LA FELICITA' E' COME DIPINGERE UN QUADRO. SE HAI PAURA DI SPORCARTI NON FARAI MAI UN CAPOLAVORO

Ahahahahahah maliziosa ahahahah

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MediaPro ha pagato.

La partita, però, è tutt’altro che chiusa: se l’advisor Infront può ritenersi soddisfatto per aver portato a termine il suo compito,
e i ricchi presidenti dei club tirano un sospiro di sollievo per la certezza di incassare l’anticipo, presto comincerà lo scontro fra titani.

Da una parte gli spagnoli, nuovi proprietari del campionato, dall’altra Sky, unico acquirente possibile e storico distributore del campionato.
Qualcuno rischia seriamente di uscire con le ossa rotte.

Intanto la notizia è che l’atteso bonifico da Barcellona è arrivato.
Per concretizzare il contratto, dopo il via libera dell’Antitrust, MediaPro doveva versare 50 milioni di euro d’anticipo entro martedì 27 marzo.
............
Un passo avventato, che aveva avuto come unico effetto quello di rinvigorire il partito pro-Sky (capeggiato dalla Juventus),
che ha ricominciato a sperare che saltasse tutto quanto per fare un nuovo bando favorevole alla pay-tv.

Poi l’allarme è rientrato: i tecnici di Infront e della Lega calcio hanno dato rassicurazione sulla possibilità di formare nuovi pacchetti.
E i soldi sono stati versati: 64 milioni di euro (il 5% del corrispettivo per la prima stagione, Iva compresa),
addirittura con 24 ore d’anticipo sulla scadenza (così da evitare psicodrammi nell’assemblea di Lega,
convocata per domani in via straordinaria al Coni, a casa del commissario Giovanni Malagò).

Manca ancora la fidejussione miliardaria a garanzia dell’intero importo (da presentare entro il 10 aprile),
ma il proprietario Jaume Roures ha già avuto contatti con diversi istituti bancari (e anche col futuro presidente Gaetano Miccichè, un esperto in materia):
non dovrebbero esserci problemi o ulteriori dubbi.

MediaPro ha in mano i diritti tv della Serie A per i prossimi tre anni.

Adesso bisogna capire come li utilizzerà
 
I primi colloqui sono già avvenuti: pare che Roures abbia in mano dei preaccordi con Mediaset per il digitale terrestre, Tim e Perform per lo streaming online.

Il totale potrebbe aggirarsi intorno ai 400 milioni: una buona base per sedersi al tavolo con Sky.

Ma è chiaro che è da loro che gli spagnoli devono ricavare il grosso della cifra.
E qui rischia di iniziare un pericolosissimo braccio di ferro. MediaPro punta sul fatto che Sky non può permettersi di perdere la Serie A
(significherebbe un’emorragia di abbonamenti).

Sky, però, intanto si è assicurata la Champions League ed è ormai apertamente sul piede di guerra
(al punto di essersi rifiutata anche solo di incontrare Roures fino ad ora):
sa di essere l’unico interlocutore per la distribuzione satellitare (Discovery non pare interessata, altri non se ne vedono)
e che senza i suoi soldi gli spagnoli rischiano il fallimento.

Il buon senso suggerirebbe a entrambe le parti di abbassare le proprie pretese e trovare un accordo,
che consenta agli spagnoli di rientrare dall’investimento (con un minimo margine di guadagno) e a Sky di conservare il campionato.

Ma nella guerra dei diritti tv del pallone tutto è lecito. E intanto milioni di tifosi aspettano di sapere dove potranno vedere le partite della Serie A.
 
Qualche tempo fa vi ho scritto di questo tipo....ancora in corcolazione .....chissà cosa ci vuole per mandarlo a casa....aspettiamo.

LECCO – Nel pomeriggio di lunedì 26 marzo il personale della Polizia di Stato – Squadra Volante
è intervenuto in piazza Lega Lombarda di Lecco in seguito alla segnalazione, pervenuta da alcuni passanti,
della presenza di un soggetto straniero che, con atteggiamento aggressivo,
era diretto verso la stazione ferroviaria tenendo in una mano due bastoni e nell’altra due “sanpietrini”.


Una volta giunti sul posto gli agenti della Volante hanno intercettato subito il soggetto molesto e,
con l’ausilio di altri due equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine Lombardia presenti sul territorio,
hanno circondato l’uomo intimandogli di appoggiare a terra i bastoni e le pietre.

Inizialmente l’uomo si è dimostrato poco collaborativo con i poliziotti, ma poi si è arreso posando a terra gli oggetti.
Durante il controllo di polizia, improvvisamente il soggetto si è ribellato di nuovo inveendo contro i poliziotti.

Fermato, lo straniero è stato quindi accompagnato in Questura per accertamenti,
dove ha però continuato a tenere un atteggiamento estremamente aggressivo
nei confronti dei poliziotti, insultandoli e minacciandoli di morte.
Nella circostanza, tentando di colpire a testate chiunque gli si avvicinasse,
è riuscito anche a mordere la mano di un poliziotto.

Nella colluttazione due agenti hanno riportato lesioni giudicate guaribili rispettivamente in 5 (cinque) e 7 (sette) giorni.
Nella tasca della giacca il soggetto aveva occultato anche un grande paio di forbici in metallo.

L’uomo è stato identificato:
si tratta di un 30enne nigeriano con numerosi precedenti di polizia a suo carico
(era stato, tra l’altro, recentemente arrestato a Lecco dalla Polizia di Stato il 1 marzo
per aver tentato di danneggiare il bancomat in stazione con delle pietre),
è stato tratto in arresto per il reato di resistenza a Pubblico Ufficiale
e denunciato per possesso ingiustificato di oggetti atti ad offendere.


Oggi, martedì, l’arresto è stato convalidato presso il Tribunale di Lecco.
Sono stati richiesti dal legale i termini a difesa ed è stata disposta a carico del reo
la misura della custodia cautelare in carcere, in attesa di giudizio.
 
L'alternativa alla fornitura del servizio di mensa, è sempre stata quella di pagare CASH in busta paga all'operaio
l'importo che si andava a quantificare - azineda per azienda - con la commissione interna. Semplice.
Poi sono nati i ticket. Poi sta succedendo che nessuno li vuole più.......ahahahahah

«Non accettiamo buoni pasto». Il cartello, lapidario, da mesi compare in sempre più bar e ristoranti.
Rischiando di trasformare la pausa pranzo di 2,2 milioni di dipendenti in una ricerca spasmodica di un panino da poter pagare con i ticket.

Ma come mai i buoni da 5,29 euro in mano agli impiegati sembrano valere meno dei soldi del Monopoli?
E soprattutto, a chi conviene utilizzarli al posto del denaro?

I giocatori della partita del pasto fuori casa sono quattro:
le aziende (o gli enti pubblici) che decidono di dare i ticket ai propri dipendenti anziché sostenere i costi di una mensa,
le società che realizzano i buoni (le cosiddette «sette sorelle»: Qui! Ticket, Ticket restaurant, Sodexho, Day, Buon chef, Ristomat, Pellegrini),
i ristoratori che li riscuotono
e i clienti che li spendono.

Protagonisti che in teoria hanno creato un sistema fatto di rapporti a incastro in cui ognuno ha il suo tornaconto.
Ma qualcosa scricchiola e c'è chi rischia di rimanere con il cerino in mano.

Di fatto, il mercato dei buoni è andato in corto circuito e per non collassare definitivamente ha bisogno di una svolta urgente. Il motivo sta racchiuso (...)

(...) nell'effetto domino innescato dalle gare d'appalto che mettono in moto il meccanismo per erogare i ticket.
Gare al ribasso in cui, pur di aggiudicarsi i bandi, le società che emettono i buoni sono disposte a fare forti sconti a chi richiede il servizio, addirittura fino al 20%.
Ribassi talmente sostanziosi che poi diventano quasi impossibili da sostenere.

E allora che accade?
Per non andare in perdita, le società vincitrici delle gare si rifanno sui bar e sui ristoranti che aderiscono al contratto,
chiedendo il pagamento di micro commissioni su ogni buono pasto riscosso e applicando trattenute quasi impercettibili a ogni strisciata di ticket elettronico.
Ma il giochino non sta più in piedi e gli esercenti si stanno rifiutando di accettare i buoni dai clienti, stufi di far fronte a quella che, di fatto,
è una tassa supplementare (e perfino un po' occulta) su ogni pagamento.

Paradossalmente, molti esercenti non si fanno più nemmeno rimborsare i buoni dalle società
ma li spendono nei supermarket e dove possono come fossero denaro vero.

Almeno in questo modo non ci rimettono.
 

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