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La Russia si prepara all’annuncio del “Santo Graal” energetico



La Russia si prepara all?annuncio del ?Santo Graal? energetico | Informare per Resistere

Se fosse stato il piano originale dell’Occidente legare insieme Cina e Russia – la prima una potenza con capitale fisso e manodopera a disposizione, l’altra con immense risorse naturali – all’interno di un processo di marginalizzazione complessivo del dollaro e incoraggiare il commercio bilaterale del rublo e del Renminbi, allora, sostiene ironicamente Zero Hedge, l’intento è quasi riuscito.


Mentre l’Europa sta cercando alternative energetiche nel momento in cui decide di sanzionare l’annessione della Crimea da parte della Russia, Gazprom potrebbe a breve staccare la spina delle sue esportazioni in Germania e nel resto dell’Europa, con l’aumento del 40% da parte dei prezzi del gas da parte dell’Ucraina è il miglior indicatore di quello che potrebbe essere l’esito per il continente.

In questo quadro poi, riporta Reuters oggi, la Russia sta preparando l’annuncio dell’accordo del “Santo Graal” energetico con la Cina, che creerebbe uno spostamento geopolitico tale da sconvolgere gli scenari mondiali: in un asse di commodities, le due superpotenze creerebbero una nuova riserva monetaria in grado di bypassare il dollaro.

Igor Sechin, riporta Reuters, ai giornalisti presenti a Tokyo ha dichiarato come le sanzioni occidentali per la crisi in Ucraina saranno contro-produttive. Il messaggio è stato molto chiaro dal presidente della principle industria petrolifera russa: se Europa e Stati Uniti isolano la Russia in occidente, Mosca cercherà a Oriente i suoi nuovi traffici, affari, accordi energetici e alleanze politiche.

“Il Santo Gral per Mosca è un accordo di approvvigionamento di gas con la Cina che è apparentemente pronta oggi dopo anni di negoziazioni. Può essere firmato alla prossima visita di Putin in Cina a maggio come dimostrazione che il potere globale si è spostato a oriente e non ha più bisogno dell’occidente”, scrive Reuters.

Gazprom, del resto, ha annunciato di voler pompare 38 miliardi di metri cubici di gas naturale all’anno alla Cina a partire dal 2018 attraverso il primo gasdotto tra il principale produttore di gas al mondo e il principale consumatore dello stesso.
“Maggio è nei nostri paini”, ha dichiarato un portavoce di Gazprom, incalzato su una data per un accordo. In questo contesto il commercio bilaterale denominato sia in Rubli che Renmimbi (o oro) potrebbe riguardare Iran, Iraq, India, e presto l’Arabia Saudita, il principale rifornitore di petrolio della Cina, Zero Hedge sottolinea come “potete dire addio ai petroldollari”.

Ma l’occidente non si è limitato a spingere la Russia nelle braccia della nazione più popolosa al mondo, lo sta facendo anche con la seconda, l’India.
Putin ha voluto mandare un chiaro messaggio di ringraziamento a Nuova Delhi per aver dimostrato “controllo e obiettività” nella crisi della Crimea e ha invitato il premier Manmohan Singh a discutere della situazione giovedì, indicando come ci siano i margini per aumentare le relazioni con un’India tradizionalmente non allineata.
La decisione dell’annessione della Crimea da parte della Russia è stata vista favorevolmente da parte dell’establishment indiano. “La Russia ha interessi legittimi”, ha dichiarato a Reuters N. Ram del quotidiano The Hindu
Per concludere sul principale spostamento gepolitico dalla fine della seconda guerra mondiale con la creazione di un “Asse orientale” immenso, Zero Hedge rimarca come, in questo contesto, “l’occidente è impegnato a monetizzare il suo debito, rivela ogni giorno di più come il suo benessere di carta sia basato su un mercato azionario altamente manipolato, sostiene che il 6,5% di disoccupazione sia indicativo di un’economia debole, accusa il tempo per ogni dato economico deludente e ogni singola persona rimane paralizzata impegnato alla ricerca di un aereo disperso nel nulla”.
Fonte: www.lantidiplomatico.it

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e l'UEuropea molto intelligentemente ha bloccato il gasdotto passante per la bulgaria che avrebbe portato il gas in Europa


ma si può essere così autolesionisti?

dimenticavo
Il Pentagono invia bombardieri in Europa - Nell’aeroporto di Fairford, vicino a Oxford, sono intanto atterrati due bombardieri B-2 Spirit statunitensi. Il Pentagono ufficialmente ha dichiarato che i due velivoli "stealth" parteciperanno ad un'esercitazione Nato pianificata da tempo. Il portavoce della Difesa Usa, il colonnello Steve Warren, ha comunque sottolineato come la loro presenza in Inghilterra "dimostra la ferrea determinazione dell'America nell'alleanza atlantica". (Rainews)
 
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Oggi
Hollande ha telefonato a Putin
la Merkel ha telefonato a Putin
Barroso ha telefonato a Putin..
 
South Stream : complotto Usa?

South Stream : complotto Usa?



South Stream : complotto Usa? - SENZANUBI


Abbiamo più volte parlato delle non felici coincidenze sulla questione della crisi Ucraina e del progetto South Stream. Leggiamo il seguente articolo del quale sottolineiamo i passaggi più forti:
Il Wall Street Journal e la NBC hanno citato, poche settimane orsono, un sondaggio secondo il quale più della metà degli americani desidera che il loro Paese abbia un minore coinvolgimento negli affari di altri stati ma, ciononostante, il governo e il senato di Washington sembrano manifestare tutt’altra intenzione. Nella loro non dichiarata guerra contro la Russia, gli Stati Uniti continuano, tra l’altro, a premere sulla Commissione e su vari Governi europei affinché abbandonino il progetto di gasdotto South Stream.
Con questo dichiarato obiettivo, tre senatori americani hanno incontrato la scorsa settimana il Primo Ministro bulgaro (la Bulgaria è il punto d’arrivo sulla terra ferma del gasdotto sottomarino che parte dalle coste russe). Non sappiamo cosa si siano detti nello specifico e se siano state usate minacce o blandizie, ma il Premier di Sofia, subito dopo l’incontro e platealmente, ha annunciato che la Bulgaria avrebbe “dovuto” congelare il progetto rinunciando così, almeno per il momento, a benefiche ricadute economiche sul proprio territorio.
Gli USA non hanno con la Russia né una vicinanza geografica né una forte interconnessione economica ed energetica. Noi europei, invece, le abbiamo. Di là dai reciproci debiti culturali tra i popoli, che si perdono nella notte dei tempi, le nostre imprese vedono nella Russia uno dei loro principali partner e, soprattutto, uno dei maggiori fornitori di energia e di materie prime.
Il recente, forte, incremento di produzione di gas e petrolio negli Stati Uniti, ottenuto grazie al fracking, può mettere al sicuro i nord americani da forniture terze ma, checché ne dicano illusi o illusionisti, non può certo costituire una fonte alternativa per le esigenze del nostro continente. Anche quando, nel giro di pochi mesi, il gas americano potrebbe essere disponibile per l’esportazione, non ci saranno sufficienti impianti di liquefazione per consentirne il trasporto verso l’Europa. Senza contare che in Europa non esistono ancora impianti di rigassificazione tali da compensare il quantitativo di gas russo che arriva attraverso i gasdotti.
Chi poi parla di forniture da Paesi terzi via nuovi gasdotti dimentica le difficoltà che rendono questi progetti, almeno sul medio termine, del tutto impraticabili. E’ ormai da anni, anche dietro la solita pressione americana, che la Commissione Europea sta studiando l’ipotesi di portare in Europa gas turkmeno ma, per poterlo fare, esisterebbero due sole possibilità: l’attraversamento del Caspio con un gasdotto sottomarino che si congiunga con quello azero dei pozzi Shaz Deniz II, oppure un transito via terra che, attraversando tutto il nord dell’Iran, arrivi in Turchia e da lì in Europa. La prima ipotesi è improponibile perché per consentire l’attraversamento del mar Caspio occorre il consenso di tutti e cinque gli stati rivieraschi e la Russia (per ovvi motivi) e l’Iran (per un contenzioso sui confini con l’Azerbaigian) non lo consentono.
La seconda ipotesi è ugualmente irrealizzabile perché il gas turkmeno, che già è venduto in piccola parte nei territori del nord est iraniano, non ha possibilità alcuna di arrivare ai territori del nord ovest confinanti con la Turchia. Infatti, il network di gasdotti iraniano è poco sviluppato e tutto concentrato nella parte ovest del Paese: in mezzo ci sono insuperabili montagne ed estese zone desertiche che rendono particolarmente difficile e costosa la costruzione di una nuova linea. Anche qualora i rapporti politici tra Iran e occidente dovessero diventare virtuosi, il gas turkmeno non sarebbe in condizione di utilizzare questa strada. Sempre in caso si realizzasse la distensione suddetta, anche l’ipotesi del gas tutto iraniano è pura fantasia. Quel grande Paese vanta riserve certe di 33,6 biliardi di mc, addirittura superiori alle riserve russe di circa 32,9 biliardi, ma la locale arretratezza tecnologica non consente, e così sarà per lungo tempo, di mettere a frutto tutto quel ben di dio. Comunque, la presenza di una catena di altissime montagne anche ai confini occidentali rende quasi impossibile il congiungimento dei gasdotti gia’ esistenti con quelli azero o turco.
L’unica altra possibilità sarebbe il gas curdo che, congiungendosi a quello azero, potrebbe arrivare in Europa via Turchia. Anche in quel caso, però, l’esplorazione e lo sviluppo, oltre che la reale dimensione delle riserve disponibili, è, a tutt’oggi, un punto di domanda.
Che ci piaccia o no, dunque, la sicurezza dei nostri rifornimenti energetici deve, sul breve e medio periodo, continuare a basarsi principalmente sul gas russo e, fortunatamente, la Russia non ha alcuna volontà né bisogno di interrompere questo rapporto. Purtroppo, fino a che non sarà completato South Stream, i transiti verso il sud Europa dovranno necessariamente attraversare l’Ucraina che, a differenza di Mosca, ha già dimostrato, nel passato, di voler interrompere tali forniture.
Ciò che la nostra stampa oggi non fa notare sufficientemente è che Kiev, nel suo rifiuto di un accordo sui prezzi, sta, oggettivamente, ricattando sia la Russia sia l’Europa. Non soddisfatta delle condizioni, sicuramente favorevoli, offerte recentemente da Gazprom, pretende prezzi e modalità inesistenti in qualunque altra parte del mondo. Non può certo annunciare ufficialmente che impedirà il transito destinato in Europa, ma è chiaro a tutti che, come fatto nel passato, se la Russia non accetterà il ricatto, si limiterà a rubare il gas in transito, riducendone così la quantità destinata a noi. In altri tempi, ricatti e condizionamenti del genere avrebbero spinto l’Europa intera a una guerra contro chi minacciasse così i nostri rifornimenti. Fortunatamente non siamo più in quelle epoche e nessuna guerra sarà indetta contro l’Ucraina ma da lì a corteggiare e incoraggiare chi minaccia la nostra economia e il tepore del nostro inverno mi sembra, se non pazzesco, almeno da irresponsabili. Per saperne di più: L'Obiettivo degli USA è fermare il South Stream - Notizie - Attualita' - La Voce della Russia
Quindi ci si chiede quanto i burocrati stiano facendo gli interessi degli europei nella questione Ucraina. Ma gli italiani quando cominceranno ad aprire gli occhi? Abbiamo speranza di non fallire? Abbiamo i nostri dubbi?
 
Questi dell’Unione Europea
se ne fanno una baffo a torciglione:
uno di qua e l’altro di là.

Reuters. 2014-06-24. South Stream, Gazprom e Omv siglano accordo finale per tratto gasdotto Austria.
VIENNA (Reuters) – La russa Gazprom ha concluso l’accordo per costruire il tratto in Austria del controverso progetto South Stream, il gasdotto che dovrebbe portare il gas russo in Europa via Balcani, nonostante l’opposizione della Ue.
La sigla dell’accordo fra i numeri uno del monopolista russo e del gruppo petrolifero austriaco Omv è avvenuta a Vienna alla presenza del presidente russo, Vladimir Putin.
“Questa decisione sull’investimento è un investimento sulla sicurezza delle forniture di gas per l’Europa”, ha detto l’AD di Omv Gerhard Roiss nel corso della conferenza stampa sulla sigla dell’accordo.
L’AD di Gazprom ha poi detto che la costruzione del gasdotto è totalmente secondo programma e la prima fornitura è attesa nel 2017.
Nel tratto offshore del progetto nel mar Nero sono coinvolte oltre a Gazprom, anche Eni, Edf e Basf.
 
Bulgaria : Urka!!




Bulgaria : Urka!!


Leggetevi questa vecchia notizia del 03062014:
«Ho ordinato di fermare i lavori – fa sapere il premier bulgaro, Plamen Oresharski -. Decideremo gli sviluppi della situazione dopo le consultazioni che avremo con Bruxelles». Nel giorni scorsi il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, aveva aperto una procedura d’infrazione contro la Bulgaria per irregolarità negli appalti relativi a South Stream. Spiega il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli: «Le regole di cui Bruxelles pretende il rispetto riguardano il fatto che in Bulgaria tutti i lavori sono stati affidati a imprese bulgare o russe, e questo in Bulgaria, che è parte dell’Unone europea, non si può fare, le gare devono essere aperte a tutte le aziende europee su una base di parità. Ma il problema specifico degli appalti si inserisce anche in un contenzioso più vasto e di più lunga data sull’uso futuro del South Stream». (fonte : la stampa ….link)
Adesso leggetevi questa di oggi :
Nonostante le rassicurazioni del governo, i cittadini bulgari hanno assaltato anche lunedì mattina gli sportelli della Firs Investmen bank (FIB), la terza banca per grandezza nel paese, per ritirare i risparmi. La paura è che possa ripresentarsi una crisi come quella del 1996/97, quando fallirono 14 istituti.
La Banca centrale bulgara (BNB) ha denunciato tentativi di destabilizzare il sistema con la divulgazione, via internet e sms, di notizie secondo le quali la FIB verserebbe in gravi difficoltà finanziarie. Una settimana fa, una situazione analoga, si era registrata con un’altra banca, la Corporate commercial bank.
Intanto la Commissione europea ha approvato la richiesta della Bulgaria per un’estensione di una nuova linea di credito, pari a 3’3 miliardi di levs (2’3 miliardi di dollari), per aiutare le banche del paese, che stanno subendo un attacco speculativo.
M.Ang./Reuters (fonte : rsi ….link )
Non vogliamo trarre conclusioni evidenti agli occhi di tutti.
 
L’imminente Raffreddamento Globale!

News
lug 5, 20141


FREDDOFILI.IT: E’ la teoria annunciata dal ricercatore David Evans, che ha cercato e trovato una correlazione tra la radiazione solare, con le sue variazioni secolari, e la temperatura globale.
Anzitutto, ha scoperto che, solitamente, le variazioni della radiazione solare in un ciclo influenzano la temperatura terrestre con un ritardo di circa 11 anni, quindi a partire dal ciclo solare successivo.
Esiste, quindi, una specie di “periodo di latenza”, in base al quale un forte calo della radiazione solare (TSI) lo vedremo solamente a distanza di 11-13 anni.
Ora, a partire dal 2004, la TSI ha subito un notevole calo, riportandosi ai livelli di oltre un secolo fa!
Quindi, adesso siamo alla scadenza del periodo di latenza di 11 anni, e gli effetti di tale calo sulle temperature terrestri sono quindi imminenti!
Potrebbero apparire in un lasso di tempo variabile tra il 2015 ed il 2017.
Osservando il grafico, appaiono evidenti tre grandi cali della radiazione solare, nel ’600, ai primi dell’Ottocento, e l’attuale, che ha lo stesso andamento di calo rapido che ci fu nel Minimo di Dalton di due secoli orsono.
Anzi, il calo sembra essere ancora più rapido.
Il grafico si può trovare sul sito JoNova


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