LA PARTE DIFFICILE NON E' DIMENTICARE iL PASSATO. LA PARTE DIFFICILE E' DIMENTICARE

Sagome tricolori di morti e manifesti funebri contro lo ius soli poste davanti alle sedi dell'organizzazione pastorale della Chiesa cattolica.

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Questi fanno la perquisizione nel 2012, trovano tutti questi documenti e li fermano nel 2015 ????????:no::mumble::mmmm::no::mumble::lol::lol::lol:

Secondo quanto riportato nell’ordinanza del Gip, da un esame della documentazione sequestrata in una perquisizione del 2012 “emerge con chiarezza” che i contenuti fanno riferimento all’incitamento e al sostegno “alla cosiddetta jihad”. Un incitamento dalle connotazioni “sicuramente inquietanti”, che si concretizza “in inviti alla guerra santa, al martirio personale, all’annientamento dei nemici dell’Islam”. Un incitamento che secondo il Gip “appare sicura manifestazione di fanatismo religioso islamista sul quale risulta poter attecchire l’attività terroristica”.
 
Siccome, nel caso in questione, le perquisizioni risalivano a oltre tre anni prima, mancava la “attualità” del pericolo che si reiterasse il reato (cioè il presunto addestramento), come richiesto dalla nuova norma sulla custodia cautelare. La stessa interpretazione della nuova norma era stata data qualche giorno fa dalla Procura di Trento che aveva lasciato liberi 7 dei 17 presunti jihadisti arrestati dai colleghi di Roma: anche per i pm trentini non era possibile ricorrere al carcere in presenza di indizi non attuali. Una legge contestatissima da molti magistrati: “Rischiamo di non poter mai più ricorrere alle misure cautelari al di fuori dei casi di flagranza o dell’immediata minima distanza temporale dei fatti”, spiegò il procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone.
 
oh perbacco, signora, che finezza......

Mustafa ha inviato alla Geller una mail infarcita di insulti:

'Meriti di essere violentata in ogni buco da orde di musulmani, schiaffeggiata e soffocata, mentre ti sputano in bocca e ti pisciano in faccia'.

La Geller si è detta ormai abituata a ricevere minacce del genere, 'certo che', ha precisato, 'ricevere questo messaggio da una donna che dovrebbe rappresentare le diversità è stato scioccante'".
 
Stiamo parlando di Bahar Mustafa, una ragazza islamica che si occupa di Pari opportunità tra le minoranze etniche nel sindacato studentesco dell'università Goldsmiths a Londra.
In passato Mustafa aveva già lanciato l'hasthag #killallwhitemen, il cui significato appare abbastanza chiaro a tutti: uccidete tutti gli uomini bianchi.
 
A volte si parla con un operatore, a volte scatta il nastro automatico, ma la sostanza è sempre la stessa: ogni sera, milioni di italiani vengono raggiunti da migliaia di telefonate non richieste né tantomeno gradite, che offrono prodotti e servizi che raramente riscuotono l'interesse di coloro a cui vengono proposti.
Eppure da oggi c'è un precedente che potrebbe aiutare chi vuole difendersi da queste sgradite "intrusioni". Come spiega il Sole 24Ore, il Garante della Privacy ha stabilito che è vietato contattare i numeri riservati senza aver ricevuto il consenso preventivo.
La decisione è arrivata dopo il caso di un utente che si lamentava di essere stato disturbato dalle offerte promozionali nonostante il suo contatto non fosse presente in alcun elenco, su sua richiesta. La normativa prevede che, in caso di numero riservato, si possa chiamare un utente solo dietro previa espressione del consenso.
Il Garante ha vietato sia alla società di telemarketing il trattamento dei dati, ma ha anche imposto sia alla compagnia telefonica che aveva dato l'incarico di effettuare le chiamate, sia all'azienda di promozione commerciale di rispettare la privacy degli utenti, dandone notizia per iscritto entro 60 giorni.
 
La Corte Europea dei diritti umani, non un retrogrado pretore di provincia e neanche un tribunale sensibile a venti spiranti di xenofobia…la Corte Europea dei diritti umani ha stabilito con sentenza che non si viola nessuna libertà di religione licenziando una pubblica impiegata che si rifiuta di togliersi il velo quando è al lavoro.

Una sentenza nata da una vicenda lontana nel tempo ma una sentenza assai contemporanea.

Sempre più affiorano nelle comunità di immigrati fortemente legati alla loro fede religiosa richieste di una sorta di diritto parallelo.

Insomma a fianco alla legge civile in Europa viene chiesto che Stato e società accettino una legge di fatto i cui “articoli” sono precetti di fede.

Matrimoni, ripudi, proprietà sui figli particolarmente se donne, libertà individuali…
Sono questi i luoghi in cui la tradizione islamica chiede non solo di essere rispettata ma addirittura di essere tollerata come fosse legge, legge da far valere anche se in contrasto con le leggi civili sulla famiglia del paese dove vive la comunità immigrata.
 
Il fenomeno si è sviluppato soprattutto in Gran Bretagna dove operano addirittura in maniera semi ufficiale corti e tribunali della sharia.


In Italia e altrove questo non c’è ma non è infrequente imbattersi in richieste di “riconoscimenti” di situazioni di fatto.

E non è purtroppo infrequente incontrare nelle cronache singoli o istituzioni che confondono il rispetto per la molteplicità delle culture con una soggezione alla cultura meno tollerante.


Ad esempio quei presidi che a Natale evitano il presepio perché…offende(?!).


A tutta questa deriva, legislativa e di costume, a tutti coloro che di fatto ritengono i diritti civili una subordinata da declinare secondo e a misura della propria cultura e tradizione e fede, la sentenza della Corte Europea dei diritti umani ricorda che i diritti civili della cultura europea non sono malleabili, trattabili, suscettibili di omissione perché altra cultura, tradizione o religione non li tollera.

La sentenza ricorda a tutti noi, specialmente i non terrorizzati dall’immigrazione i non xenofobi, che i nostri padri, nonni, bisnonni e avi ci hanno messo secoli di lotte e di sangue a conquistare per noi il diritto a essere cittadini di uno Stato che lascia libere tutte le fedi ma non costringe nessuno ad abbracciare quella di Stato.

Secoli di lotte e di sangue per avere un diritto di civiltà che non è pari a quello della teocrazia, dello Stato religione.

Secoli di lotte e di sangue per avere le donne il diritto a non essere proprietà del maschio, diritto che non è pari a quello del maschio di possederle.


Una buona, rinfrancante, ottima sentenza.
 
Veramente, questa è proprio bella. Questo aveva i profughi. Ne ha mandati su in europa qualche decina di migliaia. Ora fa il giochetto.

ROMA – In queste ore, proprio in queste ore, doveva e forse sta per essere definito e dettagliato un gigantesco bonifico internazionale: l'unione Europea versa tre miliardi di euro alla Turchia.

E’ il pedaggio, chiesto da Ankara e da Bruxelles accettato, perché la Turchia si tenga in casa, relativamente in casa e relativamente si tenga, i profughi che scappano dalla Siria.

Ai governi europei, Merkel, Hollande, Cameron e Renzi ovviamente compresi e anche ai renitenti ad ogni accoglienza come i governi polacchi, ungheresi, cechi e anche agli stanchi di accogliere governi svedesi e finlandesi è sembrato e sembra, se non un buon affare, almeno un prezzo giusto.
 

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