Ricapitolando questo algoritmo legge la parola chiave scelta dall’utente, aggiunge un valore pseudo-random (il salt) e cifra la password in maniera irreversibile; Così facendo l’attacco
Rainbow-tables diviene infruttuoso ed è necessario ricorrere al
brute force o all’
attacco a dizionario. Puoi sperimentare quanto detto cliccando
qua. Per esempio la parola “marcucciogemel.it” inserita 3 volte ha prodotto 3 output differenti:
- $P$9NHc0iw8.jtLIlEl0x3r.XW8kR2N8Q/
- $P$9JWc/BAqbBtMjpo8WWb/0WoDc1DlNa/
- $P$9n4PhY64hohfQVrHnoAnRbE5QpypVL.