LA VELOCITA' CON CUi UNA DONNA DICE: "NIENTE" E' INVERSAMENTE PROPORZIONALE

E poi ....invece......

Essere condannato (in primo grado) a 44 anni di carcere per reati gravissimi (come omicidio, distruzione di cadavere, truffa, circonvenzione di incapace e rapina) ma restare a piede libero. È la storia di MR, un signore di 58 anni che, in attesa delle sentenze definitive, non essendo sottoposto ad alcuna costrizione, circola tranquillamente per le strade di Viareggio.
 
Per carità, la storia è perfettamente in linea con il nostro sistema giudiziario: le condanne di R. sono tutte di primo grado, in teoria i processi d’appello potrebbero ribaltare i precedenti verdetti e in ogni caso in Italia, come si sa, vige la presunzione di innocenza.
Scolpita nella Costituzione.
Una persona, fino al verdetto finale della Cassazione, non può essere considerata colpevole.
Nemmeno lui, un cinquantottenne dal certificato penale enciclopedico. Non importa.

Nel nostro Paese si va in cella, in custodia cautelare, che è cosa ben diversa dalla pena definitiva, solo in tre casi:
pericolo di fuga,
inquinamento delle prove,
rischio di reiterazione del reato.

In effetti la scorsa estate dopo la sentenza che l’aveva condannato a 30 anni per la morte di Velia Carmazzi e Maddalena Semeraro, la procura di Lucca, preoccupata, si era rivolta alla Corte d’assise chiedendo il carcere e motivandolo con il pericolo di fuga. I giudici hanno detto di no: il pericolo è solo teorico e anzi in concreto non è dimostrabile.

R. ha partecipato alle udienze del processo che lo riguardava; anzi nel corso del dibattimento è stato pure ammanettato per un’altra vicenda, una rapina in banca a Imola, poi dopo un periodo di detenzione preventiva è ricomparso in aula.
Insomma, non ci sarebbe alcun elemento per sostenere che possa darsi alla macchia. Ora, pochi giorni fa, a Bologna, ecco il verdetto per l’altra storia: altri 6 anni che si sommano ai precedenti 38 portando il totale alla stratosferica cifra di 44 anni.
Ma il cumulo, almeno al momento, è teorico.
 
sarà mica che meni sfìga? :D:D:D:D:D:clap::clap::clap::lol:

:D allego il lato della fortuna allora:)
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commenti?
 
Roma, 24 giu. - (AdnKronos) - Oltre 23 mila 'no' alla petrolizzazione dei nostri mari in pochissimi giorni. È il numero di firme raccolto finora da TrivAdvisor, la nuova campagna online di Greenpeace che, parodiando un famoso portale di viaggi, immagina il destino che attende i mari italiani se dovessero finire nelle mani dei petrolieri: un’invasione di piattaforme e trivelle, con rischi elevatissimi per l’ambiente, il turismo, la pesca sostenibile. Su TrivAdvisor si possono leggere alcune 'recensioni' paradossali (datate a un ipotetico 2020) di alcune tra le località più famose e amate dei nostri litorali: un turismo al contrario, in cui si va al mare per ammirare sversamenti di petrolio, cetacei spiaggiati e trivelle in azione, per godersi paesaggi deturpati o per ascoltare le deflagrazioni degli airgun. Le finte recensioni sono accompagnate da immagini di queste stesse località in cui, grazie a tecniche digitali, Greenpeace ha simulato come potrebbe cambiare il paesaggio con la presenza di piattaforme petrolifere al largo delle coste. Secondo Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace, "mai come oggi si assiste a una frettolosa svendita all’ingrosso dei nostri mari". In queste settimane il ministero dell’Ambiente "è infatti impegnato a emettere una raffica di decreti di compatibilità ambientale con cui concede ai petrolieri aree marine pregiatissime, ed eccezionalmente estese, per la ricerca o la produzione di idrocarburi. Quello del governo Renzi è un vero e proprio assalto alle coste italiane. Ma si sa che gli apprendisti stregoni finiscono spesso per scatenare reazioni che poi non sono in grado di controllare, e che gli si ritorcono contro". Greenpeace ricorda che soltanto fra il 3 e il 12 giugno il ministero dell’Ambiente ha autorizzato undici progetti di prospezione di idrocarburi in mare con la tecnica dell'airgun. Nove di questi riguardano i mari pugliesi, ma l’area concessa ai petrolieri copre tutto l’Adriatico e parte significativa dello Ionio. "La contrarietà all’indirizzo energetico di questo governo, che per pochissime gocce di pessimo greggio vuol mettere a repentaglio turismo, pesca sostenibile e qualità dei nostri mari, è ampia e diffusissima. Nei prossimi mesi Renzi sarà costretto a farci i conti, e Greenpeace sarà della partita", conclude Boraschi

andate e pikkiate duro :-o:wall::D:up:
 
L'importante è che tu non voti Grillo, che è solo un pagliaccio che non si allea con nessun ladro, nè di destra nè di sinistra. Mi raccomando non importa se di dx o di sx, voto utile! Scegli un ladro e difendilo con le unghie e con i denti, a costo di sacrificare la vita dei tuoi figli. :wall::wall::wall::wall:

Buongiorno a tutti
:ciao:

ESEGUO :D:-o:no:
 
Gli eccessi non portano a nulla. E certe associazioni sono "solo contro". Facile così.
Come certi politici. Quello che fanno gli altri è sempre brutto, sbagliato.

Ma portami tu la soluzione. L'alternativa.
Quando si vuole instaurare un rapporto di corresponsabilità, bisogna essere in grado di portare una soluzione, l'alternativa.

Rischio ambiente ? Con quello che fanno in Cina oppure in India ???? Ma va là.
Rischio turismo ? Con le piattaforme ?????? Che manco le vedi ad occhio nudo ? Ma va là. Pensate piuttosto al rischio turismo con i clandestini che ci sono in giro.
Rischio pesca sostenibile ? Ormai i pescatori non possono fare più nulla. Si è passati da un estremo all'altro, senza "avere l'occhio" ed il cervello, per applicare la via di mezzo. Chi è che pesca più oggi nell'Adriatico ? Ma avete mai avuto occasione di vedere cos'era la flotta e la pesca di San Benedetto del Tronto, venti o trent'anni fa ???
Oggi c'è la miseria. Con i pescherecci che sono costretti ad andare a pescare in Africa, neanche nel Mediterraneo.

Se esiste la possibilità di risparmiare dal punto di vista energetico, ben vengano le piattaforme.
I signori di greenpeace si preoccupino invece di entrare negli organismi di controllo e di portare soluzioni, non semplici "no". A prescindere.
 
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