Siamo quasi nel 2020, a più di vent’anni dalla nascita dell’euro, la gente continua a non capire la malafede congenita di questo progetto.
Secondo la maggior parte delle persone il problema della moneta unica fu la scelta del cambio 1€=1936,27 Lire fatto da Prodi;
altri sostengono che Berlusconi non avrebbe vigilato sui prezzi nel 2002, il tutto a vantaggio dei “commercianti disonesti”
che, da un giorno all’altro, avevano arrotondato i prezzi facendo 1000 lire = 1 euro.
Davvero degli ottimi “capri espiatori” inculcati nell’immaginario collettivo per non far capire che il problema dell’euro… è l’euro stesso!
Dunque questi discorsi da bar vanno smontati una volta per tutte, poiché funzionali alla propaganda autorazzista “l’euro è giusto, la colpa è degli italiani”.
La verità è che l’euro NON è pensato per funzionare, punto!
Dopo aver smontato questi luoghi comuni, vedremo le vere criticità, i veri problemi della moneta unica. Allora cominciamo!
Sapevate che il 13 marzo 2006 a Berlusconi e a Prodi furono chieste spiegazioni proprio sui prezzi e sul cambio?
Riporto i dialoghi testuali durante il primo dei due confronti andato in onda su RAI 1, in occasione delle elezioni politiche 2006 (che poi videro trionfare il centrosinistra).
Cominciamo con la domanda del giornalista rivolta ai due candidati.
Elezioni Politiche 2006: Silvio Berlusconi vs. Romano Prodi [14.03.2006]
MARCELLO SORGI (GIORNALISTA)
L’euro: è stata un fattore di sopravvivenza importante per l’economia italiana in questi anni difficili, però è anche un momento di fortissima divisione tra i due candidati.
Prodi sostiene che gli aumenti ingiustificati di cui hanno sofferto molto i cittadini dipendono da mancati controlli del governo Berlusconi.
Berlusconi ha sempre detto che si poteva ottenere, all’atto dell’ingresso nel sistema, un cambio più vantaggioso.
Non si riesce a puntare invece contro commercianti, contro le “disposizioni” che ovviamente hanno interessi elettorali che i due candidati forse non vogliono toccare.
COMMENTO: l’euro ci ha salvato… ma da cosa esattamente? Questo era già allora il livello di terrorismo mediatico.
Poi, la questione dei “commercianti disonesti” è una storiella diffusa proprio dal mainstream, almeno dal 1998, ascoltare per credere!
«Benzina, spesa, banche, pensioni. Con l’euro la vita di tutti i giorni di 290milioni di persone in 11 paesi cambia radicalmente, con vantaggi e svantaggi.
A cominciare dal classico caffè che al cambio attuale costa 0,71€, qui il primo pericolo è quello dell’arrotondamento,
cioè di rincari occulti dovuti alla tentazione di arrotondare il prezzo della tazzina a 0,80€.
Così potrebbe accadere per i giornali, per i detersivi, per i biglietti dell’autobus con pericolosi effetti inflazionistici (…)»
I commercianti disonesti erano già stati “beccati” ben 4 anni prima del 2002!
Pensate un po’… Chiusa parentesi, torniamo al 2006 ed ecco la risposta di Berlusconi
BERLUSCONI
L’incursione dell’euro nei bilanci familiari ha prodotto un aumento dei prezzi dovuto a tutta una serie di ragioni.
Questo aumento dei prezzi si è prodotto in tutta Europa. È stato introdotto con troppa fretta secondo noi, senza prendere le necessarie precauzioni,
cioè senza poter tenere le altre monete in corso per un certo periodo di tempo. Ancora oggi il 90% degli italiani ragiona in lire e non con la nuova moneta.
Il governo si è trovato di fronte a una decisione che non è stata sua e ha reagito con i mezzi di un governo liberale, in una libera economia di mercato.
E cioè che cosa ha potuto fare: ha intervenuto sui grandi gruppi di distribuzione che rappresentano soltanto il 30% nel nostro paese
e con questi gruppi è riuscito a trovare un accordo per cui il cambio dalla lira all’euro fu fatto applicando la calcolatrice.
Purtroppo il 70% degli altri esercizi commerciali è costituito da piccoli esercenti o medi esercenti, con cui non è stato possibile fare questi accordi.
Il governo ha perciò puntato tutto su un contenimento dell’inflazione e c’è riuscito per mantenere il potere di acquisto della moneta,
tant’è vero che l’anno scorso (2005 ndr) l’inflazione per esempio si è fermata ad un livello storicamente molto basso all’1,9%.
E poi cosa ha fatto? Ha dato una mano alle famiglie più disagiate, soprattutto agli anziani; ha aumentato le pensioni a 1.851.000 pensionati,
a cui le porterà prossimamente a 800 euro con la nuova legislatura; ha aumentato ai collaboratori dello stato, ai dipendenti pubblici
– al di là della inflazione – il loro stipendio; ha creato molti posti di lavoro: sono 22.600.000 gli italiani – è un record storico anche questo – che oggi sono al lavoro.
Questa è la politica sociale più importante che si può fare. Infine naturalmente è intervenuto anche con i suoi poteri di controllo:
tutte le volte che ci sono state delle denunce, la guardia di finanza è intervenuta e ha verificato quelli che erano i bilanci
e la correttezza della contabilità di quei ristoranti, di quei pubblici esercizi o di quei negozi su cui era stata attirata l’attenzione da parte di clienti.
Di più un governo in un libero mercato non può fare, ricordo che nemmeno le dittature sono mai riuscite a controllare i prezzi.
COMMENTO: cioè secondo Berlusconi nelle PMI e nei piccoli negozi non avevano a disposizione calcolatrici?
Evidentemente mancava loro anche carta e penna per fare una semplice divisione…
Ma poi, visto che nel 2005 l’inflazione era così bassa, perché non aveva citato il dato del 2002? Ovvero il 2,5% (ISTAT), un valore basso e vicino al target della BCE.
È vero invece che nemmeno le dittature sono mai riuscite a controllare i prezzi, tuttavia ricordiamo che l’aumento fraudolento dei prezzi
è un reato punito dal codice penale (art 501), si sarebbero dovuti intasare i tribunali…
PRODI
Non è vero che gli altri paesi abbiano avuto degli sbalzi di prezzo come i nostri! Non è vero che siano rimasti inattivi come rimasta l’Italia.
Noi avevamo le commissioni: una commissione centrale che Ciampi ed io avevamo costituito con nostro governo,
le commissioni provinciali non sono mai state convocate. Non si è fatto nulla, nemmeno per mantenere il doppio prezzo.
Non dico per avere delle disposizioni strane ma almeno avere il doppio prezzo nei cartellini per lungo tempo.
Faccio un esempio molto semplice che i nostri amici che sono di fronte alla televisione possono capire bene:
Bolzano e Innsbruck due città uguali in Austria e in Italia, entrambe hanno avuto l’euro.
Prima dell’introduzione dell’euro su 72 beni di consumo generale, solo 18 costavano di più a Bolzano che a Innsbruck
e la gente veniva a far spese in Italia dall’Austria. Adesso la metà (36 ndr) costa più a Bolzano che a Innsbruck.
Allora come mai in Austria non c’è stato una lievitazione dei prezzi e c’è stata in Italia?
Come mai in tutti e due i paesi si è entrati nell’euro e ci sono stati comportamenti così diversi?
Io questo è una domanda a cui il governo deve rispondere, perché gli italiani sanno benissimo di chi è la responsabilità e non si può sfuggire a una cosa così evidente.
E c’è un’altra cosa inoltre sull’euro, il presidente consiglio ha sempre insistito che si doveva cambiare a 1.500 lire per euro.
Io non lo so come possa dire una roba del genere, quando tutti spingevano perché si potesse arrivare verso i 2.000 in modo da avere un cambio conveniente per poter esportare.
A 1.500 lire tutto il sistema italiano sarebbe fallito: lo hanno detto a Confindustria, le piccole e medie imprese…
E il giorno in cui noi siamo riusciti ad arrivare a questo obiettivo – cioè nel 2000 – è stato un vero trionfo, tra l’altro lodato anche dal ministro Tremonti,
proprio come un risultato forte che il paese aveva raggiunto. Poi passa il tempo, cambia l’opinione… eh allora ci si deve spiegare
perché su entrambi questi problemi, quando l’euro è entrato era un trionfo, dopo qualche anno diventa invece un problema, i problemi li ha creati il GO-VER-NO
COMMENTO: stesso discorso dell’inflazione vale anche per Prodi, che dice pure una falsità sull’assenza dei doppi prezzi.
Il doppio prezzo stava persino sul Topolino, ad esempio il numero 2401 – uscito il 4 dicembre 2001 – aveva già il doppio prezzo 3400lire/1,76€.
Quanto ai commercianti disonesti evidentemente c’erano pure a Bolzano, ma lì non c’era la mentalità tedesca? Non era l’Austria del sud???
A sostegno di questa tesi, l’aumento di 18 prodotti su 72 è il miglior esempio che porta Prodi, rendiamoci conto di come eravamo presi in giro!
Altra domanda spontanea, perché Prodi – non appena è tornato al governo – non ha licenziato tutti i dipendenti dell’Istat che,
secondo lui, avrebbero totalmente sbagliato a misurare l’inflazione?
Ma il “pezzo forte” è la stupenda teoria secondo cui il cambio 1936,27 ha aiutato il nostro export.
Ad esempio, l’anno 1996 fu da record, ricordiamo che Prodi il 25 novembre 1996 riporta la lira nello SME (con cambio praticamente fisso),
da qui in poi il nostro surplus commerciale comincia scendere fino ad azzerarsi definitivamente nel 2002,
per poi rimanere in “deficit” fino al 2012 (anno in cui arrivò Monti, ma questa è un’altra storia).
Ricordiamo che l’euro non è un qualcosa di astratto, è il prodotto delle norme del trattato di Maastricht.
L’euro è un rapporto di cambi fissi il cui valore era dato dell’ECU (in foto il valore unitario in lire negli anni 90),
la moneta scritturale che il 01/01/1999 l’euro ha sostituito in rapporto 1:1.
L’ECU era un questo “paniere” di valute (foto sopra, la versione definitiva del 21 settembre 1989),
il valore dell’ECU corrispondeva alla somma dei valori di tutte e 12 le monete presenti nel paniere.
1 ECU = 0,6242 Marchi tedeschi + 1,332 Franchi francesi + 151,8 Lire ecc…
Per avere il valore dell’ECU in Lire bisognava convertire in Lire i 0,6242 marchi, gli 1,332 franchi, ecc, secondo le quotazioni dello stesso giorno.
Una volta convertite le altre 11 monete del paniere, si somma tutto alle 151,8 lire e così si ottiene il valore dell’ECU in lire.
Il Marco era la moneta più “forte” del paniere e con il peso maggiore (il 30%),
noi dunque adottando il “tasso irrevocabile di cambio”
ci stavamo legando mani e piedi ad un marco svalutato, perché è questo il valore che ottieni facendo un compromesso
fra monete forti e deboli: una moneta più debole per i forti e più forte per i deboli.
Se il cambio fosse stato 1500 lire per un euro avremmo avuto una moneta ancora più “forte” per la nostra economia,
figuriamoci 1000 (come suggeriva Cirino Pomicino) con i prodotti italiani che, all’estero, sarebbero finiti totalmente fuori mercato!
Del resto l’ECU fino al settembre 1992, prima dell’abbondono dello SME, oscillava proprio fra 1500-1550 lire (e non era ancora un cambio fisso!)
i danni li conosciamo tutti: l’unico cambio conveniente per le nostre esportazioni è il cambio flessibile.
Con l’introduzione dell’euro, sono state le esportazioni tedesche a decollare!
MORALE: il cambio 1936,27 lire era giusto, sia nel valore che nei tempi, visto che dovevamo rientrare nello SME entro due anni dal 1 gennaio 1999 (lo abbiamo fatto in 2 anni e 1 mese).
Poteva benissimo esserci Berlusconi al posto di Prodi, ma l’agenda era già programmata dal 92!
I dettagli tecnici sono spiegati nell’articolo 109 del Trattato di Maastricht, alle lettere G, J ed L.