Le “fake news” e la Post Verità

La National Endowment for Democracy è vietata dal regime russo dal 2015, non può operare in Russia dal 2015

National Endowment for Democracy is first ‘undesirable’ NGO banned in Russia

https://left.it/2017/03/27/cinque-notizie-larresto-di-navalny-a-mosca-e-altre-cose-da-sapere/

In Russia Putin sta perdendo il sostegno della classe media


Russia, Vittorio Strada: “È il risveglio della società civile”

Di Luca Lottero - ottobre 7, 2016

La Russia ha una lunga tradizione di giornalisti uccisi, scomparsi o costretti a fuggire all’estero. Quasi sempre critici nei confronti del potere o al lavoro su questioni scottanti che, per qualcuno, era bene rimanessero celate.

A Sasha Sotnik è anche andata bene. Il videoreporter che dal suo canale Youtube racconta le contraddizioni del regime di Vladimir Putin con coraggiose e puntuali interviste sul campo, è stato “solo” minacciato di morte e costretto a scappare. In Georgia. Ad altri è andata peggio.
Secondo un’inchiesta commissionata dall’International Federation of Journalists, in Russia tra il 1993 e il 2009 circa 300 giornalisti sono morti o scomparsi. Omicidi e sparizioni non si sono poi fermate negli anni successivi, che hanno visto concludersi la parentesi della presidenza Medvedev (2008-2011) e il ritorno al potere di Putin nel 2012.
Numeri che rendono il Paese più vasto del pianeta un luogo pericoloso per chi fa informazione. Reporter Sans Frontieres l’ha collocato al 148° posto nella classifica annuale sulla libertà di stampa, alle spalle di Pakistan, Sud Sudan e Venezuela. Non proprio luminosi fari di libertà. La stessa classifica non è particolarmente generosa nemmeno con l’Italia, che si piazza in una poco onorevole 77esima posizione.

Secondo l’analisi condotta da Rsf, la pressione sui media indipendenti sarebbe cresciuta con il ritorno al Cremlino di Putin del 2012, da cui sarebbero scaturite leggi “draconiane” e un controllo senza precedenti sui siti internet. Gli esempi sono numerosi. Una legge approvata quasi all’unanimità dalla Duma nel 2014, per esempio, impedisce alle case editrici straniere di possedere più del 20% delle azioni dei media russi. Il limite precedente era del 50%. A farne le spese sono stati soprattutto organi che avevano in passato espresso critiche al Governo come il quotidiano economico Vedonosti o l’edizione russa di Forbes, ma anche un più innocuo magazine di moda come Condé Nast. In compenso, i media di Stato hanno come l’emittente televisiva Russia Today si sono visti aumentare il budget a disposizione.
Provvedimenti in linea con la stretta autoritaria degli ultimi anni, derivata dal brusco inasprimento dei rapporti con gli Stati Uniti e l’Unione Europea. Se i media si sono visti imporre un limite alle quote straniere, le Ong sul territorio che ricevono finanziamenti dall’estero sono state costrette a registrarsi come “agenti stranieri”, con forti limitazioni sullo spazio d’azione o sulla possibilità di reperire fondi, oltre che una pesante stigmate sociale nel clima di nazionalismo esasperato promosso dal regime.
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Scomparsi o ammazzati: il prezzo pagato dai "veri" reporter in Russia

Gli ultimi spazi di libertà di stampa nella Russia di Putin


La commissione intelligence del Senato degli USA ha comunicato che il Cremlino avrebbe pagato 1.000 persone per creare fake news contro la Clinton negli Stati decisivi durante il periodo precedente le elezioni presidenziali.


Russia targeted key states with anti-Clinton fake news, Trump-Russia hearings chairman reveals

Senate Intelligence Committee's Mark Warner claims the Kremlin targeted pivotal swing states

Russia hired 1,000 people to create anti-Clinton 'fake news' in key US states during election, Trump-Russia hearings leader reveals.

The Kremlin paid an army of more than 1,000 people to create fake anti-Hillary Clinton news stories targeting key swing states, the leading Democrat on the committee looking into alleged Russian interference in the US election has said.

Senator Mark Warner, the Democrat ranking member, and chairman of the Senate Intelligence Committee Republican Senator Richard Burr, appeared together at a press conference to give an update on the investigation ahead of the first witnesses appearing today.

Mr Warner said: “We know about the hacking, and selective leaks, but what really concerns me as a former tech guy is at least some reports – and we’ve got to get to the bottom of this – that there were upwards of a thousand internet trolls working out of a facility in Russia, in effect taking over a series of computers which are then called botnets, that can then generate news down to specific areas.
The Kremlin paid an army of more than 1,000 people to create fake anti-Hillary Clinton news stories targeting key swing states, the leading Democrat on the committee looking into alleged Russian interference in the US election has said.

Senator Mark Warner, the Democrat ranking member, and chairman of the Senate Intelligence Committee Republican Senator Richard Burr, appeared together at a press conference to give an update on the investigation ahead of the first witnesses appearing today.

Mr Warner said: “We know about the hacking, and selective leaks, but what really concerns me as a former tech guy is at least some reports – and we’ve got to get to the bottom of this – that there were upwards of a thousand internet trolls working out of a facility in Russia, in effect taking over a series of computers which are then called botnets, that can then generate news down to specific areas.


“It’s been reported to me, and we’ve got to find this out, whether they were able to affect specific areas in Wisconsin, Michigan, Pennsylvania, where you would not have been receiving off of whoever your vendor might have been, Trump versus Clinton, during the waning days of the election, but instead, ‘Clinton is sick’, or ‘Clinton is taking money from whoever for some source’ … fake news.

“An outside foreign adversary effectively sought to hi-jack the most critical democratic process, the election of a President, and in that process, decided to favour one candidate over another.”

The key states of Wisconsin, Michigan and Pennsylvania which Mr Warner named all fell narrowly - and unexpectedly - toDonald Trump.

The Senate Committee will examine whether the Trump campaign co-ordinated with the Russians to hire the army of trolls.

Mr Warner and Mr Burr were keen to stress they were unified in the investigation, in spite of reported in-fighting along political lines.

Mr Burr said he did not want to “take snapshots” of where the investigation stood but hinted the committee had spoken to Ret Lieutenant General Michael Flynn, Mr Trump’s former Director of National Intelligence who stepped down from his post after ties to foreign governments were revealed.
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Russia targeted key states with anti-Clinton fake news, Trump-Russia hearings chairman reveals
 
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distorsione della verita', posso smontare l'intero articolo sopra con una sola affermazione
gli Usa bombardavano la Siria e i terroristi fino a fine 2015 poi sono arrivati i russi e improvvisamente i cattivi sono diventati quelli che lo facevano veramente (bombardare i terroristi)
 

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