Lo Stato può intervenire nel capitale azionario di un'istituzione finanziaria avendo uno tra questi due obiettivi:
1)fornire aiuto ad una banca in difficoltà. Siamo nell'area di applicazione della BRRD.
2)controllare direttamente un istituto finanziario in nome di un'esigenza nazionale. Qui intervengono considerazioni che con la BRRD non hanno nulla a che fare.
Sulla carta la differenza può essere evidente. Nella pratica può essere molto più difficile per varie ragioni, visto che in ogni caso occorre l'autorizzazione della Commissione Europea: la vedo molto dura, nell'Europa del 21° secolo, convincere l'istituzione europea che un Paese ha bisogno di nazionalizzare una banca in nome di un superiore interesse nazionale. Oggi un tale concetto è considerato datato praticamente ovunque. Semmai viene incoraggiato il processo opposto.
Venendo al caso portoghese, se anche il governo locale assumesse una tale decisione (e già su questo si possono esprimere molti dubbi) con quale faccia tosta si andrebbe a sostenere una tesi di questo tipo dopo aver avviato due tentativi di vendita sul mercato?
Vale la pena di ricordare le difficoltà attualmente vissute dall'altra banca portoghese già controllata al 100% dallo Stato (CGD). L'Europa non consente nemmeno qui l'iniezione di nuovi fondi (statali), richiesti dai precari parametri di solvency.
Naturalmente dobbiamo mettere le mani avanti: con questi portoghesi non si può mai dire! Più realisticamente dovremmo concludere che si tratta di un'ipotesi veramente poco verosimile...