alingtonsky
Forumer storico
Maria Grazia Bruzzone 23-08-2014
Sull’ultimo numero di Foreign Affairs, si può leggere con una certa sorpresa un lungo articolo, firmato John Mearsheimer, che offre un’analisi della crisi in Ucraina - e del pericoloso confronto in atto fra Occidente e Russia - che contraddice la narrazione mainstream in Occidente. “I leader di Stati Uniti ed Europa hanno sbagliato a tentare di far diventare l’Ucraina una roccaforte Occidentale ai confini della Russia. Ora che le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti sarebbe un errore ancora più grande continuare in questa politica errata e illegittima” è la tesi dell’autore, professore di Scienze Politiche all’università di Chicago.
La sorpresa è dovuta al fatto che Foreign Affairs è la rivista dell’influente Council on Foreign Relations, storico organismo e think tank fondato a New York nel 1921 che da allora ha avuto nei suoi ranghi dozzine di Segretari di Stato, direttori della CIA, banchieri, avvocati, professori, esponenti di media: l’ élite dell’establishment americano. Con propaggini europee.
E infatti l’articolo è rimbalzato subito su vari blog, dai soliti Washington’s Blog e ZeroHedge a vari altri (es qui, e qui) fino al sito ucraino (governativo) Kyivpost e a The Vineyard of the Saker , blog multilingue apparentemente filo-russo. Che non si fa illusioni sul peso che può avere un punto di vista del genere davanti al nuovo prevalere dei Neocon nell’amministrazione americana - sostiene. Ma vediamo .
LA NARRAZIONE DOMINANTE NON E’ VERA.
“Secondo il giudizio prevalente in Occidente, la crisi Ucraina va imputata pressocché interamente all’aggressione Russa. Il presidente Russo Vladimir Putin, è il ragionamento, ha annesso la Crimea per un desiderio a lungo covato di resuscitare l’impero Sovietico, e potrebbe andare avanti col resto dell’Ucraina, e con altri paesi dell’Est Europa. Da questo punto di vista la destituzione del presidente Ucraino Yanukovich nel febbraio 2014 ha fornito a Putin un mero pretesto per ordinare alle forze Russe di prendersi parte dell’Ucraina”.
Così esordisce il post. “Ma questo resoconto è sbagliato” – aggiunge.
LE RESPONSABILITA’. “ Gli Stati Uniti e i loro alleati Europei si dividono la gran parte della responsabilità della crisi. La radice profonda è l’allargamento della NATO, elemento centrale di una strategia più ampia per togliere l’Ucraina dall’orbita della Russia e integrarla nell’Occidente”.
“L’espansione dell’UE a Est e l’apporto decisivo dell’Occidente al movimento pro-democrazia in Ucraina - cominciato con la Rivoluzione Arancione nel 2004 – sono anch’essi elementi critici. Da metà degli anni ’90 i leader Russi si sono opposti in modo deciso all’allargamento della NATO e negli anni recenti (dopo che i paesi baltici sono entrati nell’UE, ndr) hanno messo in chiaro che non avrebbero assistito senza reagire alla trasformazione del loro vicino strategicamente più importante in un bastione dell’Occidente”.
“Per Putin il rovesciamento illegale del presidente pro-Russia dell’Ucraina democraticamente eletto - che ha giustamente definito un colpo di stato – è stato l’ultima goccia. Ha risposto prendendo la Crimea, una penisola che temeva sarebbe diventata una base navale NATO, e lavorando per destabilizzare l’Ucraina così da dissuaderla dal cercare di unirsi all’Occidente”.
“Le mosse di Putin non avrebbero dovuto essere una sorpresa. Dopo tutto l’Occidente era entrato nel cortile della Russia e aveva minacciato il cuore dei suoi interessi strategici, un punto che Putin ha ripetuto enfaticamente molte volte. Le élites di Stati Uniti ed Europa sono state colpite dagli eventi solo perché hanno abbracciato una visione carente della politica internazionale. Tendono a credere che la logica del realismo abbia poca rilevanza nel 21° secolo. ….
L’ INGEGNERIA SOCIALE. “Lo strumento finale dell’Occidente per staccare Kiev da Mosca è stato lo sforzo per diffondere valori Occidentali e promuovere la democrazia in Ucraina e in altri stati post-Sovietici, un piano che ha spesso comportato finanziare direttamente persone e organizzazioni.
Victoria Nuland,assistente del segretario di Stato americano per gli Affari Europei e Euroasiatici, nel dicembre 2013 ha stimato che gli Usa abbiano investito più di $5miliardi dal 1991 per aiutare l’Ucraina a ottenere “il futuro che le spetta”, ricorda Mearsheimer. E cita la fondazione National Endowement for Democracy (NED), ingaggiata a questo scopo dal governo, che ha finanziato più di 60 progetti per ”promuovere la società civile” e per sostenere le opposizioni dopo la vittoria elettorale di Yanukovich.
“ Quando i leader Russi osservano questa ingegneria sociale Occidentale in Ucraina temono che il prossimo sarà il loro stesso paese”, scrive ancora il nostro, citando una frase ambigua del presidente della NED, Carl Gershman. …
COME E’ ANDATA. IL RUOLO DI WASHINGTON. “Le tre politiche Occidentali – allargamento della NATO, espansione dell’UE e promozione della democrazia – hanno aggiunto benzina al fuoco. La scintilla è arrivata nel novembre 2013 quando il presidente Yanukivich respinse l’accordo economico che stava negoziando con l’UE e decise di accettare invece la controfferta Russa di $15 miliardi.
La decisione innescò manifestazioni antigovernative che crebbero nei tre mesi successivi. Emissari occidentali si precipitarono a Kiev per risolvere la crisi. Il 21 febbraio governo e opposizione (con la mediazione di Germania Francia e Polonia ndr) raggiunsero un accordo che consentiva al presidente di restare in sella fino alle nuove elezioni. Ma l’accordo fu messo da parte, il presidente fuggì in Russia il giorno seguente. Il nuovo governo proclamato a Kiev era (è) pro-Occidente e anti-Russo fino al midollo, e aveva 4 membri di rilievo che avrebbero potuto legittimamente essere etichettati come neofascisti.
“Sebbene il coinvolgimento degli Stati Uniti non sia ancora emerso fino in fondo, è chiaro che dietro il colpo di stato c’era Washington. Nuland e il senatore repubblicano John McCainparteciparono a dimostrazioni e Geoffrey Pyatt, ambasciatore Usa in Ucraina, dopo il rovesciamento di Yanukovich proclamò che era “una giornata storica”.
Come rivelò una telefonata intercettata, Nuland aveva perorato un cambio di regime e voleva che diventasse primo ministro il politico Ucraino Arseniy Yatsenyiuk, come è accaduto (nella stessa telefonata Nuland mandava al diavolo i leader europei – F..ck EU - evidentemente non proprio d’accordo. E’ la versione che circolava sui blog, Underblog qui con foto linkate, e qui).
“Nessuna meraviglia che i Russi siano persuasi che l’Occidente abbia giocato un ruolo nella destituzione di Yanukovich”.
LA REAZIONE DI PUTIN. “Le mosse di Putin sono facilmente comprensibili”, scrive il prof Mearsheimer, e ricorda le vaste distese piatte attraversate dalle armate di Napoleone, della Germania imperiale, della Germania Nazista, per dire che l’Ucraina ha sempre avuto una funzione di Stato-cuscinetto di enorme importanza strategica per la Russia. “Nessun leader Russo tollererebbe che un’alleanza militare nemico mortale di Mosca fino a tempi recenti si spingesse fino all’Ucraina. E nessun leader Russo resterebbe inerte mentre l’Occidente aiuta a installare un governo determinato a integrare l’Ucraina nell’Occidente”.
“Washington può non gradire queste posizione, ma dovrebbe capirne la logica. E’ Geopolitica di primo livello: le grandi potenze sono sempre sensibili a potenziali minacce vicine al loro territorio. … Immaginate l’ indignazione di Washington se la Cina costruisse una forte alleanza militare e cercasse di includervi Canada e Messico.
“Logica a parte, i leader Russi hanno detto in molte occasioni alle loro controparti Occidentali che considerano inaccettabile l’espansione della NATO in Georgia e Ucraina. …
“In una intervista del 1998 George Kennan (grande esperto americano di Russia) aveva predetto che l’espansione della NATO avrebbe provocato una crisi, dopo di che coloro che proponevano l’espansione avrebbero dichiarato ‘vi abbiamo sempre detto come sono i Russi’ così come oggi additano Putin a grande colpevole”.
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"La crisi ucraina è colpa dell'Occidente" - non di Putin. CosìForeign Affairs.
Sull’ultimo numero di Foreign Affairs, si può leggere con una certa sorpresa un lungo articolo, firmato John Mearsheimer, che offre un’analisi della crisi in Ucraina - e del pericoloso confronto in atto fra Occidente e Russia - che contraddice la narrazione mainstream in Occidente. “I leader di Stati Uniti ed Europa hanno sbagliato a tentare di far diventare l’Ucraina una roccaforte Occidentale ai confini della Russia. Ora che le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti sarebbe un errore ancora più grande continuare in questa politica errata e illegittima” è la tesi dell’autore, professore di Scienze Politiche all’università di Chicago.
La sorpresa è dovuta al fatto che Foreign Affairs è la rivista dell’influente Council on Foreign Relations, storico organismo e think tank fondato a New York nel 1921 che da allora ha avuto nei suoi ranghi dozzine di Segretari di Stato, direttori della CIA, banchieri, avvocati, professori, esponenti di media: l’ élite dell’establishment americano. Con propaggini europee.
E infatti l’articolo è rimbalzato subito su vari blog, dai soliti Washington’s Blog e ZeroHedge a vari altri (es qui, e qui) fino al sito ucraino (governativo) Kyivpost e a The Vineyard of the Saker , blog multilingue apparentemente filo-russo. Che non si fa illusioni sul peso che può avere un punto di vista del genere davanti al nuovo prevalere dei Neocon nell’amministrazione americana - sostiene. Ma vediamo .
LA NARRAZIONE DOMINANTE NON E’ VERA.
“Secondo il giudizio prevalente in Occidente, la crisi Ucraina va imputata pressocché interamente all’aggressione Russa. Il presidente Russo Vladimir Putin, è il ragionamento, ha annesso la Crimea per un desiderio a lungo covato di resuscitare l’impero Sovietico, e potrebbe andare avanti col resto dell’Ucraina, e con altri paesi dell’Est Europa. Da questo punto di vista la destituzione del presidente Ucraino Yanukovich nel febbraio 2014 ha fornito a Putin un mero pretesto per ordinare alle forze Russe di prendersi parte dell’Ucraina”.
Così esordisce il post. “Ma questo resoconto è sbagliato” – aggiunge.
LE RESPONSABILITA’. “ Gli Stati Uniti e i loro alleati Europei si dividono la gran parte della responsabilità della crisi. La radice profonda è l’allargamento della NATO, elemento centrale di una strategia più ampia per togliere l’Ucraina dall’orbita della Russia e integrarla nell’Occidente”.
“L’espansione dell’UE a Est e l’apporto decisivo dell’Occidente al movimento pro-democrazia in Ucraina - cominciato con la Rivoluzione Arancione nel 2004 – sono anch’essi elementi critici. Da metà degli anni ’90 i leader Russi si sono opposti in modo deciso all’allargamento della NATO e negli anni recenti (dopo che i paesi baltici sono entrati nell’UE, ndr) hanno messo in chiaro che non avrebbero assistito senza reagire alla trasformazione del loro vicino strategicamente più importante in un bastione dell’Occidente”.
“Per Putin il rovesciamento illegale del presidente pro-Russia dell’Ucraina democraticamente eletto - che ha giustamente definito un colpo di stato – è stato l’ultima goccia. Ha risposto prendendo la Crimea, una penisola che temeva sarebbe diventata una base navale NATO, e lavorando per destabilizzare l’Ucraina così da dissuaderla dal cercare di unirsi all’Occidente”.
“Le mosse di Putin non avrebbero dovuto essere una sorpresa. Dopo tutto l’Occidente era entrato nel cortile della Russia e aveva minacciato il cuore dei suoi interessi strategici, un punto che Putin ha ripetuto enfaticamente molte volte. Le élites di Stati Uniti ed Europa sono state colpite dagli eventi solo perché hanno abbracciato una visione carente della politica internazionale. Tendono a credere che la logica del realismo abbia poca rilevanza nel 21° secolo. ….
L’ INGEGNERIA SOCIALE. “Lo strumento finale dell’Occidente per staccare Kiev da Mosca è stato lo sforzo per diffondere valori Occidentali e promuovere la democrazia in Ucraina e in altri stati post-Sovietici, un piano che ha spesso comportato finanziare direttamente persone e organizzazioni.
Victoria Nuland,assistente del segretario di Stato americano per gli Affari Europei e Euroasiatici, nel dicembre 2013 ha stimato che gli Usa abbiano investito più di $5miliardi dal 1991 per aiutare l’Ucraina a ottenere “il futuro che le spetta”, ricorda Mearsheimer. E cita la fondazione National Endowement for Democracy (NED), ingaggiata a questo scopo dal governo, che ha finanziato più di 60 progetti per ”promuovere la società civile” e per sostenere le opposizioni dopo la vittoria elettorale di Yanukovich.
“ Quando i leader Russi osservano questa ingegneria sociale Occidentale in Ucraina temono che il prossimo sarà il loro stesso paese”, scrive ancora il nostro, citando una frase ambigua del presidente della NED, Carl Gershman. …
COME E’ ANDATA. IL RUOLO DI WASHINGTON. “Le tre politiche Occidentali – allargamento della NATO, espansione dell’UE e promozione della democrazia – hanno aggiunto benzina al fuoco. La scintilla è arrivata nel novembre 2013 quando il presidente Yanukivich respinse l’accordo economico che stava negoziando con l’UE e decise di accettare invece la controfferta Russa di $15 miliardi.
La decisione innescò manifestazioni antigovernative che crebbero nei tre mesi successivi. Emissari occidentali si precipitarono a Kiev per risolvere la crisi. Il 21 febbraio governo e opposizione (con la mediazione di Germania Francia e Polonia ndr) raggiunsero un accordo che consentiva al presidente di restare in sella fino alle nuove elezioni. Ma l’accordo fu messo da parte, il presidente fuggì in Russia il giorno seguente. Il nuovo governo proclamato a Kiev era (è) pro-Occidente e anti-Russo fino al midollo, e aveva 4 membri di rilievo che avrebbero potuto legittimamente essere etichettati come neofascisti.
“Sebbene il coinvolgimento degli Stati Uniti non sia ancora emerso fino in fondo, è chiaro che dietro il colpo di stato c’era Washington. Nuland e il senatore repubblicano John McCainparteciparono a dimostrazioni e Geoffrey Pyatt, ambasciatore Usa in Ucraina, dopo il rovesciamento di Yanukovich proclamò che era “una giornata storica”.
Come rivelò una telefonata intercettata, Nuland aveva perorato un cambio di regime e voleva che diventasse primo ministro il politico Ucraino Arseniy Yatsenyiuk, come è accaduto (nella stessa telefonata Nuland mandava al diavolo i leader europei – F..ck EU - evidentemente non proprio d’accordo. E’ la versione che circolava sui blog, Underblog qui con foto linkate, e qui).
“Nessuna meraviglia che i Russi siano persuasi che l’Occidente abbia giocato un ruolo nella destituzione di Yanukovich”.
LA REAZIONE DI PUTIN. “Le mosse di Putin sono facilmente comprensibili”, scrive il prof Mearsheimer, e ricorda le vaste distese piatte attraversate dalle armate di Napoleone, della Germania imperiale, della Germania Nazista, per dire che l’Ucraina ha sempre avuto una funzione di Stato-cuscinetto di enorme importanza strategica per la Russia. “Nessun leader Russo tollererebbe che un’alleanza militare nemico mortale di Mosca fino a tempi recenti si spingesse fino all’Ucraina. E nessun leader Russo resterebbe inerte mentre l’Occidente aiuta a installare un governo determinato a integrare l’Ucraina nell’Occidente”.
“Washington può non gradire queste posizione, ma dovrebbe capirne la logica. E’ Geopolitica di primo livello: le grandi potenze sono sempre sensibili a potenziali minacce vicine al loro territorio. … Immaginate l’ indignazione di Washington se la Cina costruisse una forte alleanza militare e cercasse di includervi Canada e Messico.
“Logica a parte, i leader Russi hanno detto in molte occasioni alle loro controparti Occidentali che considerano inaccettabile l’espansione della NATO in Georgia e Ucraina. …
“In una intervista del 1998 George Kennan (grande esperto americano di Russia) aveva predetto che l’espansione della NATO avrebbe provocato una crisi, dopo di che coloro che proponevano l’espansione avrebbero dichiarato ‘vi abbiamo sempre detto come sono i Russi’ così come oggi additano Putin a grande colpevole”.
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"La crisi ucraina è colpa dell'Occidente" - non di Putin. CosìForeign Affairs.