LA PROPRIA FOLLIA VA REGALATA A CHI LO MERITA.

Torniamo nuovamente al 2006

REPLICA DI BERLUSCONI

Non posso che sorridere per questa tesi bislacca. Perché non può un governo creare dei problemi facendo aumentare i prezzi?
In che modo il governo sarebbe intervenuto addirittura per far aumentare i prezzi?
La verità è che abbiamo verificato quelle commissioni centrali – che erano state individuate da Prodi e dai governi precedenti –
e non avevano nessun potere di intervento sul mercato. Quindi erano ancora una volta delle commissioni dove mandare i loro amici,
i loro “clienteli” secondo la concezione della sinistra, che inventa sempre entità in più. Pensi che nel programma – che ho letto (con) molta fatica dell’Unione –
ci sono addirittura 45 entità in più, tutte con una pletora di addetti che fanno aumentare i costi dello stato.
E poi di conseguenza ci si lamenta che con la sinistra sia garantito l’aumento della pressione fiscale. In questo caso avevano individuato come al solito
– quando non sanno come risolvere un problema – delle commissioni, queste commissioni non avevano alcun potere.
Non è vero poi che a Parigi o nelle altre città (europee) i prezzi siano stati inferiori a quelli italiani, ci sono stato personalmente posso assicurare che è una frottola.


Abbiamo dimostrato che la vera frottola è quella dell’aumento generalizzato dei prezzi.

Reali, invece, sono stati gli aumenti di singoli servizi: infatti mai nessuno – chissà perché – ha puntato il dito sulle privatizzazioni selvagge,
cominciate soprattutto dopo il 92, di quei servizi essenziali che prima erano pubblici: autostrade, energia, telecomunicazioni, assicurazioni e così via.

Chi sono stati i principali responsabili delle privatizzazioni? Il centrosinistra!

Lo Stato non deve fare profitto, ma semplicemente erogare un servizio,.
Il privato lavora – legittimamente – per avere dei profitti, i quali diventano stratosferici se gestiscono un servizio essenziale in monopolio.



Per non farmi mancare nulla – visto che Prodi lo ha detto nel 2011 – lui NON ha svalutato la Lira del 600% per entrare nell’euro,
ha semplicemente indicato il trend Lira/Marco dal 1961 al 1999 (foto sopra).

La svalutazione era uno strumento di politica monetaria che aiutava la nostra economia, uno strumento che negli anni 90 non andava a genio a Francia e Germania…




Prima e durante il governo Prodi I, la Lira si stava invece rivalutando, cioè occorrevano meno lire per acquistare un Marco (foto sopra),
un trend iniziato dopo il top storico del marzo 95 (1275 lire per un marco) per poi arrivare alle famose 990 lire = 1 marco.

Andiamo avanti con altri falsi miti sull’euro…




Un’altra tesi demenziale è che i tedeschi, al posto di fare 1,96 marchi per euro, avrebbero fatto un marco = un euro.

Prendiamo due prodotti simili una Fiat Punto e una Volkswagen Polo: nel 2001 la prima costava 20.000 marchi, la seconda 20.000.000 di Lire. Fin qui ci siamo?

Bene, nel 2002 la VW con il cambio 1 marco = 1 euro sarebbe costata 20.000€,
la Punto 10.000€, cioè il prodotto italiano sarebbe diventato nettamente più conveniente!

Dunque, se fosse stato realmente così, i prodotti tedeschi sarebbero costati il doppio dei loro concorrenti italiani.

La realtà è l’esatto contrario: è la Germania che sta deindustrializzando i suoi “competitor” mettendo “fuori mercato” i loro prodotti.

Lo stesso discorso vale per quelli che quelli che volevano un cambio a 1000 lire per un euro:
una Fiat Punto sarebbe costata il doppio in Germania e negli altri paesi dell’eurozona.

Per finire il discorso del cambio persino in Grecia si pensa che il problema sia stato (anche) il cambio.
All’inizio di questa intervista sul canale “me+” una signora sostiene che quello che costava 100 dracme poi è salito ad 1 euro (1€=345 dracme),
cioè sarebbe triplicato.

CONCLUSIONI

Prodi conosceva perfettamente la natura eversiva dell’euro, infatti nel 1998 aveva detto praticamente tutto in un ciclo di lezioni universitarie chiamate “l’età dell’euro”, dichiarava (nei primi 8 minuti)


<<La moneta è, come voi sapete, il segno della sovranità di un paese: la moneta è la spada, l’esercito, la banca (…)
molte volte in questi anni di preparazione di attesa della moneta unica si era detto “ma con questo si realizza l’Europa dei banchieri”, questa è una sciocchezza terribile!
Questa rinuncia alla sovranità è uno degli atti di cambiamento della natura stessa dello stato moderno (…) e lo stesso atto di rinuncia alla moneta nazionale non ha precedenti>>


E ancora diceva, ridendo

<<Cosa vuol dire moneta unica? Primo vuol dire proprio una cosa molto semplice, che le monete nazionali perdono il loro valore,
cioè spariscono, per usare un linguaggio molto semplice. E che vi è adottata una moneta unica in tutta questa area: l’euro.
Poi questo significa che la politica monetaria è trasferita dalle banche centrali dei diversi paesi a una istituzione indipendente sovranazionale: la Banca Centrale Europea.
Questo è un altro fatto importantissimo, cioè: le singole banche centrali perdono il nucleo del loro potere che, viene trasferito a un livello più elevato alla Banca Centrale Europea>>


Però per Prodi il problema era la disonestà dei commercianti, gli stessi che oggi probabilmente non esistono più (causa chiusura, fallimento, trasferimento all’estero)

Forse Berlusconi non era così ferrato come Prodi, ma neanche lui non scherzava.
Il 30 marzo 1998 nella trasmissione Maastricht Italia dichiarava le conseguenze dell’ingresso nell’euro:
con le conseguenze di una sovranità economica assolutamente ridotta, non potremo più essere veramente liberi davvero di approvare i nostri bilanci (pubblici).
I nostri bilanci da qui in avanti dovranno approvarli i nostri partner europei
”.


L’unica differenza fra centrodestra e centrosinistra, dal 94 fino a Monti, era il livello di avanzo primario che Prodi,
sempre in quel dibattito del 2006, accusava Berlusconi di averlo quasi azzerato.

Solo nel 2009 Berlusconi farà deficit primario per sopperire alla crisi arrivata dagli USA. Ma questa è un’altra storia.

I VERI 20 MOTIVI PER CUI L’EURO CI HA DANNEGGIATI

  • Nel 1992 l’Italia non aveva assolutamente i requisiti per entrarci
  • L’Italia non poteva reggere la “banda stretta” (oscillazione ± 2.25%) dello SME, figuriamoci un tasso di cambio fisso
  • Il suddetto cambio fisso serve a “scaricare” il peso della competitività dalla moneta ai salari dei lavoratori
  • L’euro impone la deflazione salariale
  • L’euro impone la disoccupazione strutturale (NAIRU)
  • L’euro ci impone il deleterio modello economico neoliberista
  • L’eurone forte rende conveniente… delocalizzare
  • L’euro ha distrutto il lavoro e decenni di conquiste sociali
  • L’euro ha distrutto il potere di acquisto degli italiani


  • L’euro ci costringe a ridurre anno dopo anno la base monetaria (almeno 720 MILIARDI tolti dall’avanzo primario in 25 anni)
  • È stata progettata per scatenare le crisi
  • È l’equivalente di un esercito di occupazione straniero, i carri armati erano più democratici…
  • Ha fatto i danni di una guerra in tempo di pace
  • L’euro ha distrutto il risparmio delle famiglie, nel 1996 era il 16% del reddito, oggi appena il 2-3% (FONTE OCSE, foto sotto)


  • L’euro ha aumentato fortemente le diseguaglianze
  • L’euro ovunque è arrivato ha seminato distruzione e povertà
  • Fra il 1999 e il 2017 ogni italiano ci ha rimesso circa 74.000€ (inclusi quei “commercianti disonesti” da cui siamo partiti)
  • Solo con l’euro il debito pubblico rappresenta un problema. In condizioni normali si possono sempre onorare i titoli di stato
  • Le nazioni dell’Eurozona sono costrette ad una feroce competizione fra loro sulle esportazioni, altro che pace.
  • La adesione ai trattati europei (Maastricht incluso) era ed è una cessione di sovranità, in nessun modo contemplata dalla nostra costituzione, vedi articolo 11
Quando finirà quest’incubo?
 
La confusa situazione fra Siria , Turchia, USA e Curdi avvia ad una conclusione, o almeno questo sembra
secondo gli ultimi accordi fra le parti intercorsi martedì scorso a Soci, nella Russia meridionale.

Cerchiamo di riassumere il tutto in poche righe significative:

  • Il presidente turco Recep Erdogan e quello russo(Valdimir Putin hanno concordato nella definizione di un’area di sicurezza di 10 km al confine turco-siriano.
  • Questa zona dovrà essere smilitarizzata e sarà pattugliata da unità miste Russo-turche;
  • non ci sarà nessuna spinta al separatismo dei curdi in Siria, che potrebbe influenzare ed accentuare quello dei curdi in Turchia.
  • Ricordiamo che l’accordo fra Curdi e Siriani prevede una forma di autonomia del Kurdistan siriano, ma autonomia non è indipendenza.
  • comunque le forze curde, confluite nel SDF o quelle dell YPG non potranno trovarsi entro 30 km dal confine turco.
In questa situazione i turchi da un lato controllano ancora diverse sacche in Siria, come si può vedere dalla seguente immagine:



Inizialmente Assad ha protestato affermando che questa soluzione era , per lui, una mezza truffa:
alla fine una fetta di territorio rimaneva sotto controllo turco, anche se condiviso con in russi.
D’altro canto però, per la prima volta, rientra in possesso della parte nord orientale del paese,
sino al confine con l’Iraq, e disarma le milizie curde che, anzi, entrano a far parte, anche se indirettamente,
del suo esercito,come 5 brigata assalto, sotto comando russo.

I turchi iniziano ad espellere i profughi siriani, rimandandoli indietro nella fascia occupata anche per costruire un cuscinetto con i curdi siriani.
Non potevano avere di più senza entrare in uno scontro diretto con i russi.

Nello steso tempo le milizie filoturche hanno provveduto a massacrare un po’ di capi dei partiti curdi indipendentisti,
il vero obiettivo di Ankara, che parla di alcune centinaia di “Terroristi” uccisi.

Nel frattempo fra i 100 ed i 500 militanti dell’ISIS di origine straniera, molti europea (Francesi, Belgi, Tedeschi , Inglesi in testa)
sono fuggiti dai capi di prigionia in cui li tenevano i curdi quando gli europei si sono rifiutati di riprenderseli indietro.

Sul tema ci sono state forti dispute legali nel Regno Unito ed in Germania.

I sconfitti sono i Curdi che, con l’accordo con Assad e con i russi sono riusciti , per lo meno, a limitare i danni.

Incredibile come, nell’arco di pochi giorni, siano passati dalla protezione degli americani a quella dei russi,
ma non avevano altra strada quando Trump ha deciso di non proteggere più la frontiera con la Turchia
e di ritirarsi I leader non hanno potuto far altro che minimizzare i danni.

Non arriveranno mai al grado di autonomia dei Curdi Iracheni, al limite dell’indipendenza perfino autodichiarata, ma almeno sopravviveranno.

Gli americani attualmente tengono ancora alcune posizioni in Siria, ed anzi hanno rafforzato le proprie posizioni attorno ai pozzi petroliferi siriani, una mossa mirata più contro i russi che contro l’ISIS.

Nel dramma della situazione vi è anche qualcuno che riesce a porre un tocco di commedia.

Il ministro della difesa e leader della CDU, Anne Kramp-Karrenbauer, è uscita con un’idea , che perfino sta cercando di portare avanti,
e che sta mettendo la Germania in grande imbarazzo.

La politica vorrebbe creare un’area do protezione al confine fra Turchia e Siria sotto controllo di forze dell’ONU. Peccato che :

  • non abbia l’appoggio completo del proprio governo;
  • sia visto con estremo scetticismo dalla Turchia;
  • nessuno voglia realmente impegnarsi nell’operazione;
  • nessun paese europeo vuole seriamente mandare truppe nell’area in questione
Un piano campato per aria che è diventato l’ennesimo boomerang politico per il governo tedesco
e che rivela la superficialità con cui vengono affrontati certi temi in Germania.

Qualsiasi altro governo, prima di uscire allo scoperto, avrebbe cercato di costruire un minimo di consenso internazionale,
ma la AKK si è mossa come se fosse naturale che gli altri paesi volessero mandare truppe nel difficile settore siriano.

In realtà a parte la Russia, che agisce in accordo con la Siria, la Turchia, che è confinante, e gli USA,
che intendono proteggere i propri interessi diretti, nessuno vuole impantanarsi in quella difficile palude.
 
Cogliamo l’occasione di questa ottima intervista di Fabio Dragoni ad Agorà Rai
per mettere in vista due aspetti essenziali che quasi tutti mettono in secondo piano,
relativamente alle notizie passate dai media di massa che, purtroppo, sono troppo impegnati nella propaganda per dire la verità

Il primo è l'”Irreversibilità dell’Euro”.
Probabilmente gli imperatori romani avrebbero parlato di “Irreversibilità del Sesterzio”.
Gli Ateniensi dell’epoca classica dell'”Irreversibilità della Dracma”,
o i veneziani di “Irreversibilità del Ducato”.

Nulla è irreversibile, tutto scorre, per dirla in filosofia.
L’euro è un evento non eterno, probabilmente durerà meno di quanto durò il Fiorino o il Ducato.

Personalmente ritengo che dirsi “Contro” o “A favore” dell’euro sia come dirsi contrari o favorevoli alla neve:
una cosa insensata, perchè superiore alla nostra volontà, che accadrà , ma che non possiamo prevedere nel tempo,
e per la quale, al massimo, si può essere preparati o meno.

Poi molto interessante il secondo punto in discussione.
La Manovra prevede 15 miliardi di maggiori tasse, in un modo o nell’altro, perchè ha 30 miliardi di uscite coperte da 15 miliardi di entrate e da 15 di debito.

Lo scrive e lo dice lo stesso Presidente del Consiglio Conte.

Chi dice il contrario dice una cosa falsa o errata, e va nella pura propaganda.
 
L'uscita dall'euro per l'italia avverrà comunque. E' un evento ineluttabile.

Infatti finchè restiamo nell'euro, lo stato sarà costretto a prelevare ai cittadini quel denaro che non è più in grado di produrre.

Una volta che le risorse disponibili saranno cannibalizzate, l'italia non sarà più in grado di restare in questo costoso club esclusivo
(dove noi facciamo gli sguatteri e i camerieri) e verrà buttata fuori a pedate nel sedere,
dopo essere stata spolpata da speculatori e avvoltoi franco-tedeschi.

Mi rendo conto che uscire dall'euro per nostro conto è una decisione disperata,
un po' come aprire la portiera dell'auto poco prima di precipitare nel burrone...
ma se restiamo dentro l'auto, se non tentiamo almeno di salvarci, la morte è sicura al 100%.
 
Chi sostiene l'euro è semplicemente interessato a difendere la propria rendita, quando lo stato controlla l'80% del pil
significa che alla stragrande maggioranza non fotte nulla di chi crea il restante 20%

E' per questo motivo che si vota per la morte lenta, per l'asfisia
l'importante è non turbare il sonno della stragrande maggioranza, mentre il resto va in malora

Tu vedi un pensionato da 1500 euro chiedere l'uscita dall'euro per il bene dei figli?
Solo quando diventano disoccupati....allora si preoccupano perchè hanno in mezzo un mutuo...

ma è troppo tardi....
 
Il Financial Times ha pubblicato una notizia che è clamorosa.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte sarebbe collegato ad un fondo di investimento che attualmente è sotto indagine da parte del Vaticano.

Secondo documenti raccolti dal quotidiano economico il suo nome uscirebbe fuori su una vicenda legata al fondo Fiber 4.0
ed alla vicenda dell’acquisto, da parte di quest’entità, del controllo di Retelit.

Alla guida di Fiber 4.0 ci era Athena Global Opportunities Fund, finanziato completamente, con 200 milioni da parte del Vaticano
attraverso il Segretario di Stato e posseduto da Raffaele Mincione. In questo caso Giuseppe Conte ,
allora professore universitario semisconosciuto, avrebbe emesso dei pareri legati a questa vicenda.

La reale proprietà di Athena Global Opportunities Fund è rimasta in realtà nascosta fino a quando non vi sono state indagini da parte della Gendarmeria Vaticana,
che ha scoperto come questi fondi provenissero dalla Segreteria di Stato attraverso fondi provenienti da banche svizzere.

Una parte di questi fondi sarebbe stata investita poi in immobili a Londra per 129 milioni di sterline.

Partendo da questi fondi, provenienti dalle donazioni ai poveri da parte dei cattolici.

Conte, professore, avrebbe dato dei pareri ai suoi clienti per chiedere l’applicazione della Golden Rule collegata alle telecomunicazioni,
cioè dei poteri speciali del governo nella questione, tutto questo 15 giorni prima di essere nominato presidente del consiglio.

Infatti,in un parere datato 14 maggio Giuseppe Conte consigliava di attivare la Golden Rule,
cioè chiedere l’intervento del governo dato che nell’azionariato di Fiber 4.0 vi era anche un fondo libico.

Conte, come presidente del consiglio, dopo 15 giorni, a giugno, applicò proprio la golden rule su questo tema.

Se quanto narrato dal Financial Times si rivelasse vero ci sarebbe un calo clamoroso di conflitto di interessi
fra il Conte Avvocato ed il Conte presidente del consiglio. Qualcosa che non potrebbe passare in secondo piano.
 

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