Gli altri tasselli della storia? Sono pubblicati in un libro uscito nei mesi scorsi.
“I segreti di Renzi” scritto da Maurizio Belpietro, Giacomo Amadori e Francesco Borgonovo (edizioni Sperling & Kupfer).
Nel libro in questione viene riportato lo stesso aneddoto con qualche particolare in più.
Il giornale in questione era il
Corriere della Sera e l’inviato era
Marco Galluzzo.
Sono i giorni a cavallo di Ferragosto e il premier sta trascorrendo le ferie all’hotel
Villa Roma Imperiale di Forte dei Marmi.
«Quando Renzi lo viene a sapere – si legge nel libro – va su tutte le furie e manda
uno dei suoi sms di fuoco al direttore del Corriere Ferruccio de Bortoli.
Secondo il premier, la presenza del giornalista nel suo albergo rappresenta una violazione della privacy».
Il direttore contatta il suo giornalista, che gli racconta quel che è successo.
«Il capo scorta di Renzi lo aveva avvicinato per dirgli: noi sappiamo tutto di te, anche la tua vita privata, stai attento».
Galluzzo non scriverà mai di quel fatto sul
Corriere, né lo farà mai
de Bortoli,
che si limiterà ad accennare alla cosa in un’intervista a
Prima comunicazione.
Qualche tempo dopo, su Twitter, al seguito del premier in Russia, il giornalista si limiterà a postare un cinguettio che,
con il senno di poi, sembra un avvertimento ai lettori (e agli italiani).
«Renzi a Mosca dopomani: i russi dicono che non vuole domande dai giornalisti, Renzi non Putin».
Appunto Putin. Come a lasciare intendere che la libertà d’informazione fosse più un problema per il nostro premier che per il presidente russo.