LA REALTA' E' SOLTANTO UN PUNTO DI VISTA

Non so cosa dirti.
Guardala da qui.
094813967-ee03043c-97ec-4a4e-9a71-83e9c82e5c40.jpg


Ai tempi, anni '50, la cresta dietro la difendeva.
 
Dipende da quanti lustri di porti appresso :-o:d:... e soprattutto quanti anni di vita ti hanno già sottratto le ucg :wall:

Vada per 33/34 :up:;)[/QU contando i benefici con le ucg, sono diversi
Dipende da quanti lustri di porti appresso :-o:d:... e soprattutto quanti anni di vita ti hanno già sottratto le ucg :wall:

Vada per 33/34 :up:;)

Anche contando i benefici ottenuti da UGG, direi che sono diversi...
 
Vola l'equity, ma tremano i bond 26/01/2017 11:12 - ALN
Champagne a fiumi a Wall Street che macina record su record, quasi quotidianamente, superando anche barriere psicologiche impensabili quale quella dei 20.000 punti dell'indice Dow Jones.

L'euforia cosi' dilagante riesce infine a trascinare, seppur con un entusiasmo piu' contenuto, anche i listini europei e solo stamane anche quelli asiatici.

Tra poco piu' di un mese si festeggeranno i sette anni di questo bull market azionario, non ancora il record assoluto per longevita' ma sicuramente per performance.

La salita degli indici non dovrebbe ormai piu' sorprendere nessuno, se non per il fatto che appare sempre piu' scollegata dai fondamentali economici e dagli utili societari.

La recente (ma non e' detto che sia l'ultima) gamba di rialzo del mercato sconta, almeno negli Stati Uniti, le previsioni di crescita del Pil al quattro per cento nel quadriennio di Trump, mentre Obama ha chiuso il suo mandato con un modesto + 1,8 per cento. Quest'ultimo sara' anche ricordato per essere stato l'unico Presidente americano, dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi, a non aver mai conseguito un anno di crescita superiore al 3% nel suo doppio mandato presidenziale.

Fatta tale premessa, il miglioramento delle previsioni di crescita ha portato anche ad una decisa revisione al rialzo delle aspettative di inflazione, elemento che ha cominciato molto velocemente ad erodere la fiducia del mercato obbligazionario.

Da luglio in avanti, le obbligazioni sono in rosso su tutto l'arco planetario con significativi crolli sulla parte piu' lunga della curva.

In realta', piu' che le aspettative e' l'inflazione vera che sta gia' ripartendo e segnali in tal senso sono evidenti sia negli USA, gia' da oltre un anno, che in Germania da un paio di mesi.

La crescita langue ancora ma rimane almeno stabile e gli investitori vendono bond giunti, dopo 36 anni, a livelli di rendimenti assolutamente ridicoli, anche grazie all'intervento delle Banche Centrali negli ultimi anni.

Ora, sembra che la situazione stia sfuggendo di mano ed i tassi hanno preso la strada del rialzo senza indugio.

Il mercato obbligazionario e' il piu' grande al mondo e comprende 55 trilioni di dollari di titoli emessi. Tale asset e' cresciuto a dismisura negli anni scorsi proprio per la facilita' delle aziende di ricorrere al credito facile ed a basso costo.

Il sell-off dei bond non sembra pertanto destinato a scemare in tempi brevi e potrebbe anzi prendere ulteriore velocita' con effetti molto pericolosi sia sulla stabilita' del sistema finanziario e di conseguenza sull'economia reale.

Il mondo si e' abituato da oltre un lustro a tassi molto bassi e nell'ultimo anno addirittura negativi.

Oggi il BTP decennale sfiora il 2,2%, il Bund ha sfondato lo 0,5% ed il T-bond il 2,55%, mentre il titolo portoghese ha pericolosamente superato il 4%. I primi impatti dell'aumento dei tassi di interesse si sono gia' visti negli Stati Uniti con il calo delle compravendite immobiliari ed il crollo delle domande di mutuo nell'ultimo trimestre. In Italia, la salita di oltre un punto percentuale del costo del debito sulle scadenze lunghe, solo negli ultimi mesi, provochera' un aumento del deficit.

Negli ultimi mesi una buona responsabilita' del rialzo va imputata anche alla Cina, che ha venduto decine di miliardi di titoli governativi americani per difendere il tasso di cambio dalla svalutazione.

COMMENTO

L'epoca dei tassi bassi sembra del tutto tramontata travolgendo in anticipo anche la volonta' delle Banche Centrali di togliere il piede dall'acceleratore. Bisogna solo sperare che la discesa delle quotazioni e la risalita dei tassi di interesse sia lenta e non diventi, invece, una pericolosa valanga che si abbattera' anche sui mercati azionari che sembrano immuni da qualsiasi raffreddore.
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto