La Grande Rapina di Bush

I sette deficit mortali


di Joseph E. Stiglitz* - 20/11/2008

da http://www.eurasia-rivista.org/cogit_content/articoli/EkkZEyZVlZeGfFKPMd.shtml




Quando il presidente George W. Bush è entrato in carica, la maggior parte delle persone scontente per le elezioni rubate si sono limitate a pensare: dato il nostro sistema di controlli ed equilibri, data la paralisi politica a Washington, quanti danni si possono ancora fare?



Adesso lo sappiamo: ben più di quanto fossero in grado di immaginare i più pessimisti.
Dalla guerra in Irak al collasso del mercato del credito, le perdite finanziarie sono difficili da quantificare. E dietro quelle perdite ci sono opportunità perdute ancor più grandi.

Mettete tutto assieme – i soldi dilapidati nella guerra, i soldi sprecati in uno schema piramidale nel settore immobiliare che ha impoverito il paese ed arricchito poche persone, ed i soldi persi a causa della recessione – ed il divario tra ciò che avremmo potuto produrre e quello che abbiamo prodotto supererà probabilmente i 1.500 miliardi di dollari. Pensate cosa avrebbe potuto fare quel denaro per fornire assistenza sanitaria a chi non è assicurato, per migliorare il nostro sistema scolastico, per costruire tecnologie verdi...

L'elenco è infinito.

E il vero costo delle nostre opportunità perdute è probabilmente perfino più grande. Prendete la guerra: innanzitutto ci sono i finanziamenti stanziati direttamente dal governo (stimati in 12 miliardi di dollari al mese anche secondo i dati fuorvianti forniti dall'amministrazione Bush).

Più grandi, come Linda Bilmes della Kennedy School e io abbiamo documentato in The Three Trillion Dollar War, sono i costi indiretti: i salari non guadagnati da coloro che sono stati feriti o uccisi, lo spostamento dell'attività economica (dallo spendere in ospedali americani allo spendere in contractor militari nepalesi, per esempio). Questi fattori sociali e macroeconomici possono pesare con più di 2.000 miliardi sul costo complessivo della guerra.

Non tutto il male vien per nuocere. Se riusciamo a risollevarci da questo male, se riusciamo a pensare più attentamente e meno ideologicamente a come rendere la nostra economia più forte e la nostra società migliore, forse possiamo progredire nella soluzione di alcuni dei nostri annosi e gravi problemi.



Tanto per cominciare, prendiamo i sette maggiori problemi che l'amministrazione Bush si lascia alle spalle.
Il deficit dei valori: Uno dei punti di forza dell'America è la sua varietà e diversità, e c'è sempre stata una varietà di vedute perfino sui nostri principi fondamentali – l'innocenza fino a prova contraria, l'habeas corpus, lo stato di diritto. Ma (così almeno pensavamo) coloro che non erano d'accordo erano una minoranza marginale ed ignorabile. Adesso sappiamo che quella minoranza non è poi così piccola e comprende anche il Presidente Bush ed i capi del suo partito. E questa divergenza sui valori non avrebbe potuto manifestarsi in un momento peggiore. Renderci conto che possiamo avere meno in comune di quanto pensassimo può complicare la soluzione dei problemi che dobbiamo affrontare insieme.
Il deficit del clima: Con l'aiuto di corporazioni complici come ExxonMobil, Bush ha tentato di convincere gli americani che il surriscaldamento globale era una fandonia. Non lo è, e perfino l'amministrazione l'ha finalmente ammesso. Ma per otto anni non abbiamo fatto niente e l'America inquina più che mai: un ritardo che ci costerà caro.
Il deficit dell'uguaglianza: In passato, anche se gli ultimi vedevano poco o nulla dei benefici dell'espansione economica, la vita veniva considerata una lotteria fondamentalmente giusta. Il farcela da soli faceva parte del senso di identità americano. Ma oggi la promessa contenuta nella leggenda di Horatio Alger suona falsa. L'ascesa sociale sta diventando sempre più difficile. Le crescenti disparità nel reddito e nella ricchezza vengono rafforzate da una normativa fiscale che premia chi nel mondo della globalizzazione ha scommesso e perso. Questa consapevolezza si sta facendo strada e ciò renderà ancora più difficile trovare una causa comune.
Il deficit della responsabilità: I pezzi grossi della finanza americana giustificavano i loro compensi astronomici con la loro ingegnosità de i grandi benefici che essa avrebbe dispensato al paese. Ora si è visto che gli imperatori sono nudi. Non hanno saputo gestire il rischio; anzi, con le loro azioni lo hanno esasperato. I capitali sono stati impiegati male; centinaia di miliardi sono state spese malamente, con un livello di inefficienza di molto maggiore a quello che la gente solitamente attribuisce al governo. Tuttavia i pezzi grossi se ne sono andati con centinaia di milioni di dollari lasciando il conto da pagare ai contribuenti, ai lavoratori ed all'economia nel suo complesso.
Il deficit del commercio: Negli ultimi dieci anni la nazione ha preso in prestito da Paesi stranieri una quantità enorme di denaro – qualcosa come 739 miliardi solo nel 2007. Ed è facile comprendere perché: con il governo che contraeva debiti enormi e con i risparmi degli americani prossimi allo zero non c'era nessun altro a cui rivolgersi. L'America ha vissuto con soldi in prestito e tempo in prestito, e il giorno della resa dei conti doveva prima o poi arrivare. Eravamo soliti dare lezioni agli altri sul significato di una buona politica economica. Adesso ci ridono alle spalle, e capita perfino che siano gli altri a darci lezioni. Abbiamo dovuto chiedere l'elemosina ai fondi sovrani, la ricchezza in eccesso che gli altri governi hanno accumulato e possono investire all'estero. Ci ripugna l'idea che il nostro governo gestisca una banca. Eppure sembriamo propensi ad accettare l'idea di Paesi stranieri che possiedono una quota importante delle nostre banche più rappresentative, istituzioni che sono fondamentali per la nostra economia. (Così fondamentali, in effetti, che abbiamo dato al Tesoro un assegno in bianco perché le tirasse fuori dai guai).
Il deficit del bilancio: Parzialmente grazie alle galoppanti spese militari, in soli otto anni il nostro debito nazionale è aumentato di due terzi, da 5.700 miliardi a più di 9.500 miliardi di dollari. Ma per quanto drammatici questi numeri non rendono l'entità del problema. Molti costi della Guerra in Irak, compreso il versamento dei sussidi per i reduci feriti, non sono ancora stati pagati e potrebbero ammontare a più di 600 miliardi di dollari. Il deficit federale quest'anno probabilmente aggiungerà altri 500 miliardi al debito nazionale. E tutto questo prima delle spese per la Previdenza Sociale ed il Medicare per i baby boomer.
Il deficit degli investimenti: La contabilità del Governo è diversa da quella del settore privato. Una compagnia che contragga un prestito per fare un buon investimento vedrà migliorare il suo bilancio patrimoniale, e i suoi dirigenti verranno elogiati. Ma nel settore pubblico non c'è un bilancio patrimoniale e dunque troppi si concentrano eccessivamente sul deficit. In realtà quando un governo investe saggiamente le entrate sono ben più alte del tasso di interesse che il governo paga sul debito che ha contratto; a lungo termine gli investimenti contribuiscono a ridurre i deficit. Tagliarli significa essere tirchio con i centesimi e prodigo con i dollari, come attestano gli argini di New Orleans e il ponte di Minneapolis.

Due sono le ipotesi (oltre alla banale incompetenza) sul perché i repubblicani abbiano prestato poca attenzione al crescente deficit di bilancio. La prima è che semplicemente credevano nell'economia dell'offerta, ed erano fiduciosi che in un modo o nell'altro l'economia sarebbe cresciuta così bene con i tassi più bassi che i deficit sarebbero stati passeggeri. È stato dimostrato che questa idea era pura fantasia.

La seconda teoria è che lasciando che il deficit di bilancio si gonfiasse a dismisura Bush e i suoi alleati sperassero di imporre una riduzione delle dimensioni del governo. In effetti la situazione fiscale è così tragica che molti democratici responsabili stanno ora facendo il gioco di questi repubblicani fedeli alla dottrina "Starve the beast" ("Affamare la bestia"), e chiedono un taglio drastico delle spese. Ma con i democratici che si preoccupano di sembrare troppo deboli sulla sicurezza – e che dunque trattano le spese militari come sacrosante – è dura tagliare i costi senza abbattere gli investimenti, così importanti per risolvere la crisi.

Il compito più urgente del nuovo presidente sarà quello di ridare forza all'economia. Visto il nostro debito nazionale, è particolarmente importante farlo in modo da massimizzarne i vantaggi e contribuire a risolvere almeno uno dei principali problemi. I tagli alle tasse funzionano – se funzionano – aumentando i consumi, ma il problema dell'America è che ci siamo ubriacati di consumi; prolungare quella sbornia consumistica non fa che rimandare la soluzione di problemi più profondi. Con il precipitare delle entrate fiscali gli Stati e le autorità locali dovranno fare i conti con concreti vincoli di bilancio, e a meno che non si faccia qualcosa saranno costretti a tagliare le spese aggravando la flessione. A livello federale abbiamo bisogno di spendere di più, non di meno. L'economia dev'essere riconfigurata per far sì che rifletta le nuove realtà, compreso il surriscaldamento globale. Avremo bisogno di treni veloci e di centrali elettriche più efficienti. Queste spese stimolano l'economia ed al contempo forniscono le basi per una crescita sostenibile a lungo termine.

Ci sono solo due modi per finanziare questi investimenti: aumentare le tasse o tagliare altre spese. Gli americani che percepiscono redditi più alti possono permettersi tranquillamente di pagare più tasse, e molti Paesi europei hanno avuto successo grazie a – e non per colpa di – aliquote contributive alte, che hanno permesso loro di investire e di competere in un mondo globalizzato.

Inutile dire che ci saranno resistenze all'aumento delle tasse, e così l'attenzione si sposterà sui tagli. Ma la nostra spesa sociale è così ridotta all'osso che c'è ben poco da risparmiare. Anzi, spicchiamo tra i Paesi industriali avanzati per l'inadeguatezza della protezione sociale. I problemi del sistema sanitario americano, per esempio, sono ben riconosciuti; risolverli significa non solo una maggiore giustizia sociale, ma una maggiore efficienza economica. (Lavoratori più sani sono anche lavoratori più produttivi). Dunque resta soltanto un'area in cui tagliare: la difesa. Siamo responsabili della metà di tutta la spesa militare mondiale, con il 42% delle entrate fiscali che finisce direttamente o indirettamente nella difesa. Sono aumentate perfino le spese militari non belliche. Con così tanto denaro speso in armi che non funzionano contro nemici che non esistono c'è ampio spazio per aumentare la sicurezza mentre tagliamo le spese per la difesa.

La buona notizia tra le brutte notizie economiche è che siamo costretti a moderare i nostri consumi materiali. Se lo facciamo nel modo giusto contribuiremo a contenere il surriscaldamento globale e giungeremo perfino a comprendere che un livello di vita veramente alto può comportare maggiore riposo e svago, non solo più beni materiali.

Le leggi della natura e le leggi dell'economia sono spiegate. Possiamo abusare del nostro ambiente, ma non a lungo. Possiamo spendere al di là dei nostri mezzi, ma non a lungo. Possiamo vivere degli investimenti fatti in passato, ma non a lungo. Perfino il Paese più ricco del mondo può ignorare le leggi della natura e le leggi dell'economia unicamente a suo rischio e pericolo.


*Premio Nobel per l'economia


Articolo originale pubblicato su Mother Jones, novembre/dicembre 2008.

Traduzione di Manuela Vittorelli


Tante altre notizie su www.ariannaeditrice.it
 
perchè evidenzio questi atti criminali del governo USA di DESTRA?
semplice assomigliano tanto al nostro governo di destra


certo i DEMOCRATICI hanno una marea di difetti
anche loro operano per il loro principale benessere però hanno più etica
ed operano anche per il bene dei cittadini


mentre quelli di destra solo per il loro POTERE politico


meditate gente meditate


cerchiamo di divenire più pragmatici e meno acciecati dall'ideologia e sapremo scegliere il meno peggi
BASTA facciamola finita con un Parlamento di DELINQUENTI,LADRI,ESTOLTORI,TANGENTISTI,.... ECC,,,

SANNO SOLO FAR CHIACCHIARE PER MINIMIZZARE I PROBLEMI DELL'iTALIA
PROBLEMI CHE NON VOGLIONO RISOLVERE
LASCIANO COSì LA POPOLAZIONE NELLA MELDA
 
Crisi dei mutui, Bush sapeva ma agì con un anno di ritardo


Le banche fecero intensa attività di lobby. E il governo si piegò
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© APCOM
New York, 1 dic. (Ap) - Il presidente americano George W. Bush sapeva. Sapeva che il settore dei mutui era stato lasciato per troppo tempo in balia delle più sfrenate regole di mercato e sapeva che per questo motivo avrebbe pagato prima o poi il credito troppo facile erogato a tanti clienti subprime. Tuttavia, nonostante questo e nonostante gli avvertimenti che arrivarono da più parti, l'amministrazione Bush agì con quasi un anno di ritardo. E' quanto emerge da documenti ufficiali esaminati uno dall'Associated Press.
Fu solo alla fine del 2006, afferma infatti il rapporto, quando stava diventando fin troppo chiaro che l'impalcatura creata dalle banche sarebbe drammaticamente crollata, che le autorità di regolamentazione Usa emanarono norme, al fine di mettere un po' a freno l'attività di erogazione dei mutui.
E, anche allora, Bush si piegò ai voleri delle banche, la cui attività di lobby era andata avanti di pari passo con i prestiti concessi a chiunque. Le proposte più severe vennero lasciate cadere e le rimanenti regole divennero operative senza che fosse stato interpellato il Congresso per una loro eventuale approvazione. E senza neanche la firma del presidente Bush. Tutto avvenne attraverso un semplice accordo tra le varie agenzie federali bancarie.
Eppure, che nel mercato dei mutui degli Stati Uniti ci fosse qualcosa che non andava, molte istituzioni lo avevano notato da parecchio, almeno dal 2005; alla metà di quell'anno, rivolgendosi a un'associazione a difesa dei diritti dei consumatori John C.
Dugan, numero uno del "Comptroller of the Currency" - ovvero dell'autorità che dipende dal dipartimento del Tesoro Usa e che è responsabile del controllo delle banche commerciali - fu tra i primi a lanciare l'allarme, riferendosi in particolare all'erogazione delle "option ARM", mutui che richiedono al momento della loro accensione il versamento di somme di capitale molto basse. Molti debitori che dispongono di un basso grado di solvibilità presto non riusciranno più a rimborsare i mutui, disse Dugan. E se poi i prezzi delle abitazioni dovessero scendere, aggiunse, i proprietari di case non riusciranno a liberarsi dai guai neanche vendendo le loro abitazioni. A presentire la sciagura fu anche Kevin Stein, dirigente della California Reinvestment Coalition, coalizione di più di 200 associazioni che facilitano l'accesso al credito a favore dei californiani a basso reddito. "Prevediamo un forte aumento di casi di persone che non saranno capaci di rimborsare i mutui e che perderanno i diritti di proprietà sulle proprie case", disse alle autorità di regolamentazione nel 2006.
Ma il risultato fu il nulla assoluto. La Federal Reserve di Alan Greenspan rimase ferma sulle sue posizioni, riluttante a regolamentare il settore. Idem fece l'Office of Thrift Supervision, altra divisione del dipartimento del Tesoro Usa che controlla il mercato subprime. Il timore da parte di tutti era che l'imposizione di limiti verso alcune categorie di mutui avrebbe arrecato danni a consumatori e banche. E poi c'erano le banche stesse, con la loro incessante attività di lobby. "Questi mutui sono considerati sicuri e solidi più che qualsiasi mutuo a tasso fisso", si vantò agli inizi del 2006 David Schneider, direttore generale della divisione di mutui sulle case di Washington Mutual. Due anni più tardi, WaMu si confermava il più grande fallimento bancario della storia degli Stati Uniti.
Il governo Bush, insomma, venne avvertito più volte dei rischi che il settore dei mutui stava correndo, ma di fatto lasciò carta bianca alle forze del libero mercato.
Red/Kat
http://notizie.it.msn.com/approfondimento/articolo.aspx?cp-documentid=11487474
 
IL CROLLO FINANZIARIO: NON AVETE ANCORA VISTO NULLA
Data: Martedi 2 Dicembre 2008 (19:00)
Argomento: Economia

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DI MIKE WHITNEY
Counterpunch

"I problemi che abbiamo oggi non saranno mai risolti dalla stessa cultura che li ha creati" – Albert Einstein

Obama non ha ancora prestato giuramento e già le ragazze pon-pon di Wall Street stanno festeggiando il suo primo grande trionfo. Secondo gli esperti, venerdì il mercato azionario si è esibito in un recupero di 494 punti perché – state a sentire – è stato annunciato che Timothy Geithner sarebbe stato nominato Segretario al Tesoro di Obama.

Che assurdità. L'improvviso cambiamento di rotta nelle azioni aveva più a che vedere con la chiusura dello scoperto che altro, ma è meglio non mettersi d'intralcio in una bella notizia. Ad ogni modo, l'impennata dell'ultimo minuto alla Borsa di New York non è riuscita a fermare un'altra settimana di bagni di sangue che è terminata con la caduta degli indici Dow Jones e S&P 500 di un altro 5 per cento. Ciò non significa che Geithner non sia un ragazzo sveglio e con del talento. Lo è davvero e lo è anche la sua controparte alla Casa Bianca, Lawrence Summers. Ma il battage mediatico è decisamente eccessivo. Geithner non trascina i mercati e non rappresenta "il cambiamento in cui potete credere". In effetti, è un protetto di Henry Kissinger, un membro del Council on Foreign Relations e ha lo stesso lignaggio politico del suo predecessore, Henry Paulson. Fanno entrambi parte della confraternita dominante e le loro visioni del mondo sono pressoché identiche. Non c'è dubbio che Geithner sarà più competente ed efficiente di Paulson ma, di nuovo, chi non lo sarebbe stato?

Paulson potrebbe essere il più grande fallimento al Tesoro da quando Andrew Mellon aveva fatto naufragare il paese durante la Grande Depressione. Il recente nervosismo sul Programma di Aiuto per i Beni in Difficoltà (TARP) ne è stato la dimostrazione.
Dopo aver convinto il Congresso ad approvare un piano di salvataggio da 700 miliardi di dollari – invocando lo spettro di un Armageddon economico e la legge marziale – l'ex presidente di Goldman Sachs ha proceduto ad istituire un programma per acquistare delle securities garantite da mutui ipotecari e altra spazzatura dai suoi amici banchieri. Paulson ha sostenuto che l'eliminazione dei prestiti che non valgono più nulla avrebbe aiutato le banche a rimettersi in piedi e a ricominciare ad erogare prestiti. Naturalmente nessuno si immaginava veramente in che modo sarebbe stata attuata l'operazione, ma forse è solo pignoleria. Per fortuna, Paulson non ha mai avuto la possibilità di portare a termine il proprio piano. E' stato silurato dal mercato azionario che è precipitato per sette giorni consecutivi perdendo quasi 20 punti percentuali del proprio valore finché Paulson ha gettato la spugna e ha fatto quello che 200 economisti gli avevano suggerito di fare sin dall'inizio – acquistare delle azioni preferenziali nelle banche in modo che potessero mandare di nuovo su di giri il loro motore del credito.

Anche Geithner sarà così testardo? Probabilmente no.

Paulson è anche un guerriero di classe cocciuto. Notate come ogni centesimo del salvataggio sia andato ai bankster [1] mentre tutti gli sforzi per dare un po' di sollievo ai lavoratori del settore automobilistico, ai consumatori e ai proprietari di casa in lotta siano stati bloccati. Chiunque non si trovi in quell'uno per cento della fascia di reddito più elevata si può scordare di ricevere un aiuto.

Paulson ha elargito 25 miliardi di dollari a Citigroup senza neppure inviare i regolatori per vedere se erano solvibili. Che mossa furba è stata! Le azioni di Citigroup sono scese del 93% rispetto ai massimi di tutti i tempi del maggio 2007 e sono finite venerdì a 3,77 miseri dollari per azione. La sua capitalizzazione è passata da 280 miliardi di dollari a 20 miliardi in meno di un anno. Senza un'ancora di salvataggio dal governo potrebbe non arrivare a dicembre, i venditori allo scoperto l'affetterebbero come un salame. Paulson arriverà al salvataggio di Citigroup con altri soldi pubblici? Certamente.
Allora perché non sostiene un salvataggio analogo per i tre colossi dell'auto che danno lavoro a quasi un milione di persone?
Un indizio sul perché Paulson stia ignorando le case automobilistiche è emerso sui giornali domenicali. Secondo UPI:
"GMAC Servizi Finanziari ha annunciato che venerdì ha presentato domanda alla Federal Reserve per ottenere lo status di holding bancaria, un passo verso la protezione dell'aiuto federale. La società automobilistica e di finanziamenti ha detto anche di aver inviato al Dipartimento del Tesoro la richiesta per partecipare nel Programma di Acquisto di Capitali istituito nel piano di salvataggio finanziario di 700 miliardi di dollari conosciuto come legge di emergenza per la stabilizzazione economica."
"Come holding bancaria, GMAC otterrebbe un aumento della flessibilità e della stabilità", ha dichiarato l'azienda in un comunicato stampa (UPI)
Quindi, perché GMAC vorrebbe diventare una holding bancaria se General Motors si sta avviando al patibolo? Potrebbe essere che il governo stia elaborando un accordo segreto con il management per inserire l'azienda nel Capitolo 11 (riorganizzazione) in modo da poter schiacciare i sindacati ed eliminare in un colpo solo i loro fondi pensione e le indennità dell'assistenza sanitaria?
Potete scommetterci.
I lavoratori dell'auto saranno ridotti ad avere stipendi da fame come se fossero nella soleggiata Alabama dove la mezzadria si è spostata al coperto. E non è una sorpresa che i Democratici siano a bordo di questa parodia del fallimento della manodopera. L'industria automobilistica non sarà smantellata.
E' solo un ulteriore allarmismo, come le chiacchiere sulla legge marziale e le armi di distruzioni di massa. Detroit sarà trasformata in un gulag dei lavoratori, la Siberia sul lago Michigan. Ecco perché Paulson sta trattenendo i 25 miliardi. E' la semplice vecchia guerra di classe.
Paulson ha cercato di diffondere il mito che il suo salvataggio avrebbe attenuato la crisi del credito, ma non è vero. La tensione nei mercati del credito è stata causata da elementi molto precisi (Libor, il TED spread, il Libor-OIS) a cui è stato consentito, di proposito, di aumentare fino a livelli pericolosi in modo che Paulson potesse costringere il Congresso a concedergli il malloppo del salvataggio. Il governo ha ceduto e la Fed si è rivolta verso quegli indicatori di mercato (istituendo una nuova struttura e) fornendo una garanzia esplicita del governo sulla carta commerciale e sui mercati monetari. Questo ha fatto scendere il Libor, non il maldestro programma TARP di Paulson che non ha fatto assolutamente nulla.
Sì, le banche hanno bisogno di essere ricapitalizzate ma il TARP non ha affrontato le precise condizioni dei mercati del credito che stavano causando i problemi. Sì, il Congresso è troppo cieco per accorgersi di essere stato truffato da uno squalo di Wall Street col cappello a cilindro che gli ha gettato fumo negli occhi e se l'è svignata con 350 miliardi di dollari.

Geithner non si impegnerà mai come Paulson nella stessa cinica pagliacciata.

E' stato Paulson ad istituire il Super SIV (Strumento di Investimento Strutturato) dopo che due hedge fund di Bear Stears erano saltati in modo da poter aiutare Citigroup ed altri istituti a scaricare di nascosto la loro spazzatura fuori bilancio sugli investitori mettendo il sigillo di approvazione del Tesoro americano sui documenti marci. Un'altra truffa spudorata avvolta nella bandiera a stelle e strisce.

Il progetto "Hope Now" di Paulson è stata un'altra fregatura che ci si aspettava potesse aiutare la banche e i proprietari di casa ad elaborare i dettagli di un congelamento delle rinegoziazioni dei mutui. Paulson aveva garantito che 500.000 proprietari di casa avrebbero tratto vantaggio dal programma che avrebbe ridotto drasticamente il livello dei pignoramenti. Per come stanno ora le cose, la hotline telefonica di Hope Now ha fornito consulenze ad appena 36.000 mutuatari mentre i loro rappresentanti hanno indicato dei piani di mutui a meno di 10.000 di loro, una piccola parte dei mutuatari in reale necessità (Earlier Subprime Rescue Falters; Wall Street Journal) Solamente 10.000 proprietari di casa. E Paulson ne aveva promessi 500.000?
Un altro piccolo errore di calcolo.
Il vero scopo di Hope Now era quello di impedire a Sheila Bair della FDIC di approvare un piano che aveva una possibilità concreta di aiutare le persone a non perdere la propria casa. Paulson non era dell'idea, dopotutto ci sotto un sacco di ponti sotto cui la gente può mettersi a dormire.

Paulson ha anche iniziato il progetto "Lifeline" che mirava ai proprietari di casa che avevano più di 90 giorni di arretrati nel pagamento del mutuo. Ecco una sintesi di come funziona: "Nel progetto Lifeline le società che riscuotono i pagamenti inviano delle lettere ai mutuatari – di qualsiasi livello, non abbiamo più pretese sotto questo aspetto – che sono fortemente inadempienti (90 giorni o in arretrato di tre o più pagamenti). La lettera dice che se il mutuatario contatta la società di riscossione entro dieci giorni ed è d'accordo nel ricevere una consulenza sulla sua abitazione e fornisce una sufficiente documentazione finanziaria, la società di riscossione potrebbe analizzare meglio la questione ed arrivare ad una modifica dei termini del mutuo e convenire nel sospendere il processo di pignoramento per 30 giorni mentre viene valutata la posizione. Se il mutuatario non risponde alla lettera, il pignoramento va avanti."
Mai sentito parlare del progetto Lifeline? Nemmeno noi perché è stata un'altra chimera delle pubbliche relazioni di Paulson che è caduta nel dimenticatoio non appena ha raggiunto lo scopo di far credere che all'amministrazione importasse davvero qualcosa. E' una barzelletta.


FATE ENTRARE GEITHNER
Geithner non è per niente simile a Paulson. E' cauto, pratico, non ideologico e diplomatico. Il suo compito è trovare un modo per tappare le falle in un sistema bancario che è sottocapitalizzato per la cifra colossale di 2.000 miliardi di dollari tentando, al tempo stesso, di impedire all'economia più ampia di schiantarsi al suolo. Ha già architettato un piano di incentivi (con l'aiuto di Summers) che dovrebbe essere sufficiente per far superare al paese il primo trimestre del 2009 (700 miliardi di dollari) ma occorrerà una spesa prolungata del governo attraverso programmi infrastrutturali e tecnologie "verdi" per compensare le perdite impressionanti della spesa dei consumatori. Dalla "maestosità delle montagne viola" fino alle "pianure di alberi da frutto" [2] aspettiamoci di essere sommersi nelle perdite fino al collo, e preghiamo affinché Cina e Giappone continuino ad acquistare Buoni del Tesoro altrimenti il paese si troverà di fronte ad una storica iperinflazione.

Geithner sa che il suo mandato supera di gran lunga il suo mansionario. La fiducia dei consumatori è ai minimi record perché l'opinione pubblica ha perduto ogni speranza nelle istituzioni. L'allarmismo e l'illusione degli ultimi 8 anni sono costati cari, il pessimismo è palpabile. Ma i sistemi che si basano sul mercato richiedono fiducia per funzionare a dovere, altrimenti la gente ritira i propri risparmi e mette da parte il proprio denaro. Questo è esattamente ciò che sta avvenendo. Siamo entrati in un periodo di estrema avversione al rischio in cui c'è stata una costante corsa al sistema finanziario; gli investitori hanno ritirato i propri soldi dalla carta commerciale, dagli investimenti strutturati, dei mercati monetari, dalle obbligazioni societarie e dalle securities. I mercati sono in uno stato di panico. Gli investitori si stanno spostando verso lidi sicuri come i Buoni del Tesoro mentre i consumatori stanno limitando le spese. L'intero sistema si sta contraendo. La stessa cosa accadde durante la Grande Depressione. Le somiglianze sono impressionanti. Nell'articolo di Jason Zweig "1931 e 2008: la storia dei mercati si ripeterà?", l'autore scrive:

"Nel corso delle due settimane che sono terminate il 20 novembre 2008, l'indice Dow Jones è sceso del 16%. Nelle corso delle due settimane che sono terminate il 20 novembre 1931, il Dow scese del 16%"
Se pensate che sia un fatto inquietante, considerate questo: nelle ultime cinque settimane del 1931, il Dow scese di un ulteriore 20%. Poi continuò a perdere un altro 47% prima di toccare il fondo l'8 luglio 1932.

E' fondamentale rendersi conto che i mercati non si trovano mai costretti ad arrestare la caduta perché sono già scesi di un valore assurdo. E' anche fondamentale vedere fino a che punto può arrivare il peggiore degli scenari e come si potrebbe reagire se dovesse accadere.
E se parliamo del peggiore degli scenari, il 1931-1932 lo è stato.
Quando alla fine il Dow smise di scendere, nel luglio 1932, aveva perso l'88% in 36 mesi.
A quel punto, solamente cinque tra le circa 800 società che erano sopravvissute alla Borsa di New York avevano perso meno dei due terzi del loro valore che aveva raggiunto l'apice nel 1929 (Wall Street Journal).

Il compito di Geithner è quello di ripristinare la fiducia attraverso la trasparenza e la coerenza.
Basta menzogne. Basta falsificare le cifre per tenere all'oscuro l'opinione pubblica. Gli investitori stanno già cambiando sponda.
Servirà fiducia per convincerli a farli tornare. Geithner ha avuto una carriera irreprensibile, ma se sceglie la via di Paulson – la strada dell'inganno – anche lui fallirà. Ha una possibilità per fare bene, altrimenti...
A suo merito, ha rilasciato delle dichiarazioni in cui confermava la sua determinazione di riformare il sistema.
Ecco quello che ha detto al Congresso durante una recente seduta: "Gli Stati Uniti dovranno intraprendere delle sostanziali riforme al nostro sistema finanziario.
Prima della crisi c'erano delle ottime ragioni per effettuare le riforme, il nostro sistema era stato progettato in un'epoca diversa per sfide diverse.
Le ragioni per fare le riforme oggi sono ancor più valide. Penso che la gravità e la complessità di questa crisi siano un motivo urgente per una piena e completa revisione di come utilizziamo la regole per ottenere un equilibrio adeguato tra efficienza e correttezza.
Tutto questo è estremamente complesso, sia in termini dei compromessi in gioco sia in termini di creazione del consenso necessario, qui negli Stati Uniti e nel resto del mondo.
Saranno necessari dei cambiamenti significativi nel modo in cui regolamentiamo e sorvegliamo le securities finanziarie.
Cambiamenti che, a mio modo di vedere, hanno bisogno di andare di ben oltre le modeste correzioni ad alcune delle specifiche imputazioni in conto capitale dell'attuale regime di capitali poiché si applica alle banche".

Bene. Gli investitori vogliono regole, linee guida, supervisione, norme e soprattutto responsabilità. La giustizia dovrebbe essere il principio organizzatore nel sistema finanziario come lo è nel sistema legale. Ciò significa che si deve indagare e perseguire penalmente le frodi sulle securities. Nessun biglietto omaggio per i mandarini bancari e i gestori di fondi con la puzza sotto al naso. Violate la legge e si va in galera, come Jeffrey Skilling [3].
Questo è il più grande crollo finanziario nella storia degli Stati Uniti e non è stato incriminato nessun amministratore delegato e nessun direttore finanziario. Invece, la SEC perde tempo nel tormentare Mark Cuban, il proprietario dei Dallas Mavericks [4], in una caccia alle streghe di stampo politico.
Che fallimento.
Perché non ripulire prima i pozzi neri di Wall Street? Il problema sta lì ed è così che si ristabilisce la credibilità.

Poi c'è il duro compito di ricostruire i mercati finanziari mentre i riscatti degli hedge fund si avvicinano al 50%, le obbligazioni societarie sono diminuite di quasi della metà, le proprietà commerciali stanno boccheggiando, la spesa dei consumatori è in crisi e il mercato immobiliare continua a sgretolarsi.
Non è un compito semplice. E, allo stesso tempo, il colosso Citigroup ha bisogno di un'immediata iniezione di capitale solo per continuare le operazioni. Ancora una volta il Tesoro si assumerà un enorme passivo per evitare un danno maggiore al sistema. Secondo il Wall Street Journal:
"Il governo federale ha convenuto domenica nell'intraprendere misure senza precedenti per stabilizzare Citigroup Inc. garantendo una cifra vicina ai 300 miliardi di dollari di beni in difficoltà che gravavano sui libri contabili della banca, a detta di coloro che sono a conoscenza dei dettagli del piano.
Il Tesoro ha acconsentito nell'iniettare altri 20 miliardi di dollari di capitale in Citigroup secondo i termini dell'accordo discusso tra la banca, il Dipartimento del Tesoro, la Federal Reserve e la Federal Deposit Insurance Corporation. Oltre al capitale, Citigroup otterrà anche un compromesso estramemente insolito in cui il governo ha acconsentito ad agire come barriera di protezione per una somma di circa 300 miliardi di dollari dei suoi beni, che tra le altre cose contengono securities garantite da mutui. Citigroup deve assorbire i primi 37 dei 40 miliardi di dollari di perdite da questi beni. Se le perdite superano questa soglia, il Tesoro assorbirà i successivi 5 miliardi di perdite, seguito dalla FDIC che si accollerà i successivi 10 miliardi di dollari. Ogni altra perdita che supererà quella soglia sarà presa in carico dalla Fed."

Che incubo.

In una conferenza stampa tenutasi venerdì scorso, l'amministratore delegato di Citigroup Vikram Pandit si è vantato di "avere un fantastico modello di business" e che "siamo una delle migliori controparti al mondo che si basano sul proprio capitale, sulla propria liquidità." Per la verità, da ora in avanti Pandit può contare effettivamente su una liquidità illimitata.


Inoltre, ricordate che quando due hedge fund di Bear Sterns fallirono nel 2007, tutti gli esperti erano concordi nel dire che c'erano solamente dai 200 ai 300 miliardi di dollari di securities garantire da mutui nell'intero sistema. Ora scopriamo che solo 300 miliardi di dollari sono nel bilancio di Citigroup! Altre menzogne. In verità, c'erano più di 5.000 miliardi di securities garantite da mutui create tra il 2000 e il 2006. Una grossa fetta di queste sono detenute da banche, il che significa che ci sono altri guai in vista.



NON AVETE ANCORA VISTO NIENTE

Dunque, come gestiranno Geithner e Summers i problemi che si troveranno di fronte tra due mesi?
Faranno tutto quello che sarà necessario fare per stabilizzare il sistema finanziario e convincere i consumatori a spendere di nuovo. Questo significa che almeno altri 2.000 miliardi di dollari saranno aggiunti al debito nazionale in aumento e verranno utilizzati alcuni metodi un po' subdoli per iniettare liquidità nel sistema (con i tassi della Fed già all'1 per cento, la politica monetaria è limitata).

Larry Summers, che sarà il consigliere economico di Obama, ha riassunto il suo piano a Bloomberg News:
"All'inizio credevo che qualunque piano di incentivi sarebbe stato tempestivo, mirato e temporaneo. Ma la situazione si è deteriorata in modo così significativo che ora proporrei un piano rapido, concreto e prolungato per un periodo di diversi anni." Ma come riuscirà Summers a fare entrare denaro nel sistema se la politica monetaria è stata inefficiente e le banche non forniscono sufficiente credito?

L'economista Nouriel Roubini risponde a questa domanda nel suo ultimo articolo sul suo blog Global EconoMonitor:
"La Fed acquisterà direttamente obbligazioni governative a lungo termine come mezzo per spingere al ribasso il loro rendimento e pertanto riducendo lo spread della curva dei rendimenti. Ma anche un'azione del genere potrebbe non avere successo in un mondo in cui simili tassi prolungati dipendendo come qualunque altra cosa dall'offerta globale di risparmi relativi all'investimento. Quindi, persino un'azione radicale come l'acquisto immediato di Buoni del Tesoro a 10 o 30 anni potrebbe non avere i risultati sperati" [MW: in altre parole, la Fed comprerà il proprio debito per controllare i tassi a lungo termine]

In seguito la Fed, potrebbe "acquistare immediatamente delle obbligazioni societarie (ad alto rendimento e di elevata qualità), acquistare immediatamente mutui ipotecari, securities private e governative e debito governativo, obbligando Fannie e Freddie ad espandere enormemente il loro portafoglio acquistando e/o garantendo ulteriori mutui e pacchetti di mutui; si potrebbe decidere di sovvenzionare direttamente i mutui con risorse fiscali; la Fed (o il Tesoro) potrebbero addirittura arrivare ad intervenire direttamente nel mercato azionario attraverso acquisti diretti di equity come mezzo per spingere al rialzo i prezzi degli stessi. Alcune di queste politiche sembrano un po' estreme ma erano contenute nel programma che il governatore Bernanke illustrava in un discorso nel 2002 sul modo di evitare la deflazione. Tutte queste misure implicano gravi rischi per la Fed e timori sulla manipolazione dei mercati."

"Alla fine la Fed potrebbe tentare di seguire delle politiche aggressive per cercare di impedire l'instaurarsi della deflazione: grosse agevolazioni quantitative, come permettere il brusco indebolimento del dollaro, l'inondazione dei mercati con liquidità illimitata infetta; il deprezzamento del valore del dollaro; il diretto e massiccio intervento nel mercato forex per indebolire il dollaro." [MW: indebolire di proposito il dollaro per incentivare la spesa dei consumatori e le esportazioni]

In conclusione, Geithner e Summers dovranno ricapitalizzare le banche e affrontare le enormi inadempienze societarie e, allo stesso tempo, iniziare la loro strategia di iniettare liquidità nel sistema per far continuare a zoppicare l'economia. E' un compito molto difficile e non c'è alcuna garanzia di successo.
 
IL CROLLO FINANZIARIO: NON AVETE ANCORA VISTO NULLA
Data: Martedi 2 Dicembre 2008 (19:00)
Argomento: Economia

507_New_York-Wall_Street.jpg
DI MIKE WHITNEY
Counterpunch

"I problemi che abbiamo oggi non saranno mai risolti dalla stessa cultura che li ha creati" – Albert Einstein

Obama non ha ancora prestato giuramento e già le ragazze pon-pon di Wall Street stanno festeggiando il suo primo grande trionfo. Secondo gli esperti, venerdì il mercato azionario si è esibito in un recupero di 494 punti perché – state a sentire – è stato annunciato che Timothy Geithner sarebbe stato nominato Segretario al Tesoro di Obama.

Che assurdità. L'improvviso cambiamento di rotta nelle azioni aveva più a che vedere con la chiusura dello scoperto che altro, ma è meglio non mettersi d'intralcio in una bella notizia. Ad ogni modo, l'impennata dell'ultimo minuto alla Borsa di New York non è riuscita a fermare un'altra settimana di bagni di sangue che è terminata con la caduta degli indici Dow Jones e S&P 500 di un altro 5 per cento. Ciò non significa che Geithner non sia un ragazzo sveglio e con del talento. Lo è davvero e lo è anche la sua controparte alla Casa Bianca, Lawrence Summers. Ma il battage mediatico è decisamente eccessivo. Geithner non trascina i mercati e non rappresenta "il cambiamento in cui potete credere". In effetti, è un protetto di Henry Kissinger, un membro del Council on Foreign Relations e ha lo stesso lignaggio politico del suo predecessore, Henry Paulson. Fanno entrambi parte della confraternita dominante e le loro visioni del mondo sono pressoché identiche. Non c'è dubbio che Geithner sarà più competente ed efficiente di Paulson ma, di nuovo, chi non lo sarebbe stato?

Paulson potrebbe essere il più grande fallimento al Tesoro da quando Andrew Mellon aveva fatto naufragare il paese durante la Grande Depressione. Il recente nervosismo sul Programma di Aiuto per i Beni in Difficoltà (TARP) ne è stato la dimostrazione.
Dopo aver convinto il Congresso ad approvare un piano di salvataggio da 700 miliardi di dollari – invocando lo spettro di un Armageddon economico e la legge marziale – l'ex presidente di Goldman Sachs ha proceduto ad istituire un programma per acquistare delle securities garantite da mutui ipotecari e altra spazzatura dai suoi amici banchieri. Paulson ha sostenuto che l'eliminazione dei prestiti che non valgono più nulla avrebbe aiutato le banche a rimettersi in piedi e a ricominciare ad erogare prestiti. Naturalmente nessuno si immaginava veramente in che modo sarebbe stata attuata l'operazione, ma forse è solo pignoleria. Per fortuna, Paulson non ha mai avuto la possibilità di portare a termine il proprio piano. E' stato silurato dal mercato azionario che è precipitato per sette giorni consecutivi perdendo quasi 20 punti percentuali del proprio valore finché Paulson ha gettato la spugna e ha fatto quello che 200 economisti gli avevano suggerito di fare sin dall'inizio – acquistare delle azioni preferenziali nelle banche in modo che potessero mandare di nuovo su di giri il loro motore del credito.

Anche Geithner sarà così testardo? Probabilmente no.

Paulson è anche un guerriero di classe cocciuto. Notate come ogni centesimo del salvataggio sia andato ai bankster [1] mentre tutti gli sforzi per dare un po' di sollievo ai lavoratori del settore automobilistico, ai consumatori e ai proprietari di casa in lotta siano stati bloccati. Chiunque non si trovi in quell'uno per cento della fascia di reddito più elevata si può scordare di ricevere un aiuto.

Paulson ha elargito 25 miliardi di dollari a Citigroup senza neppure inviare i regolatori per vedere se erano solvibili. Che mossa furba è stata! Le azioni di Citigroup sono scese del 93% rispetto ai massimi di tutti i tempi del maggio 2007 e sono finite venerdì a 3,77 miseri dollari per azione. La sua capitalizzazione è passata da 280 miliardi di dollari a 20 miliardi in meno di un anno. Senza un'ancora di salvataggio dal governo potrebbe non arrivare a dicembre, i venditori allo scoperto l'affetterebbero come un salame. Paulson arriverà al salvataggio di Citigroup con altri soldi pubblici? Certamente.
Allora perché non sostiene un salvataggio analogo per i tre colossi dell'auto che danno lavoro a quasi un milione di persone?
Un indizio sul perché Paulson stia ignorando le case automobilistiche è emerso sui giornali domenicali. Secondo UPI:
"GMAC Servizi Finanziari ha annunciato che venerdì ha presentato domanda alla Federal Reserve per ottenere lo status di holding bancaria, un passo verso la protezione dell'aiuto federale. La società automobilistica e di finanziamenti ha detto anche di aver inviato al Dipartimento del Tesoro la richiesta per partecipare nel Programma di Acquisto di Capitali istituito nel piano di salvataggio finanziario di 700 miliardi di dollari conosciuto come legge di emergenza per la stabilizzazione economica."
"Come holding bancaria, GMAC otterrebbe un aumento della flessibilità e della stabilità", ha dichiarato l'azienda in un comunicato stampa (UPI)
Quindi, perché GMAC vorrebbe diventare una holding bancaria se General Motors si sta avviando al patibolo? Potrebbe essere che il governo stia elaborando un accordo segreto con il management per inserire l'azienda nel Capitolo 11 (riorganizzazione) in modo da poter schiacciare i sindacati ed eliminare in un colpo solo i loro fondi pensione e le indennità dell'assistenza sanitaria?
Potete scommetterci.
I lavoratori dell'auto saranno ridotti ad avere stipendi da fame come se fossero nella soleggiata Alabama dove la mezzadria si è spostata al coperto. E non è una sorpresa che i Democratici siano a bordo di questa parodia del fallimento della manodopera. L'industria automobilistica non sarà smantellata.
E' solo un ulteriore allarmismo, come le chiacchiere sulla legge marziale e le armi di distruzioni di massa. Detroit sarà trasformata in un gulag dei lavoratori, la Siberia sul lago Michigan. Ecco perché Paulson sta trattenendo i 25 miliardi. E' la semplice vecchia guerra di classe.
Paulson ha cercato di diffondere il mito che il suo salvataggio avrebbe attenuato la crisi del credito, ma non è vero. La tensione nei mercati del credito è stata causata da elementi molto precisi (Libor, il TED spread, il Libor-OIS) a cui è stato consentito, di proposito, di aumentare fino a livelli pericolosi in modo che Paulson potesse costringere il Congresso a concedergli il malloppo del salvataggio. Il governo ha ceduto e la Fed si è rivolta verso quegli indicatori di mercato (istituendo una nuova struttura e) fornendo una garanzia esplicita del governo sulla carta commerciale e sui mercati monetari. Questo ha fatto scendere il Libor, non il maldestro programma TARP di Paulson che non ha fatto assolutamente nulla.
Sì, le banche hanno bisogno di essere ricapitalizzate ma il TARP non ha affrontato le precise condizioni dei mercati del credito che stavano causando i problemi. Sì, il Congresso è troppo cieco per accorgersi di essere stato truffato da uno squalo di Wall Street col cappello a cilindro che gli ha gettato fumo negli occhi e se l'è svignata con 350 miliardi di dollari.

Geithner non si impegnerà mai come Paulson nella stessa cinica pagliacciata.

E' stato Paulson ad istituire il Super SIV (Strumento di Investimento Strutturato) dopo che due hedge fund di Bear Stears erano saltati in modo da poter aiutare Citigroup ed altri istituti a scaricare di nascosto la loro spazzatura fuori bilancio sugli investitori mettendo il sigillo di approvazione del Tesoro americano sui documenti marci. Un'altra truffa spudorata avvolta nella bandiera a stelle e strisce.

Il progetto "Hope Now" di Paulson è stata un'altra fregatura che ci si aspettava potesse aiutare la banche e i proprietari di casa ad elaborare i dettagli di un congelamento delle rinegoziazioni dei mutui. Paulson aveva garantito che 500.000 proprietari di casa avrebbero tratto vantaggio dal programma che avrebbe ridotto drasticamente il livello dei pignoramenti. Per come stanno ora le cose, la hotline telefonica di Hope Now ha fornito consulenze ad appena 36.000 mutuatari mentre i loro rappresentanti hanno indicato dei piani di mutui a meno di 10.000 di loro, una piccola parte dei mutuatari in reale necessità (Earlier Subprime Rescue Falters; Wall Street Journal) Solamente 10.000 proprietari di casa. E Paulson ne aveva promessi 500.000?
Un altro piccolo errore di calcolo.
Il vero scopo di Hope Now era quello di impedire a Sheila Bair della FDIC di approvare un piano che aveva una possibilità concreta di aiutare le persone a non perdere la propria casa. Paulson non era dell'idea, dopotutto ci sotto un sacco di ponti sotto cui la gente può mettersi a dormire.

Paulson ha anche iniziato il progetto "Lifeline" che mirava ai proprietari di casa che avevano più di 90 giorni di arretrati nel pagamento del mutuo. Ecco una sintesi di come funziona: "Nel progetto Lifeline le società che riscuotono i pagamenti inviano delle lettere ai mutuatari – di qualsiasi livello, non abbiamo più pretese sotto questo aspetto – che sono fortemente inadempienti (90 giorni o in arretrato di tre o più pagamenti). La lettera dice che se il mutuatario contatta la società di riscossione entro dieci giorni ed è d'accordo nel ricevere una consulenza sulla sua abitazione e fornisce una sufficiente documentazione finanziaria, la società di riscossione potrebbe analizzare meglio la questione ed arrivare ad una modifica dei termini del mutuo e convenire nel sospendere il processo di pignoramento per 30 giorni mentre viene valutata la posizione. Se il mutuatario non risponde alla lettera, il pignoramento va avanti."
Mai sentito parlare del progetto Lifeline? Nemmeno noi perché è stata un'altra chimera delle pubbliche relazioni di Paulson che è caduta nel dimenticatoio non appena ha raggiunto lo scopo di far credere che all'amministrazione importasse davvero qualcosa. E' una barzelletta.


FATE ENTRARE GEITHNER
Geithner non è per niente simile a Paulson. E' cauto, pratico, non ideologico e diplomatico. Il suo compito è trovare un modo per tappare le falle in un sistema bancario che è sottocapitalizzato per la cifra colossale di 2.000 miliardi di dollari tentando, al tempo stesso, di impedire all'economia più ampia di schiantarsi al suolo. Ha già architettato un piano di incentivi (con l'aiuto di Summers) che dovrebbe essere sufficiente per far superare al paese il primo trimestre del 2009 (700 miliardi di dollari) ma occorrerà una spesa prolungata del governo attraverso programmi infrastrutturali e tecnologie "verdi" per compensare le perdite impressionanti della spesa dei consumatori. Dalla "maestosità delle montagne viola" fino alle "pianure di alberi da frutto" [2] aspettiamoci di essere sommersi nelle perdite fino al collo, e preghiamo affinché Cina e Giappone continuino ad acquistare Buoni del Tesoro altrimenti il paese si troverà di fronte ad una storica iperinflazione.

Geithner sa che il suo mandato supera di gran lunga il suo mansionario. La fiducia dei consumatori è ai minimi record perché l'opinione pubblica ha perduto ogni speranza nelle istituzioni. L'allarmismo e l'illusione degli ultimi 8 anni sono costati cari, il pessimismo è palpabile. Ma i sistemi che si basano sul mercato richiedono fiducia per funzionare a dovere, altrimenti la gente ritira i propri risparmi e mette da parte il proprio denaro. Questo è esattamente ciò che sta avvenendo. Siamo entrati in un periodo di estrema avversione al rischio in cui c'è stata una costante corsa al sistema finanziario; gli investitori hanno ritirato i propri soldi dalla carta commerciale, dagli investimenti strutturati, dei mercati monetari, dalle obbligazioni societarie e dalle securities. I mercati sono in uno stato di panico. Gli investitori si stanno spostando verso lidi sicuri come i Buoni del Tesoro mentre i consumatori stanno limitando le spese. L'intero sistema si sta contraendo. La stessa cosa accadde durante la Grande Depressione. Le somiglianze sono impressionanti. Nell'articolo di Jason Zweig "1931 e 2008: la storia dei mercati si ripeterà?", l'autore scrive:

"Nel corso delle due settimane che sono terminate il 20 novembre 2008, l'indice Dow Jones è sceso del 16%. Nelle corso delle due settimane che sono terminate il 20 novembre 1931, il Dow scese del 16%"
Se pensate che sia un fatto inquietante, considerate questo: nelle ultime cinque settimane del 1931, il Dow scese di un ulteriore 20%. Poi continuò a perdere un altro 47% prima di toccare il fondo l'8 luglio 1932.

E' fondamentale rendersi conto che i mercati non si trovano mai costretti ad arrestare la caduta perché sono già scesi di un valore assurdo. E' anche fondamentale vedere fino a che punto può arrivare il peggiore degli scenari e come si potrebbe reagire se dovesse accadere.
E se parliamo del peggiore degli scenari, il 1931-1932 lo è stato.
Quando alla fine il Dow smise di scendere, nel luglio 1932, aveva perso l'88% in 36 mesi.
A quel punto, solamente cinque tra le circa 800 società che erano sopravvissute alla Borsa di New York avevano perso meno dei due terzi del loro valore che aveva raggiunto l'apice nel 1929 (Wall Street Journal).

Il compito di Geithner è quello di ripristinare la fiducia attraverso la trasparenza e la coerenza.
Basta menzogne. Basta falsificare le cifre per tenere all'oscuro l'opinione pubblica. Gli investitori stanno già cambiando sponda.
Servirà fiducia per convincerli a farli tornare. Geithner ha avuto una carriera irreprensibile, ma se sceglie la via di Paulson – la strada dell'inganno – anche lui fallirà. Ha una possibilità per fare bene, altrimenti...
A suo merito, ha rilasciato delle dichiarazioni in cui confermava la sua determinazione di riformare il sistema.
Ecco quello che ha detto al Congresso durante una recente seduta: "Gli Stati Uniti dovranno intraprendere delle sostanziali riforme al nostro sistema finanziario.
Prima della crisi c'erano delle ottime ragioni per effettuare le riforme, il nostro sistema era stato progettato in un'epoca diversa per sfide diverse.
Le ragioni per fare le riforme oggi sono ancor più valide. Penso che la gravità e la complessità di questa crisi siano un motivo urgente per una piena e completa revisione di come utilizziamo la regole per ottenere un equilibrio adeguato tra efficienza e correttezza.
Tutto questo è estremamente complesso, sia in termini dei compromessi in gioco sia in termini di creazione del consenso necessario, qui negli Stati Uniti e nel resto del mondo.
Saranno necessari dei cambiamenti significativi nel modo in cui regolamentiamo e sorvegliamo le securities finanziarie.
Cambiamenti che, a mio modo di vedere, hanno bisogno di andare di ben oltre le modeste correzioni ad alcune delle specifiche imputazioni in conto capitale dell'attuale regime di capitali poiché si applica alle banche".

Bene. Gli investitori vogliono regole, linee guida, supervisione, norme e soprattutto responsabilità. La giustizia dovrebbe essere il principio organizzatore nel sistema finanziario come lo è nel sistema legale. Ciò significa che si deve indagare e perseguire penalmente le frodi sulle securities. Nessun biglietto omaggio per i mandarini bancari e i gestori di fondi con la puzza sotto al naso. Violate la legge e si va in galera, come Jeffrey Skilling [3].
Questo è il più grande crollo finanziario nella storia degli Stati Uniti e non è stato incriminato nessun amministratore delegato e nessun direttore finanziario. Invece, la SEC perde tempo nel tormentare Mark Cuban, il proprietario dei Dallas Mavericks [4], in una caccia alle streghe di stampo politico.
Che fallimento.
Perché non ripulire prima i pozzi neri di Wall Street? Il problema sta lì ed è così che si ristabilisce la credibilità.

Poi c'è il duro compito di ricostruire i mercati finanziari mentre i riscatti degli hedge fund si avvicinano al 50%, le obbligazioni societarie sono diminuite di quasi della metà, le proprietà commerciali stanno boccheggiando, la spesa dei consumatori è in crisi e il mercato immobiliare continua a sgretolarsi.
Non è un compito semplice. E, allo stesso tempo, il colosso Citigroup ha bisogno di un'immediata iniezione di capitale solo per continuare le operazioni. Ancora una volta il Tesoro si assumerà un enorme passivo per evitare un danno maggiore al sistema. Secondo il Wall Street Journal:
"Il governo federale ha convenuto domenica nell'intraprendere misure senza precedenti per stabilizzare Citigroup Inc. garantendo una cifra vicina ai 300 miliardi di dollari di beni in difficoltà che gravavano sui libri contabili della banca, a detta di coloro che sono a conoscenza dei dettagli del piano.
Il Tesoro ha acconsentito nell'iniettare altri 20 miliardi di dollari di capitale in Citigroup secondo i termini dell'accordo discusso tra la banca, il Dipartimento del Tesoro, la Federal Reserve e la Federal Deposit Insurance Corporation. Oltre al capitale, Citigroup otterrà anche un compromesso estramemente insolito in cui il governo ha acconsentito ad agire come barriera di protezione per una somma di circa 300 miliardi di dollari dei suoi beni, che tra le altre cose contengono securities garantite da mutui. Citigroup deve assorbire i primi 37 dei 40 miliardi di dollari di perdite da questi beni. Se le perdite superano questa soglia, il Tesoro assorbirà i successivi 5 miliardi di perdite, seguito dalla FDIC che si accollerà i successivi 10 miliardi di dollari. Ogni altra perdita che supererà quella soglia sarà presa in carico dalla Fed."

Che incubo.

In una conferenza stampa tenutasi venerdì scorso, l'amministratore delegato di Citigroup Vikram Pandit si è vantato di "avere un fantastico modello di business" e che "siamo una delle migliori controparti al mondo che si basano sul proprio capitale, sulla propria liquidità." Per la verità, da ora in avanti Pandit può contare effettivamente su una liquidità illimitata.


Inoltre, ricordate che quando due hedge fund di Bear Sterns fallirono nel 2007, tutti gli esperti erano concordi nel dire che c'erano solamente dai 200 ai 300 miliardi di dollari di securities garantire da mutui nell'intero sistema. Ora scopriamo che solo 300 miliardi di dollari sono nel bilancio di Citigroup! Altre menzogne. In verità, c'erano più di 5.000 miliardi di securities garantite da mutui create tra il 2000 e il 2006. Una grossa fetta di queste sono detenute da banche, il che significa che ci sono altri guai in vista.



NON AVETE ANCORA VISTO NIENTE

Dunque, come gestiranno Geithner e Summers i problemi che si troveranno di fronte tra due mesi?
Faranno tutto quello che sarà necessario fare per stabilizzare il sistema finanziario e convincere i consumatori a spendere di nuovo. Questo significa che almeno altri 2.000 miliardi di dollari saranno aggiunti al debito nazionale in aumento e verranno utilizzati alcuni metodi un po' subdoli per iniettare liquidità nel sistema (con i tassi della Fed già all'1 per cento, la politica monetaria è limitata).

Larry Summers, che sarà il consigliere economico di Obama, ha riassunto il suo piano a Bloomberg News:
"All'inizio credevo che qualunque piano di incentivi sarebbe stato tempestivo, mirato e temporaneo. Ma la situazione si è deteriorata in modo così significativo che ora proporrei un piano rapido, concreto e prolungato per un periodo di diversi anni." Ma come riuscirà Summers a fare entrare denaro nel sistema se la politica monetaria è stata inefficiente e le banche non forniscono sufficiente credito?

L'economista Nouriel Roubini risponde a questa domanda nel suo ultimo articolo sul suo blog Global EconoMonitor:
"La Fed acquisterà direttamente obbligazioni governative a lungo termine come mezzo per spingere al ribasso il loro rendimento e pertanto riducendo lo spread della curva dei rendimenti. Ma anche un'azione del genere potrebbe non avere successo in un mondo in cui simili tassi prolungati dipendendo come qualunque altra cosa dall'offerta globale di risparmi relativi all'investimento. Quindi, persino un'azione radicale come l'acquisto immediato di Buoni del Tesoro a 10 o 30 anni potrebbe non avere i risultati sperati" [MW: in altre parole, la Fed comprerà il proprio debito per controllare i tassi a lungo termine]

In seguito la Fed, potrebbe "acquistare immediatamente delle obbligazioni societarie (ad alto rendimento e di elevata qualità), acquistare immediatamente mutui ipotecari, securities private e governative e debito governativo, obbligando Fannie e Freddie ad espandere enormemente il loro portafoglio acquistando e/o garantendo ulteriori mutui e pacchetti di mutui; si potrebbe decidere di sovvenzionare direttamente i mutui con risorse fiscali; la Fed (o il Tesoro) potrebbero addirittura arrivare ad intervenire direttamente nel mercato azionario attraverso acquisti diretti di equity come mezzo per spingere al rialzo i prezzi degli stessi. Alcune di queste politiche sembrano un po' estreme ma erano contenute nel programma che il governatore Bernanke illustrava in un discorso nel 2002 sul modo di evitare la deflazione. Tutte queste misure implicano gravi rischi per la Fed e timori sulla manipolazione dei mercati."

"Alla fine la Fed potrebbe tentare di seguire delle politiche aggressive per cercare di impedire l'instaurarsi della deflazione: grosse agevolazioni quantitative, come permettere il brusco indebolimento del dollaro, l'inondazione dei mercati con liquidità illimitata infetta; il deprezzamento del valore del dollaro; il diretto e massiccio intervento nel mercato forex per indebolire il dollaro." [MW: indebolire di proposito il dollaro per incentivare la spesa dei consumatori e le esportazioni]

In conclusione, Geithner e Summers dovranno ricapitalizzare le banche e affrontare le enormi inadempienze societarie e, allo stesso tempo, iniziare la loro strategia di iniettare liquidità nel sistema per far continuare a zoppicare l'economia. E' un compito molto difficile e non c'è alcuna garanzia di successo.
 
continuo da
http://www.investireoggi.it/forum/b...-vt34096.html?t=34096&highlight=Bush+rovinato
in modo che possiate leggere tutti questi interessanti articoli



«Il governo Bush sta saccheggiando le casse dello stato». Appello del cineasta attivista contro il piano anti-crisi
MICHAEL MOORE

Cari amici, permettetemi di andare subito al sodo. Mentre leggete queste righe, è in corso la più grande rapina della storia di questo paese. Anche se non sono servite le armi da fuoco, 300 milioni di persone sono state prese in ostaggio e fatte prigioniere.
Potete giurarci: dopo aver rubato 500 miliardi di dollari negli ultimi cinque anni per riempire le tasche dei loro sostenitori che fanno profitti grazie alla guerra, dopo avere riempito le tasche dei loro amici petrolieri al ritmo di più di cento miliardi di dollari solo negli ultimi due anni,
Bush e i suoi compari - che presto dovranno traslocare dalla Casa Bianca - stanno saccheggiando le casse dello stato arraffando ogni dollaro su cui riescono a mettere le grinfie. Stanno rubando tutta l'argenteria prima di accomodarsi alla porta. Qualunque cosa dicano, qualunque discorso usino per terrorizzare la gente, si stanno dedicando ai loro vecchi trucchi: creare paura e confusione per continuare ad arricchirsi e ad arricchire quell'uno% che è già schifosamente ricco.
Leggete soltanto le prime quattro frasi del servizio di apertura apparso sul New York Times di lunedì 22 settembre e potrete constatare qual è la vera posta in gioco: «Mentre i policy makers mettevano a punto i dettagli di un'operazione di salvataggio dell'industria finanziaria da 700 miliardi di dollari, Wall Street ha cominciato a cercare il modo di guadagnarci sopra. Le società finanziarie hanno fatto pressione per ottenere la copertura di ogni tipo di investimento traballante, e non solo di quelli collegati ai mutui ipotecari... Nessuno vuole essere tagliato fuori dalla proposta del Tesoro di comprare i bad asset delle istituzioni finanziarie».

Incredibile. Wall Street e i suoi sostenitori hanno combinato questo disastro e ora si stanno preparando a fare un sacco di soldi, come dei banditi.


Link: http://nuovediscussioni.blogspot.com/2008/10/stati-uniti-la-grande-rapina.html

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=12002

Quando Bush fu eletto gli USA erano una nazione brillante poco indebitata
8 anni dopo
con l'elezione di OBAMA si scopre che gli USA sono prossimi al default



da http://informazionescorretta.blogspot.com/2009/05/obama-debito-usa-insostenibile.html

Passiamo ora alla notiziona succosa: di fatto, Barack Obama ha annunciato il default.
L'equivalente economico dell'opzione nucleare.

Ecco una traduzione dell'articolo segnalato tra i commenti.

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ieri ha prospettato che la Cina ed altre nazioni potrebbero cessare di acquistare titoli del debito pubblico americano, e ha dichiarato che gli USA devono fronteggiare il (problema del) debito per evitare danni economici di lungo periodo.

Il deficit di lungo periodo ed il debito che abbiamo accumulato non è sostenibile.

Non possiamo continuare a prendere soldi a prestito dalla Cina o dalle altre nazioni

Dobbiamo pagare interessi su quel debito e in questo modo stiamo ipotecando il futuro dei nostri bambini con sempre più debito

Obama ha dichiarato che la situazione del debito creerebbe ulteriori problemi se nazioni straniere come la Cina perdessero il loro appetito per i buoni del tesoro americani.

E’ anche vero che ad un certo punto si stancheranno di comprare i nostri debiti

[...]

e quando questo accade, dobbiamo alzare i nostri tassi di interesse per essere in grado di prendere a prestito, e questo alzerà i tassi di interese per tutti.​
 
Quando Bush fu eletto gli USA erano una nazione brillante poco indebitata
8 anni dopo
con l'elezione di OBAMA si scopre che gli USA sono prossimi al default



da http://informazionescorretta.blogspot.com/2009/05/obama-debito-usa-insostenibile.html

Passiamo ora alla notiziona succosa: di fatto, Barack Obama ha annunciato il default.
L'equivalente economico dell'opzione nucleare.

Ecco una traduzione dell'articolo segnalato tra i commenti.

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ieri ha prospettato che la Cina ed altre nazioni potrebbero cessare di acquistare titoli del debito pubblico americano, e ha dichiarato che gli USA devono fronteggiare il (problema del) debito per evitare danni economici di lungo periodo.

Il deficit di lungo periodo ed il debito che abbiamo accumulato non è sostenibile.

Non possiamo continuare a prendere soldi a prestito dalla Cina o dalle altre nazioni

Dobbiamo pagare interessi su quel debito e in questo modo stiamo ipotecando il futuro dei nostri bambini con sempre più debito
Obama ha dichiarato che la situazione del debito creerebbe ulteriori problemi se nazioni straniere come la Cina perdessero il loro appetito per i buoni del tesoro americani.
E’ anche vero che ad un certo punto si stancheranno di comprare i nostri debiti

[...]

e quando questo accade, dobbiamo alzare i nostri tassi di interesse per essere in grado di prendere a prestito, e questo alzerà i tassi di interese per tutti.



geniale , se ne sono accorti :D:D:D:D:D
 

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