marasma ha scritto:
Ma di cosa dobbiamo parlare? Dell'aspetto puramente filologico ed etimologico del termine astrologia? Consulta tutti i dizionari etimologici che vuoi e vedrai che ti sbagli. La dissertazione sul logos eracliteo c'entra ben poco col valore sintattico (ma anche semantico) del suffissoide "-logia" utilizzato per coniare una lunga lista di parole italiane.
Dobbiamo parlare della visione eraclitea? Nessuna contesta ciò che dici in proposito ma è qui che sia apre la voragine tra di noi. Siamo dei "pianeti" che non possono comunicare: tu hai mitizzato i filosofi antichi, ne hai fatto dei semidei, quasi dei profeti. Li hai troppo attualizzati. Io li considero "solo" una geniale espressione della nascente cultura scientifica dell'epoca. Erano dei geni nel loro contesto storico, ma molto di ciò che era geniale 2500 anni è una colossale ingenuità oggi. Tu vivi e studi senza tener conto di questo. Te l'ho detto: sei una sorta di presocratico che naviga in internet. L'effetto è paradossale. Se Eraclito prendesse la macchina del tempo e me lo ritrovassi sotto casa, si porterebbe dietro le sue convinzioni e le sue visioni e non accetterebbe mai ciò che confligge con esse. Tu ti ritrovi nella stessa situazione, solo che in genere non sei abituato ad essere contraddetto, anzi immagino l'effetto che fanno sui "semplici" le tue dotte (senza ironia) dissertazioni filosofiche (loro non si rendono infatti conto del fatto che, per quanto esatte, tali dissertazioni appartengono alla Storia della filosofia).
Poi veniamo al trading: hai visto cosa è accaduto con bios? Dice che il mercato SCENDERA' DOPO il primo ottobre. Il mercato SALE IL primo ottobre (quindi qualcosa che non c'entra praticamente nulla con la sua previsione) e lui inneggia all'astrotrading e alla sua validità.
Mi viene in mente quell'altro astrotrader, recentemente, sul forum di finanzaonline, che disse che il giorno dopo il mercato sarebbe salito alla tale ora. Il giorno dopo si presentò trionfante per un micromovimento accaduto a quell'ora, però, sorpresa, sul mercato inglese!!!
Ah be' se, a posteriori, forziamo il senso delle previsioni a seconda delle esigenze, se facciamo le previsioni e poi ci scegliamo, sempre a posteriori, i mercati su cui individuarne l'avveramento, allora diciamo che ci vogliamo prendere in giro.
Poi non c'è la minima consapevolezza statistica: non ci si rende conto che si hanno 50 probabilità su 100 di azzeccare una previsione e se la si azzecca, si reagisce come se ce ne fosse stata 1 su 100. Per dimostrarlo allo stesso signore di cui sopra feci una previsione per il giorno dopo: il mercato italiano (ho addiritttura specificato quale!!) salirà alle 15:46. Puntualmente l'ho azzeccata. Al minuto!! Come ho fatto? Pura fortuna.
Tornando a bios, nelle prime pagine di questo thread, ironizza su quelli che negano la validità di una correlazione del 79 % tra salita dei mercati e congiunzione di non so quali pianeti. Una correlazione basata su 22 rilevazioni!!! Chiaramente un fatto casuale. Non ci si rende conto di quanto sia NORMALE trovare queste correlazioni nel passato e si abbocca.
Del resto, a parte le chiacchiere, io i miei dignitosi risultati li ho provati. Da parte degli astrotrader non vedo niente. Ovviamente.
Siamo quindi davvero in mondi diversi ed è inutile tentare di comunicare.
L'etimologia è quella che ti ho detto io e non c'è bisogno di consultare i dizionari etimologici. E' un esercizio che lascio fare agli altri, a chi ama la scorciatoia. Io ho imparato a non accontentarmi di una frasetta cercata sul dizionario. Vado oltre.
L'Astrologia in origine era una
cosa seria. Anzi
serissima. Come l'oroscopo, che era l'osservazione del Tempo (horoskópos, "che osserva l'ora" composto da hóra "ora" e un derivato del verbo skopein "guardare"). Le lettere maiuscole non sono messe a caso. Oggi è stata ridotta a
manzia e si attira meritatamente gli strali di quelli come te.
Tu commetti un errore di fondo. Anzi due. Il primo è che ti illudi di vivere in un'era in cui la Conoscenza sia superiore a quella di altri periodi. Non è così. Il perchè è un pò complicato da spiegare ad uno come te, magari se vuoi possiamo discuterne in altra sede. Ma ti serve una preparazione e una predisposizione che non hai.
Il secondo errore, gravissimo, è quello di sottovalutare chi ti ha preceduto.
Definire ingenuità i contributi, attualissimi perchè eterni, dei grandi uomini del passato è quanto di più sbagliato si possa fare. Ma questo è un atteggiamento comune a molti, è diffusissimo.
E l'errore scaturisce da un equivoco di fondo.
Da come parli e dalle accuse che mi muovi, vedo che ne sei tu stesso una vittima. Hai un'idea distorta dell'origine del Tempo. Del tempo cronologico e della storia del pensiero dell'uomo. Tu pensi che la Grande Conoscenza sia nata in Grecia o al massimo in Egitto o in Mesopotamia, e che risalga, nella migliore delle ipotesi, a 4 millenni fa. Non è così. Leggi Platone, ti dirà lui stesso come stanno le cose. Leggi il Crizia.
De Santillana diceva :
"Io sono storico della scienza, svolgo un’attività considerata rispettabile, ma mi sono abbandonato alla fuga nelle antiche età, all’indietro, e da storico della storia del pensiero greco che fui per qualche tempo, si sta sempre bene in Grecia, mi sono ritirato piano piano verso i millenni avanti cristo. Le mie ricerche sul pensiero scientifico mi spinsero più in là della Grecia, e mi trovai in ambienti meno familiari e naturali, la Grecia è un pochino casa mia, ma mi ci spinsi perché cercavo quale fosse l’origine di questa nuova cosa del mondo che è il pensiero scientifico. E quando mi guardai attorno là dove cessano i documenti scientifici strettamente detti, mi trovai in regioni dove si parlava senza nessun costrutto, dal punto di vista scientifico.
Questa roba si chiamava allora materiale mitico e religioso, la parola religioso concede spesso ai dotti di non averne da cercarne il senso, ed al traduttore di mettere insieme parole in libertà, purchè abbiano un senso poetico, aulico.
Ma mi colpirono, anche nei cosiddetti primitivi, certi discorsi che dimostravano un costrutto effettivo che, seppure incomprensibile, si riallacciava alla mitologia greca. E fidandosi nell’idea che questa gente non erano dei visionari, come qualche volta i traduttori li facevano apparire e appoggiandomi alle grandi ricerche dell’etnologia culturale, (in questo soprattutto i tedeschi mi hanno aiutato perché gli americani sono rimasti troppo fissi all’antropologia), andai avanti, e ci vollero anni di schedature e di ricerche critiche, ma via via era come se vedessi emergere un continente sommerso, come la Catthedrale Engloutie di C.Debussy , di cui ancora si sentono le campane sotto l’acqua. Era un
continente nel tempo, non già nello spazio, era il mondo che conosciamo, ma attraverso millenni scomparsi, diciamo almeno fino al 7000 a.c."
Noi siamo più antichi di quanto neanche lontanamente immaginiamo. E i grandi uomini del passato lo "sapevano".
Gli antichi erano persone
serie. Molto più
serie dell'uomo di questa era. Per questo meritano da esso il massimo rispetto.