dire che non è affatto convinto del piano di rilancio della banca abbinato al prestito pubblico di 4 miliardi di euro, i cosiddetti “Mon – ti-Bond”. Se le cose andranno male, cioè se la banca non riuscirà a rimborsare il prestito, a farne le spese potrebbero essere i piccoli risparmiatori.

La lettera del commissario europeo per la Concorrenza Joaquin Almunia, che deve vigilare sul rischio che il prestito pubblico nasconda un illecito aiuto di Stato, è molto secca: Bruxelles non è convinta del piano di rilancio, non condivide l’approccio per il quale le perdite attese dal trading e dai titoli di Stato di cui la banca è imbottita diventino automaticamente tagli al personale, dice che il conto per cui 320 milioni di perdite sarebbero coperte dalla riduzione dell’organico di cinquemila persone “sembra sensibilmente gonfiato”. CI SONO POI perplessità sulle retribuzioni dei dirigenti: Almunia ricorda al ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni che gli stipendi di vertice non possono superare di 15 volte il salario medio dello Stato in cui ha sede la banca o 10 volte quello dell’impiegato medio della banca. Invece quelli del Monte, comunicati a Bruxelles prima che la Commissione fissasse i parametri, “sono molto superiori a quanto accettato dalla Commissione in casi analoghi”. Vanno tagliati i compensi al top management, insomma. E la banca deve spiegare come pensa di restituire i prestiti straordinari LTRO ricevuti dalla Banca centrale europea, che ammontano a circa 29 miliardi. Se il Tesoro – e Siena – non daranno risposte soddisfacenti la Commissione europea potrebbe aprire una procedura contro l’Italia per aiuti di Stato. Una nota del ministero di Saccomanni, nella serata di ieri, sostiene che non c’è stata “nessu – na bocciatura” e che la lettera di Almunia è parte di un normale dialogo tra istituzioni. Ma ormai il danno è fatto. La notizia della lettera è uscita sul Financial Times e il titolo della banca senese è crollato in Borsa del 4,64 per cento. La notizia peggiore, però, è in fondo alla lettera e conferma i peggiori sospetti attorno alla crisi Mps. Il sostegno pubblico, ricorda Almunia, serve a tenere in piedi la banca e quindi bisogna evitare il più possibile che i pochi soldi a disposizione finiscano ai creditori ultimi nella lista, cioè quelli che hanno obbligazioni subordinate (che vengono pagate solo dopo che quelle non subordinate sono state rimborsate) e i titolari di strumenti di capitale ibridi, cioè quella strana via di mezzo tra azioni e obbligazioni che per alcuni anni ha avuto un certo successo sul mercato. La ragione per cui i piccoli risparmiatori si devono preoccupare è il riferimento esplicito ai “bond subordinati Upper Tier 2”.

Vedi l'allegato Monte Paschi, ora rischiano i piccoli risparmiatori.pdf
 
Ultima modifica:
........................ Ma ormai il danno è fatto. La notizia della lettera è uscita sul Financial Times e il titolo della banca senese è crollato in Borsa del 4,64 per cento. La notizia peggiore, però, è in fondo alla lettera e conferma i peggiori sospetti attorno alla crisi Mps. Il sostegno pubblico, ricorda Almunia, serve a tenere in piedi la banca e quindi bisogna evitare il più possibile che i pochi soldi a disposizione finiscano ai creditori ultimi nella lista, cioè quelli che hanno obbligazioni subordinate (che vengono pagate solo dopo che quelle non subordinate sono state rimborsate) e i titolari di strumenti di capitale ibridi, cioè quella strana via di mezzo tra azioni e obbligazioni che per alcuni anni ha avuto un certo successo sul mercato. La ragione per cui i piccoli risparmiatori si devono preoccupare è il riferimento esplicito ai “bond subordinati Upper Tier 2”.

Vedi l'allegato 246357

chi segue InvestireOggi è informato :)
...e se corre rischi è perchè vuole troppo ..e allora se lo merita :D
io ho preso le senior e sto tranquillo ;)
 
chi segue InvestireOggi è informato :)
...e se corre rischi è perchè vuole troppo ..e allora se lo merita :D
io ho preso le senior e sto tranquillo ;)

Io nn ho preso nulla....Figuriamoci- ;) che ballava e traballava per chi segue il 3d delle perpetue era noto da anni.Ma forse nn èquesto il punto.

Interessante il parallelo però: "correre rischi" con la banca storicmente in orbita PD - "allora se lo merita."

Nn fa una grinza ... oppure si?!
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto